le spese anomale dei disubbidienti

Duecento attivisti della “Rete per il reddito” hanno bloccato
le casse e distribuito gratuitamente prodotti ai clienti
“Spesa sociale” al supermercato
prima del corteo dei precari
Ottantasette persone sono state identificate
In migliaia hanno sfilato per le strade di Roma

La protesta all’ipermercato romano

ROMA – Nel 1977 la spesa proletaria era pratica diffusa. Oggi, a distanza di anni, un gruppo di disobbedienti ha riproposto lo stesso schema di anni fa. Teatro dell’ azione è stato un supermercato della Capitale, “assaltato” da un centinaio di disobbedienti al grido “oggi non si paga”. Tra gli altri, c’ erano Luca Casarini, Nunzio D’ Erme e Guido Lutrario. Un’azione ripetuta nel pomeriggio in una libreria Feltrinelli in pieno centro. Le due azioni però potrebbero costare caro ai manifestanti: usando foto e filmati la digos ha identificato 87 persone.

Stamattina, nel supermercato Panorama cento Disobbedienti, dopo aver riempito i carrelli di merce, si sono presentati alle casse pretendendo di pagare un “prezzo politico”, e cioè il 30% di quanto indicato. Ottenuto il via libera dalla direzione del grande magazzino, sono usciti dal supermercato, per poi distribuire gli articoli alle persone che si trovavano sul posto. Peraltro, secondo quanto riferito da alcuni dei presenti, la direzione del supermercato avrebbe anche concordato con i Disobbedienti alcuni prodotti da poter portare via senza pagare. Lutrario ha spiegato che con il blitz si è voluto “contestare il livello troppo alto del costo della vita, che ormai è diventato insopportabile. Anche se si ha un lavoro, seppur precario, non si ha garantito il diritto di vivere per tutto il mese”.

Quindi le circa duecento persone hanno abbandonato il supermercato e si sono avviate verso la stazione metropolitana di Pietralata. “Abbiamo contattato il direttore del supermercato e da accordi presi non ci dovrebbe denunciare. L’auto-riduzione del reddito è avvenuta attraverso l’auto-distribuzione delle merci prese dentro”, ha spiegato Anubi Lissorgiu D’Avossa, dei Disobbedienti.

Dopo la “spesa proletaria”, i manifestanti della Rete per il reddito hanno quindi raggiunto nel primo pomeriggio piazza della Repubblica per sfilare in corteo fino a piazza Navona. Un corteo colorato tra musica, canti e balli per dire no al precariato. “Siamo disoccupati organizzati, precari a vario titolo, lavoratori in nero: insomma una consistente rappresentanza dell’universo del precariato sociale, dell’infinita flessibilità, delle forme di sfruttamento generalizzato e della moderna disoccupazione strutturale” dicono i rappresentanti di Red Link, tra gli organizzatori del corteo con in testa la statua di san Precario, una donna con sei braccia, uno dei tanti carri allegorici che stanno sfilando nella capitale. “Oggi inizia un nuovo 1977. La gente inizia ad autorganizzarsi contro il carovita e per riappropriarsi del diritto al reddito. Questa grande alleanza dei precari entra come un cuneo nelle questioni programmatiche”.

Nel pomeriggio un piccolo gruppo di disobbedienti ha compiuto un’altra azione dimostrativa. Al grido di “Questa è una spesa proletaria”, il gruppo di persone è entrato all’interno di una libreria Feltrinelli del centro storico, portando via libri e altro materiale.

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