Sono una vittima della truffa legalizzata dei tangobond.

Lettera di una vittima dei tangobond
Come al solito, si rischia perche’ si e’ lasciati soli. Vi lascio leggere il testo per intero. E’ lungo ma ne vale la pena, perche’ il pericolo di fregature esiste tuttora.

“Quello che ci e’ capitato non e’ un penosissimo e involontario incidente: i responsabili ci sono e devono pagare

In questo momento, i detentori di bonds argentini italiani stanno portando sul groppone ben il 17% del debito pubblico dell’intero stato sudamericano: ma noi non siamo il Fondo Monetario Internazionale, non siamo uno Stato sovrano, siamo 450.000 famiglie italiane composte, per la maggior parte, da gente comune: impiegati, operai e tantissime persone anziane. Eppure stiamo facendo da banca.

Una comoda banca perche’, purtroppo, facciamo fatica a difenderci, malauguratamente non siamo così potenti: tutt’altro, siamo soli e vulnerabili.

Ci hanno scippato i nostri risparmi, quelli di una vita, quelli che abbiamo messo da parte per il nostro futuro. Provate a pensare agli anziani coinvolti, per i quali il domani e’ gia’ difficilissimo oggi.

Il quotidiano, comunque sia, e’ un’odissea per tutti. Immaginate cosa vuol dire, quale stato d’animo d’ansia comporti l’avere poco o nulla da parte per affrontare gli imprevisti che la vita puo’ mettere sul nostro percorso, il non poter far fronte ad impegni finanziari che ci si era assunti PRIMA, il dover affrontare senza mezzi una malattia imprevista: c’e’ chi per questo problema ci ha perso di fatto la salute.

Ora tutti sanno che si deve stare alla larga dai bond argentini, ma vi assicuro che, quando ce li hanno proposti, la verita’ e’ stata volutamente e vergognosamente occultata per spingere il risparmiatore a comprare e, praticamente a tutti, e’ stata propinata la stessa zuppa: “SONO SICURI COME BOT E CCT ITALIANI”. Questo era lo slogan delle banche!

Tv e giornali spesso ci fanno l’appunto dell’alto tasso di interesse, che di lì avremmo dovuto capire”€¦ ma fino a poco tempo prima gli stessi rendimenti li davano anche i titoli di stato italiani, e la gente, inesperta e impreparata, e’ caduta nella trappola.

L’Argentina, lo Stato sovrano che ha emesso queste obbligazioni, ad un certo punto – a dicembre 2001 – decide di non pagare piu’ le cedole e, fino a febbraio dello scorso anno, non si e’ piu’ saputo cosa ne sarebbe stato del nostro capitale. L’offerta capestro che l’Argentina ha fatto a febbraio 2005 imponeva il sacrificio del 70% del nostro capitale, ed il restante 30% ci sarebbe stato restituito dopo moltissimi anni (si parla da 15 a 30): questo per chi, ovviamente ha accettato la proposta, ma la stragrande maggioranza degli italiani l’ha rifiutata, trattandosi soprattutto di persone ultra settantenni …

Inoltre, non vi e’ comunque alcuna garanzia di pagamento certo: chi vieta all’Argentina di dichiarare un nuovo default e di tenersi anche quell’ulteriore 30%?

L’Argentina, nonostante il default, sta attualmente emettendo obbligazioni senza che la comunita’ internazionale abbia fatto nulla per vietarlo!

La decisione, badate bene, UNILATERALE di questo paese non e’ stata osteggiata da nessuno: ne’ dalla comunita’ internazionale, ne’ dall’FMI, ne’ dal Governo del nostro paese.

Dal 2001 ad oggi siamo senza risposte e nessuno degli organi sopra menzionati si e’ preoccupato di difenderci.

Ad oggi e’ praticamente impossibile trattare con l’Argentina: e’ di qualche settimana fa la notizia, che ha tra l’altro avuto pochissima eco nei media, che ha interamente pagato il suo debito con il Fondo Monetario Internazionale e, quindi, l’unico strumento per far pressione e’ stato volutamente tolto di mezzo.

La situazione italiana e’ atipica. Sappiate che SOLO in Italia sono stati coinvolti i piccoli risparmiatori. Negli Stati Uniti, in Gran Bretagna la vendita di questi titoli era vietata. In altri paesi sono stati coinvolti solo investitori specializzati.
Ma perche’? Perche’, dopo tante ricerche, si e’ scoperto che le banche italiane erano il lead manager, cioe’ incaricate proprio dall’Argentina del collocamento di questi titoli sui mercati, guadagnando da questa operazione provvigioni altissime.

Questi titoli erano corredati da offering circulars, cioe’ da documenti che spiegavano le caratteristiche di questi prodotti e dai quali si evinceva che erano prodotti NON ADATTI A PICCOLI RISPARMIATORI ma rivolti esclusivamente ad INVESTITORI SPECIALIZZATI in grado di ben comprenderne il rischio insito.

Le vittime; guarda caso, sono invece proprio i piccoli risparmiatori.

Come mai allora e’ successo questo?

Perche’ la Consob non solo ha consentito ad alcune di tali emissioni di essere quotate sul mercato mobiliare italiano, ma ha permesso alle banche – tramite un escamotage – di rivendere ai propri clienti tali obbligazioni, nonostante essere fossero espressamente destinate solo ad investitori istituzionali, in grado di gestire investimenti speculativi del grado di rischio implicito a tali strumenti finanziari;

Le banche, quindi, hanno continuato colposamente a sostenere coi propri clienti che si trattava di titoli sicuri, alla stregua di quelli di stato italiani. Molte banche hanno agito furbescamente poiche’, al momento della sottoscrizione dei titoli, hanno praticato un ulteriore raggiro: i clienti, convinti di firmare solo i prospetti riguardanti l’operazione di acquisto, hanno finito inconsapevolmente per firmare anche documenti attestanti il rischio dell’operazione, negandosi la possibilita’ di difesa.

Questo sono le banche in Italia oggi, altro che trasparenza!

Eppure loro sostengono di aver agito in buona fede, che non sapevano! No, signori, non e’ possibile.

L’Argentina nel novembre 2000 promulga la Ley de Emergencia Economico Financera, cioe’ la dichiarazione di default interno. Secondo voi, la Banca d’Italia e la Consob potevano veramente non conoscere un fatto così grave? No, sapevano tutto.

A questo punto le nostre banche, al corrente del fatto che l’Argentina era prossima al default, hanno scaricato interamente la perdita economica – che sarebbero state costrette a subire visto che i loro portafogli erano pieni zeppi di questi titoli – sul soggetto piu’ debole e indifeso: i piccoli risparmiatori. Questa e’ la verita’ .

Faccio parte di un gruppo che si ritrovava su un forum dedicato alla questione dei bond argentini sul sito del Sole 24 ore. Ci hanno oscurati per ben due volte, forse abbiamo rotto le scatole a qualcuno?

Insieme a queste persone ci siamo occupati di divulgare la verita’ , di dare agli altri 450.000 una speranza, una possibilita’ di difesa contro le banche.

La Costituzione all’art. 47 parla di tutela del risparmiatore, ma ditemi che tutela c’e’ stata in questa vergognosa vicenda da parte delle istituzioni del nostro paese!

Da quattro anni la politica non fa un passo per noi. Ci sono state delle proposte di legge effettuate dalla sinistra, vergognosamente affossate dalla destra. Altre proposte anche dalla destra: ma di concreto il nulla.

Siamo stati ricevuti in commissione finanze del Parlamento il 13/12/2005 per discutere del nostro problema. Abbiamo chiesto che ne era dei fondi dormienti promessi con l’art. 46 della finanziaria 2006, destinati ai cittadini vittime dei vari crack finanziari abbattutisi in Italia dal 2001 ad oggi. Ci e’ stato risposto che si trattava una mossa pre elettorale e adesso sembra che questi soldi ci siano, ma credere e’ difficile: in campagna elettorale tutti promettono, ma non ci sono fatti concreti. Vedremo. Solo il tempo ci dira’ se era verita’ o, ancora una volta, una promessa non mantenuta!

Tutti ci consigliano le cause contro la banca, se, ovviamente, la documentazione in nostro possesso e’ in grado di dimostrare il dolo subito.

Ma le cause costano tanti soldi. E poi sappiate che, se disgraziatamente si incappa in un giudice impreparato – e il diritto bancario non e’ molto conosciuto dai giudici, come mi confermava l’On.Di Pietro che ho personalmente contattato – non e’ affatto detto che, pur avendo le carte in regola, si vinca la causa! Il potere della banca e’ sempre lì in agguato a beffare ancora !

Porteremo avanti anche degli esposti alle procure italiane affinche’ venga fatta chiarezza: ma l’avremo?

Qualcosa si muove, ma chissa’ ancora quanto tempo ci vorra’ per far valere le nostre ragioni..

Noi non molliamo, ma abbiamo bisogno di essere aiutati anche da tutti gli altri cittadini italiani, che solidarizzino con noi per questa battaglia di dovere civile!

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26 commenti

  1. Al Presidente della Repubblica
    > GIORGIO Napolitano
    > Palazzo del Quirinale
    > Roma
    > tel.06 46991; fax06 46993125
    > presidenza.repubblica@quirinale.it
    >
    > p.c.Al Presidente del Consiglio
    > Professor Prodi
    > Governo Italiano
    > urpdie@governo.it
    >
    >
    > Oggetto : bond argentina e art.47 della costituzione.
    >
    > Egregio Presidente della Reppubblica, oggi 5/09/06 ad Assisi mentre parlava di diritti alla cittadinanza alle persone che provengono dagli stati esteri Lei ribadiva che il nostro

  2. grazie antonella.censurati…. per aver pubblicato il nostro racconto. rosana.

  3. E l’Italia sembra propio ,e non per offendere ,ma per dato di fatto qui visibbile!che invece di difenderci e tutelarci ci sfrutta il più possibile e consciamente! sto solo facendeo notare ciò che osservo niente di più niente e di meno,con la speranza che cambi qualcosa,in favore dei doveri che ella stessa deve adempire come professionalita!

  4. Da inviare entro e non oltre il 21 dicembre 2006. Altrimenti la possibile azione di rivalsa nei confronti della banca si prescrive.

    DATA, …………………………..
    RACCOMANDATA A.R.

    Spettabile
    BANCA
    AGENZIA
    VIA
    CAP

    Oggetto: RICHIESTA DI DOCUMENTI

    Spettabile Banca,

    Il sottoscritto ……………………………., nato a ……….……, residente in …….….., Via ……….…., formula la presente per richiedere ed ottenere, in relazione ai seguenti titoli:

    Rep. Argentina % ………………
    (Cod Isin ……………..)

    copia della documentazione qui di seguito elencata:

    – dell’ordine di acquisto sottoscritto al momento della negoziazione del titolo;
    – nel caso in cui si trattasse di titoli c.d. “eurobonds”, della “offering circular” la quale ha accompagnato l’emissione del titolo;
    – nel caso in cui si trattasse di titoli obbligazionari destinati al pubblico collocamento, copia del prospetto informativo concernente tale bene;
    – dell’inquiry interna da cui si evincono le caratteristiche complete dell’operazione medesima.

    Resta inteso che, nel caso in cui non dovessi ricevere quanto richiesto nel termine di legge da oggi, dovrò considerare tale condotta come un rifiuto, e mi riterrò/a libero/a di adire senza indugio le competenti Autorità Giudiziarie.
    La presente deve intendersi interruttiva del termine di decorso della prescrizione.

    Distinti saluti.

    ……………………………………..

  5. sai cosa da fastidio?….vedere il coraggio che hanno alcuni ad andare avanti nelle loro professioni cosi’ tanto a testa alta.
    mai vista tanta manipolazione.
    e piano piano, noi truffati e grazie ad internet ed a ‘siti con le 00’ arriviamo ad avere conferme.

    tratto da PI/a.bottoni= Untrusted/We don’t trust you 20.01.2006:

    “…….
    Non solo: i documenti MS Word del vostro capufficio, quelli in cui vi ha imposto di vendere Bond Argentini alle vecchiette, pena il trasferimento a Lampedusa, appartengono al vostro capufficio, anche se in questo momento risiedono sul CD-ROM che vi siete portati a casa “per precauzione”.
    …….”

    …..e pensare che siamo nella ragione. e non vengono annullati i contratti immediatamente senza bisogno di altre parole o avvocati o non so chi.
    ….un rimborso capitale immediato con tanto di interessi legali dal al. e stop”

  6. Azione eclatante – Boicottaggio Olimpiadi Torino 2006 – Nessuna tregua

    Il ministro Pisanu ci aveva avvertito. Aveva ragione. Come sempre.

    E’ in atto la temuta azione eclatante, è iniziato il boicottaggio delle olimpiadi. Nessuna tregua.

    Olimpiadi Torino 2006: neanche un minuto della mia attenzione!

    Obiettivo: costruire un ospedale in Sudan e mostrare nella pratica che un altro mondo è possibile e basta poco, è sufficiente mettere l’attenzione nella direzione giusta: diritti, salute e felicità!

    Aderisci subito anche tu inviando un sms Diritto al Cuore al numero di Emergency 48587

    Fra 15 giorni noi avremo un ospedale, e loro?

    Domenico Schietti

    Centro Salam di Khartoum

    Boicottaggio Olimpiadi

  7. sul sito di beppe grillo (www.beppegrillo.it – anto, mi perdoni vero? beppe è uno dei nostri) si può scaricare la sentenza con cui un giudice ha dato ragione ad un truffato e costretto le banche a risarcirlo.

    è un precedente che può essere portato in tribunale, ed ha valore giuridico in quanto emesso da un tribunale della repubblica nel caso in cui, giustamente, vogliate farvi ridare i soldi dalla vs banca (è la banca quella che vi ha truffato, vi ha dato cambiali spacciandole per bot)

    doc

  8. poi tutti insieme con lo stesso avvocato pagano anche meno…
    si fa una bella megacausa e si chiamano in giudizio tutti i ladri (quelli veri, non quelli che con la calza in testa) e quando ci sarà la sentenza magari ce l’andiamo a godere in diretta, tra il pubblico. Meglio ancora di un film al cinema il sabato sera

  9. Questo modello compilato è stato presentato alla guardia di finanza nel Venetoil 3/02. Se lo vuoi fare anche tu senti prima un legale.

    Guardia Di Finanza Comando Compagnia di………………….

    Il sottoscritto …………………………………. Nato a……………………….. …………………………… il……… residente in via………………………… N° ……. C.A.P……….. Paese………….Provincia……….

    Oggetto : esposto/denuncia relativa alla vendita irregolare di bond-argentina / bond Buenos-Aires

    Il sottoscritto dichiara di essere venuto a conoscenza, dalle offering circulars (prospetti informativi) (ove richiesto disponibile in dischetto CD), e dai relativi pricing supplement, che i titoli denominati bond argentina e bond Buenos Aires erano adatti unicamente ad investitori speculativi ed in condizione di valutare e sostenere rischi speciali. L’esponente segnala che le offering circulars prospettavano una situazione allarmante e affermavano letteralmente: “i bond sono adatti unicamente ad investitori speculativi ed in condizione di valutare e sostenere rischi speciali”.
    Sennonché, le stesse offering circulars stabilivano che esse non potevano essere diffuse in copia, mentre consentivano la vendita di quei rischiosi titoli agli investitori professionali e anche ai piccoli risparmiatori al di fuori di un’offerta pubblicamente sollecitata e cioè, secondo l’interpretazione data dalla CONSOB, nell’ambito di negoziazioni private fra banche e clienti.
    E’ stato in tal modo posto in essere (e continuato nel corso degli anni) un artificio che ha consentito una grave asimmetria informativa, in base alla quale le banche hanno potuto nascondere le caratteristiche dei titoli (non consegnando la offering circular) per poter vendere ai piccoli risparmiatori (in contropartita diretta) fino al momento del default, dichiarato nel dicembre 2001.
    Le offering circulars non specificano da dove le banche collocatrici abbiano attinto le notizie ivi riportate (se direttamente dallo Stato argentino quale soggetto emittente dei bond o da altri), né l’esponente ha i mezzi per accertarlo. Queste notizie, tuttavia, potevano anche essere note solo agli analisti finanziari, che però non sono il mercato, il quale è invece costituito da chi negozia. E, si ripete, i piccoli risparmiatori non conoscevano le notizie riportate nelle offering circulars.
    Tali carenze di informazione sono dipese, si ripete, dal modo in cui le offering circulars sono state redatte e dalle negoziazioni a valle, attraverso le quali le banche hanno proposto i titoli Argentina senza mettere a disposizione la offering circular. Si tratta dunque di un espediente deliberatamente attuato dalle banche del consorzio di collocamento e dalle banche negoziatrici le quali, impedendo la circolazione delle offering circulars e favorendo una generalizzata e disinformata campagna di vendita ai piccoli risparmiatori italiani tedeschi e svizzeri, hanno concretamente cagionato una vigorosa domanda ed un marcato apprezzamento di titoli, che sarebbero stati altrimenti invendibili.
    Sotto un altro profilo, sanzionato dall’art 180 Dlgs 58/98, il tenore delle offering circulars dimostra che le banche facenti parte dei consorzi di collocamento e gli investitori istituzionali disponevano delle informazioni specifiche ivi descritte, relative alla situazione economica argentina, di cui il pubblico non disponeva, e che hanno loro consentito di fabbricare e di vendere prodotti ad alto rischio, destinandoli ai piccoli risparmiatori e lucrando altissimi spread.
    Visto che l´articolo 47 della costituzione prevede la tutela del risparmio, il sottoscritto chiede di indagare e chiarire le responsabilità:
    1)della Banca D´Italia, che doveva vigilare e controllare l´operato delle banche per garantire i risparmiatori, bloccando l´ingresso dei titoli ad alto rischio. La stessa Bankitalia e gli istituti di credito non potevano ignorare le difficoltà in cui già versava il paese sudamericano, sin dal 1999, quando a luglio e ad ottobre le principali agenzie di rating, Moody’s e Standard & Poor’s abbassavano il rating del debito sovrano argentino, portandolo al livello di “speculative grade” (ossia a rischio per gli investitori), ed in particolar modo dopo la promulgazione da parte dell´Argentina in data 14/11/2000 della “legge di emergenza-economico finanziaria n° 25344” che allo stato pratico dichiarava un default interno.
    Tuttavia, anche dopo tale data i titoli argentini sono stati venduti alla stregua dei “BOT” italiani senza segnalare il maggior rischio ad essi insito.
    2)della Consob, che doveva impedire la vendita fra i piccoli risparmiatori, nella consapevolezza che i titoli non erano adatti a loro (vedi offering circulars e pricing-supplements). Le notizie contenute in tali documenti ponevano le premesse per una forma generalizzata di insider trading ex art.180 Dlgs 58/98.
    3)delle banche, che negoziavano i titoli Argentina, spesso, con altissimi spreads, avvalendosi di informazioni sconosciute ai clienti vista la segretezza con cui sono state tenute le informazioni riportate dalle offering circulars ecc. Tali informazioni se
    fossero state di dominio pubblico avrebbero:
    · influenzato marcatamente il prezzo
    · impedito il collocamento alla clientela retail
    · scoraggiato comunque gran parte dei risparmiatori all’acquisto degli stessi
    L´acquisizione dei titoli è invece proseguita, sino a coinvolgere circa 450.000 cittadini italiani, grazie alle assicurazioni dei funzionari di banca, del tipo: “Uno stato come l´Argentina non può fallire, poichè il Fondo Mondiale Internazionale non lo permetterà mai”, “sono come i BOT/CCT italiani, solo rendono un po’ di più, come i nostri BOT di qualche anno prima”, ecc. Rassicurazioni continuate negli anni, tanto da contrastare la stessa ipotesi di ri-vendita successiva dei titoli da parte dei risparmiatori, alle prime notizie sulle difficoltà che l’Argentina stava affrontando; i risparmiatori, infatti, non solo non venivano tenuti al corrente dell’evoluzione negativa dell’economia argentina, ma venivano costantemente scoraggiati dal porre in vendita i loro bonds dalle banche stesse e sempre con le medesime motivazioni, tant’è che la vendita di quei titoli è continuata persino nel corso del 2001.
    Per questi motivi e anche in considerazione della gravità della vendita di bond argentini a 450.000 piccoli risparmiatori italiani senza consegnare loro né un prospetto informativo, né un documento equivalente, si confida che vengano aperte delle indagini (precluse ai privati in considerazione del segreto opposto dalle banche, da Bankitalia Spa e dalla Consob).
    Dai giornali italiani si apprende che la Procura di Bologna a fine 2005, ha iniziato ad indagare su 22 funzionari per le modalità con cui hanno venduto questi titoli ad alto rischio.
    Il sottoscritto invita quindi la Procura di Venezia a fare altrettanto poiché la maggior parte delle persone colpite da questo inganno lamentano di essere state spinte all´acquisto di questi prodotti finanziari da funzionari in completa assenza di trasparenza e soprattutto senza che fosse fatta alcuna menzione sul rischio dell´operazione, e quindi senza il rispetto di tutte le norme previste dal Regolamento CONSOB n. 11522 e dal T.U.F., norme che regolano la negoziazione di strumenti finanziari tra intermediatori e risparmiatori. In molti casi non esistono schede relative al c.d. “profilo di rischio” del cliente, i documenti del contratto di “Custodia ed Amministrazioni Titoli” in essere con la Banca e neppure l’ordine di acquisto, sottoscritto dal cliente, relativo alla negoziazione dei bond in oggetto. Nessuno ha mai saputo, se non a default avvenuto, che i titoli fossero accompagnati da offering circulars (ossia prospetti informativi, che la banca, grazie ad un cavillo normativo della CONSOB non era obbligata a rendere noti ai clienti nell’ambito della negoziazione per conto proprio – si rimanda, a tale proposito all’Audizione INFORMALE DELLA CONSOB SULLA DIFFUSIONE IN ITALIA DI OBBLIGAZIONI PUBBLICHE ARGENTINE avvenuta a Roma, il 27 aprile 2004 , presso la CAMERA DEI DEPUTATI, COMMISSIONE FINANZE (ove richiesto, disponibile in copia) .
    Eppure, la conoscenza del contenuto di questi documenti informativi avrebbe consentito ai risparmiatori di essere messi a conoscenza in modo più puntuale dello stato di crisi dell´Argentina, rendendoli così consapevoli del reale rischio cui stavano andando incontro.

    Alcune Associazioni di Consumatori (tra cui l’ADUSBEF) hanno adombrato la possibilità che alcune banche, in vista del probabile default argentino, abbiano liberato i propri portafogli dalle obbligazioni argentine, vendendole ai propri clienti ignari.
    Non si può pensare, infatti, che i 450.000 risparmiatori italiani incappati nel default argentino fossero in grado di compiere autonomamente valutazioni sulla situazione economica della Repubblica Argentina, così da poter sostenere rischi speciali, posto che l’investimento in titoli argentini rappresentava la maggior parte del risparmio familiare italiano. Si deve quindi appurare se gli organi di controllo abbiano omesso di vigilare e se le banche venditrici abbiano scaricato ai propri clienti i titoli argentini di cui conoscevano la prossima insolvenza, omettendo di informare o dando addirittura informazione falsa sul livello di rischio di investimento al fine di convincere i risparmiatori prima all’acquisto e poi al mantenimento di detti bonds.

    Tale ipotesi potrebbe essere suffragata dal fatto che molti contratti di acquisto segnalano che l´operazione è avvenuta in contropartita diretta, ossia avendo per oggetto titoli già detenuti nel portafoglio della banca cedente. Si chiede di indagare altresì sul prezzo di questi titoli. Alcune banche nell´estratto conto inviato ai clienti sul prezzo indicano N.R. (non rilevato) e sul controvalore viene indicato il valore nominale dei bond. Altre indicano un prezzo che oscilla tra il 24-28% del valore nominale del titolo. I titoli scambiati, in questi mesi sono pochissimi; il prezzo dovrebbe essere quello calcolato su una media ponderale delle ultime transazioni. Ricordo all’uopo: il Credito Cooperativo di Brescia ha previsto per i propri clienti un indennizzo monetario immediato pari al 60% delle perdite subite. Questo provvedimento consente la conservazione in capo alla clientela della proprietà dei titoli interessati, con possibilità quindi di beneficiare di eventuali rivalutazioni o risarcimenti da parte dell´emittente, nonché di eventuali indennizzi da parte dello Stato così come previsto dalla legge finanziaria. L´ABI (associazione bancaria italiana ), dopo il default ha delegato alla TFA (direttore Nicola Stock) la difesa dei risparmiatori italiani, ma essendo l’associazione un’emanazione diretta del sistema bancario italiano, sorge il dubbio che l’attività della stessa TFA sia in conflitto d’interessi, mirante essenzialmente a distogliere gli investitori – con iniziative alternative e di dubbio esito nei confronti del governo argentino – dall’ipotesi di recupero del risparmio nei confronti delle banche mediatrici per via giudiziale. Il dr. Stock, quale Rappresentante della TFA, difatti, all´offerta di concambio presentata dall´emittente a gennaio 2005, a 4 anni dalla dichiarazione di default, durante i quali l’Argentina ha sospeso sia il pagamento delle cedole, sia del capitale investito alla scadenza delle relative emissioni, ha invitato i risparmiatori a non aderirvi, perché ritenuta insoddisfacente ed al di sotto delle potenzialità economiche dell’Argentina in tema di rimborso dei propri debiti; in tal modo si è aggravato il danno dei piccoli risparmiatori, inducendoli a non accettare l’OPS con la promessa di agire presso l’ICSID mentre a distanza di 5 anni dal default nessuna iniziativa è stata assunta, rischiando di far incappare in prescrizioni e decadenze i piccoli risparmiatori in ingenua attesa.
    E’ di questi giorni, tra l’altro, la notizia che l’Argentina ha ripagato anticipatamente le rate del suo debito nei confronti del FMI, senza tuttavia sentire più l’obbligo di rivedere la penalizzante ristrutturazione del debito fatta a danno di tanti piccoli risparmiatori, né tantomeno di offrire un piano di rimborso a coloro che sono rimasti esclusi dalla predetta ristrutturazione).

    / / Firmato

  10. si chiama ‘pensionati rapaci’ ma purtroppo e’ poco conosciuto.
    siamo in tanti… all’inizio di questa avventura eravamo 450.000 famiglie… ora sempre meno, comunque sempre abbastanza ….c’è chi ha concambiato giusto giusto un anno fa per essere bidonato ancora….oppure stanno vendendo e recuperano quel che possono.
    il problema e’ che le persone ci credono ancora alle banche…. non sanno… e c’è molta censura al riguardo. fino ad agosto scorso, tutto uno scrivere e parlare contro argentina e la sua colossale truffa. …quando invece piano piano s’è capita che la truffa e’ anche bancaria….. silenzio stampa.
    ….ed il 21.12.2006… scattano i cinque anni dal default…. tutto in prescrizione.
    che meraviglia.
    ciao.

  11. A FAVORE DEL PROGETTO TREMONTI.
    Uno dei motivi che ha fermato il Prodotto Interno Lordo dell’Italia è la scarsa fiducia che si annida tra i risparmiatori, che tengono in conto corrente il denaro risparmiato, comprano pronti contro termini o prodotti finanziari monetari. Sui risparmi a fine anno ci rimettono qualche punticino di inflazione (perdita secca di capitale). Questi enormi flussi finanziari vengono gestiti dalle banche e vanno a finanziare il prodotto morto (rendite finanziarie) del Paese. Si è investito in maniera inverosimile sugli immobili elevandone i prezzi in misura spropositata arrivando a chiedere (nella provincia di Treviso) la demolizione e la restituzione delle aree all’agricoltura. Sono quei capannoni costruiti qualche anno fa con legge di Stato. Se quei denari fossero andati a finanziare una nuova rete di distribuzione dell’acqua, le nuove reti fognarie, la costruzione della cittadella (farmaceutica,ricerca,logistica,turismo) al posto del vecchio Petrolchimico di Portomarghera, forse avremmo risparmiato tante aree, avremmo qualche migliaio di capannoni (VUOTI ed inservibili)in meno, avremmo qualche punto su cui far leva e far ripartire il sistema paese.
    Un rimborso dei BOND ARGENTINA/PARMALAT ecc con i fondi dormienti darebbe tono alla FIDUCIA,ormai scarsa,dei risparmiatori e sarebbe secondo il mio modo di vedere le cose come accendere i motori del paese ; i frutti non tarderebbero ad arrivare..

  12. analisi ineccepibile, anche se aggiungerei che, almeno per gli stipendiati, una buona mano all’impoverimento generale la danno le assicurazioni per le automobili.
    sarebbe da farglielo capire a quelli che hanno comprato (o stanno comprando) casa pagandola 4/5 volte il valore reale, convinti che sia un affare perchè il valore degli immobili sembra destinato ad aumentare all’infinito.
    sembra, se non si considera la legge del palloncino. funziona così: tu prendi un palloncino (vuoto) e cominci a gonfiarlo; più lo gonfi, più questo ti aumenta di volume….in pochi secondi il palloncino aumenta di 10 volte il volume iniziale…e continua a gonfiarsi!
    quando il volume del palloncino supera la soglia della tua immaginazione, cominci a pensare che possa aumentare all’infinito: è in quel preciso momento che il palloncino scoppia, e ti restano in mano solo brandelli di gomma.
    ma tant’è, agli italiani in culo gli entra, ma in testa no.

    doc

  13. Alla guardiana del gulag: ovviamente hai cancellato l’off topic che ti dava fastidio, ma non quello sulle olimpiadi, che mi pare non ciazzecchi altrettanto nulla con i tangobond, ma che comunque porta melma da rimestare allo stagno ruvoluzionario.

    E io riposto: da Censurato con la C maiuscola, questo sito é casa mia.

    “””Così nelle scuole arabe ci insegnano a odiarvi

    Nonie Darwish

    Non stiamo cogliendo il vero significato della controversia sulle vignette danesi del profeta Maometto. Certamente di cattivo gusto, ma queste caricature dei giornali non legittimano il rogo di edifici e l’uccisione di innocenti. Le vignette non sono state la causa di questa propagazione di odio che vediamo nel mondo musulmano dalle nostre televisioni. Le vignette sono solamente un sintomo di un malanno molto più grave.
    Sono nata e cresciuta al Cairo e nella Striscia di Gaza come musulmana. Negli anni ’50, mio padre fu mandato dal presidente egiziano Abdel Nasser come capo dell’Intelligence militare egiziana a Gaza e nel Sinai, dove creò i Fedayeen palestinesi, o la «Resistenza armata». Le loro azioni comprendevano attacchi oltre la frontiera contro Israele, che hanno causato la morte di 400 israeliani e il ferimento di oltre 900.
    Mio padre è stato ucciso a causa delle operazioni dei Fedayeen quando io avevo otto anni. È stato celebrato da Nasser come un eroe nazionale, uno shahid, un martire. Durante il suo famoso discorso sulla nazionalizzazione del Canale di Suez, Nasser promise solennemente che tutto l’Egitto avrebbe vendicato la morte di mio padre. Nasser chiese a me e ai miei fratelli: «Chi di voi ucciderà degli ebrei per vendicare la morte di vostro padre?». Ci siamo scambiati sguardi tra di noi, incapaci di rispondere.
    Nelle scuole elementari di Gaza ho imparato l’odio, la vendetta e le ritorsioni. La pace non è mai stata un’opzione, anzi, veniva considerata come un segno di sconfitta e debolezza.
    Le nostre canzoni ripetevano che «gli ebrei sono i nostri cani», animali considerati impuri nella cultura araba. Ogni critica e interrogativo erano vietati. Quando presentavo un dubbio, mi veniva detto che «i musulmani non possono amare i nemici di Dio, e coloro che lo fanno non riceveranno alcuna pietà all’inferno».
    Più avanti negli anni, mentre visitavo un’amica cristiana al Cairo, durante le preghiere del venerdì, abbiamo entrambe ascoltato gli attacchi verbali contro i cristiani e gli ebrei provenire dagli altoparlanti delle moschee. Dicevano: «Possa Dio distruggere gli infedeli e gli ebrei, i nemici di Dio. Non dobbiamo essergli amici né trattare con loro». Abbiamo sentito i fedeli rispondere: «Così sia». La mia amica aveva paura e io mi sono vergognata. Non è facile essere un infedele e vivere in un Paese musulmano. Questo è stato il momento in cui, per la prima volta, ho capito che qualcosa era molto sbagliato nel modo in cui la mia religione veniva insegnata e praticata. Purtroppo io non sono l’unica ad essere stata educata in questo modo. Centinaia di milioni di altri musulmani sono stati cresciuti con l’odio verso Israele e l’Occidente. Per decenni tutte le colpe e i mali sono stati attribuiti a Israele e all’Occidente per distrarre dalle mancanze e i fallimenti dei loro leader. Le cose non sono cambiate.
    I testi scolastici palestinesi tuttora negano l’esistenza di Israele. Più di 300 scuole palestinesi sono dedicate agli shahid e dal 1956 la scuola più grande e antica è dedicata a mio padre. I leader che hanno firmato trattati di pace, come il presidente Anwar Sadat, sono stati assassinati. Oggi, il presidente islamista-fascista dell’Iran utilizza i sogni nucleari, la negazione della Shoah e le minacce di «cancellare Israele dalla mappa» per tenere sotto controllo un Paese la cui disoccupazione, prostituzione e uso di droga sono ormai fuori controllo.
    In questo clima, i bambini imparano in fretta ad avvicinarsi all’oppressore e non all’oppresso. Non c’è da sorprendersi se dopo decenni di indottrinamento alla cultura dell’odio, la gente inizia a odiare profondamente. La società araba ha creato un sistema che si basa sulla paura di un nemico comune. Questo sistema ha contribuito a creare un’unità, una coesione e un’ubbidienza essenziali in una terra devastata da feudi tribali, instabilità, violenza e corruzione. In questo sistema, Israele e l’Occidente sono serviti come nemici utili, capri espiatori. I leader arabi accusano gli ebrei invece di costruire scuole, strade, ospedali, case o offrire lavoro e speranza alle proprie popolazioni. Per trent’anni ho vissuto in questa zona di guerra di dittature oppressive e stati di polizia. I cittadini facevano a gara per ingraziarsi e glorificare i dittatori, trattati come se fossero dei. In seguito dovevano tacere e guardare dall’altra parte mentre musulmani torturavano e terrorizzavano altri musulmani. Ho visto con i miei occhi uccisioni di giovani ragazze per onore, l’oppressione delle donne, la mutilazione di genitali femminili e la poligamia con i suoi effetti devastanti sulle relazioni familiari.
    Tutto questo sta distruggendo la fede musulmana dal di dentro.
    È ora che gli arabi e i musulmani si alzino e agiscano per le loro famiglie. Dobbiamo agire per fermare i leader arabi e musulmani che usano Israele e l’Occidente come una scusa per distrarre dalle loro incapacità di governare e dalla mancanza di diritti e libertà.
    Le scuse per le vignette non risolveranno i problemi. Fino al momento in cui non sarà riconosciuto che la cultura dell’odio è la vera causa delle manifestazioni attorno alla controversia delle vignette, queste reazioni esagerate e violente saranno solamente l’inizio di uno scontro di civiltà che il mondo non può sopportare.”””

  14. Nuovo off topic, pane per le forbici gulaghizzanti della guardiana della fede.

    “””R. A. Segre

    Ci sono poche probabilità che gli appelli al dialogo del Papa e degli altri dirigenti europei (assieme a qualche raro coraggioso intervento di intellettuali musulmani) riescano a contenere la crisi provocata dalle vignette inizialmente pubblicate da un giornale danese e poi riprese da molti altri organi di stampa (inclusi da quelli che hanno visto i loro direttori in Francia licenziati e in Giordania imprigionati). La ragione di questa sordità agli appelli alla calma è semplice: l’affare è scappato di mano a tutti, inclusi a coloro che volevano strumentalizzarlo per scopi che con l’onore di Maometto hanno poco da vedere. Si è creata così una specie di combustione di odio che spazia dalla Turchia alla Nigeria, dalla Libia al Pakistan e sembra destinata a segnare l’Europa con violenze per il momento ancora disperse ma che probabilmente aumenteranno.
    Le vignette sembrano destinate a trasformarsi in qualcosa di simile alla famosa tassa sul tè imposta dagli inglesi alle colonie americane che da semplice atto doganale finì per provocare quella guerra d’indipendenza americana che ha cambiato il rapporto di forze nel mondo. Nei due casi si è trattato di un fatto relativamente minore che ha però provocato la grande liberazione di forze lungamente compresse che non possono più essere controllate.
    Non lo possono più essere quelle islamiche che difendendo l’onore di Maometto col sangue, la violenza e col rincaro nell’insulto dei valori altrui danno sfogo ad una doppia frustrazione. La frustrazione creata in Europa dal mancato riconoscimento sociale politico elettorale e culturale di una potente presenza islamica; la frustrazione creata nel mondo arabo islamico di masse oppresse da regimi illiberali e corrotti ma visti come alleati con l’Occidente.
    Ma non possono essere neppure più controllate le reazioni nei Paesi occidentali dove i governi – spesso pavidi davanti al radicalismo islamico e dipendenti dagli interessi costituiti dagli affari e dalla dipendenza energetica – non possono intervenire in regime di democrazia a controllare i media. I quali difendendo il diritto (spesso irresponsabile) alla libertà di espressione hanno da un lato messo fine ad una tacita intesa col radicalismo islamico, con gli anti global, con gli scontenti di tutte le etnie e fedi nel concedere spazio alle loro anche più antidemocratiche proteste in virtù della libertà di critica (specie anti americana e anti israeliana) ché più del consenso fa notizia. Così facendo hanno dato libera espressione al confuso senso di ribellione europeo contro una presenza arrogante, espansiva, pretenziosa di un Islam che si avvale delle regole del gioco democratico per farsi riconoscere il diritto di vivere in terra altrui, senza reciprocità, secondo valori antidemocratici. Se gli ispiratori della violenza islamica si siano resi conti di aver offeso con le loro esagerate e spesso ipocrite reazioni, il loro miglior alleato attaccandone il diritto di libertà di espressione democratico non è chiaro. Quello che invece sembra chiaro è la rapida trasformazione dell’urlo «solitario» di Oriana Fallaci in una bandiera di rivolta che nessuno dei governi europei sembra per il momento in grado di guidare in legittima difesa dei valori e della identità europea.”””

  15. non ho censurato il vecchio off topic, l’ho semplicemente spostato in un forum a parte

    cmq ormai lascio fare, tanto che parlo a fare?
    qui, ospite, fai il padrone. Spero che non sia un fatto caratteriale.

  16. te lo riscrivo perchè certe cose non le vuoi sentire

    Ho preso e spostato il tuo off topic da un altra parte
    se non ricordo male l’ho messo nella categoria OFF TOPIC, giustamente

    la guardiana del gulag dice, se proprio questa è casa tua, perchè non contribuisci a mantenerla? Ma si sa, voi siete così, prendete tutto il possibile, quando si tratta di collaborare, figuriamoci!

    Ah, no, giusto, sei coerente. Quindi come tutti gli anticomunisti, succhi il sangue a chi lavora e godi del lavoro degli altri.

  17. Dieci marzo 2006
    Manifestazione a Roma a favore del progetto “Fondi dormienti”; rimborso di una quota parte dei bond Argentina con la finanziaria. Con l’occasione distribuiremo dei fac simili davanti ad una grossa banca per il blocco della prescrizione dei termini per poter agire contro le banche (21 settembre 2006). Anche i risparmiatori che firmano la delega alla Tfa per partecipare all’arbitrato “ICSID”inviino tale lettera. Non si sa mai.Potrebbe servire.

  18. Manifestazione 10/03/2006
    DAVANTI AL MINISTERO DEL TESORO
    Il testo sul cartello è stato modificato in “Tremonti sveglia i fondi dormienti”.
    Davanti a palazzo Chigi e a Montecitorio si svolgono manifestazioni quasi quotidianamente. Pochi ci fanno caso. Davanti al Ministero del Tesoro la cosa ha attirato l’attenzione della gente. Anche dal Palazzo qualche segretario o funzionario si è affacciato a curiosare.
    Una cosa mi ha colpito ” La gente non sà cosa siano i fondi dormienti” e chiedeva informazioni.
    I fac simili distribuiti per il blocco della prescrizione dei termini sono stati distribuiti a dei clienti che entravano in banca.
    Alcune lettere sono state consegnate al Ministero del Tesoro al Presidente della Repubblica,al Presidente del Consiglio, al Presidente della Camera, al Presidente del Senato, in cui si segnala dettagliamente e le motivazioni dell’irregolare vendita di bond argentina e Buenos Aires . Si chiede di far intervenire, se lo ritengono necessario, le autorità competenti per avviare delle indagini o meglio di estendere le indagini già in corso su tutto il territorio nazionale. Si chiede di obbligare Tfa a far firmare la lettera di blocco prescrizione dei termini a tutti i clienti che aderiranno all’ICSID (arbitrato). Se si lascia perdere questa possibilità, sarà ben difficile che vengano fatte valere le nostre ragioni davanti all’emittente!
    TORNEREMO DOPO LE ELEZIONI, PERCHE’ QUALCUNO NON SPENGA LA LUCE PER SEMPRE E I FONDI VADANO IN CATALESSI.

    by orlando. pensionato rapace(rido…pensionato ancora non e’….cmq grazie!)/blog beppe grillo.

  19. Alla cortese attenzione del Sig.Ministro del Tesoro Giulio Tremonti
    p.c. Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi
    p.c. Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi
    p.c. Presidente del Senato PERA
    p.c. Presidente della Camera pierferdinando CASINI
    p.c. Dott. Mario Draghi governatore Banca D’Italia

    10/03/2006

    Oggetto: indennizzi ai Risparmiatori

    Il nuovo articolo 2412 c.c., emendato da Dlgs 310/04 ha introdotto un comma, che risolve per il futuro il problema delle emissioni estere.
    In una nostra petizione depositata a Palazzo Madama in data 21 Settembre 2006 abbiamo chiesto delle modifiche per l’applicazione dello stesso a tutti i casi pendenti ( cioè non prescritti) alla data della sua entrata in vigore (febbraio 2004). Per risolvere automaticamente (con l´addebito alle banche negoziatrici) i risarcimenti Parmalat,Cirio, La Veggia ecc. . Chiedendo, per l´Argentina, una estensione dell´ambito di applicazione, posto che l´ultimo comma, del citato articolo, fa’ riferimento solo ai bond societari. Con pochissimo sforzo, e in maniera spiccia i risparmiatori avrebbero potuto godere dei dovuti risarcimenti, utilizzando, come copertura finanziaria , i fondi dormienti.
    Si è preferito delegare il risarcimento alla finanziaria, con la necessità di approvazione di regolamenti e leggi collegate.
    Il rischio che si corre è di arrivare alle calende greche perdendo la possibilità di un equo risarcimento.
    Purtroppo , l’articolo della finanziaria che prevede il rimborso, anche dei bond argentina, senza:
    REGOLAMENTO
    LEGGI DI ACCOMPAGNAMENTO
    TEMPISTICA PER LA DISCUSSIONE
    QUID di indennizzo
    sembra essere solo un contenitore vuoto, con una bella carta patinata e tanto di nastro, nel quale tanti hanno riposto le loro speranze e in cui potrebbe non esserci mai messo niente (per la dinamica della politica).

    Il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi , si legge dai quotidiani,scriverà alle famiglie dei 600.000 nati nel corso del 2005, per spiegare le modalità di riscossione dei 1000 euro per ogni nato.
    Perché non scrivere anche ai risparmiatori una lettera .
    Lettera destinata loro, che aspettano, non da un anno,ma da quattro per spiegare e tranquillizzare;dissipando il sospetto che non si tratti solo di una manovra elettorale.
    Uno dei motivi che ha fermato il Prodotto Interno Lordo dell’Italia è la scarsa fiducia che si annida tra i risparmiatori, che tengono in conto corrente il denaro risparmiato, comprano pronti contro termini o prodotti finanziari monetari. Sui risparmi a fine anno ci rimettono qualche punticino di inflazione (con una perdita secca di capitale). Mentre enormi flussi finanziari vengono gestiti dalle banche e vanno a finanziare il prodotto morto (rendite finanziarie) del Paese. Si è investito in maniera inverosimile sugli immobili elevandone i prezzi in misura spropositata arrivando a chiedere (nella provincia di Treviso) la demolizione e la restituzione delle aree all’agricoltura. Sono quei capannoni costruiti qualche anno fa con la legge che porta il suo nome (riporto solo quanto letto dai quotidiani senza ombre di polemica ). Se quei denari fossero stati utilizzati per finanziare una nuova rete di distribuzione dell’acqua, la metanizzazione degli autobus a ciclo urbano, le nuove reti fognarie, la costruzione della cittadella (farmaceutica,ricerca,logistica,turismo e commerciale) al posto del vecchio Petrolchimico di Portomarghera , forse avremmo risparmiato tante aree, avremmo qualche migliaio di capannoni (VUOTI ed inservibili)in meno, avremmo qualche punto su cui far leva e far ripartire il sistema paese. In questa ottica dovrebbe esser fermato il nuovo mostro di cemento che sta’ per sorgere a Dolo chiamato “Veneto City”.
    Un rimborso celere darebbe tono alla scarsa FIDUCIA dei risparmiatori e sarebbe, secondo il mio modo di vedere le cose, come accendere i motori del paese ; i frutti non tarderebbero ad arrivare.. Graditissima una sua risposta , che inoltrerei nei circuiti internet dove si dibatte da lunghi anni il tema del risparmio tradito.
    distinti saluti
    M. Orlando

  20. Al Presidente della Repubblica Carlo Azeglio CIAMPI
    Al Ministro del Tesoro Giulio TREMONTI
    p.c. Presidente del Consiglio Silvio BERLUSCONI
    p.c. al presidente della Camera on. Pierferdinando CASINI
    p.c .al Presidente del Senato Marcello PERA

    Il sottoscritto nato a rep. il
    Residente in via N° C.A.P p. provincia
    Oggetto : segnalazione relativo alla vendita irregolare di bond-argentina ,
    blocco dei termini di prescrizione per le azioni legali contro le banche.
    Allegati : fac simile lettera per il blocco dei termini di prescrizione

    Il sottoscritto dichiara di essere venuto a conoscenza, dalle offering circulars (prospetti informativi) , e dai relativi pricing supplement, che i titoli denominati bond argentina e bond Buenos Aires erano adatti unicamente ad investitori speculativi ed in condizione di valutare e sostenere rischi speciali. Segnalo che le offering circulars prospettavano una situazione allarmante e affermavano letteralmente: “i bond sono adatti unicamente ad investitori speculativi ed in condizione di valutare e sostenere rischi speciali”.
    Sennonché, le stesse offering circulars stabilivano che esse non potevano essere diffuse in copia, mentre consentivano la vendita di quei rischiosi titoli agli investitori professionali e anche ai piccoli risparmiatori al di fuori di un’offerta pubblicamente sollecitata e cioè, secondo l’interpretazione data dalla CONSOB, nell’ambito di negoziazioni private fra banche e clienti.
    E’ stato in tal modo posto in essere (e continuato nel corso degli anni) un artificio che ha consentito una grave asimmetria informativa, in base alla quale le banche hanno potuto nascondere le caratteristiche dei titoli (non consegnando la offering circular) per poter vendere ai piccoli risparmiatori (in contropartita diretta) fino al momento del default, dichiarato nel dicembre 2001.
    Le offering circulars non specificano da dove le banche collocatrici abbiano attinto le notizie ivi riportate (se direttamente dallo Stato argentino quale soggetto emittente dei bond o da altri), né ho i mezzi per accertarlo. Queste notizie, tuttavia, potevano anche essere note solo agli analisti finanziari, che però non sono il mercato, il quale è invece costituito da chi negozia. E, si ripete, i piccoli risparmiatori non conoscevano le notizie riportate nelle offering circulars.
    Tali carenze di informazione sono dipese, si ripete, dal modo in cui le offering circulars sono state redatte e dalle negoziazioni a valle, attraverso le quali le banche hanno proposto i titoli Argentina senza mettere a disposizione la offering circular. Si tratta dunque di un espediente deliberatamente attuato dalle banche del consorzio di collocamento e dalle banche negoziatrici le quali, impedendo la circolazione delle offering circulars e favorendo una generalizzata e disinformata campagna di vendita ai piccoli risparmiatori italiani tedeschi e svizzeri, hanno concretamente cagionato una vigorosa domanda ed un marcato apprezzamento di titoli, che sarebbero stati altrimenti invendibili.
    Sotto un altro profilo, sanzionato dall’art 180 Dlgs 58/98, il tenore delle offering circulars dimostra che le banche facenti parte dei consorzi di collocamento e gli investitori istituzionali disponevano delle informazioni specifiche ivi descritte, relative alla situazione economica argentina, di cui il pubblico non disponeva, e che hanno loro consentito di fabbricare e di vendere prodotti ad alto rischio, destinandoli ai piccoli risparmiatori e lucrando altissimi spread.
    Visto che l´articolo 47 della costituzione prevede la tutela del risparmio, il sottoscritto chiede alle S.V., se ne ravvisano gli estremi, di far indagare le autorità preposte per chiarire le responsabilità:
    1)della Banca D´Italia, che doveva vigilare e controllare l´operato delle banche per garantire i risparmiatori, bloccando l´ingresso dei titoli ad alto rischio. La stessa Bankitalia e gli istituti di credito non potevano ignorare le difficoltà in cui già versava il paese sudamericano, sin dal 1999, quando a luglio e ad ottobre le principali agenzie di rating, Moody’s e Standard & Poor’s abbassavano il rating del debito sovrano argentino, portandolo al livello di “speculative grade” (ossia a rischio per gli investitori), ed in particolar modo dopo la promulgazione da parte dell´Argentina in data 14/11/2000 della “legge di emergenza-economico finanziaria n° 25344” che allo stato pratico dichiarava un default interno.
    Tuttavia, anche dopo tale data i titoli argentini sono stati venduti alla stregua dei “BOT” italiani senza segnalare il maggior rischio ad essi insito.
    2)della Consob, che doveva impedire la vendita fra i piccoli risparmiatori, nella consapevolezza che i titoli non erano adatti a loro (vedi offering circulars e pricing-supplements). Le notizie contenute in tali documenti ponevano le premesse per una forma generalizzata di insider trading ex art.180 Dlgs 58/98.
    3)delle banche, che negoziavano i titoli Argentina, spesso, con altissimi spreads, avvalendosi di informazioni sconosciute ai clienti vista la segretezza con cui sono state tenute le informazioni riportate dalle offering circulars ecc. Tali informazioni se
    fossero state di dominio pubblico avrebbero:
    · influenzato marcatamente il prezzo
    · impedito il collocamento alla clientela retail
    · scoraggiato comunque gran parte dei risparmiatori all’acquisto degli stessi
    L´acquisizione dei titoli è invece proseguita, sino a coinvolgere circa 450.000 cittadini italiani, grazie alle assicurazioni dei funzionari di banca, del tipo: “Uno stato come l´Argentina non può fallire, poiché il Fondo Mondiale Internazionale non lo permetterà mai”, “sono come i BOT/CCT italiani, solo rendono un po’ di più, come i nostri BOT di qualche anno prima”, ecc. Rassicurazioni continuate negli anni, tanto da contrastare la stessa ipotesi di ri-vendita successiva dei titoli da parte dei risparmiatori, alle prime notizie sulle difficoltà che l’Argentina stava affrontando; i risparmiatori, infatti, non solo non venivano tenuti al corrente dell’evoluzione negativa dell’economia argentina, ma venivano costantemente scoraggiati dal porre in vendita i loro bonds dalle banche stesse e sempre con le medesime motivazioni, tant’è che la vendita di quei titoli è continuata persino nel corso del 2001.
    Per questi motivi e anche in considerazione della gravità della vendita di bond argentini a 450.000 piccoli risparmiatori italiani senza consegnare loro né un prospetto informativo, né un documento equivalente, si confida che vengano aperte delle indagini (precluse ai privati in considerazione del segreto opposto dalle banche, da Bankitalia Spa e dalla Consob).
    Dai giornali italiani si apprende che la Procura di Bologna a fine 2005, ha iniziato ad indagare su 22 funzionari per le modalità con cui hanno venduto questi titoli ad alto rischio.
    Il sottoscritto invita le S.V. a valutare se è necessario estendere tali indagini su tutto il territorio nazionale poiché la maggior parte delle persone colpite da questo inganno lamentano di essere state spinte all´acquisto di questi prodotti finanziari da funzionari in completa assenza di trasparenza e soprattutto senza che fosse fatta alcuna menzione sul rischio dell´operazione, e quindi senza il rispetto di tutte le norme previste dal Regolamento CONSOB n. 11522 e dal T.U.F., norme che regolano la negoziazione di strumenti finanziari tra intermediatori e risparmiatori. In molti casi non esistono schede relative al c.d. “profilo di rischio” del cliente, i documenti del contratto di “Custodia ed Amministrazioni Titoli” in essere con la Banca e neppure l’ordine di acquisto, sottoscritto dal cliente, relativo alla negoziazione dei bond in oggetto. Nessuno ha mai saputo, se non a default avvenuto, che i titoli fossero accompagnati da offering circulars (ossia prospetti informativi, che la banca, grazie ad un cavillo normativo della CONSOB non era obbligata a rendere noti ai clienti nell’ambito della negoziazione per conto proprio – si rimanda, a tale proposito all’Audizione INFORMALE DELLA CONSOB SULLA DIFFUSIONE IN ITALIA DI OBBLIGAZIONI PUBBLICHE ARGENTINE avvenuta a Roma, il 27 aprile 2004 , presso la CAMERA DEI DEPUTATI, COMMISSIONE FINANZE (ove richiesto, disponibile in copia) .
    Eppure, la conoscenza del contenuto di questi documenti informativi avrebbe consentito ai risparmiatori di essere messi a conoscenza in modo più puntuale dello stato di crisi dell´Argentina, rendendoli così consapevoli del reale rischio cui stavano andando incontro.

    Alcune Associazioni di Consumatori (tra cui l’ADUSBEF) hanno adombrato la possibilità che alcune banche, in vista del probabile default argentino, abbiano liberato i propri portafogli dalle obbligazioni argentine, vendendole ai propri clienti ignari.
    Non si può pensare, infatti, che i 450.000 risparmiatori italiani incappati nel default argentino fossero in grado di compiere autonomamente valutazioni sulla situazione economica della Repubblica Argentina, così da poter sostenere rischi speciali, posto che l’investimento in titoli argentini rappresentava la maggior parte del risparmio familiare italiano. Si deve quindi appurare se gli organi di controllo abbiano omesso di vigilare e se le banche venditrici abbiano scaricato ai propri clienti i titoli argentini di cui conoscevano la prossima insolvenza, omettendo di informare o dando addirittura informazione falsa sul livello di rischio di investimento al fine di convincere i risparmiatori prima all’acquisto e poi al mantenimento di detti bonds.

    Tale ipotesi potrebbe essere suffragata dal fatto che molti contratti di acquisto segnalano che l´operazione è avvenuta in contropartita diretta, ossia avendo per oggetto titoli già detenuti nel portafoglio della banca cedente. Si chiede di indagare altresì sul prezzo di questi titoli. Alcune banche nell´estratto conto inviato ai clienti sul prezzo indicano N.R. (non rilevato) e sul controvalore viene indicato il valore nominale dei bond. Altre indicano un prezzo che oscilla tra il 24-28% del valore nominale del titolo. I titoli scambiati, in questi mesi sono pochissimi; il prezzo dovrebbe essere quello calcolato su una media ponderale delle ultime transazioni. Ricordo all’uopo: il Credito Cooperativo di Brescia ha previsto per i propri clienti un indennizzo monetario immediato pari al 60% delle perdite subite. Questo provvedimento consente la conservazione in capo alla clientela della proprietà dei titoli interessati, con possibilità quindi di beneficiare di eventuali rivalutazioni o risarcimenti da parte dell´emittente, nonché di eventuali indennizzi da parte dello Stato così come previsto dalla legge finanziaria. L´ABI (associazione bancaria italiana ), dopo il default ha delegato alla TFA (direttore Nicola Stock) la difesa dei risparmiatori italiani, ma essendo l’associazione un’emanazione diretta del sistema bancario italiano, sorge il dubbio che l’attività della stessa TFA sia in conflitto d’interessi, mirante essenzialmente a distogliere gli investitori – con iniziative alternative e di dubbio esito nei confronti del governo argentino – dall’ipotesi di recupero del risparmio nei confronti delle banche mediatrici per via giudiziale. Il dr. Stock, quale Rappresentante della TFA, difatti, all´offerta di concambio presentata dall´emittente a gennaio 2005, a 4 anni dalla dichiarazione di default, durante i quali l’Argentina ha sospeso sia il pagamento delle cedole, sia del capitale investito alla scadenza delle relative emissioni, ha invitato i risparmiatori a non aderirvi, perché ritenuta insoddisfacente ed al di sotto delle potenzialità economiche dell’Argentina in tema di rimborso dei propri debiti; in tal modo si è aggravato il danno dei piccoli risparmiatori, inducendoli a non accettare l’OPS con la promessa di agire presso l’ICSID mentre a distanza di 5 anni dal default nessuna iniziativa è stata assunta, rischiando di far incappare in prescrizioni e decadenze i piccoli risparmiatori in ingenua attesa.
    E’ di questi giorni, tra l’altro, la notizia che l’Argentina ha ripagato anticipatamente le rate del suo debito nei confronti del FMI, senza tuttavia sentire più l’obbligo di rivedere la penalizzante ristrutturazione del debito fatta a danno di tanti piccoli risparmiatori, né tantomeno di offrire un piano di rimborso a coloro che sono rimasti esclusi dalla predetta ristrutturazione).
    Il 27 di marzo la T.f.a. chiederà ai risparmiatori di ricorrere all’ “ICSID” . Vi saranno diverse migliaia di risparmiatori che aderiranno. Al 21 di dicembre del 2006 si compiono i 5 anni dal default.
    A tale data si prescrive il diritto per poter agire contro le banche a meno che i risparmiatori non presentino una lettera di blocco di prescrizione.
    Si chiede alle S.V. di comunicare alla Tfa di adempiere a tale obbligo “Informare i risparmiatori che oltre alla delega hanno la facoltà di bloccare i termini di prescrizione con una lettera per poter agire in futuro”.

    Roma 10/03/2006 Firmato

    Fac.simile

    DATA, …………………………..
    RACCOMANDATA A.R.

    Spettabile
    BANCA
    AGENZIA
    VIA
    CAP

    Oggetto: RICHIESTA DI DOCUMENTI

    Spettabile Banca,

    Il sottoscritto ……………………………., nato a ……….……, residente in …….….., Via ……….…., formula la presente per richiedere ed ottenere, in relazione ai seguenti titoli:

    Rep. Argentina % ………………
    (Cod Isin ……………..)

    copia della documentazione qui di seguito elencata:

    – dell’ordine di acquisto sottoscritto al momento della negoziazione del titolo;
    – nel caso in cui si trattasse di titoli c.d. “eurobonds”, della “offering circular” la quale ha accompagnato l’emissione del titolo;
    – nel caso in cui si trattasse di titoli obbligazionari destinati al pubblico collocamento, copia del prospetto informativo concernente tale bene;
    – dell’inquiry interna da cui si evincono le caratteristiche complete dell’operazione medesima.

    Resta inteso che, nel caso in cui non dovessi ricevere quanto richiesto nel termine di legge da oggi, dovrò considerare tale condotta come un rifiuto, e mi riterrò/a libero/a di adire senza indugio le competenti Autorità Giudiziarie.
    La presente deve intendersi interruttiva del termine di decorso della prescrizione.

    Distinti saluti.

    ……………………………………..

  21. Al Governatore della Banca d’Italia
    Dott. Draghi
    Via Nazionale, 90
    00186 – ROMA

    Al Presidente della CONSOB
    Via G.B. Martini, 3
    00198 – ROMA
    Fax. 06/8417707
    e:mail consob@consob.it

    p.c Associazione T.f.a
    Dott Stock
    segreteria@tfargentina.it,info@tfargentina.it

    Oggetto : lettera di prescrizione da inviare alle banche a cura dei risparmiatori bond argentina.
    Allegati : fac simile lettera

    A giorni l’ associazione T.f.a. si appresterà a raccogliere le deleghe dai risparmiatori per poter agire contro l’Argentina utilizzando la formula dell’arbitrato sulla base dell’accordo “ICSID”.
    L’associazione prevede che ogni risparmiatore abbia la possibilità di recedere da tale procedimento e di poter adire a vie legali contro le banche o contro l’emittente le obbligazioni. Però la maggior parte dei risparmiatori non è al corrente che il diritto di agire contro le banche si prescrive il 21/12/2006.
    Ritengo necessario che la Banca d’Italia e la C.O.N.S.O.B. obblighino la predetta associazione (Tfa) di informare i risparmiatori dell’imminente prescrizione e di consegnare copia della lettera che i risparmiatori debbono compilare ed inviare presso ogni filiale ove sono stati comprati i bond argentina .

    In attesa di un riscontro porgo i miei distinti saluti

    Venezia 29/03/2006 M. Orlando

  22. Tre istituti bancari, di piccole dimensioni hanno rimborsato quasi integralmente i risparmiatori bond argentina.
    Gli altri sono nella difensiva. La nostra attività sino ad oggi si è concentrata sul governo ed istituzioni. Tra qualche giorno giungerà il termine ultimo per l’adesione all’accordo di arbitato proposto dalla TFA e sapremo in quanti hanno aderito. Gli altri, una minima parte darà battaglia legale alle banche o con le associazioni o con legali privati. Vedremo se ci saranno delle aperture da parte degli istituti, che possano interessare in un prossimo futuro anche tutti gli altri risparmiatori.
    Nel Veneto ci stiamo organizzando per un paio di manifestazioni davanti a due colossi bancari, con finale davanti al palazzo ducale di VENEZIA.

    FACCIAMO UNA PROPOSTA:
    DI STILARE AL PIU’PRESTO UNA CLASSIFICA PER LA CONSEGNA DELLA MAGLIA BIANCA ALL’ISTITUTO CHE ACCOGLIERA’ LE ISTANZE DEI RISPARMIATORI, anticipando lo spirito delle nuove legge sul risparmio. Agli altri, la maglia nera.

  23. ALTRI INDIRIZZI UTILI PER LA BUONA RIUSCITA DELLA MANIFESTAZIONE ‘RISPARMIO TRADITO’ – 23.24 OTTOBRE 2006 – ROMA

    Presidente della Repubblica Italiana
    dr. Giorgio Napolitano
    Palazzo del Quirinale
    00187 – ROMA
    presidenza.repubblica@quirinale.it
    06.46991
    Fax: 06.46993125

    Presidente del Senato
    Sen. Franco Marini
    P.zzo Madama
    ROMA
    marini_f@posta.senato.it

    Vicepresidente del Consiglio dei Ministri e
    Ministro degli Affari Esteri
    on Massimo D’Alema
    e al Viceministro sen. Franco Danieli
    Piazzale Farnesina, 1
    00194 ROMA
    D

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