La rabbia delle Erike

Giorni fa, per la solita superficialita’ datami dalla fretta, non ho dato il giusto peso ad un’email. Forse e’ tardi, per pubblicarla, forse la gente e’ stanca di Novi Ligure, ma forse si possono prendere spunti per vedere punti di vista diversi. Personalmente credo che i ragazzi di oggi siano molo piu’ maturi di quanto ci vogliono far credere, e cosÏ una Erika fa piu’ notizia di 1000 ragazze che si ammazzano di fatica per fare volontariato con la speranza di cambiare il mondo. Solitamente non pubblico semplici opinioni, ma quella che segue credo sia degna di attenzione.

la rabbia delle Erike
lettera firmata del 04/03/’01

Sono giorni e giorni che sento gente interrogarsi sul perche’ della ragazzina che ammazza con cento coltellate madre e fratellino.

L’ha detto lei il perche’. “Per essere finalmente libera”, ma nessuno vuol prenderla sul seria. Neanche adesso.

E libera di fare che? Di andare a spasso come “una coppia vera” con il fidanzato rifiutato dai genitori-bene. Di sniffare e di farsi. Di avere tanti soldi. Di togliersi dalle palle il fratello-mostro di bonta’, serieta’, bravura e devozione.

Dal suo punto di vista, hai voglia di motivi!

“Liberarsi diÖ.” Ë una delle ingiunzioni psicologiche, uno dei messaggi piu’ forti e seducenti che produce il nostro cervello quando lí energia narcisistica sale al di sopra del livello fisiologico.

Pochissimi poi hanno avuto il coraggio di affermare che quello che quella ragazzina ha fatto, “liberarsi di ..”, in qualche forma ha desiderato di farlo un numero di persone che dovrebbe impressionare piu’ della mattanza di Novi Ligure. A meno che, dal legittimo sgomento che questa percezione puo’ produrre non si voglia ripiegare verso una comoda, ma sempre piu’ scoperta ed intollerabile ipocrisia.

Guardiamo invece in faccia alla realta’ e cerchiamo di capire qual’e’ il relÈÈ mentale che ha trasformato una nomale (si, normale!) spinta a ìliberarsi diÖî in una follia omicida fatta di sangue vero, di morte secca, di perdite irreparabile di destino, di calore e
anche di liberta’.

Se c’e’ una cosa evidente e che pure nessuno ha voluto vedere in questa vicenda e’ la massiccia presenza delle istituzioni cattoliche, delle scuole cattoliche, delle regole cattoliche di educazione attorno a quella famiglia distrutta: insegnante di catechismo la madre, chierichetto il figlio, scuola cattolica per la figlia.

A nessuno degli esperti e’ davvero passata per un attimo nella testa che forse poteva star li qualcosa che non ha funzionato? O non si puo’ piu’ neppure pensarlo (visto che dirlo sembra essere rimasta una cosa proibita da circa un paio di millenni)? E sono davvero il solo ad essersi scandalizzato della presenza di tanti indaffarati pretini tra gli esperti (e di che?) ingaggiati dalle maggiori reti televisive nazionali?

Partendo da questa constatazione, a me e’ venuto in mente che forse quel che ad EriKa ed Omar, come a tanti ragazzi della loro eta’ manca, sia proprio qualcosa che solo un sano insegnamento religioso puo’ e che e’ essenziale per mettere la vita, la propria e quella degli altri, quel tanto che basta al di sopra del fidanzatino e della cocaina, del motorino e dei soldi, della tv e dei Luna Pop.

Quel tanto che basta a salvare le Erike e le loro madri ed i loro fratellini dalla soluzione delle cento coltellate.

E’ la vita, la stupefacente bellezza dellíesserci e di esserci in una unione misteriosa con tutto il resto delle cose e degli esseri che ci sono insieme con noi, l’unica cosa veramente importante che una
buona religione dovrebbe saperci insegnare. Religo significa tenere unito, unire, far percepire l’unione del tutto in una comune origine ed in un comune destino. Trasmettere una visione religiosa significa insegnare ad accettare il mistero stupefacente della vita ed a goderne con la mente e con il corpo. Significa far percepire il mistero della sua origine e della sua finitezza che ci accomuna con tutto e con tutti. Questo ci deve insegnare una buona religione.

Qualcuno dice che líunico rimedio possibile alla rabbia di Erika e’ líimposizione delle “regole”, la “disciplina”, “la punizione esemplare”. Qualcun altro invoca il dialogo, la comunicazione, la comprensione tra le generazioni. Tutti indicano insomma degli strumenti e tutti sembrano dimenticare il contenuto della comunicazione da trasmettere o della regola da imporre.

Sono invece proprio la sostanza delle regole che si tenta di imporre ed i messaggi che si tenta di trasmettere che non reggono piu’. E non reggono piu’
proprio sul fronte piu’ importante, sulla linea di frontiera del perche’ dei perche’, sulla frontiera della vita e della morte, della trasmissione del “sentimento tragico della vita”: e’ la frontiera del sacro, della sacralita’ della vita e della vita in comunione, della cum-passione, che e’ crollata. E le loro macerie ingombrano lo spazio che servirebbe per far crescere una nuova cultura religiosa. Macerie concordatarie (líinsegnamento religioso nelle scuole giustificherebbe una rivolta permanente degli studenti), macerie di abitudini, macerie di paure e di ipocrisie.

Perche’ la visione cattolica dell’universo e della nostra quotidiana vita non regge piu’ a nessuna prova, non spiega piu’ niente, e’ semplicemente impraticabile. Perche’ e’ impraticabile ed e’ assurda la visione che pretende di imporre del corpo e del sesso; perche’ e’ insostenibile e ridicola la visione dellíuniverso, della sua nascita e del suo evolversi; perche’ e’ inutilmente opprimente e deprimente la sua preghiera, fatta di autocolpevolizzazione, perdono, pentimento, sacrificio.

Se questi sono i contenuti che si cerca di trasmettere alle Erike, stupisce che solo una si sia armata. E se questi sono i contenuti da trasmettere o da imporre, piu’ i canali sono intasati o meglio ancora occlusi, piu’ le regole sono eluse e meno danni si fanno.

Alla fine delle credenze invece, le istituzioni, “monaci posti a difesa di tutte le fedi, reagiscono come hanno sempre fatto e cioe’ con l’istinto di conservazione, con l’ipocrisia, fingendo di non vedere le cose come sono e reinventandole secondo la loro povera ed antica rappresentazione. Solo che a quelle rappresentazioni ed alle regole che ne discendono non crede piu’ nessuno (neanche chi dice di crederci, per paura o per inerziale comodita’) e se si cerca di imporle non tutti sono cosi’ “adulti e vaccinati” da resistere alla tentazione delle cento coltellate.

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23 commenti

  1. vediamo quest’altro punto di vista: sono due stronzi che non meritano niente fuorchË la galera a vita. Anzi, a spaccare i sassi, cosÏ rimpiangeranno l’eccessivo permessivismo che criticano nei genitori. Poi, dopo un po’ di anni passati ai lavori forzati, vediamo che dicono della societ‡.
    Sono bestie, questo Ë quanto!
    firmato
    una figlia che ha un cattivo rapporto con la madre e non per questo la prende a coltellate!

  2. non sei di aiuto nel comunicare con i ragazzi. Sicuramente se tu avessi dei figli aavrebbero difficolt‡ a parlare con un cerbero. Un po’ di comprensione, e diamoci le colpe anche noi genitori, ogni tanto, che non guasta
    francesca

  3. E ora siamo anche all”emulazione del terribile crimine commesso da
    Erika e Omar. A Novara, grazie al cielo, non Ë andata come la tragedia
    di Novi Ligure ma l”accusa per Barbara Barbero ed Angelo Martinotti –
    18 anni lei e 19 lui – Ë molto pesante: tentato omicidio nei confronti
    della madre di lei. L”accoltellatore sarebbe stato Angelo che avrebbe
    agito spinto da Barbara.

    Questo ed altri drammi, che vedono figli
    scagliarsi a morte contro genitori, sono solo frutto di disgraziati casi? Ogni giorno un vespaio di notizie bombardano e sconvolgono i
    cittadini con efferatezze di ogni genere. Ci si Ë domandato se questa
    sequenza tragica di cronache di varia disumanit‡ non produca altre
    vittime?

    E” vero che suicidi, delitti e incidenti mortali di auto o
    aerei riportati in prima pagina e molto pubblicizzati fanno aumentare
    considerevolmente, dopo la loro pubblicazione, fatti analoghi?
    Sembrerebbe proprio di si. Nel 1844, Brigham, fondatore della
    prestigiosa rivista American Journal of Insanity, scriveva: Che i
    suicidi siano pericolosamente frequenti nel nostro paese Ë evidente a
    tutti. Come misura di prevenzione noi suggeriamo alle testate
    giornalistiche di non pubblicare i dettagli di tali avvenimenti. Non
    c”Ë nulla di scientificamente meglio dimostrato del fatto che il
    suicidio Ë spesso portato a compimento per effetto dell”imitazione. Un
    semplice paragrafo di cronaca giornalistica puÚ suggerire il suicidio a
    venti persone. Alcuni particolari della descrizione sono in grado di
    accendere l”immaginazione dei lettori, fino al punto che la
    disposizione a ripetere quel comportamento puÚ diventare irresistibile.

    Questa relazione emerge anche da uno studio del sociologo prof. Riaz
    Hassan, dell”universit‡ di Flienders (Australia). Il ricercatore ha
    analizzato circa 20 mila casi di suicidio, avvenuti tra il 1981 e 1990.
    Il risultato Ë stato sorprendente: la media quotidiana dei suicidi
    sale di circa il 10 per cento nei due giorni successivi alla comparsa
    della notizia di suicidi sui principali quotidiani.

    E non c”Ë neppure
    da stupirsi troppo, altri lavori confermano tutto ciÚ. E” risaputo,
    infatti, tra gli addetti ai lavori (pubblicitari, psicologi sociali,
    ecc.), che il linguaggio evocativo ha un grande potere nello spingere a
    comportamenti nuovi.
    L”eventuale scetticismo di qualche sprovveduto
    lettore, sulla forza suggestiva di questa particolarissima strategia
    persuasiva, Ë messo a dura prova dalla formulazione, da parte del
    sociologo David Phillips, dell”> (1974, 1979, 1980).

    Il libro I dolori del giovane Werther di Goethe, in cui si narra il
    suicidio del giovane protagonista, dopo una delusione sentimentale,
    riscosse un grande successo e la sua divulgazione fu seguita da un
    incredibile numero di suicidi in tutta l”Europa.
    Giorgio Nardone e Paul Watzlawick nel libro L”arte del cambiamento
    scrivono che Il lavoro di ricerca di Phillips segue le tracce
    dell”> nei tempi moderni.

    La sua ricerca dimostra
    che, subito dopo un suicidio da prima pagina, aumenta vertiginosamente
    la frequenza di suicidi nelle zone dove il fatto ha avuto grande
    risonanza. Nelle statistiche relative ai suicidi negli Stati Uniti dal
    1947 al 1968, nei due mesi successivi a un suicidio da prima pagina, in
    media si sono avuti 58 suicidi in pi? del normale andamento.

    E non Ë
    tutto, ma dai dati anagrafici e anamnestici, appare un”impressionante
    similarit‡ tra la condizione del primo, famoso suicida e quella di
    coloro che si erano successivamente suicidati, ossia se il suicida
    famoso era anziano, aumentavano i suicidi di anziani, se il suicida
    apparteneva a un certo ceto sociale o professione, aumentavano i
    suicidi in quei determinati ambienti.
    David Phillips ha, pure, dimostrato che l”> funziona
    anche per i delitti, gli incidenti aerei e di altri veicoli.

    A tal
    proposito lo psichiatra e psicologo sperimentale H. J. Eysenck del
    London University of Psychiatry, ritenuto uno dei principali esponenti
    della moderna psicologia comportamentale, riconsiderando il lavoro del
    sociologo, afferma: Phillips (1978) ha indagato sull”effetto di
    diciotto delitti molto pubblicizzati negli Stati Uniti. Dopo i
    resoconti dei giornali relativi a questi delitti c”Ë stata una tendenza
    significativa all”aumento degli incidenti di aerei (privati), con un
    massimo tre giorni dopo il primo servizio giornalistico.

    Eysenck continua: E” stata, inoltre, rilevata una correlazione
    statisticamente significativa tra l”entit‡ della pubblicit‡ fatta alla
    storia del delitto e il numero degli incidenti accaduti
    successivamente. Diverse e rigorose procedure di controllo applicate
    allo studio del sociologo portano a concludere che, anche nel caso
    degli incidenti aerei, la pubblicit‡ attraverso i giornali
    probabilmente provocava una certa quantit‡ di suicidi mascherati da
    incidenti aerei.

    C”Ë, pure, da sottolineare, che le notizie truculenti che i mass media
    ogni giorno ci propinano determinano nelle persone uno stato di disagio
    continuo, di paura di tutto, di sfiducia totale nei confronti degli
    altri. E non pochi finiscono col barricarsi in casa, col terrore di un
    mondo di mostri. E non Ë, affatto, cosÏ. La realt‡ non Ë fatta solo di
    omicidi, stupri, stragi ed altri orrori vari, eppure, sono queste
    scelleratezze che pi? frequentemente occupano gli spazi dei giornali.

    Giuseppe Cosco

  4. Carissima Erike sono un ragazzo di 25 anni e prima come volontario poi come lavoro sono immerso nel mondo giovani e per fatri capire la mia arbitrariet‡ ti dico che ho avuto prima esperienze di innamoramento con l””alcool, varie droghe, il pericolo ecc… ma poi mi sono innamorato di una cosa chiamata Geova, il Signore, Allah, o pi? semplicemente Dio.

    Ora io mi domando come mai tante volte sento parlare di religione e quasi mai di Lui ?

    Tu hai scritto che forse mancava ad Erica un pÚ di sano insegnamento religioso, ma da parte di chi? Forse a volte Ë troppo facile scaricare su altri. Ora pensi che io sia un salva preti? Oh no, anch””io conosco ede ho conosciuto dei preti coglioni, molti, ma da quando ho voluto sporcarmi le mani, immergermi nei problemi di quÏ in Italia ma anche in altri stati europei come pure nelle baraccopoli del Sud del mondo dove si capisce perchË la Vita Ë un dono, ho avuto la fortuna di conoscere preti, laici””, e gente di altre religioni dare tutta la vita per gli altri a volte anche in anticipo, a volte con grandi azioni ma molto pi? spesso con gesti di sicuro non eclatanti. E cosÏ dopo mi sono accorto di avere delle grandi persone proprio vicino a mË, lo erano anche prima ma forse cercavo troppo con i miei occhi invece che con quelli di Dio.

    Quindi dal mio punto di vista basta scaricare le colpe diamoci da fare, perchË quando faremo veramente non avremo pi? la forza di criticare.

    (Non si puÚ insegnare ad Amare ma si puo solo mostrare come si Ama)

    Pensi che sia d””accordo con tutto quello che dice la Chiesa, no, ma anche in casa non sono daccordo con tutto quello che pensano i miei ma non per questo non mi do da fare per farli cambiare idea.

    Certo il volontariato Ë una bella cosa ma se sotto non c””Ë un qualcosa in pi? spesso si rivela un fuoco di paglia, troppo spesso ho visto persone impegnate in un campo e fare danni in altri settori , aiutare persone lontane e non vedere le persone che gli soffrono vicino.

    A proposito scusa se mi sono dilungato comunque il mio giudizio di quel che Ë successo a Noviligure È……….. soltanto un caso di follia che giustamente deve venir punito, quindi usiamo l””informazione e le nostre discussioni per problemi meno appariscenti ma che purtroppo provocano molti pi? drammi.Ah scusate ma mi ero dimenticato che con lo scandalo Erica possiamo parlare e non cambiare il nostro stile di vita invece discutendo di altri temi dovremmo ……..

  5. Sono padre di due magnifiche creature divorziato e con il matrimonio religioso annullato dalla sacra rota ,considerato da 20 anni malato di mente ,i figli nell’occasione del divorzio sono stati affidati a mË, quando per mie ragioni personali ho capito che le mie iedee mi avrebbero portato ad essere considerato pazzo ,ho dato di mia spontanea volont‡ in affidamento alla mia ex i miei figli che dall’eta ,la femmina di sei mesi e il maschio di 17 mesi, erano stati con mË per sei anni,ho sempre ogni giorno e anche pi? volte fatto loro visite , se non ero forzatamente ricoverato o volontario, dato che a volte chi non ne pÚ pi? di questa societ‡ preferisce il MANICOMIO volontario ,di me ,dei miei ,CONSIDERATI PECCATI DALLA NOSTRA SOCIETA, li ho sempre resi edotti fin dalla pi? tenera et‡ conoscono di mË ogni pi? piccola azione compiuta nei miei 54 anni compresi anni giovanili con relative trasgressioni , ho una perfetta armonia

    con loro da sempre,ora uno a 26 anni Ë lavora con la professione che si Ë scielto lui e per cui aveva scielto di studiare,l’altra Ë lauerata.

    Da sempre tra di noi abbiamo affrontato qualunque problema parlando e cercando di far capire i nostri punti di vista ,fermo restando che ognuno ha i suoi credo e opinioni personali e si rispettano,anche se io sono pazzo:

    LO SCHIFO DI ERICA NON E’ ERICA SONO I MEDIA , I SOCIOLOGHI LAUREATI ,PSICOLOGI ,PSICHIATRI &COMPANY-MI CHIEDO PERCHE’DI ERICA DISCUTONO TANTO DEL SUO COMPORTAMENTO DA BRAVA RAGAZZA,DELLA SUA FAMIGLIA IRREPRENSIBILE-SE ERICA HA FATTO CIO’ ,AVRA AVUTO LE SUE RAGIONI CHE IN QUEL MOMENTO NELLA SUA TESTA LE HANNO FATTO PENSARE CHE FACENDO CIO ERA NEL GIUSTO,NON PENSO CHE L’ABBIA FATTO, COME NESSUNO CREDO CHE FA, COSE RITENUTE PER LUI ERRATE-PERCHE’ I MEDIA GLI PSICHIATRI GLI PSICOLOGI I VARI TOLK -NON HANNO SPRECATO UNA SOLA PAROLA PER LE FIGLIE DI QUELL’ITALIANO PADRE CHE LE HA FATTE FUORI ALL’ETA’ PI? O MENO DEL FRATELLO DI ERICA IN GERMANIA-FATTO SUCCESSO NEI GIORNI DEL GRANDE DELITTO DI DISAGIO GIOVANILE-UN GIORNO PI? IN GIORNO MENO-NOTIZIA ANSA-I GIORNALI NON SO-DIBATTITI NON NE HO CERTO SENTITI-

    ORA MI CHIEDIO,DA BRAVO PAZZO,CHI E’PIU INTERESSANTE PER L’ODIENS??

    CHI E’DI QUESTI DUE PERSONAGGI CHE AL LIMITE DOVREBBE ESSERE ANALIZZATO

    ERICA CHE MOLTO PROBABILMENTE NON SI E RESA CONTO DI CIO CHE FACEVA E DELLA SUA GRAVITA’,DATO CHE HA DICIASETTE ANNI O IL PADRE CHE HA QUARANT’ANNI AVREBBE DOVUTO ESSERE UN ATTIMO PIU INFORMATO SU CERTI VALORI CHE TUTTI STI MAESTRI CI VOGLIONO INSEGNARE?

    NESSUNO AMMAZZI CAINO-

    MA IL CAINO DA ANALIZZARE NON E’ ERICA E

    IL PADRE che ammazza le figlie

    FORSE ERICA VEDEVA LA MADRE COME CAINO

    E LA PRECEDUTA!!!!

    ENRICO NEGRI

  6. Erika ,la brava ragazza .Erika ,la studentessa diligente .Erika ,l’assassina .Ma non Ë una semplice ragazza come tante altre? Qui ho letto di Mass media colpevoli ,educatori incapaci o insufficientemente convincenti nelle loro teorie…ma se anche solo una di queste cose avesse colpa di questa triste vicenda ,allora Ë giusto guardarci in faccia e preoccuparci seriamente,perchË siamo bombe che potrebbero esplodere da un momento all’altro ,tutti potenziali assassini .L’indole umana ci d‡ la capacit‡ di distinguere bene e male ,e la cosa veramente ipocrita Ë cercare a tutti i costi di attribuire non ad Erika ,ma alla societ‡ ciÚ che Ë successo .Insomma ,tutti siamo martellati dai Media e dalle dottrine religiose ,ma siamo individui pensanti ,ciÚ che ci distingue dal restante regno animale Ë la ragione ,la coscienza ,la consapevolezza di noi ,individui ,e della collettivit‡ .Erika Ë uguale a tutti gli altri ragazzi:ma ha scelto in una maniera diversa ,ha agito secondo un altro punto di vista .Sbagliato ,per noi ,per tutto ciÚ che ci hanno insegnato ,per ciÚ che regge questa stranominata societ‡ .Bene . Male .Erika ha scelto .

    La religione? Ma lo sappiamo tutti che mentre il mondo andava avanti ,la chiesa Ë rimasta in coda .PerciÚ il credente di oggi Ë diverso da quello di ieri . Ma la religione non Ë un prete ,un catechista ,un chirichetto: quando diciamo IO CREDO ,pensiamo a qualcosa di molto pi? profondo ,qualcosa che un uomo in tonaca non puÚ darci:fede .Ecco perchË non concepisco la condanna alle istituzioni:sar‡ anche vero ,non lo metto in dubbio ,ma siamo cosÏ dipendenti ed attaccati all’istituzione CHIESA solo quando si tratta di puntare il dito ,perchË in tutte le altre circostanze ,siamo orgogliosi di affermare una libert‡ cattolica(in questo caso)che ben lunge dalla vecchia chiesa conservatrice.O le frasi tipo Credo in Dio ,ma a modo mio ,senza le istituzioni false e ipocrite vi sono nuove?

    Francesca

  7. Comunque a Erika gli e’ andata bene, pare che poverina non si debba fare neanche parecchia galera, se no va a finire che ci rimane segnata e quando esce diventa cattiva.

    Secondo me il posto piu’ giusto per lei -e per tutti quelli come lei- sarebbero i laboratori. Potrebbe cosi’ essere utile all’ umanita’ facendo da cavia per quegli esperimenti a cui vengono sottoposti animali INNOCENTI.

    Ecodan@libero.it

  8. Sono un ragazzo di 23 anni e anche io a volte, quando ero pi? piccino e i miei mi facevano arrabbiare, li ho odiato a tal punto da volergli far male … ma non sono mai arrivato neanche in sogno a pensare a ciÚ che hanno poi fatto quei 2 mostri …

    Non ho dubbi … se in Italia dovessero ripristinare la pena di morte, saprei a chi farla provare per prima …

    Gianluca

  9. SE VERAMENTE CREDI CHE ERIKA E OMAR MERITINO LA PENA DI MORTE, TI PONGO UNA DOMANDA.

    CONCENTRATI UN ATTIMO E PENSA DI ESSERE NELLA CAMERA DELLA MORTE CON UNA SIRINGA MORTALE IN MANO, E UNA RAGAZZA CHE NON CONOSCI, MA GIUDICATA A MORTE DA UNA GIURIA, LEGATA IN UN LETTO E COMPLETAMENTE IMMOBILIZZATA. TU SEI IL SUO BOIA, LA GUARDI NEGLI OCCHI, LE PRENDI IL BRACCIO E COMINCI IL TUO LAVORO. ORA, NELL’ISTANTE IN CUI DEVI SPINGERE IL CONTENUTO DELLE SIRINGA NEL SUO CORPO, HAI VERAMENTE IL CORAGGIO DI FARLO?

    PENSACI BENE.

    SE LA RISPOSTA E’ AFFERMATIVA, IO PENSO CHE TU NON SIA TANTO DIVERSO DA ERIKA.

    NELLA TUA LETTERA A CENSURATI.IT IO SENTO MOLTA RABBIA IN TE.

  10. Estremo…. ma realistico.

    Avrai un pessimo rapporto con i tuoi ma almeno sai pensare.

  11. hai perfettamente ragione, speriamo che la giustizia perÚ non faccia ingiustizia che non subentrino clausole, procedure, instabilit‡ mentale, il perdono di un povero padre che finisce comunque a perdonare la sua unica figlia(Dio ci scampi da questo genere di figli) e che paghino veramente.

  12. Si, tante belle parole le classiche che si prenderebbero un bell’applauso ad un costanzo show, È vero la rabbia non È un bene, ma forse È la sensibilit‡ che bussa alla nostra coscienza e non ode risposta , comunque meglio dell’indifferenza…

    sicuramente il boia non È una professione tra le pi? ambite (voglio sperare) magari fosse possibile eliminare il gene in noi esseri superiori(???)agli animali, responsabile delle peggiori nefandezze , ma non È cosÏ..

    Qui nessuno si augura la pena di morte (forse) soprattutto perchÈ, dato che ad applicarla sarebbero gli uomini, fallaci per natura non avremmo la certezza che a pagare sarebbe il colpevole. Ma empiricamente che questi cancri umani meriterebbero di essere debellati, visto che non sono stati pochi i casi di recidivi che, grazie ai soliti fautori della burocrazia ammorbante italiana (delinquenti fuori subito con le scuse magari, anche dei soldi spesso pi? che alle vittime) una volta fuori hanno compiuto gli stessi crimini per cui erano gi‡ uscitÏ e per i quali avrebbero dovuto almeno non poter nuocere pi?, forse…

    Ma non le viene la nausea a rischiare la galera per un vaiaquel…al vigile zelante che ci contesta un’infrazione per qualche centimetro di ruota sulle strisce, mentre la sera si vede assassini che escono per le pi? banali cazzate, o il figlio che ha ucciso la madre a martellate che poverino non È in glrado di intendere e di volere, diamogli anche l’eredit‡,veramente uno sberleffo all’etica, al senso di giustizia, alla morale, ma che razza di rapporti di pene ci sono? Lei chiedeva al ragazzo di prima come si sentirebbe nei panni del boia, e lei come si sentirebbe in quelli (non lo auguro mai a nessuno, non mi fraintenda) del parente di una qualche vittima vedere il suo boia andarsene tranquillo in libert‡?

  13. Ciao a tutti,sono un ragazzo di 16 anni e al contrario di voi ho il coraggio di dire il mio nome:Idolo Dalla Bona.

    Da un pÚ di tempo a questa parte i media hanno smesso di parlare della tragedia di Novi Ligure, un grosso errore visto che queste cose dovrebbero essere ricordate e non poste nel cassetto dell’indifferenza.Si Ë proprio questa la caratteristica degli italiani,ma come si puÚ non rimanere colpiti da un evento del genere?Tutti hanno praticato lo sport dello scaricabarile in questo periodo,puntando il dito sulla societ‡,sui valori,sull’educazione.Certamente il mondo in cui viviamo Ë la causa principale delle disgrazie che avvengono,ma non Ë la causa della pazzia delle persone.Basta giustificare Erika ed Omar,diamo credibilit‡ ad una giustizia italiana sempre pi? traballante.Volevo poi complimentarmi con tutto il popolo italiano per la sua immensa ignoranza,difatti grazie ai pregiudizi avevano puntato il dito su dei rapinatori albanesi mai esistiti e chissa perchË colpevolizzati dallo sciacallaggio dei giornalisti,a caccia di notizie morte.Siete per la maggior parte dei razzisti con pregiudizi ingiustificati.

  14. il desiderio di libert‡ in noi Ë talmente forte che ci spinge a fare gesti inconsulti, a nn raggionare l’unica cosa che conta adesso perÚ Ë tornare alla normalit‡ cosa resa difficile dalle istituzioni che potrebbero rimettere in libert‡ i 2 “baby killer”

  15. je darebbi foco a quella deficente , pezza de merda.

    una mia amica darebbe oro per avere un padre che , per quanto cattivo sia stato, l ‘ ha lasciata 3 anni fa.

    Alex lo

    Skin

  16. sei pazzo!non capisci che la cosa importante Ë capire il perchË Ë successo un fatto cosÏ grave in una societ‡ dove non dovrebero accadere fatti del genere.E non Ë con la violenza o con una stupida vendetta che si risolve il marcio che esiste!Erica ed Omar hanno commesso un reato inspiegabile ed atroce,e sconteranno per questo.Ma la pena che proponi tu mi sembra solo per vendetta e non cerchi neppure di capire cosa c’Ë che non va… pensa prima di scrivere certe vaccate!!!

  17. LA TUA VITA è FINITA…HAI UCCISO PERSONE CHE TI VOLEVANO BENE X FARE I TUOI PORCI COMODI…COMPLIMENTI…TI MERITI L’ERGASTOLO.

  18. BY IONY 85 FAI SCHIFO.TE LO DICO DAL PROFONDO DEL CUORE.TI AUGURO DI STARE MALE COME HAI FATTO SOFFRIRE GLI ALTRI.

  19. FORSE NON CI SAREBBE NE DA BIASIMARLA E NE NIENTE.
    PER CIO CHE HA FATTO NON CI SONO SCUSANTI!
    PAZZA O NON PAZZA, LUCIDA O NON LUCIDA LE PERSONE COME LEI SAREBBERO DA ELIMINARE!
    NON HA UCCISO E BASTA, HA MASSACRATO LA DONNA CHE L’AVEVA MESSA AL MONDO, E POI NELLA VITA LE COSTRIZIONI DA PARTI DEI GENITORI CI SONO, MA NON SI ARRIVA A MASSACRARE LA PROPRIA FAMIGLIA PER UN PO DI LIBERTA!
    DOVREBBE STARE IN CARCERE A VITA!

  20. Con lo stile italico (ma non solo) di fare giornalismo siamo fritti!!!!

    Sempre alla ricerca di particolari “pornografici” della violenza, con gli strilli di Chicco Mentana e le occhiaie di Capuozzo da contorno…..
    E Vespa che si sfrega le mani…(brrrr!)

    Eppoi ci sono interventi come quelli della figlia che sublima la sua aggressività nei confronti della madre sognando di torturare Erika….

    Bah!

    Sergio R.c.P.

  21. “che senso ha uccidere una persona che ha ucciso per dimostrare che uccidere è sbagliato?”

    Avevo 14 anni, mi accingevo a mingere nel gabinetto di una piscina pubblica quando la minzione si interruppe a causa di un cortocircuito emotivo-razionale…
    Me lo ricordo ancora, lessi questa scritta e la mente mi si affollò di immagini, dagli innocenti arrostiti sulla sedia elettrica ai colpevoli a zonzo per le vie di una città qualsiasi….

    Eh si, tanta è la rabbia, tale il dispiacere nel vedere mancare in modo cruento i propri cari che…. Si potrebbe dire (e fare) di tutto.
    Anche le cazzate.

    Al mio Amore che mi domandava “si, ma tu che faresti?”, recitavo quasi a memoria le usanze del paesino di Carlomagno “se una persona uccide un uomo, deve lavorare tutta la vita per ripagare i cari della perdita di un affetto, se uccide una donna (che è il simbolo della vita) deve essere decapitato e la testa seppellita lontano dal corpo”.
    Poi sorridevo del mio cinismo di facciata e dei brividi che mi correvano lungo la schiena mentre dicevo un’enormità simile.

    Credo ci siano molte considerazioni da fare, che vanno dalla pericolosità sociale dei soggetti in esame alla possibilità di recupero delle persone.

    Perchè un assassino, quando uccide, uccide due volte. La prima vittima è la sua umanità.
    Ma è anche l’unica vittima che, a volte, è possibile resuscitare.
    Non sempre è possibile.

    Vorrei avere le stesse sicurezze dei “forcaioli”. Se qualcuno uccidesse le persone a me care credo che perderei la testa, ma poi cercherei di ritrovarla.

    Non sono cristiano, ma l’ipocrisia di chi si dice tale ed è incapace di perdonare, ed è favorevole alla pena di morte, e non concede appello ad una ragazza di 17 anni, mi fa rabbrividire…..

    Sergio R.c.P.

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