Un medico di troppo.

Un caso che sarebbe rimasto a livello regionale o caduto nel dimenticatoio se anche la trasmissione tv di raidue, “i fatti vostri” del 11.12.00 non ne avesse parlato, ma credo che ne riparlera’ perche hanno invitato la controparte, la USL di Carbonia ad andare visto che nella trasmissione non aveva voluto partecipare neppure telefonicamente. Ti terro’ informata di eventuali sviluppi. Per ora eccoti l’articolo domenica 10 dicembre 2000, N.S. di Loreto.
Questa l’email di giuseppe scano, il nostro responsabile in sardegna.
Ed ora buona lettura

I pazienti lo cercano, l’Asl vuole cacciarlo via Alberto Marcia e’ stato interrogato per due ore dai carabinieri del Nas. Imposizioni burocratiche per tagliare il numero dei suoi assistiti di Mauro Lissia.
CAGLIARI. E’ un medico di base, a marzo scorso l’assessorato alla Sanita’ gli ha assegnato le sedi di Narcao e Perdaxius. Alberto Marcia e’ il protagonista involontario di una storia ai confini del grottesco, dove potere e burocrazia sembrano incontrarsi col solo scopo di sopravvivere ai cittadini.

La storia e’ scritta in una denuncia finita in Procura. In attesa di giustizia vale la pena raccontarla. A Narcao c’erano due soli medici, Marcia e’ il terzo. Anzi, sarebbe: perche’ da quando e’ riuscito a portare nel proprio ambulatorio un po’ di movimento la sua vita e’ diventata un inferno. Una battaglia personale con l’Asl di Carbonia, combattuta con ogni mezzo, come se lassu’ qualcuno non lo volesse.

Qualche esempio? Prima gli hanno dato quattro giorni per fare fagotto dall’ambulatorio di Narcao, poi ci hanno messo ventiquattr’ore per recapitare ai suoi duecento pazienti una revoca d’ufficio. Comunicazioni
dirette, paziente per paziente. Fino a cinque lettere per una sola famiglia, con un dispiego di energie burocratiche da cancellare la memoria degli antichi
uffici borbonici. L’obbiettivo: farlo fuori. O cos’altro, altrimenti?

Lui, Alberto Marcia, quarantenne di Monastir col vizio di farsi rispettare, ha cercato di capire. Poi – archiviata la prudenza – e’ passato alla protesta: ambulatorio sul marciapiede, con tanto di tavolino e
ricettario all’aria aperta. Risultato: solidarieta’ diffusa. Ora l’ultimo passo: una dettagliatissima denuncia alla Procura della Repubblica, ai carabinieri e alla polizia, trasmessa per conoscenza all’Ordine dei medici e alla Regione.

Senza toni esasperati e affidandosi a un linguaggio asciutto, Marcia descrive quella che appare come un’inedita persecuzione. Dove a rimetterci sono soprattutto i pazienti. Se lui, il medico, rischia di perderli, per loro sembra gia’ persa la liberta’ di scegliere da chi farsi curare. Alberto Marcia pero’ non e’ disposto ad abbassare lo sguardo: lunedi sara’ a Roma, per raccontare la sua storia inquietante alla trasmissione ‘I fatti vostri’ dopo averlo fatto coi carabinieri del Nas.

Di cose da raccontare d’altronde ne aveva e ne ha. Partendo dal suo arrivo a Narcao, dove gli abitanti censiti sono 3600: troppi per due soli medici di base. Anche se bravi e stimati: uno, Maria Rosaria Montisci, e’ anche assessore comunale alla sanita’, eletta in una lista civica considerata vicina all’ex sindaco e consigliere regionale Gianfranco Tunis, passato dal Ppi al Ccd, cui fa capo l’assessore regionale alla sanita’, Giorgio Oppi.

L’altro si chiama Fernando Licciardi. Se qualcuno abbia gradito o no l’arrivo del collega e’ impossibile da verificare. Sta di fatto che appena chiesto e ottenuto l’uso dell’ambulatorio pubblico, Marcia ha capito che non era aria: ricevuta l’11 ottobre scorso la chiave del locale dopo una sequela di insistenze, il 15 novembre gli e’ arrivato un telegramma in cui l’Asl gli ha dato dell’abusivo per invitarlo a sgomberare.

La causa: ‘improcrastinabili esigenze dell’azienda’: ´Quattro giorni per andarmene – osserva nella lettera di risposta all’Asl – in base a quale urgenza?. Nessuna risposta, ma altri fatti. L’amministrazione sanitaria, dove la rapidita’ non e’ mai stata di casa, si e’ superata: tre giorni appena per raggiungere uno ad uno i pazienti di Marcia e revocarli a meno che non regolarizzino la loro posizione agli sportelli Asl.

A questo punto della storia compare Valerio Michelotto, responsabile amministrativo dell’azienda sanitaria. Ha fretta anche lui, sembra che la presenza di quel giovane medico abbia sconvolto gli equilibri messicani dell’azienda sanitaria. Chiamato d’urgenza Marcia, gli comunica che le deleghe preparate per i pazienti – dovevano servire a confermare la scelta – prima andavano bene, ora non piu’. Le novita’ non sono finite: adesso per scegliere il medico di base serve la fotocopia di un documento d’identita’.

Marcia protesta, Michelotto ribatte che gli ordini sono questi. Peccato che fino a quel momento le norme fossero tutt’altre. Perche’ cambiare? Basterebbero queste stravaganze a giustificare ricorsi e denunce. Ma il dottor Marcia preferisce stringere i denti e comincia la nuova raccolta di deleghe, mentre l’Asl inonda di raccomandate ultimative i suoi assistiti.

Un’anziana di Perdaxius, bloccata dai reumatismi, e’ costretta a recarsi allo sportello Asl per firmare di pugno, con mano tremolante, la scelta di Marcia: non bastava piu’ la sigla del fratello. Altri vecchietti devono sobbarcarsi trasferte a Narcao e Carbonia per ‘regolarizzare’ quanto avevano gia’ dichiarato senza equivoci. E cosi’ via.

La storia e’ finita, i carabinieri del Nas sanno tutto: se qualcuno s’e’ allargato troppo, aspetti una chiamata in caserma.

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2 commenti

  1. Abusi di potere da parte di medici ce ne sono a valanghe. Mia madre l’hanno costretta a denudarsi completamente per una lastra a un piede, e non aveva la tuta di Diabolik! Questo Ë un esempio, ne posso portare una quantit‡ industriale di casi simili….. non c’entra niente con l’articolo ma Ë giusto dirlo!
    Alessandro Verga

  2. Bella risposta!

    Uno perspicace e pronto a cogliere l’essenza del pensiero umano come te

    Ë cosa veramente rara e inusitata.

    Per fortuna!

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