Nuova inchiesta su Carlo Giuliani

Cominciamo dalla perizia firmata dall’esperto balistico Vincenzo Cantarella: a sparare quel pomeriggio del 20 luglio scorso in piazza Alimonda a Genova furono due armi, due armi diverse. I bossoli raccolti, infatti, sono due, ma non appartengono alla stessa arma, quella in dotazione al carabiniere Placanica.

Qualche domanda: perche’ Placanica dice di avere sparato due colpi? Perche’ i suoi superiori sostengono che dalla sua arma mancano due proiettili? Dove e’ finito il secondo bossolo di Placanica che porterebbe, allora, a tre i colpi sparati in piazza Alimonda?

Una piu’ attenta ricostruzione della scena del delitto Giuliani – fatta grazie a molteplici video e fotografie scattate quel giorno – sta lentamente cambiando il contesto stesso in cui l’omicidio e’ avvenuto.

La fotografia piu’ vista e pubblicata del momento dell’assassinio e’ stata scattata da dietro, a notevole distanza dalla scena del delitto, da un fotografo dell’agenzia Reuter. Esattamente dalla scalinata della chiesa con un teleobiettivo 70/200 che comprime le istanze.

Ma esiste uníaltra foto, poco pubblicizzata. E’ stata scattata a una decina di metri di distanza, in posizione laterale, dal fotografo del quotidiano L’Ora di Palermo, Marco D’Auria. Questa nuova foto mostra due cose:

Carlo Giuliani, con líestintore nelle mani, non e’ a ridosso del gippone dei carabinieri, ma ad almeno quattro metri di distanza, troppi per costituire una minaccia per Placanica che in quel momento ha gia’ la pistola puntata e sta per aprire il fuoco.

2)Il Defender dei carabinieri non e’ finito contro un muro – come la versione ufficiale ha sempre sostenuto – ma e’ almeno a cinque metri e mezzo, forse sei, dal muro stesso. Il gippone non e’ quindi imprigionato, ma puo’ tranquillamente allontanarsi senza neppure dover fare manovra.

Secondo l’avv. Giuliano Pisapia, uno dei legali della famiglia Giuliani, “la presenza di un bossolo sparato da una seconda pistola sul luogo dell’uccisione di Carlo Giuliani smonta la tesi difensiva della legittima difesa per il carabiniere Mario Placanica”.

A confermare questa affermazione c’e’ un fatto: a distanza di quasi cinque mesi dai fatti di Genova il sostituto procuratore Silvio Franz – che si occupa dell’inchiesta – ha mantenuto per Placanica l’accusa originaria che e’ quella di omicidio volontario.

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50 commenti

  1. NON DOBBIAMO DIMENTICARE! BISOGNA INSISTERE, PARLARE ANCORA DI PIù, SPARGERE LA VOCE DAR FASTIDIO A TUTTI E DI PIù, PERCHè NESSUNO POSSA CANCELLARE CON LE CHIACCHIERE E SMINUIRE QUELLO CHE è SUCCESSO A CARLO. PERCHè SI DEVE ARRIVARE A CAPIRE E A FAR CAPIRE ALLA GENTE CHI E PERCHè HA UCCISO QUESTO RAGAZZO…

    GUZMAN

  2. PER LA MORTE DI CARLO GIULIANI NON BASTA IL LUTTO SBIRRI ASSASSINI PAGHERETE TUTTO!!!!

  3. MARCO DI ROMA TUA MADRE E’ UNA BUCCHINARA!!!!SEI UN FIGLIO DI TROIA!!!! LA PROSSIMA VOLTA VI FACCIAMO IL CULO A TE E I TUOI COLLEGHI DI MERDA!!! VI LASCIAMO A TERRA IN UN POZZO DI SANGUE E MERDA!!!!! MORTE AGLI SBIRRI!!!!!!

  4. il tuo dovere è invece di andare a fare in culo

    6 mai stato ad una manifestazione x motivi seri?Mi sà di no l’evolversi delle cose non è proprio come fanno vedere in tv

  5. penso che la morte di un qualsiasi comunista sia una delle cose migliori che accadano sulla faccia della terra

  6. Noto che il dibattito ha ormai raggiunto un altissimo e insperato livello culturale e intellettivo…

  7. quale pacchia? la tua che vai a sfasciare città invece che andare a lavorare?

  8. Il mio pseudonimo è balzar, e vorrei segnalare un qualcosa che è sfuggito. Si parla qui che un carabiniere, per via della sua posizione sociale per i suoi doveri per via delle procedure ecc…. dovrebbe riflettere dozzine di volte prima di impugnare la pistola e sparare in un momento come quello in cui il carabiniere si trovava. Prima del g8 in Italia si sapeva già quel che era avvenuto al precedente raduno, e durante la manifestazione erano già interventui i Tuscania, reparto speciale super addestrato che della morte se ne infischia. Eppure anche loro se la son data a gambe di fronte allo sfascio più completo. Per cui mi sembra *alquanto* normale che in quel clima “festoso” anche Rambo avrebbe temuto per la sua vita, e la camionetta con equipaggio in questione non voleva aspettare di andare all’altro mondo (le immagini tv hanno mostrato camionette dei cc in fiamme). Anche se la legge asserisce che in questo caso forse c’è eccesso di difesa o robe simili, dato che sappiamo che morale e legge non sono sempre daccordo (differenza tra diritto naturale e positivo) non si può non dire che sia sbagliato difendersi. Uccidere per non essere uccisi, anche se non si può: in teoria le forze dell’ordine dovrebbero sparare solo se lo ha già fatto colui che gli sta di fronte. Così direbbe la legge. Ma a quest’ora con questa legge quella camionetta sarebbe andata a fuoco.

  9. carlo giuliani era un coglione lo stesso, come tutti quelli che erano con lui distruggendo una città… il poliziotto nn ha fatto bene a sparare ma uno non può fare tutto il casino che vuole senza pagarne le conseguenze anche se di coglioni ce ne sono anche nelle forze dell’ordine…

  10. Quali sono le vostre fonti?

    Da dove apprendete simili cose? Avete un contatto diretto con gli interessati?

    Se le cose stanno così allora è giusto vederci chiaro, fare luce su questo mistero, se le cose non stanno così e cio che scrivete lo leggete sui giornali o lo sentite alla tv come faccio io allora ciò che scrivete non va nemmeno considerato.

    Immaginatevi voi in quel contesto e ditemi se sareste riusciti a mantanere il sangue freddo e a non sparare. Sono più che convinto che se i carabinieri fossero scesi dal mezzo e con modi gentili ed educati avessere cercato di persuadere la folla a disperdersi, sarebbero finiti gonfi di botte, mezzi morti, insultati presi a calci e svergognati. Dico io quindi: perchè accanirsi in questo modo contro le forze dell’ordine? Perchè nell’immaginario collettivo dei no global vige il pensiero che le forze del’ordine provavano gusto nel picchiare i manifestanti e nello specifico dello sfortunato carabiniere e della sua ancora più sfortunata vittima gusto nell’uccidere? Non è forse chiaro invece che la maggiorparte dei manifestanti provava gusto nel distruggere tutto? Chi sono loro per poter danneggiare le proprietà altrui? Cosa faccio io padre di famiglia una vita di sacrifici per poter sfamare i miei figli , mi compro la macchina e me la bruciano? o mi incendiano il negozio con cui mi guadagno da vivere? Chi sono loro? A questo punto la rabbia e la frustrazione si trasformano in odio, e siccome siamo in un sito dove a quanto pare c’è liberta di espressione, esprimo liberamente il mio pensiero: la morte di Carlo Giuliani non mi tocca anzi se l’è cercata. Poichè CHIUNQUE sulla faccia della terra se si definisce manifestante pacifico non prende in mano un estintore e cerca di scagliarlo addosso a qualcuno, sia quest’ultimo lontano 4 metri o 100 km. Tutto il resto sono solo conseguenze (fortunatamente meno gravi) inevitabili, e non condannabili a mio giudizio, poichè come in guerra chi spara per primo sopravvive, il dovere delle forze dell’ordine era mantenere l’ordine, il dovere dei manifestanti pacifici era di far conoscere il proprio pensiero, il dovere delle teste di cazzo era di rompere tutto e di far vedere “quanto siamo duri, quanto siamo cattivi”

    ma se poi finisci con il naso rotto, o qualche costola rotta non andare poi a piangere, poichè te la sei cercata, con la differenza che i vincitori sono quelli che hanno compiuto il loro dovere, siano questi polizia o manifestanti. Tornando in tema, prima di andare ad indagare su un atto di difesa estrema (non sta a me cmq dire se legittima o meno) si vada ad indagare su cosa tali atti li ha scatenati.

    BOIA CHI MOLLA

    Cordiali saluti,

    Salvatore.

  11. Non capisco come nel 2002 ci sia ancora gente che riesca ad essere comunista ma soprattutto NO GLOBAL. Ma io mi chiedo:COSA CAZZO AVETE SEMPRE DA PROTESTARE, siete da tutte le parti a rompere i COGLIONI con i vostri ideali di merda e con le magliettine di quel COGLIONE DI CHE GUEVARA sul petto, c’è lo sciopero delle scuole e I NO GLOBAL ci sono, c’è lo sciopero dei TAXISTI e i NO GLOBAL ci sono, ci sono importanti riunioni politiche e i NO GLOBAL se ne stanno sempre li a rompere i coglioni. Manca solo di vedervi a un funerale a protestare perchè la bara non è di un legno abbastanza pregiato, il vostro unico scopo che alla fine era quello di carlo giuliani è quello di NON LAVORARE e fare i LAZZARONI, poi è inevitabile che continuando a rompere le palle con manifestazioni da voi NO GLOBAL definiti PACIFICHE, ci scappi GIUSTAMENTE il morto.

    Proprio voi, che avete come simboli i più grandi carnefici della storia (leggetevi i libri di storia e non fate finta di niente) venite a parlare di libertà, amore, giustizia e soprattutto PACE.

    Spero che la vostra idea di pace non sia quella dimostrata a genova altrimenti è meglio che in italia torni il duce e vi faccia ricominciare la cura dei manganelli e dell’olio di ricino che alcuni dei vostri nonni sicuramente si ricorderanno.

    ANDATE A LAVORARE E SMETTETELA DI SCIOPERARE PER UN CAZZO BRUTTI LAVATIVI DI MERDA E SOPRATTUTTO LAVATEVI.

    BOIA CHI MOLLA

  12. FASCISTI DI MERDA I MASSACRI LI AVETE FATTI VOI PERCHE’ SIETE DELLE MERDE E PER QUESTO VI AMMAZZEREMO TUTTI… UNO AD UNO.

    E pulisciti la bocca quando pronunci il Che!!

    MERDACCIA! (E zitto!)

  13. Credo che il poliziotto(o i poliziotti)abbiano fatto bene a sparare perchè se come dici te lui era distante dal furgone,il poliziotto avrebbe dovuto aspettare che lui spaccasse l’estintore in testa ad uno di loro e poi avrebbe dovuto prenderlo ed arrestarlo con tutti gli altri.

  14. La merdaccia sei te e tutti quei fottuti comunisti rossi di merda che rovinano il mondo

  15. Comunisti merdosi

    W il duce

    che vi spacca il culko

    che ha ideali

    Voi siete delle merde

    fottute

    calro giuliani è morto

    perchè era un coglione

    spaccatutto

    come tutte le

    altre merdacce

    che VIVONO di sussidi

    di noi coglioni che ci spacchiamo

    il culo

    Questa è

    la sinistra

    Rubare a chi lavora per dare ai coglioni

    Vedi in spagna

    fanno sciopero perchè

    se un coglione come voi rifiuta

    un lavoro

    per tre volte

    non ha piu’ diritto

    al sussidio

    Coglioni

    comunisti

    di merda

    parassiti

    della società

    Vivete di canne ed alcol

    e non fate uno

    stracazzo dalla mattina alla sera

    Fumate e siete

    tutti rincoglioniti

    W IL DUCE

    W LE PEN

    W FINI

    W BERLUSCONI

    W BOSSI

    W AZNAR

    W HAIDER

    W TUTTI COLORO CHE VI SPACCHERANNO IL CULO

    VAFFANCULO

    MORITE TUTTI

  16. Ma guarda che bello,un forum perchè ci potrebbe essere un altro colpo.Ma io avrei sparato mille volte ancora

  17. che guevara era un coglioneche guevara era un coglioneche guevara era un coglioneche guevara era un coglioneche guevara era un coglioneche guevara era un coglioneche guevara era un coglioneche guevara era un coglioneche guevara era un coglioneche guevara era un coglioneche guevara era un coglioneche guevara era un coglioneche guevara era un coglioneche guevara era un coglioneche guevara era un coglioneche guevara era un coglioneche guevara era un coglioneche guevara era un coglioneche guevara era un coglioneche guevara era un coglioneche guevara era un coglioneche guevara era un coglioneche guevara era un coglioneche guevara era un coglioneche guevara era un coglioneche guevara era un coglioneche guevara era un coglioneche guevara era un coglioneche guevara era un coglioneche guevara era un coglione

  18. colpi di pistola,vorrai dire

    Se il mondo fosse pieno di coglioni come giuliani saremmo nella merda…

  19. Comunisti di merda

    LEGGETEVI questo:(siete dei ladri venduti e non mi dite che laCristhoper Andrew, docente di Cambrige e autore del libro sul dossier Mitrokhin, conferma l’esitenza dei flussi finanziari al deputato Armando Cossutta. Intanto continua la caccia al ministro spia del KGB.

    A quanto pare proprio Cossutta sarebbe stato il punto di riferimento politico dei Sovietici anche negli anni in cui il PCI si stava distaccando dalla politica del PCUS con Berlinguer, anche se continuava a prenderne le sovvenzioni.

    Ecco un interessante articolo del quotidiano “La Repubblica”:

    Ricostruito il passaggio di denaro dall’Urss al partito di Botteghe Oscure dal ’70 al ’77

    In questo modo Mosca finanziava il Pci

    di ANTONELLO CAPORALE

    ROMA – Ventitré milioni e 300 mila dollari in sette anni. Dal ’70 al ’77 questa è la cifra versata dai sovietici ai comunisti italiani, secondo quanto si ricava dal “rapporto Impedian numero 122” del dossier Mitrokhin. Ventitrè milioni di dollari, con un andamento irregolare negli anni, corrisposti nel giardino della villa dell’ambasciatore dell’Urss a Roma nelle mani, in una prima fase, di Anelito Barontini, funzionario del partito e uomo al quale Armando Cossutta, che sovraintendeva al flusso finanziario delegava le delicate funzioni.

    E’ Cossutta che tiene i conti, Cossutta che chiede di aumentare i finanziamenti (nel 1970, poi nel 1974), sempre Cossutta che viene convocato all’ambasciata da Rizhov, l’ambasciatore, funzionario del comitato centrale del Pcus, e da Genrikh Pavlovich Smirnov, primo segretario dell’ambasciata, funzionario del dipartimento internazionale del Pcus al momento in cui i dollari giungono in Italia. Chi riceve i soldi (Barontini) firma le ricevute e va.

    L’informativa descrive meticolosamente le modalità del trasferimento del danaro. Da Mosca arriva al “Centro” del Kgb romano la notizia della disponibilità della somma. L’ambasciatore o il primo segretario lo comunica a Cossutta. L’esponente politico allerta Barontini, in codice col nome “Klaudio”, che deve effettuare la delicata missione di trasporto. Si legge dal rapporto: “Si trattava di un metodo da lungo tempo sperimentato. Si riteneva poco intelligente coinvolgere il residente del Kgb nel caso esistessero dei funzionari del controspionaggio nei ruoli guida del Pci”. Si voleva dunque evitare l’ipotesi, quantunque remota, di essere intercettati da funzionari di Botteghe oscure al servizio del controspionaggio italiano e perciò nemici. E allora si conveniva di realizzare l’operazione secondo modalità sperimentate, che il rapporto illustra: “L’operazione (avveniva) in serata nei giardini della villa dell’ambasciata sovietica. “Klaudio” doveva entrare in macchina nei giardini dopo aver effettuato controlli di controsorveglianza”. Bisognava infatti “concludere l’operazione nella villa e non in città”, perchè dava meno nell’occhio, “era normale per funzionari del Pci capitare nella villa …”. “Klaudio” raggiungeva l’ambasciata da solo alla guida, con una macchina di scorta del partito che lo seguiva e che provvedeva a tutelare la sua incolumità fino alla destinazione finale.

    Ciò nonostante i sovietici ritengono ad alto rischio l’operazione. Nel ’76 il Kgb, in un incontro con Guido Cappelloni, si decidono altri sistemi per garantire la sicurezza e la riservatezza del trasbordo. Il luogo convenuto non è più l’ambasciata, ma zone presumibilmente esterne alla residenza diplomatica. L’area viene bonificata congiuntamente da sovietici e italiani: due auto, una del Kgb e l’altra di Botteghe oscure fanno opera di “controsorveglianza”. Malgrado l’aumento dell’attenzione il Kgb insiste perchè la frequenza della consegna dei dollari sia ridotta a 2-3 volte l’ anno, invece che ogni due mesi. E’ Vladimir Zagladim, uomo del Pcus, a indicare le diverse modalità di pagamento, garantendo che il saldo finale di quanto convenuto non muta.Anche i sovietici vengono burlati dai falsari. Nel 1969 (ma il rapporto non indica la somma stanziata in quell’anno) e nel 1972 molti biglietti da 100 dollari risultano falsi. Ci sono i soldi, ma ci sono anche le aziende con una sostenuta attività di export. Infatti in quegli anni il rapporto finanziario con Mosca si articola anche in varie società commerciali, partecipate dal Pci, che hanno in Urss quote importanti del fatturato. Attività descritte così nel dossier: “Distribuzione di petrolio dall’Urss all’Italia attraverso il gruppo Monti; acquisto di tre trasportatori di ammoniaca dalla società Efim-Breda; costruzione di alberghi in Urss; fornitura di componenti atomiche; cooperazione ad ampio raggio con la società Finmeccanica…”. Anche i socialisti del Psiup hanno chiesto e ottenuto attenzione economica dal Kgb. Quasi quattro milioni di dollari (rapporto numero 126), tra il 69 e il 72, sono giunti nelle casse del Partito socialista di unità proletaria, consegnati a Francesco Lami, nome in codice “Aleksandr”.

    La fonte è un ex agente, “di provata affidabilità”. E, con il Psiup, pure i comunisti di San Marino hanno ricevuto un po’ di sollievo: 100mila dollari è il conto tra il ’70 e il ’77. (12 ottobre 1999). Esistono ancora documenti più dettagliati, alcuni riportati fedelmente nel libro di Mario Riva, edito da Mondadori, intitolato “Oro da Mosca” .

    Il settimanale panorama inoltre pubblica un’interessante tabella con i dettalgi dei finanziamenti:Sono da anni a disposizione dei Magistrati della Procura della repubblica di Roma i dossier e i documenti originali inviati dalla magistratura russa, dopo la caduta del regime. A tutt’oggi non è stata aperta ancora un indagine che abbia dato qualche risposta.

    LA RELAZIONE ZASLAVSKY

    Il Senatore Giovanni Pellegrino, presidente della Commissione Stragi, ha commissionato al Prof.Victor Zaslavsky, ordinario presso l’univeristà Luiss di Roma, una relazione sui documenti ufficiali in possesso dei magistrati e della commissione stessa, riguardanti i finanziamenti illeciti al PCI da parte del PCUS: non sono state esaminate le veline del caso Mitrokhin o le relativeschede dell’omonimo dossier, ma atti ufficiali inviati dai magistrati sovietici a quelli italiani una volta aperti gli archivi del KGB in seguito alla caduta del muro di Berlino.

    La relazione dimostra che il PCUS aveva una particolare attenzione per il PCI sin dagli anni ’50, al quale elargiva cifre molto consistenti rispetto ai relativi partiti di altre nazioni.. Nel 1967 il PCI paventa un colpo di stato probabilmente sulla scia delle rivelazioni giornalistiche del Golpe Sogno. Il PCI chiede aiuto al KGB che attiva il Quarto Dipartimento per preparare un piano d’azione. Tre membri del PCI furono inviati in URSS e addestrati come operatori radio. Il PCI quell’anno, come quello precedente, ricevette un finanziamento di 5,6 Milioni di dollari.

    Interessante la politica del PCUS adottata quando il PCI si dissociò dalle azioni di Praga del 1968: invece di dare una lezione ai dissidenti del PCI di Berlinguer, come da molte parti sostenuto, il PCUS adottò astutamente la politica del bastone e della carota.

    Quell’anno la direzione del PCUS decide di aumentare sensibilmente i gia sostanziosi finanziamenti al PCI, passando dai 3,7 milioni di dollari previsti ai 7 milioni di dollari, come conferma la relazione Zaslavsky, con il preciso intento di annacquare la reazione italiana contro l’invasione russa della Cecoslovacchia.

    Secondo poi il dossier Mitrokhin, Longo, Berlinguer e Cossutta accettarono di mitigare le proprie posizioni. Il documento di condanna scritto dal PCI però conteneva ancora «…delle posizioni errate.» come venne siginficativamente scritto in un rapporto di un rappresentante del Partito Comunista Cecoslovacco che sensibilizzò la dirigenza del PCI.. Risultato: da Msoca arrivò soltanto la prima trances di dollari, alcuni falsi, che il PCI rispedì con gli appositi metodi occulti alla residentura del KGB. Il PCI non era più affidabile e la somma fu ridotta a 3,8 milioni di dollari. Interviene su segnalazione dell’ambasciatore sovietico a Roma, Armando Cossutta.

    Nel 1972 in Italia cì’è la campagna elettorale e Longo scrive a Breznev per richiedere finanziamenti (telegrammi del 6 e 28 marzo). Breznev risponde con la seguente scrittura: «Caro Compagno Longo, come ben tu sai abbiamo stanziato altri 500 mila dollari . Con tale cifra quest’anno arriviamo ad un totale di 5,7 milioni di dollari. Sfortunatamente al momento non abbiamo altre possibilità.»……..

    sinistra non è comunismo);

  20. ma come fazzo fai a vedere da una foto se le jeep sono ferme o si stanno muovendo

  21. Hai perfettamente ragione, intendevo dire 1…10…100…1000…10000… carogne comuniste che facciano la stessa fine di Carlo Giuliani

  22. Tra le rivelazioni di Mitrokhin e dei suoi documenti, ci sarebbero le localizzazioni di depositi di attrezzature per radiotrasmissioni in codice e qualche arma, nonché altro vario materiale, nella zona dei Castelli Romani.

    L’Ammiraglio Battelli, attuale comandante del SISMI, ordinò ai Carabinieri di intervenire per confutare le rivelazioni giunte al SISMI, che risultarono tutte verificate: nella zona suddetta furono ritrovati trasmettitori in codice, materiali per allestire stazioni radio e vari altri oggetti utili ad attività di spionaggio, di fabbricazione sovietica, a quanto pare a disposizione di taluni attivisti del PCI che sapevano di tali depositi ed erano pronti ad utilizzarne la attrezzature per gli scopi ordinati dalla direzione del KGB.

    LE ANTICIPAZIONI DELLA STAMPA

    Riportiamo un articolo del quotidiano “La Repubblica” sul tema:

    Armi, depistaggi e caccia alle divise dei carabinieri Nel 76 l’elenco di oltre 30 agenti. Le radio sepolte a Roma

    L’arsenale segreto di Mosca

    ROMA – Spiare. Disinformare. Infiltrare. Ma anche seppellire in una rete di nascondigli radio e dollari. O immagazzinare divise dei carabinieri. Erano anche questi i compiti della residentura del Kgb a Roma. Un rapporto del 1970 rivela che uno dei compiti del servizio segreto sovietico a Roma era quello di “procurarsi e inviare alla Centrale esemplari di uniformi di militari di truppa, ferrovieri, guardie forestali, poliziotti e carabinieri”, insieme a “gradi di ufficiali e soldati degli alpini” e agli “indumenti civili usati dalla popolazione locale nei casi di atterraggio”. Evidentemente i sovietici volevano confondersi rapidamente tra i civili e disorientare i militari, durante un possibile tentativo di infiltrazione.

    Naturalmente non era questa la principale attività del Kgb in Italia, una rete di spie divisa in tre “distaccamenti speciali” che nel 1976 era composta da 21 agenti (di cui 16 operativi), 7 contatti riservati e 9 agenti di nazionalità sovietica, e spendeva circa 100 mila rubli l’anno (dai 95 mila 300 rubli del ’75 ai 118 mila del ’78). Ogni anno la residentura compilava il bilancio delle attività di disinformazione effettuate, definite “misure attive”. Per il 1975, per esempio, il residente potè elencare a Mosca dodici voci diverse: “48 articoli diffusi, 10 conversazioni di influenza, 4 appelli fatti, 4 operazioni di spedizione postale, 2 lettere anonime distribuite, 6 interpellanze parlamentari, 1 conferenza stampa, 1 conferenza di altro genere, 4 documenti verbali disseminati, 1 delegazione riunita e mandata fuori, 2 operazioni di volantinaggio”.

    C’era un ufficio che si occupava, su precise direttive di Andropov, di intercettare con ricevitori a onde ultracorte, separatori di canale e registratori le comunicazioni militari e diplomatiche tra le ambasciate romane e i loro paesi (solo nel 1971, la rete sovietica intercettò 62 mila cablogrammi cifrati di 60 paesi).

    Un altro ufficio si occupava di azioni militari, come l'”operazione Zveno”. Per “distrarre l’opinione pubblica da ciò che accadeva in Cecoslovacchia” i sovietici prepararono nel 1968 un attentato all’oleodotto Italia-Germania, nel tratto austriaco del Bodensee, in modo che venisse considerato “una risposta da parte degli estremisti italiani alle azioni di sabotaggio dei terroristi del Sud-Tirolo”. Il Kgb acquistò il materiale necessario, ma poi all’ultimo momento l’attentato fu rinviato a “un altro momento conveniente”.

    Tra il 15 aprile 1962 e il 15 maggio 1966, poi, il Kgb aveva piazzato potenti radio ricetrasmittenti intorno a Roma, in cinque nascondigli accuratamente memorizzati. Uno sulla via dei Laghi, uno vicino Artena, uno a Marino, uno a Riano e l’ultimo a Poggio Moiano. Più tardi, alcune radio furono recuperate, altre no. In ogni caso, solo il Kgb avrebbe potuto utilizzarle: ciascun apparecchio conteneva un congegno esplosivo di autodistruzione, chiamato Molniya, che andava disinnescato seguendo precise istruzioni. Altrimenti, il tentativo di aprire il contenitore avrebbe provocato un’esplosione.

    I russi nascondevano anche pacchi di dollari, per ogni eventualità. Una volta aspettarono troppo, prima di recuperare tremila dollari sepolti in un nascondiglio nel 1965. Quando riaprirono il contenitore, otto anni dopo, li trovarono ammuffiti. E inutilizzabili, con grande disappunto della residentura.

    (12 ottobre 1999)

    L’Ammraglio Fulvio Martini, ex comandante del SISMI dal 1984 al 1991 parla di depositi di armi a Nord – est, in particolare in Friuli venezia Giulia, pur specificando che non erano della Gladio Rossa, ma dell’ URSS, da utilizzarsi in caso di invasione. La dichiarazione è riportata nel qutoidiano “Il Gazzettino” del giorno 12/10/1999 data di pubblicazione dei nomi della lista Mitrokhin.

    I NASCO DEL KGB A ROMA

    Sei nascondigli sono riportati nel dossier mitrokhin, ove il KGB nascondeva armi da guerra, bombe, ricetrasmittenti, soldi, documenti falsi, e quant’altro poteva servire agli agenti del KGB per infiltarsi, agire e compiere operazioni in Italia.

    Dalle varie testimonianze, non ultima quella di Martini sopra riporatata, si evince che in italia di questi NASCO ce ne sono molti e non tutti scoperti.

    Trattiamo oar dei 6 depositi romani: tre si sa con certezza che sono stati svuotati nelgi anni ’70 dai sovietici, ma altri tre sono ancora lì e conservano quanto in loro incluso al momento dell’occultamento.

    Ecco la mappa dei nascondigli:

    Tratto dall’Archivio Mitrokhin:

    Fonte sensibile

    Relazione Impedian numero 237

    Data di redazione: 21 agosto 1998.

    Oggetto: Residenza del KGB a Roma Ð Locazione e contenuto dei nascondiglio

    del KGB in Italia.

    Fonte: Un ex ufficiale del KGB di provata attendibilità con accesso diretto ma parziale.

    Data di riferimento: a partire dal 1984.

    ATTENZIONE: Si prega di notare che la fonte è sensibile, il materiale Impedian deve essere visto e trattato soltanto da personale adeguatamente indottrinato.

    Non si dovrà intraprendere alcuna azione prendendo spunto dalla presente relazione e non si dovrà tenere alcuna discussione sul materiale IMPEDIAN al di fuori dell’ambito del Vs. Servizio senza averne preventivamente ricevuto l’autorizzazione dall’ente originatore.

    Residenza del KGB a Roma Ð Locazione e contenuto dei nascondiglio del KGB in Italia.

    A. Il nascondiglio “Mezhozernyy”

    1. Descrizione del tragitto verso Mezhozernyy (zona fra i laghi) e locazione del nascondiglio.

    2. Il 15 aprile 1962 una radio trasmittente BR-3U n. 609072/9126 è stata posizionata in un contenitore impermeabile nel nascondiglio Mezhozernyy.

    3. Il nascondiglio Mezhozernyy è situato a 30 km da Roma in un’area boschiva fra i laghi di Albano e Nemi, al 50 km della Via dei Laghi, sul lato destro della strada in direzione da Roma a Velletri. Lasciando Roma dall’Appia Antica e dopo 17 km (parte finale dell’aeroporto di Ciampino) girare a sinistra per prendere la Via dei Laghi in direzione Veletri.Procedere per 13 km lungo la Via dei Laghi fino all’indicaizone del km 13 e continuare nella medesima direzione per 120 metri oltre l’indicaizone stessa. A questo punto un ampio sentiero gira a destra verso un bosco.Proseguire su tale sentiero per 90 metri fino ad un bivio dove il sentiero si biforca, continuare sul sentiero di destra che inizia 10 metro dopo quattro grandi pietre situate sul sentiero principale. Questi due sentieri determinano la circonferenza di una collinetta. Dopo aver percorso il sentiero di destra per 15 m dal punto in cui si biforcava, girare a sinistra e salire sulla collina per 7-8 metri. Sulla collina e sui suoi declivi ci sono dei buchi, apparentemente rimasti dopo l’estirpazione di alcuni alberi. Fra tutti questi, buchi ce n’è un gruppo di quattro che sono fianco a fianco.

    Il nascondiglio in cui è stato nascosto il carico è un buco quadrato vicino ad un altro grande buco di forma irregolare (figura 8).

    Sul fondo del buco è stata scavata una cavità in direzione della biforcazione del sentiero ed è là che è stato posto il contenitore con la radio a due uscite. E’ coperto da terra e pietre ad una profondità di 55-60 cm. Dopo che il contenitore è stato coperto con 25 cm di terra è stato posto un primo indicatore: due lunghezze di filo verde sono state poste diagonalmente sul posto, poi il contenitore è stato coperto con altri 50 cm di terra, infine un filo giallo è stato ugualmente posizionato sul luogo in direzione diagonale. Il tutto è stato ancora coperto con 55-60 cm di terra. Sul lato opposto di tale buco c’è una grande pietra. La distanza fra la Via dei Laghi ed il bivio Ariccia-Rocca di Papa, misurato sul largo marciapiede proveniendo da Roma, è di circa 1.450 metri.

    4. L’attrezzatura è stata rimossa dal nascondiglio Meshozernyy il 6 febbraio 1970.

    B. Il nascondiglio “Marino”

    1. Descrizione del tragitto verso il nascondiglio Marino e sua locazione. Il 20 settembre 1962 due contenitore sono stati posizionati nel nascondiglio Marino: un taccuino con le istruzioni per la rimozione e l’imballaggio della radio a due uscite ed una capsula contenente le istruzioni per operare sulla radio a due uscite insieme agli schedari relativi alle comunicazioni a una o due uscite. Tutto il materiale era microfilmato in inglese.

    Il nascondiglio Marino constava di una fenditura situata ai piedi di un vecchio albero che si estendeva all’interno del sistema di radici dell’albero stesso. Il nascondiglio era situato a 6 km sulla via dei Laghi dopo aver lasciato Roma. Proseguendo lungo la strada che da Roma va ad Albano, girare a sinistra sulla Via dei Laghi e continuare per 6.3 km. Dall’indicazione del km 6 la strada comincia a girare decisamente proprio di fronte alla cittadina di Marino. Al centro della curva due indicazioni stradali non di metallo segnalano la svolta a sinistra e a destra della strada. Fra l’indicazione di svolta a destra e la strada c’è una zona coperta di vegetazione con bassi cespugli. Fra tali cespugli c’è un vecchio albero situato a 25 metri dalla strada. Il nascondiglio Marino è situato ai piedi di questo albero nel sistema di radici sul lato opposto alla strada, ad una profondità di 25 cm dalla superficie. I due contenitori sono stati involti in celophane e posizionati in una scatola di metallo di dimensioni 18x10x4 cm, i cui angoli sono stati avvolti in nastro isolante. Gli oggetti sono stati coperti con terra e pietre?

    2. L’attrezzatura è stata rimossa dal nascondiglio Marino il 7 febbraio 1970.

    Commento della fonte:

    1. Kovanov V. P. (Valentin Pavlovich) era il Capo Centro del KGB a Roma (1970).

    C. Il nascondiglio “Kollo”.

    1. Il nascondiglio Kollo era situato a 23.5 km da Roma fra i cespugli che crescevano su una collinetta della zona di Monte Perazzo, sulla curva che si trova sulla Via Tiberina in direzione di Riano. Procedendo da Roma lungo la Via Flaminia fino alla collina di Prima Porta, girare a destra e prendere la Via Tiberina, continuando per 9.5 km fino a che la strada si biforca per prendere la direzione di Riano. Proseguire sulla strada per Riano per 750 metri e, su una collinetta sulla sinistra, c’è un pilone dell’energia elettrica contrassegnato con il n. 390. Il nascondiglio è a nord-est (80¡) di questo pilone, precisamente a 4.5 metri dalla base. Il 13 giugno 1964 un radio ricevitore “SVIR-1-M” è stato nascosto nel nascondiglio Kollo. L’attrezzatura è stata situata ad una profondità di 50 cm. In una data successiva la residenza ha condotto un’ispezione visiva di questo luogo su ordine della Centrale, ma ha scoperto che il pilone indicatore era stato rimosso (cfr.item 158/d). Un radio ricevitore “SVIR” è stato nascosto in questo nascondiglio. I segnali per ritrovare il nascondiglio erano i seguenti:

    – accanto al pilone di energia elettrica n. 390, sulla strada che dalla Via Tiberina va a Riano (750 metri circa dal luogo in cui la strada per Riano si biforca dalla Via Tiberina);

    – -accanto alla collinetta dove è situato il nascondiglio esistono degli indicatori stradali sotto forma di piccoli segnali di pietra che indicano i 100 metri di distanza dai cartelli del chilometraggio. Le pietre in questione sono contrassegnate dai numeri II e III. Il nascondiglio Kollo si trova a nord-est (80¡) del pilone di cemento, precisamente a 4.5 metri dalla base. L’attrezzatura è confezionata in una scatola di legno i cui lati sono di 1.5 cm di spessore, situata a 50 cm di profondità. La distanza di 4.5 metri dal pilone indica il centro esatto del nascondiglio.

    Su istruzioni della Centrale nel 1971 la residenza ha fatto un tentativo di rimozione dell’attrezzatura dal nascondiglio Kollo. Un’ispezione visiva ha rivelato che il pilone di indicazione n. 390 era stato rimosso. A parere della residenza era dunque impossibile trovare l’attrezzatura sotterrata.

    2. La residenza del KGB di Roma non ha ritrovato il radio ricevitore “SVIR” nel nascondiglio Kollo (1970).

    Commento della fonte:

    1. Cfr. piantina allegata.

    2. Kovanov V. P. (Valentin Pavlovich) era il capo centro del KGB a Roma (1970)

    D. Il nascondiglio “Bor”

    1. Il nascondiglio Bor è stato istituito dalla residenza del KGB di Roma

    2. Il nascondiglio Bor è situato vicino ad un pilone in cemento armato circa 60-70 metri a sinistra dell’indicazione del Km 34 (provenendo da Roma) sulla strada nazionale n.215 in direzione da Grottaferrata ad Artena (approssimativamente a sud-est di Roma). Circa 40 metri prima dell’indicaizone del km 34, a sinistra della strada n. 215 (di fronte al segnale stradale “di bivio”) una strada di campagna si addentra in direzione di un bosco. Circa 70-75 metri su tale strada, lungo il tratto rurale e 10 metri a sinistra di esso, c’è un pilone in cemento armato che sostiene dei fili elettrici, nascosto da ungiovane albero Il nascondiglio Bor è situato 9.5 metri a sud (a 180¡) del pilone in cemento armato, il quale si trova a 40-45 metri a sinistra dell’indicaizone del km 34 sulla strada n. 215, proveniendo da Grottaferrata in direzione Artena. I segnali sono i seguenti: – un albero con un diametro di 20 cm posto a 10.5 metri dal pilone di cui sopra, a 180¡. Il nascondiglio è stato costruito a 1.40 metri dal suddetto albero, ad un’angolazione di 30 gradi .

    L’indicazione sulla strada e la seguente circa 40 metri prima della suddetta indicazione del km 34, a sinistra sulla strada n. 215, di fronte ad un’indicaizone stradale “di bivio”, una strada di campagna parallela si getta in un bosco. Il nascondiglio contiene due radio ricevitori “SVIR” e l’operazione è stata realizzata il 31 maggio 1966. I numeri seriali dei ricevitori “SVIR” sono 2123 e 2133. I due radio ricevitori “SVIR” sono stati posizionati nel nascondiglio dalla residenza di Roma del KGB.

    E. Il nascondiglio “Fosso”

    1. Il nascondiglio Fosso è stato istituito dalla residenza di Roma del KGB. Una radio a due uscite BR-3U n. 624742/2334 è stata nascosta nel nascondiglio Fosso. L’operazione è stata realizzata il 7 febbraio 1966. La radio trasmittente è stata situata nel nascondiglio dalla residenza di Roma del KGB. Il nascondiglio Fosso è situato a 200 metri dal bivio sulla Vecchia Salaria Roma-Rieti, viaggiando sul tratto in direzione di Poggio Moiano sulla strada nazionale n. 314. Prima di giungere al punto di biforcazione (58 km da Roma), la Vecchia Salaria Roma-Rieti attraversa un ponte di pietra su un piccolo fiumiciattolo. Circa 800 metri dal punto di biforcazione una linea aerea di alimentazione elettrica su piloni in cemento armato attraversa la strada n. 314, mentre un piccolo torrente passa al di sotto. 10-15 metri prima del piccolo ponte sul fiume, a sinistra della strada n. 314, un viottolo di campagna sale su una collinetta, parallelamente alla linea di alimentazione elettrica. Una radio a due uscite è stata nascosta a 7.5 metri dal secondo pilone partendo dalla strada n. 314 e a circa 0.5 metri a sinistra della linea di alimentazione elettrica situata di fronte a detto pilone. L’angolazione del nascondiglio è di 225 gradi. Le istruzioni sono state situate a 1.10 metri (angolazione 10¡) dal grande albero (quercia) che cresce 7 metri a sinistra del viottolo di campagna, partendo dalla strada n. 314, e circa a 20 metri dal primo pilone elettrico dopo aver lasciato la strada n. 314.

    2. Il radio trasmettitore BR-3U n. 624742/2334 era dotato di un dispositivo di sicurezza esplosivo “Molniya” (illuminante). La radio trasmittente ed i ricevitori non erano stati rimossi dal nascondiglio; erano stati cancellati dall’inventario della Direzione S del KGB FCD. Nel novembre 1974 la Centrale ha deciso di non rimuoverli dal nascondiglio. Il valore della rice trasmittente era di 3.896 rubri, mentre quello dei ricevitori era di 998,50 rubli. Il ricevitore “SVIR” era valutato circa 1999,34 rubli. Questo era il prezzo dello stesso apparecchio radio, senza contare il costo dell’imballaggio. Commento della fonte: Cfr. Piantina allegata.

    F. Il nascondiglio “Form”

    1. Il 2 ottobre 1965 un pacchetto con 3.000 dollari Usa è stato nascosto nel nascondiglio Form.

    2. Nel marzo 1973 la residenza ha rinvenuto un pacchetto con 3.000 dollari Usa dal nascondiglio. I dollari erano inutilizzabili, in quanto si erano deteriorati per essere stati conservati per troppo tempo in condizioni di umidità.

    Commento della fonte:

    1. La fonte non ha fornito ulteriori informazioni sul nascondiglio Form.

    2. Cfr. LAMPERS, relazione n. 3409 con le “Istruzioni per disarmare il dispositivo esplosivo Molnyia”.

    RISERVATO*

    L’AZIONE DI CONTROSPIONAGGIO

    DEI NOSTRI SERVIZI SEGRETI

    Le Segnalzioni del Gen. Viviani al Governo Andreotti

    Come è stato possibile che i servizi segreti del blocco sovietico abbiano poututo agire con disinvoltura e libertà nell’appianare i propri intenti all’interno dei confini italiani? Sicuramente al primo posto in ordine alle ragioni c’è da porre l’oggettiva difficoltà nel controllare, solamente a Roma, 120 ambascate accreditate presso lo Stato Italiano e altre 80 accreditate presso lo Stato del Vaticano, senza considerare le varie delegazioni della FAO.

    Insomma, migliaia di “diplomatici” alcuni reali, altri sotto copertura diplomatica per oparzioni di intelligence.

    Al secondo posto c’è invece da porre la sostanziale sottovalutazione del fenomeno da parte degli organi politici, ne è prova il fatto che nel 1972, il Gen. Ambrogio Viviani, capo del controspionaggio del SID, segnalò la necessità di espellere dai confini nazionali 21 diplomatici russi, in realtà agenti segreti del KGB, richiesta cestinata dal Governo di allora, presieduto da Giulio Andreotti.

    Lo stesso anno, il governo Inglese rispedì alla Lubjanka non meno di 105 spie russe!

    Le Operazioni di Controspionaggio dell’Ammiraglio Martini

    Qualche cosa cambiò nel 1984 con l’arrivo al SISMI dell’Amm. Fulvio Martini, che per prima cosa rimise in piedi i centri di controspionaggio, smantellati nel 1980.

    Egli ordinò inoltre una serie di intercettazioni telefoniche 24 ore su 24, 365 giorni all’anno sui telefoni di tutte le sedi sovietiche in Italia, passando poi al contrattacco con operazioni di “intossicamento” ovvero di disinformazione, cioè notizie false studiate apposta al fine di indurre in errore gli uomini del KGB.

    Martini non si fermò qui, andò ben oltre: pochi mesi prima della caduta del muro di Berlino, il servizio di controspionaggio ascoltò alcuni agenti del KGB che ironicamente ridacchiando chiamavano quelli del SISMI gli “italianucci”.

    Per dare una lezione ai sovietici, Martini decise di utilizzare una sorte di “legge del contrappasso” verso gli agenti del KGB, utilizzando i loro stessi metodi, che furono utilizzati verso il capo della residentura del KGB in Italia, tale Valentin Antonovic Akimov.

    Ben 15 auto del SISMI non lo mollarono per un paio di giorni quando usciva dall’ambasciata sovietica. Alla fine Akimov fu costretto a farsi portare all’aeroporto e prese il primo volo per Mosca.

    Da quel giorno, a quanto apre, Roma non fu più “città aperta” per il KGB.

    ——————————————————————————–

  23. Sei un gransissimo ignorante squallido deficiente….E’ suonata la sveglia l’11 settembre a N.Y.????Ok da domani cominceremo tutti a fare attentati,spaccare Mcdonald,rubare i soldi a chi lavora e abolire la proprietà privata.Cio che mio è anche tuo….Che schifo!!!Di mio potrei darti solo qualcosa…..

  24. Questo è CASARINI:

    COMUNICATO STAMPA

    13.10.2000 Bologna, sgombero TPO:

    Casarini denunciato per istigazione a delinquere E’ stato fissato per il prossimo 24 ottobre l’interrogatorio del portavoce dei centri sociali del nordest Luca Casarini che deve rispondere dell’accusa di “istigazione all’incendio e al danneggiamento” e di “minacce gravi” nei confronti della ditta EDILFAST s.r.l., ditta che ha materialmente effettuato lo sgombero del TPO lo scorso 21 Agosto. L’accusa è contestata dalla Procura Generale di Bologna e si riferisce ad un intervento fatto da Casarini in assemblea a Bologna subito dopo lo sgombero, e riportato sui giornali. Nell’intervento “incriminato” Luca parlò della necessità di rispondere allo sgombero subito, di assumere il fatto che la violenza erano stati loro a volerla, e che se volevano le barricate, il fuoco e la benzina, visto che il dialogo era stato unilateralmente interrotto, le avrebbero avute. Rispetto alla ditta privata queste le testuali parole citate dall’accusa: “.Anche la ditta privata deve avere paura. Sono lavori sporchi e in passato chi li ha fatti ha già avuto quello che si meritava”.

    Le dichiarazione fatte da Luca nell’assemblea tenutasi in via Ranzani la sera del 21 agosto erano e sono condivise dal TPO e dall’assemblea stessa nella quale erano presenti decine di persone di altre città venute a portare solidarietà concreta al TPO. Ritenevamo e riteniamo tutt’oggi che ogni azione che va a difendere i tuoi diritti sia legittima. Ritenevamo e riteniamo che il TPO sia legittimato dalla sua storia a prendersi uno spazio dove portare avanti i propri progetti.

    Chi butta benzina sul fuoco non siamo noi, ma chi continua a credere che le città si governano con assessori superpoliziotti, sistemando telecamere in tutte le strade, chiudendo i parchi e le piazze con cancellate e aprendo processi contro chi porta avanti istanze sociali. I frutti dell’assessorato alla sicurezza sono sotto gli occhi di tutti.

    Questa estate qualcuno sperava di cancellare la nostra esperienza, purtroppo per lui noi siamo ancora qui più vivi e vitali di prima. La prossima settimana le attività del TPO riprenderanno nei nuovi spazi di Via Lenin. Il 24 ottobre saremo a fianco di Luca a rivendicare insieme a lui quello che abbiamo dichiarato dopo lo sgombero del TPO, saremo a fianco di Luca come tutte quelle realtà che sono state al nostro fianco per riconquistare uno spazio.

    TPO

  25. Si:berlusconi, bush ma anche casarini, bertinotti, fassino e qualche migliaio di terroristi che questi difendono aggiungi qualche altro migliaio di ladri dalla ex jugoslavia un altro migliaio di spacciatori marocchini. e gia siamo in troppi, sara meglio riaccendere i forni!

  26. SEI UN GRANDE!!

    Ma il Duce era troppo buono, ora ci vorebbe qualcuno di un po più severo con questi comunisti!

  27. il fono lo accendiamo me quello i casa tua per ficcarci dentro quella tua mente ottusa che ti ritrovi. ed il bello è che non riesci a capire la gravità delle tue stronzate è gente come te porta all’assasinio di un ragazzo di 20 anni, è il tuo modo di pensare che ci opprime che non ci lascia parlare,che fà salire al governo un nano che ha solo stronzate nella sua testa pelata, e per colpa tua che le certezze per le quali i nostri padri hanno lottato stanno scomparendo………… sei uno stronzo!

  28. da quello che ho letto fino ad ora è emersa solo una cosa: che tu sei un coglione! una pistola=arma da guerra? ma porca troia anche se non è da guerra è sempre una pistola la sostanza non cambia!

  29. carlo e’vivo e sara’ sempre con noi…in qualunque modo voi la pensiate…bastardi fasci di merda!!!”L’unico fascio che accettero’sara’quello morto”

  30. Sei solo un povero deficiente che non meriti manco l’aria che respiri brutto testa di cazzo ma vai a lavorare squotters di merda tu e tutti quelli della tua sporca razza.

  31. Ma che carlo è vivo! Ma vai a spararti un colpo in testa brutto coglione! Ammazzatevi tutti che ci fate un favore che non valete manco i soldi che occorrono per fabbricare una cartuccia!

  32. mi pento solo di non essere stata lì quel giorno. sono contenta di essere comunista e soprattutto di pensare con la mia testa, valutando tutti i fatti che non sono solo quelli che ci rifilano le reti nazionali, di Berlusconi e i suoi giornali. avvrei pianto comunque se fosse morto quel carabiniere al posto di Carlo Giuliani. bisognava solo distogliere l’ attenzione dell’ opinione pubblica da quello che i grandi stavano decidendo. ci sono riusciti. LORO VOLEVANO SOLO UN MORTO ANCHE SE LO CERCAVANO DALLA LORO PARTE.

  33. dovevi andarci cosi almeno ammazzavano anche te e ci levavamo dalle palle un’altra zecca comunista

  34. A quasi un anno dai fatti siamo ancora qui a discutere ma difficilmente ci troveremo mai d’accordo. Perchè continuate ad interpretare le foto?

    1. Come si fa a dire bestialità dele tipo “il gippone era a 4 metri dal muro”? Non avete visto il cassonetto su cui un ragazzo di 20 anni, gravemente minacciato, ha schiantato il gippone?

    2. Finitela di ragionare come nei film americani (era freddo ed addestrato, hanno inscenato l’investimento per coprirsi, etc.) era PANICO e nessuno penso possa chiedere alle nostre forze di polizia di immolarsi per il sollazzo di alcuni ragazzini annoiati che sobillati da irresponsabili non sanno come altro trascorrere il tempo. (Protesta civile? di civile non c’è stato niente!)

    3. Aspettiamo la sentenza del processo prima di chiacchierare. (hanno sparato in due, no uno, no due, tre colpi, anzi quattro… boh?)

    4. L’avv. Pisapia fa il suo lavoro, non è un oracolo.

    Depistaggi:

    1. Il primo è stato opera del GSF. Vi ricordate le prime foto dell’assalto al gippone diffuse da TG5? Due bande azzurre verticali coprivano casualmente gli altri assaltatori ai lati della macchina, si vedeva il solo Giuliani fronteggiare una pistola malamente impugnata da un Carabiniere. Più tardi altre foto vengono diffuse rivelando il reale scenario.

    2. Casarini mostra i bossoli sparati per le strade di genova pensando di prendere per i fondelli gli italiani che vengono prontamente informati da una nota del ministero.

    Sono molto dispiaciuto per la speculazione, politica?, che si fa su un morto e sul suo involontario carnefice.

    Sono molto dispiaciuto che i veri responsabili del fatto continuino ad agitare altri giovani e rimangano impuniti.

  35. cerco di capire e…non riesco a darmi una risposta….a nessuno si augura mai la morte…ma se e’ vero che il carabiniere al momento di arruolarsi dovrebbe sapere quali sono i probabili rischi della sua scelta…altrettanto dovrebbe un ragazzo che manifesta non pacificamente…e non mi fate sentire cazzate del tipo reagiva alle cariche…se sei un guerriero e credi nella tua causa accetti le conseguenze dei tuoi gesti qualunque siano queste conseguenze… altrimenti sei solo un ipocrita.

    Ultima cosa…mi ha fatto male sapere che il padre si sia candidato per i DS a Genova…non so perche’ ma mi sa tanto di strumentalizzazione…perche’ farlo dopo la morte del figlio e non prima???

    Manifestare e’ un diritto sacrosanto..ma sempre nel rispetto delle regole…non mi munisco di caschi(peraltro vietati durante una manifestazione) e imbottiture, se non so gia’ di dover affrontare delle cariche magari contravvenendo a delle regole.

    Ragazzi ne ho fatte di manifestazioni, ma se non facevo lo stronza non ho mai preso una manganellata.

    Un saluto a tutti

  36. cerco di capire e…non riesco a darmi una risposta….a nessuno si augura mai la morte…ma se e’ vero che il carabiniere al momento di arruolarsi dovrebbe sapere quali sono i probabili rischi della sua scelta…altrettanto dovrebbe un ragazzo che manifesta non pacificamente…e non mi fate sentire cazzate del tipo reagiva alle cariche…se sei un guerriero e credi nella tua causa accetti le conseguenze dei tuoi gesti qualunque siano queste conseguenze… altrimenti sei solo un ipocrita.

    Ultima cosa…mi ha fatto male sapere che il padre si sia candidato per i DS a Genova…non so perche’ ma mi sa tanto di strumentalizzazione…perche’ farlo dopo la morte del figlio e non prima???

    Manifestare e’ un diritto sacrosanto..ma sempre nel rispetto delle regole…non mi munisco di caschi(peraltro vietati durante una manifestazione) e imbottiture, se non so gia’ di dover affrontare delle cariche magari contravvenendo a delle regole.

    Ragazzi ne ho fatte di manifestazioni, ma se non facevo lo stronzo non ho mai preso una manganellata.

    Un saluto a tutti

  37. Sono il consulente medico della famiglia Giuliani.

    Il testo che hai scritto è interessante.

    I motivi che voglio sottolineare sono diversi.

    1 – Non c’è legittima difesa da parte dello sparatore. Pistola contro estintore vuoto presuppongono una disparità offensiva lampante.

    Se c’è qualcuno che pensa il contrario prenda un estintore e mi dia una beretta cal. 9. Io starò dentro al defender e prometto di sparare non quando ha l’estintore in mano, ma dopo che avrà lanciato.

    2 – Perfettamente giusta la tua tesi di omicidio volontario. Omicidio iniziato con un colpo di pistola e poi continuato con lo schiacciamento del Giuliani da parte di un Land Rover del peso di oltre 2 tonnellate.

    Chi volesse contattarmi può farlo

    govonicarlo@libero.it

    oppure 335.8040811

    Cordiali saluti Carlo Govoni

  38. Dove sono le camionette andate a fuoco?

    C’è stato un blindato che è stato bruciato, ma dopo che gli occupanti sono usciti.

    Non credo che nessuno sia mai andato a Genova con l’idea di mettere al rogo tre o quattro carabinieri.

    L’assalto alla camionetta CC AE 217 è praticamente una invenzione. La camionetta è integra, con l’eccezione di alcuni vetri rotti. (posteriore e lato destro). Tra rompere due vetri e volontà di uccidere o, come tu sostiene, di bruciare dei carabinieri, mi sembra che ci sia un abisso.

    Osserviamo i filmati e vediamo che una aggressione al Land Rover non c’è mai stato.

    Carlo Govoni

    335.8040811

    govonicarlo@libero.it

  39. discutiamo su due ragazzi che non hanno avuto ne torto ne ragione, uno manifestava in modo esagerato le proprie idee, l’altro cercava una via d’uscita senza riuscire a vedere…Carlo è morto. Pacanica anche se dice di non pensarci spesso se lo porterà sempre dentro.Il fatto è che come sempre in ogni battaglia i “potenti” se ne stanno chiusi in un castello invalicabile mentre fuori la gente comune viene spinta alla guerra…

    Sono sempre le persone comuni coinvolte in situazioni del genere, ma nella zona rossa di Genova, quel giorno, quanti caffè hanno bevuto i signori che se la stavano a raccontare??????

    Parliamo, parliamo, intanto Carlo non c’è più, e nessuno merita di morire, una famiglia è a pezzi, a sua madre, e parlo da mamma, chi restituisce l’amore che ha cresciuto senza pensare che un giorno se ne sarebbe andato così?????

    io sono molto vicina alla madre, dite quel che volete…

    Slatka

  40. Continui a fare il consulente medico. Per la difesa legale lasci spazio a chi è più competente. Distinti saluti.

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