ALITALIA: Vecchie tragedie mancate e aneddoti ridicoli di un passato prossimo

Se volate Alitalia lo fate a vostro rischio e pericolo. Oggi come ieri.
Potrebbe intitolarsi così questa sorta di serial di episodi che lasciano il fiato sospeso e che talvolta provocano anche l’ilarità (ovviamente non di chi sta a bordo dell’aereo in questione) e che si riferiscono tutti agli anni 1987 e 1988.

Dalla loro disamina viene fuori che è il personale di terra quello, secondo i bollettini riservati dell’Alitalia ai propri dipendenti, a cui è imputabile la maggior parte degli errori che possono compromettere la sicurezza degli aerei. Tali bollettini però, spesso l’azienda li spedisce ai piloti anche uno o due anni dopo che “gli inconvenienti” si sono verificati.

Prendiamo la rotta più calda, la Roma-Milano.
Tra la fine del 1987 e i primi mesi del 1989 sarebbero potuti accadere un centinaio di incidenti.
Da episodi di passeggeri clandestini, a casi (frequentissimi) di errati calcoli sui piani di carico e di “centraggio” degli aerei, che solo per caso non si sono trasformati in altrettante tragedie.

Ma c’è pure, alla faccia dei severi controlli antiterrorismo, chi si scorda la pistola sulla poltroncina dell’aereo, per non parlare di bagagli non controllati nè registrati rinvenuti a bordo solo dopo l’atterraggio.
E di chi sono le responsabilità? Tutti credono che quando cade un aereo è colpa del pilota che dormiva, in realtà spesso è proprio l’apparato di terra dei maggiori aeroporti italiani, insieme alle negligenze della compagnia aerea di bandiera, il maggior responsabile.

Perchè? Non ci sono o sono molto improvvisati i centri di formazione del personale, la selezione è pressochè inesistente e i criteri per le assunzioni misteriosi (ma non troppo) nonchè mancanti di ogni trasparenza.
Dice un giovane pilota dell’Alitalia che ovviamente vuole rimanere anonimo: “A farne le spese siamo tutti perchè, scusi l’espressione, il culo sull’aereo ce lo abbiamo anche noi”.

“Lei lo sa – continua – che ci sono impiegati che arrivano a falsare i dati da inserire nei computer per la compilazione dei piani di carico dell’aereo. Ci sono stati errori anche di sette tonnellate”.
E sapete perchè avvengono questi errori? Spesso per fretta e per negligenza, magari perchè l’addetto è andato a prendersi un caffè oppure perchè ha staccato qualche minuto prima. Come è successo all’aeroporto di Reggio Calabria quando vennero spente le luci della pista ad un aereo in fase di atterraggio perchè mancavano solo due minuti alla chiusura degli impianti.

C’è poi tutta la questione dei controlli antiterrorismo. Sembra che sia tutta fatica inutile. Pacchi portati in aereo all’ultimo momento senza controlli, clandestini che vagano per aeroporti, bagagli che passano da un aereo all’altro senza che nessuno se ne accorga per ritornare, nella migliore delle ipotesi, ai legittimi proprietari in frantumi.

Ma la lista potrebbe continuare ancora. Per esempio con i furti, all’ordine del giorno negli aeroporti. Pare che la prima preoccupazione di molti addetti alle pulizie sia quella di “ripulire” attentamente gli aerei da eventuali oggetti dimenticati dai passeggeri. Scali a rischio: Roma, Napoli e Milano.

Una volta ad un comandante, sceso dall’aereo per la le ultime formalità prima dell’imbarco, hanno aperto la cabina di pilotaggio per portargli via tutto quello che c’era da prendere. Bottino: un portafogli contenente mezzo milione di lire, un carnet di assegni lasciati dentro la giacca e, infine, il “lunch-box”, altrimenti conosciuto come “cestino della merenda”. “Quando sono rientrato in cabina non credevo ai miei occhi – ci ha detto il comandante – non sapevo se mettermi a ridere. Ho trovato tutto a soqquadro, erano spariti i soldi, gli assegni, una bottiglia di aranciata e c’era rimasto nel mio cestino solo un cornetto morsicato a metà”.
Storie di ordinaria follia.

Ma il pericolo vero è la sicurezza in volo. A nulla sono serviti i continui richiami alle società che gestiscono i vari scali aeroportuali. La qualità del servizio è pessima. I due imputati principali sono lo scalo di Linate gestito dalla Sea (una storia a sè in tangentopoli) e quello di Fiumicino gestito dagli Aeroporti di Roma, una società a sua volta controllata economicamente dall’Alitalia, ma nella cui gestione nessuno è mai riuscito a metterci le mani.

Facciamo qualche esempio “storico”, citando dal bollettino Alitalia riguardante l’ultimo quadrimestre del 1988.

13 giugno 1988, aeroporto di Roma Fiumicino, volo AZ 1452, DC9. Vengono trovati a bordo all’atterraggio 48 bagagli non registrati. Di chi la colpa? Sentite le conclusioni della commissione d’inchiesta: “l’inconveniente (sic!) trae origine da una non corretta gestione delle procedure relative ai “through flight” (bagagli in transito, ndr) da parte della società Aeroporti di Roma. L’irregolarità è stata difatti causata dall’operatore addetto alla compilazione del piano di carico, il quale ha omesso di inserire i dati al carico proveniente da Catania”.

Ovvero bagagli fantasma. Inutile dire che dentro poteva esserci di tutto, droga ed esplosivi compresi.
Solo due mesi prima ecco un episodio analogo. Lo scenario è sempre l’aeroporto Leonardo da Vinci. 3 Marzo 1988, volo AZ880. 49 bagagli non registrati. Motivo accertato: l’accettazione all’ultimo momento di passeggeri non previsti inizialmente e “la scarsa conoscenza delle nozioni basilari dei principi di bilanciamento dell’aeromobile da parte del rampista degli Aeroporti di Roma”.

Questo a proposito di addestramento del personale.
Ancora Fiumicino. Clandestino a bordo. Volo AZ-050; Roma-Genova. 1 Novembre 1987. Come è potuto accadere nell’aeroporto più sorvegliato d’Europa? Sentite le conclusioni dell’Alitalia: “si presume che non sia passato attraverso i “gates” (cancelli, ndr) di uscita e cioè che non sia mai entrato nella zona arrivi dell’aerostazione, vagando in pista fino a che non ha deciso di salire clandestinamente a bordo del volo AZ-050″. Chiaro no? Un portoghese dell’aria che è salito su un aereo senza pagare con la stessa disinvoltura con cui lo si fa su un tram.

Ma c’è anche chi si scorda la pistola sull’areo, come è accaduto ad un ignoto viaggiatore del volo BM-085, Alghero – Fiumicino, del 2 dicembre 1987. Forse per coprire lo scandalo si è sorvolato sull’episodio, omettendo a quel che risulta, di avvisare il magistrato. Di certo non è mai stato identificato il proprietario dell’arma. Un capitolo a parte merita lo scalo di Linate per i ripetuti errori di calcolo del peso nell’operazione di bilanciamento dell’aereo.

Decine di episodi in meno di due anni. E tutto perchè qualche impiegato, a volte, inserisce dati falsi nel computer pur di far tornare i conti. “Sposto qualche passeggero la, un bagaglio davanti e l’operazione è fatta”, ci suggerisce ammiccando un altro anonimo, stavolta operatore di terra. Tutto questo per non eseguire più volte calcoli noiosi ma non eccessivamente difficili. Un po’ come quegli studenti che forzano i risultati delle equazioni. Con la differenza che se un aereo è troppo sbilanciato ed il pilota non lo sa, e non se ne accorge, il rischio è ben più grave.

Ecco qualche esempio illuminante: volo AZ 40 del 9 Maggio 1987, linea Milano-Francoforte. Difficoltà al decollo e all’atterraggio. Recita il report: “Al controllo dell’assegnazione posti e del carico risultavano gravi anomalie. Alla partenza l’aereo tendeva a picchiare in testa e il decollo avveniva solo dopo una decisa “strattonata” del pilota. All’atterraggio a Francoforte invece, nonostante il volantino a fine corsa, l’aereo continua a sprofondare e solo l’abilità del pilota evitava il peggio”.

L’apposita commissione d’inchiesta stabiliva in data 25 luglio 1987 che la colpa era da attribuirsi agli addetti aeroportuali della Sea di Linate. E li richiamava ammonendoli “in considerazione di quanto accaduto e del susseguirsi di episodi analoghi che pregiudicano la sicurezza del volo ad opera della Sea di Linate”.
E ancora: volo AZ842, Linate-Fiumicino, data 17 giugno 1987, velivolo MD-80. Anche in questo caso precedente.

Conclusioni della commissione d’inchiesta Alitalia: “la difficoltà al decollo incontrata dall’equipaggio è da attribuire ad errori commessi dagli addetti Sea di Linate, che non hanno rispettato le procedure di assegnazione dei posti”. E più avanti: “l’Alitalia ha effettuato un ennesimo intervento presso la Sea al fine di ricercare una possibile soluzione al problema, in considerazione della ripetitività di tali inconvenienti che continuano a manifestarsi nell’aeroporto di Linate”.

C’è poi il piccolo inconveniente dell’assistenza radio da terra. Impianti aeroportuali obsoleti o che non funzionano più, o che non hanno mai funzionato, radioassistenza poco attendibile e chi più ne ha più ne metta.
Concludiamo il nostro iter da girone dantesco con questo emblematico episodio: volo BM-085, Alghero-Fiumicino del 13 dicembre 1987. L’aereo, giunto nelle vicinanze di Roma, ormai in fase di atterraggio, a causa del frequente intasamento della cosiddetta zona terminale di Fiumicino, veniva “vettorato” dal radar per scendere con una prua di 60 gradi a una quota di 4 mila piedi.

Ad un controllo successivo della delicata fase, veniva “istruito” a scendere a 2500 piedi, sempre con lo stesso angolo di prua. Venendosi così a trovare in rotta di collisione con le vicine montagne dell’altopiano laziale. In realtà a tremila piedi (meno di 1 km dal suolo) il computer di bordo sembrava impazzito. Chiamava ripetutamente “Terrain” e infine “Pull up” che, per chi ha esperienza di scatole nere recuperate dopo disastri aerei, significa “ultima chiamata prima della morte!”

Il comandante, a quel punto, ha avuto i riflessi pronti e, fregandosene delle indicazioni che venivano da terra, ha ripreso quota e ha continuato l’avvicinameto e il conseguente atterraggio con gli strumenti di bordo.
Gli impianti di radioassistenza sono quasi tutti da revisionare, ma manca il personale per procedere ai collaudi e gli intoppi burocratici non si contano.

Una vera e propria spada di Damocle sulla testa di chi vola se si pensa che la maggior parte delle attrezzature d’ausilio alla navigazione aerea risalgono agli anni ’60.

Certo, leggere queste cose non invoglia a prendere un aereo, ma è proprio la politica dello struzzo che ha portato la compagnia di bandiera in queste condizioni.

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17 commenti

  1. E’ grave cio’ si legge in questo articolo, ma mi auguro sinceramente che dal 1988/90 ad oggi le cose siano nettamente migliorate. Almeno auguriamocelo.

  2. Mi piacerebbe che qualche impiegato, a bordo o a terra, riportasse le sue esperienze dirette. Da normale utente posso apprezzare costanti disagi che penso siano solo la punta emersa si una disorganizzazione sommersa.

  3. E” arrivata allo staff di censurati.it l”email che segue. Il nome del mittente lo inseriamo con la sua autorizzazione:
    Ciao, vi scrivo dopo aver letto l”articolo sull”Alitalia
    intitolato: ALITALIA:Vecchie tragedie mancate e aneddoti ridicoli di un passato prossimo… Debbo dire che l”articolo di se e per se Ë ben fatto e riporta fedelmente quelle che credo siano informazioni prese in buona fede… la mia obiezzione Ë sulla questione degli apparati che sono stati definiti come obsoleti… volevo solamente dire che gli impianti nei grandi aeroporti italiani sono tutti di altissoma tecnologia… avanzati (nel senso dello sviluppo
    tecnologico)… gli errori che ne derivano sono del tutto attribuibili a errori umani… cattivo utilizzo o cattiva impostazione da parte degli utenti… Ë come se voi metteste una immagine di cattivo gusto sul desktop del vostro computer a
    lavoro e chi viene dopo anzichË prendersela con voi se la prendesse con la casa produttrice del software o ancor peggio con chi ha progettato o costruto il computer…
    … sono sicuro che capirete la mia obiezione…
    Emiliano.Baccini@tei.ericsson.se

  4. 1998: aeroporto di Reggio Calabria per volo Reggio Calabria-Torino. Eseguito check in del mio borsone contenente, tra l”altro, un grosso capocollo (tipico salume locale). A Torino aprendo la borsa ho scoperto che il capocollo era sparito. Spero sia rimasto sullo stomaco di qualche furbetto.

  5. a un mio amico pilota una volta hanno rubato il portafogli dalal giacca e il cestino del pranzo se ciÚ puÚ consolarti

  6. il pezzo Ë fatto sulle testimonianze dei piloti e sui loro bollettini interni semestrali riservati

  7. semmai le cose sono peggiorate e magari cercano di tenerle pi? nascoste

  8. non capisco il paragone, responsabili per questi casini sono 1) l’Alitalia 2) gli aereoporti di Roma, Milano, Napoli ecc.

    questo linguaggio da esperto di informatica lascia il tempo che trova chiamiamo le cose con il loro nome e non nascondiamoci dietro le parole come direbbe Edoardo de Filippo, in fondo il computer Ë un elettrodomestico non Ë Dio

  9. Non lavoro in Alitalia ma in un ente aeroportuale a strettissimo contatto con tutte le compagnie. Ho anche lavorato a Linate per qualche anno. Purtroppo devo ammettere che l’articolo dice il vero e che anche ai giorni nostri ritengo la nostra compagnia di bandiera la peggiore in assoluto tra le nazioni piu’ industrializzate. I motivi sono i soliti: sarsa preparazione del personale(non intendi i piloti ma tutto quello che gira intorno ad un volo),scarsa voglia di lavorare, pressapochismo…ecc. Si potrebbe direche l’azienda Alitalia rispecchia perfettamente il servizio pubblico italiano.Anche se ormai Ë privata. Credo che KLM abbia fatto bene a scaricarla. Se vuoi + particolari sarÚ lieto di fornirli a te tutti quelli che lo desiderino.Per finire…io purtroppo sono costretto a volarci molto spesso,perciÚ da addetto ai lavori, vivo le loro magagne anche come passeggero. Sigh!

  10. sono d’accordo allora utilizzo un’altro paragone forse Ë pi? chiaro… se uno ti accoltella non te la puoi prendere col coltello…

  11. Dimitri… scusami ma ho una domanda da porti… perchË questa campagna contro gli aeroporti, aeroportuali e affini? C’Ë qualcosa di personale? PerchË non te la prendi con la FORD o con tutte quelle case automobilistiche che hanno prodotto macchine difettose per 20 anni ? o con chi produce pneumatici che fanno ridere? Non so perchË tanto astio ma mi sembra che tu ti diverta a sparare sulla croce rossa perchË comunque penso che nessun alto-dipendente di quegli enti si verra mai a scontrare con te… capisco voler fare un po di sano terrorismo psicologico ma non credo che fare una crociata sia utile a stimolare discussioni o dibattiti… il pressapochismo (per voler uniformarmi a chi ti ha gia risposto) Ë umano non delle macchine! chi non Ë capace di guidare Ë l’uomo non Ë l’automobile che gira da sola!!! credo che questo chiarimento fosse dovuto dopo aver letto la tua risposta….

    con questo credo che tu possa trovarti d’accordo con me nell’affermare che tutti gli errori, i furti (e sappi che anch’io ne sono stato vittima a Palermo), sono tutti attribuibili a degli uomini che li compiono e dare dell’obsoleto ai sistemi italiani, sinceramente, Ë da ignoranti in materia… con questo non ti voglio offendere ma solo farti meglio capire che se non conosci non sai a cosa attribuire un guasto…

    Emiliano Baccini

  12. Troppe volte si racconta grazie all” abilit‡ del Pilota, a me risulta che qualche volta il pilota risolve la situazione, qualche volta la aggrava, e qualche volta l”organizzazione usa la frase ad effetto per tamponare una propria colpa.

    le percentuali sono (33,3 %, 33,3 %, 33,3%)

  13. Vorrei sapere il significato di “tamponare una propria colpa” non credo che un pilota abbia molto da dire se sbaglia..

  14. A guidare un aeroplano? A organizzare un aeroporto con 1000 partenze giornaliere?…queste lamentele mi sembrano quelle delle poste… facile lamentarsi… ma se non sta bene un servizio, o qualunque parte di questo, non se no usufruisce!! Indi… se non vi piace come organizzano i voli non volate…e non dite che siete costretti che ci sono più stazioni ferroviarie che aeroporti in italia!

    ^_^

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