“Il Tritolo” (prima parte): Il costo del tritolo, centinaio di migliaio di euro più, centinaio meno.

“…le cosche palermitane iniziarono subito i preparativi per recuperare una grossa quantità di esplosivo. Questo ha raccontato l’ultimo pentito di mafia, l’ex capofamiglia dell’Acquasanta Vito Galatolo: i principali clan contribuirono tutti con una somma in contanti. Nel giro di poco tempo, furono raccolti 600 MILA EURO. E l’esplosivo fu acquistato.” (Repubblica 21 Novembre 2014)

“La famiglia Graziano – continua Teresi – era la custode del tritolo e questo ci è stato reso noto dalle dichiarazioni del collaboratore di giustizia [Galatolo], perchè siamo riusciti a ottenere i dettagli anche sulle quote versate per acquistare il tritolo. I GRAZIANO AVEVANO VERSATO 360 mila euro per l’acquisto dell’esplosivo, pertanto volevano custodirlo loro, dato che avevano speso tanto per reperirlo”. (Vittorio Teresi su siciliainformazioni.com – 14 dicembre 2014)

IO [Cioè Galatolo, non Graziano, vedi dichiarazione precedente di Teresi – ndr] MI IMPEGNAI CON 360 MILA euro – ha detto Galatolo – mentre le famiglie di Palermo Centro e San Lorenzo con 70 MILA. Biondino definì l’acquisto dell’esplosivo dalla Calabria e dopo l’arrivo a Palermo dopo circa due mesi dalla riunione, fu affidato a Vincenzo Graziano. L’esplosivo,che vidi personalmente in occasione di una mia presenza per un processo a Palermo, era conservato in dei locali all’Arenella”. (Antimafia duemila – 16 dicembre 2014)

IL PENTITO GALATOLO: “IL TRITOLO PER DI MATTEO È COSTATO 450 MILA EURO, L’HO VISTO NEI BIDONI, È ANCORA A PALERMO” (Il Fatto Quotidiano  17 dicembre 2014)

“Galatolo ha raccontato che il tritolo si trova in un bidone e che i boss fecero una colletta di 600 MILA euro circa per comprarlo.” (Antimafia Duemila –  23 gennaio 2015)

“Ci volevano qualcosa come 500 mila euro, io ne misi 360 mila e gli altri 70 mila CIASCUNO’’, ha raccontato Galatolo, rivelando come, in tutto, vi fossero 200 chili di esplosivo, proveniente dalla Calabria. La metà, però, venne rimandata indietro perché danneggiata dalla salsedine.” (ArticoloTre 8 marzo 2015)

Ci volevano 500 mila euro per fare l’attentato. Solo io ho messo 360 mila euro di tasca mia – dice ancora il pentito [Galatolo], dice ancora il pentito – Io ho visto il tritolo, era arrivato dalla Calabria e Vincenzo Graziano lo ha conservato in un luogo dove non sarebbe stato trovato da nessuno. L’ho visto nel marzo 2013, ricordo che era di pomeriggio. Ho avuto il tempo di andare a casa a Palermo e prendere il motorino, siamo andati all’Arenella in un fabbricato e in un piano terra ho visto i bidoni”” (AdnKronos – 7 maggio 2015)

“Per eliminare Di Matteo, aveva raccontato Galatolo, i boss avevano acquistato 200 chili di tritolo, dopo aver messo insieme 700 MILA euro.” (Fatto Quotidiano –  12 gennaio 2016)

“Il boss Vito Galatolo ha spiegato con chiarezza che i 250 MILA EURO NECESSARI per l’acquisto dell’esplosivo necessario per uccidere il pm sono stati acquisiti dalla vendita di alcuni box.” (Antimafia Duemila 13 gennaio 2016)

E l’ha spiegato con chiarezza, eh. Pensa l’avesse fatto in modo confuso… (NDR)

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violinista per hobby, giornalista per dovere civico e morale, casalinga per lavoro, contadina del web e "colpevole" di questo sito antonella@censurati.it

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  2. “Il tritolo” (terza parte): il tritolo è già pronto, è prontissimo, l’attentato è pronto, sempre più pronto, anzi, è già cominciato

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