Sigonella vs Marco Benanti vs Repubblica Italiana

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7 commenti

  1. per marco benanti, una dedichina (giuro, sono intonata)

    Sono intorno a noi, in mezzo a noi, in molti casi siamo noi
    a far promesse senza mantenerle mai se non per calcolo,
    il fine è solo l’utile, il mezzo ogni possibile,
    la posta in gioco è massima,
    l’imperativo è vincere
    e non far partecipare nessun altro,
    nella logica del gioco la sola regola è esser scaltro:
    niente scrupoli o rispetto verso i propri simili
    perchè gli ultimi saranno gli ultimi se i primi sono irraggiungibili.
    Sono tanti arroganti coi più deboli, zerbini coi potenti,
    sono replicanti,
    sono tutti identici
    guardali stanno dietro a maschere e non li puoi distinguere.
    Come lucertole si arrampicano,
    e se poi perdon la coda la ricomprano.
    Fanno quel che vogliono si sappia in giro fanno,
    spendono, spandono e sono quel che hanno.

    Sono intorno a me
    Ma non parlano con me…
    Sono come me
    Ma si sentono meglio…

    …e come le supposte abitano in blisters full-optional,
    con cani oltre i 120 decibels
    e nani manco fosse Disneyland,
    vivon col timore di poter sembrare poveri,
    quel che hanno ostentano e tutto il resto invidiano,
    poi lo comprano,
    in costante escalation col vicino costruiscono:
    parton dal pratino e vanno fino in cielo,
    han più parabole sul tetto che S.Marco nel Vangelo
    e sono quelli che di sabato lavano automobili
    che alla sera sfrecciano tra l’asfalto e i pargoli,
    medi come i ceti cui appartengono,
    terra-terra come i missili cui assomigliano.
    Tiratissimi, s’infarinano, s’alcolizzano e poi s’impastano su un albero,
    boom!
    Nasi bianchi come Fruit of the Loom che diventano più rossi d’un livello di
    Doom…

    Sono intorno a me
    Ma non parlano con me…
    Sono come me
    Ma si sentono meglio…

    Ognun per se, Dio per se,
    mani che si stringono tra i banchi delle chiese alla domenica,
    mani ipocrite,
    mani che fan cose che non si raccontano altrimenti le altre mani chissà cosa
    pensano,
    si scandalizzano.
    Mani che poi firman petizioni per lo sgombero,
    mani lisce come olio di ricino,
    mani che brandiscon manganelli,
    che farciscono gioielli,
    che si alzano alle spalle dei fratelli.
    Quelli che la notte non si può girare più,
    quelli che vanno a mignotte mentre i figli guardan la tv,
    che fanno i boss,
    che compran Class,
    che son sofisticati da chiamare i NAS,
    incubi di plastica
    che vorrebbero dar fuoco ad ogni zingara
    ma l’unica che accendono è quella che dà loro l’elemosina ogni sera,
    quando mi nascondo sulla faccia oscura della loro luna nera…

    Sono intorno a me
    Ma non parlano con me…
    Sono come me
    Ma si sentono meglio…

  2. Interrogazione a risposta scritta.

    Al Ministro della difesa, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. – Per sapere – premesso che:

    il sig. Marco Benanti assunto il 9 giugno 2003 insieme ad altri lavoratori con contratto a termine della durata di sei mesi dalla ditta “Algese” operante all’interno della base di Sigonella, ha svolto nell’arco di detto periodo mansioni di operaio nono livello alla “Ware-house” (una sorta di deposito adibito al carico e lo scarico di merci dirette sugli aerei) presso Nas II, senza aver mai ricevuto critiche o censure lavorando, ininterrottamente per tutto il periodo stabilito;

    alla fine dei sei mesi, ed entro i successivi 45 giorni, secondo un accordo intercorso tra i sindacati e l’azienda, siglato il 13 novembre 2003, avveniva la riassunzione di tutto il gruppo operaio per altri nove mesi – riconferma che preludeva al successivo passaggio dell’assunzione a tempo indeterminato, come di fatto è avvenuto per tutti i lavoratori – con la sola esclusione del sig. Benanti;

    al momento della ripresa dei 9 mesi di proroga del contratto a tempo determinato la ditta Algese ha materialmente impedito al sig. Benanti l’ingresso all’interno della base adducendo informalmente la motivazione che il sig. Benanti non era gradito ai responsabili statunitensi della base a causa dell’attività giornalistica di free-lance che aveva svolto in precedenza e di alcuni articoli di critica della politica estera degli Stati Uniti. Con queste motivazioni gli veniva negato da parte dei responsabili americani l’autorizzazione per accedere alla base di Sigonella e contemporaneamente gli era negato, da parte dell’azienda, il diritto al lavoro;

    malgrado alcune pressioni sindacali, la ditta Algese, manteneva il suo fermo no al rientro nella base di Sigonella del sig. Benanti proponendo al lavoratore, attraverso comunicazione telefonica, il trasferimento all’aeroporto civile di Venezia, dove l’azienda ha in gestione altri lavori in appalto;

    a causa di una difficile situazione familiare al lavoratore non è stato possibile accettare tale trasferimento – di fatto coatto – nella sede di Venezia e a seguito di ciò la ditta Algese riteneva opportuno, malgrado l’accordo sindacale del 13 novembre 2003 fosse valido per tutte le maestranze e riguardasse specificatamente la base di Sigonella, non rinnovare l’assunzione al sig. Benanti ;

    il sig. Benanti si è rivolto con procedura urgente ex art. 700 alla magistratura del lavoro, foro competente di Siracusa la quale, nell’agosto del 2004, le ha riconosciuto il diritto ad ulteriori nove mesi di contratto. Per tutta risposta il presidente dell’azienda, ha “dispensato” il lavoratore dal ritornare a prestare la sua opera alla base di Sigonella non desistendo neanche di fronte all’ufficiale giudiziario che si era presentato assieme al sig. Benanti davanti ai cancelli della base di Sigonella per l’esecuzione coattiva dell’ordinanza del Tribunale, pagando il lavoratore per restare a casa, con assegno a mezzo di corriere postale;

    nel frattempo alla scadenza dei nove mesi di contratto a tempo il 31 maggio tutti i lavoratori facenti parte del gruppo assunto con un il precedente contratto a tempo venivano assunti a tempo indeterminato e per la ditta Algese la questione del lavoratore Benanti risultava chiusa. Il sig. Benanti ha chiesto, allora, al giudice del lavoro di Siracusa un nuovo provvedimento urgente, lamentando un plateale caso di discriminazione e il 24 maggio scorso, e durante l’udienza davanti al giudice, dott.ssa Maria Clara Sali, il procuratore speciale dell’ “Algese”, il sig. Floriano Frangipani dichiara palesando per la prima volta in un atto ufficiale, come risulta dal verbale dell’udienza, quali fossero le vere motivazioni del comportamento assunto dalla sua società, quanto segue: “….il ricorrente non è gradito all’appaltante governo americano o meglio ci ha messo in imbarazzo con i suoi articoli contro le basi americane in Italia e in particolare la base di Sigonella. Abbiamo fatto presente questo problema al sindacato Sult…” Il sig. Frangipani ha, altresì, prodotti gli articoli pubblicati prima dell’assunzione del lavoratore a Sigonella; –

    se i Ministri non ravvisino nei confronti del lavoratore in questione una palese forma di discriminazione su base ideologica e politica e se in conseguenza a ciò non ritengano necessario attivare, in questa circostanza come in qualsiasi altra situazione analoga, forme di tutela per i lavoratori di imprese che svolgono lavori in appalto per istituzioni o società di paesi stranieri presenti sul nostro territorio nazionale, e mettere in atto tutti i meccanismi necessari affinché le tutele previste dalla nostra Costituzione e le garanzie legislative e contrattuali contemplati dall’ordinamento vigente in materia di lavoro, vengano rispettate.

    On. Elettra Deiana

  3. Ho lo stesso problema di Benanti, solo non mi trovo a Sigonella, ma nell’Italia centrale. Sono stata licenziata da maggio dopo tre anni di impiego in una Università. I niei colleghi sono stati riconfermati o assunti a tempo indeterminato. I sindacati non mi danno spiegazioni. Ho una situazione familiare difficile: separata, due figli a carico e sono fuori sede. In questa Università vige il nepotismo più sfacciato, e mi è stato più volte consigliato di cercarmi una raccomandazione. Cosa ne pensate?

  4. sparano il falso, nell’ansa. Raccolta fondi è diverso da raccolta firme per l’appello
    come al solito, in fondo

    GIORNALISTI: ARTICOLO 21, RACCOLTA FONDI ON LINE PER BENANTI

    (ANSA) – CATANIA, 26 SET – “Marco Benanti non puo’ fare il giornalista di professione in Sicilia perche’ gli editori lo considerano inaffidabile e non puo’ fare l’operaio perche’ fa il cronista a modo suo e cura un sito nel quale appaiono critiche al governo Bush”. Lo afferma in una nota Pino Finocchiaro, a nome di Articoli 21, annunciando che il sito Internet dell’associazione “ha deciso di sostenere e ospitare la sottoscrizione in favore del collega catanese”.

    “Al di la’ del problema legale e comunque vadano i processi – afferma Finocchiaro – non e’ pensabile che un giornalista meticoloso, attento e generoso come Benanti venga condannato alla cancellazione dei diritti piu’ elementari per aver criticato il governo Bush dopo aver criticato i rapporti perversi tra poteri siciliani ed economia mafiosa”.

    Finocchiaro sottolinea che “il sostegno di Articolo 21 a Benanti e’ completo e senza riserve, senza se e senza ma”. “Quindi, giornalisti, lettori, cittadini che hanno a cuore il destino della libera espressione del pensiero in Italia – aggiunge – contattino il sito http://www.articolo21.info e firmino, firmino, firmino. L’ indignazione non basta mai”.(ANSA).

    COM-TR

    26-SET-05 13:00 NNNN

  5. Camera dei Deputati
    Gruppo Misto-Comunisti Italiani Roma, 6 ottobre 2005

    INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

    Al Ministro del lavoro e politiche sociali ed al ministro della difesa

    Per sapere, premesso che:

    Il Sig. Marco Benanti il 9 giugno 2003 veniva assunto, insieme ad altri lavoratori, in qualità di operaio nono livello con contratto a termine della durata di sei mesi dalla ditta “Algese 2” operante all’interno della base di Sigonella;

    Durante tale periodo ha svolto mansioni di operaio alla “Ware-house” (deposito adibito al carico e scarico di merci dirette sugli aerei) presso Nas II, senza aver mai ricevuto critiche o censure di alcun tipo;

    Alla fine dei sei mesi, ed entro i successivi 45 giorni, secondo un accordo tra sindacati e azienda, siglato il 13 novembre 2003, avveniva la riassunzione di tutto il gruppo operaio per altri nove mesi –riconferma che preludeva al successivo passaggio dell’assunzione a tempo indeterminato, come di fatto è avvenuto per tutti i lavoratori- con la sola esclusione del Benanti;

    Al momento della ripresa dei nove mesi di proroga del contratto a termine determinato l’azienda ha materialmente impedito al sig. Benanti l’ingresso all’interno della base adducendo informalmente la motivazione che non sarebbe stato gradito ai responsabili statunitensi della base a causa di alcuni articoli critici sulla politica estera degli Stati Uniti scritti dallo stesso quando aveva svolto in precedenza l’attività giornalistica di free-lance;

    Con queste motivazioni gli veniva negata da parte dei responsabili americani l’autorizzazione per accedere alla base di Sigonella e contemporaneamente gli veniva negata, da parte dell’azienda, la riassunzione per i successivi nove mesi. In alternativa, veniva proposto al sig. Benanti verbalmente e senza poter avere la disponibilità di alcun accordo scritto il trasferimento all’aeroporto di Venezia, dove l’azienda ha in gestione altri lavori;

    A causa di una difficile situazione familiare non è stato possibile accettare trasferimento –di fatto coatto-; a seguito di ciò la ditta “Algese 2” riteneva opportuno, malgrado l’accordo sindacale del 13 novembre 2003, non rinnovare l’assunzione;

    Pertanto il sig. Marco Benanti si rivolgeva, con procedura urgente ex art. 700 c.p.c, alla magistratura del lavoro, foro competente di Siracusa la quale, nell’agosto del 2004, gli riconosceva il diritto ad ulteriori nove mesi di contratto;

    Al posto della riassunzione il presidente dell’azienda, con apposita lettera, dispensava il Benanti dal ritornare a prestare la sua opera alla base di Sigonella. Con tale comunicazione, l’azienda, naturalmente, non veniva meno all’obbligo del pagamento delle spettanze, ma gli negava l’accesso al lavoro. Il sig. Benanti infatti veniva pagato per i nove mesi direttamente a casa a mezzo di corriere postale,

    Questo comportamento vessatorio è continuato anche di fronte all’ufficiale giudiziario che, il 1 dicembre 2004, si presentava insieme al Benanti ed al suo legale davanti ai cancelli della base di Sigonella per l’esecuzione coattiva dell’ordinanza del Tribunale;

    Alla scadenza dei nove mesi di contratto a tempo determinato, tutti i lavoratori facenti parte del gruppo assunto con il precedente contratto a tempo venivano assunti a tempo indeterminato. Tutti tranne lo stesso Benanti;

    A questo punto il Benanti si è rivolto direttamente al giudice del lavoro di Siracusa per un nuovo provvedimento urgente, lamentando un plateale caso di discriminazione e il 24 maggio scorso, durante l’udienza davanti al giudice, dott.ssa Maria Clara Sali, il procuratore speciale dell’ “Algese”, il sig. Floriano Frangipani ha dichiarato, palesando per la prima volta in un atto ufficiale come risulta dal verbale dell’udienza, quali fossero le vere motivazioni del comportamento della sua società, quanto segue:”…il ricorrente non è gradito all’appaltante governo americano o meglio ci ha messo in imbarazzo con i suoi articoli contro le basi americane in Italia e in particolare la base di Sigonella. Abbiamo fatto presente questo problema al sindacato Sult…”. Il sig. Frangipani ha, altresì, prodotto gli articoli pubblicati prima della assunzione del Benanti a Sigonella;

    Dal 1948 la Costituzione italiana sancisce, nell’articolo 3, la pari dignità sociale dei cittadini, affida alla Repubblica il compito di “rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”;

    Coerentemente con questo impegno, per limitare un ostacolo importante la costante minaccia di perdere, con il proprio posto di lavoro, l’unica fonte di guadagno, le leggi italiane hanno introdotto alcune garanzie in materia di licenziamenti individuali come la legge 604 del 1966, la legge 108 del 1990, il d.lgs n. 80 del 1998;

    Se non ritengano deplorevole il comportamento della ditta “Algese 2” che, in totale asservimento all’amministrazione americana, ha palesemente violato i principi di uguaglianza formale e sostanziale sanciti dall’art. 3 della nostra Costituzione operando una odiosa discriminazione ideologica a carico di un onesto e libero lavoratore, colpevole solo di aver esercitato in precedenza il diritto costituzionalmente garantito dall’articolo 21 “di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto ed ogni altro mezzo di diffusione”.

    On. Cosimo Giuseppe Sgobio

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