corsi e ricorsi storici

Gli USA tengono in ostaggio il mondo. E se questo non è terrore….
Ormai è chiaro che la comunità internazionale è chiamata a risolvere i conflitti originati dall’inettitudine
americana nello scegliersi gli alleati, basti pensare al conflitto americano per eccellenza, la guerra in Vietnam, è stata combattuta contro un ex amico:Ho Chi MInh, sul libro paga dell’OSS (la mamma della CIA) era stato un’utile alleato nell’esclusione dei francesi dal Sudest asiatico. A chi potrebbe argomentare che in quell’occasione si trattò di un’intervento solo americano, va ricordato che quelli erano gli anni della forzata parità col “Dollaro”, e l’Europa ed il Giappone erano costretti, in base agli accordi di Bretton Woods,ad aquistare dollari (che all’epoca venivano stampati come volantini pubblicitari di una nuova pizzeria…) finanziando di fatto lo sforzo bellico Statunitense.

Noriega,Saddam H., Bin Laden, sono tutti ex impiegati USA, chi per una ragione o l’altra. Una volta inutili o inutilizzabili, gli USA hanno imparato a chiamare (il Vietnam docet) a raccolta la comunità internazionale per aiutarli a licenziare-con o senza giusta causa-l’operaio diventato obsoleto, come fanno alcuni in Italia con le ” Colf “.

In occidente gli effetti della prima dittatura globale sono elettronici: è una civiltà individualizzante interpolata,dove l’impero sta negli angoli e dove la guerra permanente è la pace,una pace che uccide senza spruzzarci di sangue,che crea l’illusione che l’orrore è lontano e ci e alieno. L’obbiettivo della guerra permanente è quello di cancellare il senso di ciò che stiamo vivendo: l’orrore non ci appartiene, più o meno come argomentano i sostenitori dell’intervento in Iraq, tentano di venderci una crociata contro gli infedeli, separando il mondo per bande quando ormai tutto è interconnesso, “G L O B A L” .

Lo scontro fra civiltà è uno specchietto per le allodole, più per rinforzare l’orgoglio difensivo che per capire in maniera critica l’interdipendenza tipica del nostro tempo. Si potrebbe dire che la globalizzazione ha compiuto il cerchi perfetto: ha riempito il nord di sudisti, ha contaminato il centro e le periferie, ha portato gli orientali in occidente ed a Manhattan la guerra, a questo punto non più elettronica,che fino ad oggi si è combattuta altrove.p> Con la globalizzazione sono finiti i luoghi tabù e noi, metropolitani, non possiamo più ignorare il mondo realmente esistente. Perchè i barboni dormono nell’androne delle nostre porte, perchè le mani nere di un’africana cullano i bimbi, perche l’AIDS che decima gli africani lambisce la gioventù dorata europea, perchè i globalifonici sono global ed i terroristi anche.

Le difficoltà che la coalizione incontra sono il sintomo di una difficoltà che investe tutto il mondo occidentale in generale e l’Italia in particolare. I vecchi alleati, quelli che consentirono la cacciata di Saddam sono oggi i più accesi resistenti in Iraq, anzi la popolazione che, spinta da un durissimo embargo che ha fatto centinaia di migliaia di vittime, avrebbe dovuto ribellarsi ad una sanguinosa dittatura, oggi imbraccia fucili e si imola contro gli “invasori”, quelli che il governo e parte dell’opposizione definisce i “pacificatori”. Ma qual’è la dittatura è più pericolosa?

Quella che mostra cadaveri per strada o quella che,grazie alla concentrazione dei mezzi di comunicazione di massa, uccide la personalità e trasforma l’italia in un incubo alla Romero, zombi che divorano altri esseri umani per poter continuare a vivere una parvenza di vita? L’intervento in Iraq è stato concepito sulla menzogna,ed il popolo che avrebbe dovuto ingoiare grato la cioccolatadegli alleati, ha detto di no.

Questo sarebbe sufficiente per consigliare unritiro immediato delle truppe italiane o alla loro sostituzione con un vero contingente di pace, composto da medici, infermieri, ingegneri, mediatori culturali, cittadini italiani ed immigrati appartenenti alla cultura e religione dell’oppresso popolo Irakeno, che faccia sentire che il nostro è veramente uno sforzo di pace.

Basterebbe poco per manifestare che noi,il popolo, ripudia la guerra. Ma questo poco è al di là delle menti corte ed asservite ai sondaggi di chi ci governa. E purtroppo anche di buona parte della nostra opposizione. Perchè non è più sufficiente il giochino tattico dell’abbandono dell’aula parlamentare e dello sventolare “inutile” delle schede di voto. No, se davvero errare è umano e perseverare è diabolico,chiedo con forza che chi oggi è all’opposizione e ieri governava, e durante il suo governo ha consentito il bombardamento delle popolazioni inermi in Serbia, abbia il coraggio di dire che è stato un errore disgustoso e tragico.

Chieda scusa,e tenti di rientrare nei cuori di chi dice no alle guerre, di chi dice si si si al dialogo ed alla convivenza.

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