etica e pacifismo, senza buonismo

L’autore di una clamorosa incursione sul sito del quartiere generale europeo della NATO spiega il perche’ di quella e di altre azioni. Internet come strumento per un nuovo mondo

intervista di www.punto-informatico.it

12/03/01 – News
– Roma – Autore della recente incursione sui server del quartiere generale europeo della NATO e gia’ in passato salito alla ribalta, Tritemius ha accettato di parlare delle proprie scelte con Punto Informatico.

PI: Tritemius, hai craccato pochi giorni fa il sito del Quartiere Generale della NATO, Shape.nato.int. Perche’?

Alcuni giorni fa, gli Stati Uniti e i loro fedeli servitori britannici, hanno sferrato un attacco proditorio contro il popolo inerme di uno Stato Sovrano, tutto cio’ per meri scopi propagandistici e senza nessuna autorizzazione da parte dell’ONU. Lo stesso Segretario Generale delle Nazioni Unite dichiara illegali le “no-fly zone” imposte da USA e GB.
E’ intollerabile che il popolo iracheno continui a pagare con il sangue i “Wargames” di questi signori. Questa non e’ una difesa del dittatore iracheno. Egli rimarra’ al potere finche’ la sua presenza sara’ funzionale alla strategia geo-politica dell’Establishment americano in quella Regione.
Il cracking al sito pubblico del “Supreme Headquarters” della NATO e’ l’atto simbolico di un cittadino indignato. Io al gioco al massacro non ci sto.

E’ stato difficile arrivare sul server del sito? Ti sei limitato a modificare la home page?

E’ bene chiarire che shape.nato.int e’ un sito pubblico. Da li’ non si ha accesso a informazioni classificate o a segreti militari. Essendo un sito pubblico, si entra senza dover richiedere l’autorizzazione e senza dover inserire nessuna password. Semplicemente, chi amministra quella macchina non ha applicato le patch necessarie e ha sbagliato a impostare i privilegi dell’utente ospite.
Come sempre, ho fatto una copia del file indice e l’ho sostituito con quello da me creato. Non ho cancellato alcun file, non ho copiato nessuna informazione riservata, non ho installato dispositivi per l’intercettazione dei dati, non mi sono appropriato di codici di accesso.

Hai mai avuto contatti, prima o dopo, con gli amministratori di quel sistema?

No. Chi amministra un server della NATO dovrebbe sapere come evitare certi incidenti.

Ti ritieni un hacker? Qual e’ il significato del termine “hacker”? E cosa pensi del mondo del cracking, e degli script-kiddies?

Non mi ritengo niente. La parola “hacker” ha mille accezioni. Secondo il mio modesto parere oggi l’hacker e’ una persona che comprende la portata epocale della rivoluzione dell’Informazione; La Rete come strumento di Liberta’, di comunicazione tra culture diverse, nuova frontiera del Pensiero e della Creativita’ umana; lo scopo della cultura e’ la pace.

Gli script-kiddies mi sono simpatici, molto piu’ simpatici dei commerciali che rifilano patacche e dei grigiastri certified-professional.
Se per cracking ti riferisci al reversing del software, ti posso dire che e’ una sfida intellettuale assai affascinante. Fino a un paio di anni fa trovavo il reversing molto rilassante.
Se per cracking intendi invece l’intrusione informatica a fini fraudolenti, non la condivido e non la incoraggio, ma la trovo meno grave delle azioni di strozzinaggio del Fondo Monetario Internazionale e della Banca Mondiale, delle devastazioni ambientali dei Signori del Petrolio, della speculazione sulle vite umane portata avanti dalle Multinazionali farmaceutiche.

Che ne pensi dell’hactivism? Ti senti un “hacktivist”?

Condivido le azioni di denuncia sociale e di sensibilizzazione libertaria; mi interessa il fenomeno dei “netstrike”, ma non sono dogmatico. L’ideale e’ mantenere sempre una posizione equilibrata e responsabile.
Si’, mi si puo’ anche definire “hacktivist”; ma come dicevo prima non attribuisco molto peso alle etichette, non ha nessuna importanza come mi vedo io o come mi vedono gli altri.

Ritieni che la comunita’ hacker possa/debba/voglia assumersi responsabilita’ specifiche in questi tempi di “censura” e “leggi preventive” per quanto riguarda Internet?

Penso che “la comunita’ hacker” abbia il dovere di agire in questo senso. Anche perche’, parliamoci chiaro: non mi pare che i nostri Legislatori abbiano le idee molto chiare in materia. Per pieta’ non voglio ricordare il nome del Deputato della Repubblica che proponeva “virus anti-pedofilia” da lanciare nella Rete…

C’e’ qualcuno, a tuo parere, che gia’ si assume responsabilita’ di questo tipo?

Ogni cittadino ha il dovere di assumersi queste responsabilita’. La Liberta’ appartiene a chi riesce a conquistarla, e non si conquista con il silenzio e l’indifferenza.

Qualche tempo fa avevi lasciato la tua firma sul sito della Banca del Credito Cooperativo e avevi spiegato di averlo fatto per cercare di risvegliare l’interesse verso la sicurezza dei siti, soprattutto di quelli che conservano i dati personali di utenti, informazioni delicate. Sono passati due mesi da allora, pensi che sia cambiato qualcosa?

Devo dire che le azioni di cracking sono spesso affiancate da avvisi che faccio pervenire agli amministratori di macchine vulnerabili; nella maggior parte dei casi le macchine rimangono vulnerabili: indifferenza assoluta da parte dei responsabili. Non esiste la percezione del problema, gli esperti di sicurezza rimangono sulla Torre d’Avorio, i commerciali ti rifilano il firewall magico. La cultura informatica non e’ andata di pari passo con l’evoluzione tecnologica. Ma qualcosa e’ cambiato: ogni azione agisce sulla percezione altrui e comunque forza a riflettere sulle situazioni.

Non temi che possano rintracciarti… denunciarti… arrestarti?

Conosco abbastanza bene i meccanismi della Rete, quindi so benissimo che posso essere rintracciato, denunciato, arrestato. Ma sono consapevole delle mie Azioni, di cui mi assumo tutta la responsabilita’. Sono pronto ad affrontare le conseguenze derivanti da queste Azioni. In fondo non ha molta importanza: possono fermare me, ma non possono fermarci tutti…
Ho semplicemente espresso il mio Pensiero tramite la parola, senza arrecare danno a cose o a persone.

Ogni giorno nel mondo vengono “bucati” decine di siti e le loro home page vengono modificate (defacements). Solo talvolta questi “crack” hanno uno scopo dimostrativo, molto piu’ spesso assomigliano a degli “scherzosi avvertimenti” agli amministratori di sistema il cui server e’ stato bucato. Che ne pensi del fenomeno dei defacement?

Il cracking e’ uno strumento: talvolta l’uso si puo’ condividere, talvolta no. Bisogna considerare i singoli casi. In generale, se non vi e’ diffamazione o danneggiamento la cosa mi puo’ star bene. Sai, se un individuo ha intenzioni ostili non strilla al mondo che ha bucato un sito. Il problema e’ che molti bucano le macchine per scopi meno nobili: probabilmente sono molto di piu’ le macchine bucate che rimangono apparentemente integre. E poi, a dir la verita’, spesso i siti cracckati sono piu’ belli dopo i “defacement”… E’ un po’ la storia dei “writers”: non credo che i problemi principali di Milano siano i murales.

Tritemius, quanti anni hai? Quando hai iniziato ad interessarti di tecnologie… di reti… di Internet?

I modem andavano a 300 Baud, i computer potenti avevano 16Kb di memoria, le memorie di massa erano nastri magnetici… Comunque le tecnologie in se non mi interessano molto, non sono un fanatico dell’hi-tech. Mi interessa l’uso creativo e non banale della tecnologia.

Hai un lavoro? In ambito informatico?

Non ha importanza chi e’ Tritemius nella vita reale. Non tanto e non solo per motivi di riservatezza e sicurezza, ma per rinuncia alla proprieta’ intellettuale dell’individuo. Tritemius e’ un frammento del Pensiero umano collettivo. Il Pensiero appartiene all’Umanita’, le Idee non hanno brevetto. L'”handle” (o nick-name) non esalta l’Ego, ma lo dissolve: cio’ che rimane e’ l’essenza del Pensiero.

Perche’ hai rilasciato questa intervista?

PI cortesemente ha formulato delle domande, Tritemius cortesemente ha risposto.
a cura di Paolo De Andreis

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6 commenti

  1. Quello che voglio far notare è la data dell’articolo. Attuale ma risalente al 2001. Ho messo on line questo articolo in risposta alle polemiche di punto informatico, nei cui forum si parlava di hacker come criminali.
    Mi piacerebbe un mondo fatto di criminali così.
    Antonella

  2. Mi piacerebbe proprio conoscere qualcunadi queste persone che abbia desiderio di condividere il suo sapere.

    Di questi tempi, nei quali internet viene usato come clava sia dai terroristi (per diffondere i cruenti videos, probabilmente destinati più alla popolazione musulmana integralista che a quella occidentale) che dai “guerrafondai” della coalizione, mi sono spesso chiesto perchè non si formino dei fronti di attacco a entrambe le fazioni che abusano dello “strumento”. Insomma, se sapessi agire come loro, forse, farei qualcosa…..

    Sergio R.c.P.

  3. Una mente lucida, mi ha colpito.

    Il tantra dell’informatica: tutto parte dal pensiero. La conoscenza informatica è solo uno strumento per agire. E’ pura tecnica.
    L’idea del dissolversi della personalità nel nick e la perfetta distinzione tra l’identità in rete e quella della vita reale mi ricorda alcune riflessioni di Hakim Bey, ma anche il capolavoro “Snowcrash” di Neil Stephenson.
    E a giudicare dai 300 baud del primo modem credo che abbia più o meno la mia età, quando internet non c’era e si girava per BBS.

    Credo però che pochi siano come lui, ispirati da certe cose insomma, la maggior parte sono dei veri e propri ragazzini incoscenti.

    Saluti e attenti al virus antipedofili!

  4. che attacca per farsi pubblicità. Chi l’avrebbe mai sentito, prima, il suo nome?
    BO

  5. quando non si sa che dire, si attacca, e spesso male.
    un caro saluto
    anto

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