Mathias Waske reinterpreta la storia dell’arte

Metamorfosi del dolore in sorriso, variazioni su tema con effetti sorprendenti, trasposizione della forma in cadenze cromatiche, effetti ottici in dissonanze armoniche. E’ la genialita’ di Mathias Waske in mostra alla Kunsthaus di Vienna fino al 18 Settembre. Con Waske la pittura lascia l’Olimpo e scende nei meandri dell’intellettuale profano per conferire, ai grandi capolavori del passato, un aspetto ludico. Nuovi flussi di vita guizzano da insospettabili Leonardo, Durer, David, Picasso e regalano divertimenti sinfonici, su note di colore e note ribattute su soggetto, a un pubblico piacevolmente incuriosito. Waske sta all’arte come Freud sta alla psicoanalisi, perche’ proprio come Freud, Waske va oltre.

Scava nei dipinti per estrarne la vitalita’ nascosta e riportarla in superficie, con tocchi che rimandano alla libera improvvisazione jazzistica, rispettando pero’, sempre e comunque quei fondamenti indispensabili per una corretta interazione con l’opera. La sua eccellente abilita’ tecnica, gli permette d’interagire con i capolavori rielaborando il pathos emotivo. Interviene, trasformando il tema non il contenuto dell’opera, per non stravolgere il filo conduttore che lega soggetto, sviluppo e autore. Per la poetica di Waske, l’arte e’ patrimonio universale, il valore autentico delle opere non puo’ essere subordinato al meschino possesso dei collezionisti, o alle leggi di mercato. I capolavori vivono nel rispetto della loro autenticita’, e sfuggono alla mercificazione dell’arte che li rende futili oggetti promozionali o souvenir turistici.

Una trappola economica in cui sono rimasti ingabbiati, solo per citare qualche esempio. “La Lepre” di Durer, stampata su migliaia di cartoline pasquali o le celebri “Mani in Preghiera”, sempre di Durer. La concezione di Waske pone la creativita’ dell’artista al servizio dell’arte per un’alta interpretazione della bellezza e dell’emozioni. Una trasmissione di sentimenti che puo’ avvenire solo attraverso l’uso sapiente dei pennelli, della tela e dei colori. E’ il simbolico messaggio del dipinto The great painted video installation (Amore e Psiche), ispirato ad Amore e Psiche di David. Amore e’ costretto a vedere Psiche da un freddo monitor e accanto a lui si trova Nana la bambola di gomma di Niki Saint-Phalle. Il lavoro spinge lo spettatore a riflettere sul tema della bellezza nell’arte, con una bambola che sembra essere un nuovo ideale di bellezza contrastante quello classico, e sulla videoarte, con l’inserimento di strumenti asettici e privi d’anima come il monitor, che allontana le sensazioni congelandole in immagini distaccate e inespressivi.

La pittura non e’ il riflesso di un video o giochi grafici ad alta risoluzione e’ vita nel colore, nei tratti, negli spazi, nella luce e nelle ombre possedute dall’artista e trasmesse sulla tela con un ordine casuale guidato dalla percezione, dalla pazienza e dalla forza di condensare la propria impronta spirituale nell’intimo contatto con la vera Arte.

Antonella Iozzo

MATHIAS WASKE MONA LISA bis MADONNA
4 Maggio 2005 – 18 Settembre 2005, tutti i giorni dalle 10.00 alle 19.00
Untere Weissgerberstrasse, 13
1030 Vienna
Tel: ++43-1-712 04 91
Fax: ++43-1-712 04 96
e-mail: information@kunsthauswien.com

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