La malauniversita’ : cronache di ordinaria ingiustizia

I finanziamenti del Fondo Sociale Europeo sono una fortunata forma di speculazione del terzo millennio.
Racconteremo qui una storia di spreco del denaro pubblico, voci piu’ sospettose la chiamerebbero forse indebita gestione del denaro pubblico, che sia il lettore a giudicare e a scegliere la propria morale. I protagonisti di questa storia sono 207.994,35 euro, 20 giovani disoccupati e un gruppo di persone, che d’ora in avanti chiameremo “l’Organizzazione”, formalmente facente capo alla pubblica Universita’ .

Ma cominciamo dal principio. C’era una volta (e c’e’ ancora) un master; si presentava con la sua veste di gala ed un nome pomposo: “Intercultural Competence and Management”, un titolo che neppure gli organizzatori erano in grado di pronunciare e che suscitava un certo ridicolo imbarazzo, quando poi si doveva tradurne il senso. Questo master veniva e viene finanziato dal Fondo Sociale Europeo e dalla Regione Veneto, nonche’ dal Fondo Nazionale di Rotazione ed e’ volto alla creazione di figure professionali specifiche, che dovranno ricoprire posizioni offerte dal mercato e di cui il mercato del lavoro ha bisogno. Non diversamente dai corsi per saldatori, questo master dovrebbe rispondere ad una domanda e servire a stimolare la “produttivita’ “; queste almeno sono le motivazioni che spingono gli enti a finanziare corsi del genere. Il corso e’ gratuito, si dice, ci si aspetta che i lavoratori formati ne ripaghino il costo. Il master e’ gratis? I progetti FSE sono gratis? I servizi offerti dallo stato o dagli stati sono gratis? E noi che abbiamo sempre creduto che fossero “pubblici”, cioe’ appartenenti al pubblico, perche’ dalla polis pagati attraverso i contributi fiscali! Ma il concetto di “pubblico” in questo terzo millennio e’ in fase di revisione.

Torniamo al nostro master. L’Organizzazione, si aggiudica quasi 208 mila euro per attivare questo corso sulla mediazione interculturale; esce il bando e i candidati accorrono a centinaia. Ora, se cercate la voce “bando” su un dizionario del terzo millennio troverete l’estensione dell’acronimo: “Bugie Autorizzate Non Domandateci Obiettivita’ “. Il suddetto bando sventolava la chimera di creare esperti nel campo della gestione dei conflitti interculturali in quest’era globalizzata. Si parlava di tecniche, metodi, acquisizione di capacita’ ma, piu’ importante e meno arbitrario, si parlava di possibilita’ di inserimento attraverso uno stage in realta’ importanti, in Italia e all’estero, sbandierando sigle attraenti come ONU, Unesco, Parlamento Europeo, Consiglio d’Europa. Menzogne, bugie consapevoli e meditate, perche’ l’Organizzazione sapeva bene di non essere autorizzata a mandare gli studenti alla’estero, era gia’ problematico farli uscire dal Veneto, e anche fosse stata autorizzata non ne avrebbe avuto la capacita’ politica, potendo contare al pia’ su un esiguo manipolo di enti e aziende locali convenzionate e comunque non in grado di assorbire tutti e 20 i partecipanti. Il bando aveva svolto la sua funzione di pubblicita’ ingannevole, da’altra parte il master a’ gratis, quale stolto si aspetterebbe coerenza e professionalita’ da qualcosa che nemmeno si paga? Ma chi li ha pagati gli oltre 40 docenti chiamati a fare lezione per 8 ore al giorno, per 5 giorni a settimana, per 4 mesi? E il variabile e moltiplicabile numero di tutor, alcuni dei quali venivano retribuiti per scarabocchiare una firma sul registro di quando in quando, chi li pagava? Non sara’ stata l’Universita’ pubblica, con le pubbliche tasse degli studenti e con i finanziamenti delle pubbliche amministrazioni regionali, nazionali e sopranazionali?

Menzogne si diceva, ma tutti siamo disposti a perdonare una piccola bugia, un peccatuccio di presunzione, se poi la sostanza delle cose c’e’, solida, palpabile e vera. I contenuti proposti durante le lunghe e faticose lezioni del master sono stati del tutto inadeguati ad una qualsivoglia professionalizzazione. Che la larga maggioranza degli allievi di un corso ne contestino la qualita’, parrebbe gia’ ragione sufficiente a metterne in discussione l’utilita’, ma queste sono valutazioni, giudizi, e i giudizi dei senza potere, si sa, sono sindacabili e non hanno valore legale. Il problema, tuttavia, va al di la’ di della frustrazione delle aspettative, il problema non a’ solo che quasi 208 mila euro, del denaro pubblico, siano stati sprecati e continuino a venir sprecati, la questione a’ come e percha’ questo accade. Nonostante l’evidente fallimento di audience e di risultato dell’esperienza, il master viene riproposto senza modifiche (se non per la richiesta di una quota di iscrizione di 500 euro) per il prossimo anno accademico. A vantaggio di chi? Di sicuro non degli studenti, che escono insoddisfatti e, nella maggior parte dei casi, pia’ disoccupati che mai. Non delle istituzioni che si aspettavano di aver creato professionisti, ma soprattutto lavoratori. In un certo senso neanche dell’Universita’, visto che l’impalcatura del corso ha avuto pochissimo a che fare con la pubblica accademia; basti pensare che l’intera attivita’ del master si a’ svolta nella privatissima sede di un centro per la formazione. L’unico attore che trae vantaggio e prestigio da questa storia e’ l’Organizzazione: i docenti ne vedono arricchito il proprio curriculum e la propria busta paga, in aggiunta, gli organizzatori riescono a piazzare un poa’ di copie dei loro libri, pagati con i fondi FSE e gentilmente regalati agli studenti.

La vittoria del potere cattedratico sull’impotenza e la ricattabilita’ dei giovani di questo terzo millennio e’ la vittoria della burocrazia sulla conoscenza, del conformismo sul libero pensiero. Oppure no?

Come tutte le storie che si rispettino, anche questa dovrebbe avere il suo a’e vissero tutti felici e contenti, ma questa storia non e’ ancora finita. Gli studenti non hanno finito di protestare, di scrivere e di lamentarsi, perche’ non si puo’ lasciare che l’ennesimo imbroglio cada nel silenzio e si perpetui con l’approvazione delle istituzioni. Insieme abbiamo deciso che vale la pena lottare anche per una piccola ingiustizia come questa, perche’ delle ingiustizie del terzo millennio e’ anch’essa un’odiosa manifestazione. Invitiamo quindi a diffondere questa storia e invitiamo altri sventurati in cerca di lavoro a boicottare il master in Intercultural Competence and Management di questa “anonima” Universita’ del Nord-Est (se siete dei veri segugi da fiaba la scoverete da soli). Speriamo soprattutto che questa esperienza serva a guardare con maggiore criticita’ al proliferare di master-truffa che si nutrono del FSE e ci auguriamo che si sollevino numerose le voci degli studenti ingannati ed indignati per denunciare gli abusi e rivendicare i propri diritti.

collettivo Inter_detti

P.S. Noi studenti Inter(cultural)detti siamo un gruppo di sopravvissuti al master. Il collettivo deve il proprio nome niente poa’ poa’ di meno che al vocabolario Zingarelli, che fa succedere al termine a’interculturalea’, la parola ‘INTERDETTO’, nelle sue tre accezioni:
1) Proibito, vietato; chi a’ colpito da un divieto, una proibizione; chi non pua’ esercitare i propri diritti; (fam) sciocco, stupido.
2) Sorpreso, turbato da un fatto improvviso.
3) Pena canonica che pua’ colpire le persone fisiche o giuridiche privandole di dati diritti o beni spirituali.

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13 commenti

  1. E’ proprio questa situazione che alimenta la vera mafia: la truffa con le carte in regola, in tutte le salse.
    sasà

  2. Ciao a tutti,
    letto il post non ho potuto non iscrivermi e rispondere.

    Mi dispiace che l’esperienza con questo master FSE sia andata male (per non dire peggio), ed è giusto denunciarlo, tuttavia non trovo corretto per questo essere troppo vaghi sulle colpe e i demeriti!

    Troverei più giusto sottolineare che NON è il formato dei “corsi FSE” (divisione in moduli, numero limitato di partecipanti, borsa di studio)ad essere sbagliato, ma è la gente in malafede che mangia sulle spalle di giovani e dispoccupati che tramite questa strada possono trovare delle opportunità per il proprio futuro a dover essere additate, fuori NOMI E COGNOMI!

    Senza generalizzare ancora i discorsi porto la mia esperienza personale:
    ho 24 anni, mi sono laureato in Economia del commercio internazionale nel giugno 2004 e poi non ho trovato lavoro. A dicembre 2004, tramite l’ufficio stage dell’università, ho avuto l’occasione di fare le selezioni per un master in ” marketing dei mercati esteri”.
    Il master ha avuto durata di 6 mesi (800 ore), 4 mesi di lezione di gruppo e 2 mesi di stage in azienda, 8 ore al giorno (come al lavoro) 5 giorni alla settimana. Per i 10 partecipanti era prevista una borsa di studio di 3 € NETTI all’ora (dispensata in un’unica tranche alla fine del master che è stata effettivamente pagata in base alle ore di presenza raccolte in registri ufficiali) e per i 2 uditori era prevista la copertura delle spese per il pasto quotidiano e il viaggio studio di 5 giorni a Bucharest e Sofia.

    Forse si è trattato di fortuna, forse solo di uno dei casi in cui la persone sono state oneste e consapevoli del beneficio che si può fornire alla società nel formare dei giovani, dando loro speranza.

    In sintesi:

    PUNTI DI FORZA:
    – trovato lavoro grazie allo stage del master
    – viaggio studio a Bucharest e Sofia (non così facili da visitare per motivi logistici e “di frontiera”)
    – formatori professionisti molto competenti ed aperti al dialogo (c’è chi si è prodigato in tutti i sensi per farci avere materiale formativo in modo gratuito non retribuito dall’ente organizzatore del master, non si tratta mica di andare a scuola o all’università!)
    – convolgimento e spirito di gruppo (le selezioni sono state fatte in modo intelligente per avere un gruppo di persone motivate e provenienti da diverse realtà sociali)
    – borsa di studio (per un giovane dispoccupato un’ottima occasione per tirare un sospiro di sollievo e sentirsi gratificato per lo sforzo profuso in mesi di impegno)
    – esperienza umana e professionale (ancora oggi in situazioni di lavoro mi trovo a ringraziare di aver fatto il master)
    – stimolo all’attenzione sui problemi di attualità (mai abbastanza! quanto è facile sedersi e non badare a ciò che ci succede intorno?)

    PUNTI DI DEBOLEZZA:
    – alcuni fraintendimenti e comunicazioni a volte poco chiare e puntuali
    – parte del corso tenuto in sede scomoda da raggiungere
    – mancanza di un modulo di lingue straniere (problema soggettivo poichè la maggior parte aveva già competenze di tipo linguistico nel proprio bagaglio culturale)
    – elevata burocratizzazione

    Nota a margine: i Fondi strutturali (di cui i FSE fanno parte) dal 2006 inizieranno a migrare in larga parte ai nuovi paesi dell’UE…

    Questa è stata la mia esperienza. Spero che serva a vedere le cose meno da “incazzatura” post situazione di malcontento a un livello più obiettivo e razionale, mettendo i puntini sulle i e sentendo entrambe le campane.

    Enrico

  3. Ecco come far diventare tutto azienza produttrice di danaro ci sta dando una mano a noi italiani. Ho fatto un master in comunicazione ambientale, ho speso 4.000 eruo e non mi è servito a niente, nè ai miei colleghi, nessuno è riuscito a lavorare nel settore. Non è giusto!

  4. Come mai in Italia è tutto un pullulare di master?

    La risposta si chiama “fondo sociale europeo”, ovvero la nuova gallina dalle uova d’ oro.

    Un saluto ad Antonella, che prima o poi passerò a trovare a casa… ^___*

    Giuseppe

  5. …sai che non so dire di no alla tua pasta al tonno! 😛 😀

    Sei sempre nei piani alti della tibbburtina?

    Giuseppe

  6. ma guarda che mi sono specializzata, ora cucino meglio di te 🙂 sto a tor bellamonaca, non piu tiburtina.
    Te ne sei dimenticato, eh? te l’avevo detto pure via sms
    sfatiamo il mito di antonella solo pasta col tonno, ormai leggenda metropolitana 🙂 sono una specialista, adesso.
    pure lo sgombro!
    avvertimi prima, che faccio la spesa, ho solo scatolami, adesso 🙂
    besos

  7. …si, me ne ero dimenticato.
    E pensare che ora come ora ci capito spesso lì sulla tiburtina perchè vado da it-point.
    Comunque, passerò, promesso che passerò, spero prima del 19.

    C’è di meglio che “i due ladroni”: lo scopettaro a testaccio, da agustarello sempre a testaccio, al gallo rosso sotto Batteria Nomentana, il pout-pourri alla garbatella…

    Li so TUTTI! 😀

    Visto che si parla di università e di formazione/istruzione, e visto che ora (un po’ come sempre) mi ci trovo dentro e sto notando lo sfascio della scuola italiana istituzionalizzato da una serie di riforme che cambiano di anno in anno in funzione dei sondaggi (e su questa cosa sono assolutamente fuori dagli schieramenti: sia destra che sinistra hanno poche idee ma confuse), perchè non parlare un po’ della scuola italiana e di come siamo un paese in decadenza sotto quest’ aspetto?

    Ci sono molti spunti di riflessione e di denuncia: dal calo di laureati nelle materie scientifiche alla pessima posizione raggiunta nelle competenze matematico-scientifiche negli ultimi rapporti internazionali, alla regionalizzazione dell’ istruzione, all’ aziendalizzazione della scuola pubblica, al nuovo sistema di reclutamento degli insegnanti in programma con la riforma moratti, alle continue promesse elettorali cui seguono solo tagli…

    Ce n’è da dire…

    🙂

  8. non credo che ci sia niente di scorretto da un punto di vista meramente giuridico nel sistema dei master.

    Sono una truffa,

  9. Bologna:
    Io e il mio gruppo ci siamo presentati per verificare lo stato di avanzamento di uno studio di fabbricazione(fondamentalmente una relazione su un prodotto) e ci siamo presentati con un supporto cd .

    Cosa mi hanno detto?
    NON POSSIAMO ACCETTARE CD PERCHé SAI CI POTREBBERO ESSERER DEI VIRUS.

    NB:I PC presenti nel dipartimento erano 30.
    TUTTI SPENTI.
    MA allora perchè non ce li regalate se non li usate neanche per le attività universitarie???

    Ho perso una giornata intera senza avere indicazioni su come prosseguire o impostare la tesi.
    Appena l’avro’ stampata dovro’ ripresentarmi.

    Ma a domanda nasce spontanea:Quante volte dovro’ fotocopiare la relazione prima che sia finita???

    CHE SCHIFO!!!!!!!
    VERGOGNA!!!!!!!!!!
    LADRI!!!!!!!!!!!!!!
    I SOLDI DELLA RICERCA NON DEVONO ANDARE SAPRECATI!!!!!!!!!!

    You can’t STOPME

  10. Non saranno mai più ladri della Cepu che ti chiedono 1800 euro per cercare l’ateneo che valuta di più i tuoi crediti (e non ti dicono nemmeno quali sono)…senza nemmeno guardare il tuo cv.
    Dopo cheli hai pagati ti dicono che non valgono come loro pensavano, ma che se vuoi loro hanno un modo per farti passare gli esami…e traaaac altri soldi…

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