Violazione della privacy al Comune di Milano

La censura della stampa non sempre agisce in modo diretto. Piu’ che non pubblicare le notizie, a volte preferisce passare sottovoce, in modo da non dare a queste il giusto peso. La settimana scorsa, Censurati.it ha scoperto che un gruppo di hackers aveva denunciato una violazione dei diritti sulla privacy al garante di pertinenza. Notizia risultata vera da un lancio d’agenzia. Riportiamo il comunicato degli hackers e la notizia ANSA

Siamo il LOA hacklab, il laboratorio hacker di Milano, ospitato presso il laboratorio studentesco occupato di via Niccolini, il Deposito Bulk.
Siamo quelli che hanno indetto il netstrike contro il sito internet del Comune di Milano, una protesta digitale, legale e non violenta, contro le politiche dell’attuale amministrazione comunale nei confronti dei giovani, dei centri sociali e di ogni forma di espressione politica, sociale e culturale non omologata.
Nel corso della protesta, effettuata lo scorso giovedi 28 settembre, ci siamo imbattuti in una sezione del sito del Comune dove sono disponibili in chiaro, cioe’ senza alcuna forma di protezione della privacy, i nominativi e i dati personali dei cittadini che hanno fatto richiesta di un certificato (di nascita, di residenza, ecc.) utilizzando il sito stesso. Questa grave mancanza e’ verificabile da chiunque collegandosi all’indirizzo web: http://www.comune.milano.it/webcity/certificati.nsf/ (al momento della verifica gia’ non piu’ attivo n.d.r.)
Vogliamo pubblicamente denunciare la leggerezza e l’incompetenza con cui il Comune di Milano gestisce questo tipo di dati. E’ infatti possibile, con la tecnologia web, quella correntemente utilizzata per fornire questo servizio, consentire l’accesso ai dati solo ai diretti interessati, tutelandone cosi’ la legittima riservatezza. Ma e’ evidente che chi amministra questi servizi, preoccupato piu’ dell’immagine che della sostanza, non si e’ nemmeno posto il problema. Conta di piu’ poter dire e dare ad intendere che l’amministrazione comunale e’ online che saperlo fare davvero.

Oggi non basta aprire un servizio web per essere all’altezza dei tempi, bisogna prima di tutto cambiare il proprio modo di pensare le cose, e questa Amministrazione Comunale e’ bel lontana dall’esserne stata capace, tanto verso le problematiche del mondo virtuale quanto verso quelle del mondo reale.

Noi, nel frattempo, abbiamo gia’ sporto denuncia, documentata e inconfutabile, all’autorita’ competente, il garante per la privacy. Nonostante il gran sparlare che oggi si fa di rete e di soggetti non omologati presenti nella rete, ci piacerebbe evidenziare come l’esistenza tutti noi, hacklab e medialab, collettivi e associazioni telematiche, sia una tutela per tutti i cittadini rispetto alla noncuranza e all’incompetenza delle pubbliche amministrazioni e rispetto alla scaltrezza priva di controlli delle imprese commerciali in materia di trattamento dei dati personali e del loro utilizzo.

In questo Paese dove grande e’ l’ignoranza sui nuovi diritti legati alla trasfomazione digitale, noi siamo tra i pochi soggetti che si stanno battendo per affermare le istanze che in un futuro non lontano, se non gia’ nel presente, segneranno il confine tra una societa’ libera e una societa’ totalitaria: il diritto alla riservatezza dei propri dati personali e il diritto alla pubblica disponibilita’ dei saperi.

LOA hacklab

MILANO; Hacker, su sito del Comune dati personali
(ANSA) – MILANO, 7 OTT – In una delle sezioni del sito del Comune di Milano sono disponibili i dati personali di chi ha richiesto via Internet i certificati anagrafici. La scoperta e’ stata fatta dagli hacker del Loa-Hacklab di Milano, che hanno annunciato di aver portato il tutto all’attenzione del Garante della privacy. Secondo gli hacker sul sito “sono disponibili, senza alcuna forma di protezione della privacy, i nominativi e i dati personali dei cittadini” che hanno fatto le richieste. A loro ha replicato Emiliano Ronzoni, responsabile del settore Relazioni Esterne e Comunicazione del Comune che, dopo aver spiegato che “adesso l’accesso alla pagina in questione e’ precluso”, ha aggiunto che “l’indirizzo e’ assolutamente sconosciuto ai normali fruitori”. “La leggerezza – ha ammesso l’assessore comunale all’ Anagrafe, Giancarlo Martella – e’ stata di non proteggere adeguatamente questo indirizzo, questo ‘cassetto’. Ma anche se l’avessimo messo per tempo in una cassaforte telematica, qualcuno avrebbe potuto scardinarla e questo e’ un problema di carattere nazionale che riguarda il sistema, sia pubblico che privato”. In Italia “manca un’Agenzia nazionale per la sicurezza informatica, che c’e’ invece negli Usa e in Germania, e quindi siamo piu’ esposti”. L’assessore ha chiesto pero’ “scusa ai milanesi per il disguido che si e’ creato”.

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Informazioni su Antonella Serafini 149 articoli
violinista per hobby, giornalista per dovere civico e morale, casalinga per lavoro, contadina del web e "colpevole" di questo sito antonella@censurati.it

3 commenti

  1. Bello poter far le pulci al servizio comunale, un plauso ai famigerati Hacker milanesi, speriamo fossero solo in visita pastorale nel sito dell”amministrazione comunale. E si.. l” ICI che pago probabilmente basta appena per coprire anche le spese delle case occupate e non vorrei che un” eventuale perdita di dati avesse come conseguenza un aumento delle gi‡ troppe gabelle. Sono contento che acnhe questa volta la parola hacker sia associata al solito fine benevolo e di sfida che li contraddistinue.. ben vengano gli esperti.. anche se alternativi.

  2. ASSURDO! e invece di dire si abbiamo fatto una c*****a cosa dicono?? > si isnomma sono + esposti alla pirlimpipite (Forattini docet)..

    e poi ti chiedono scusa come se niente fosse…
    e noi.. noi ZITTI e PAGATE!!
    bello veramente bello….
    INDIGNATISSIMAMENTE VS

    Davide

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