I PM, personcine perbene

Michele Prestipino ha fatto un eccellente lavoro nel caso delle talpe in procura, ha inchiodato i colpevoli delle fughe di notizie, perche’ lui, il PM, aveva dei testi di tutto rispetto: il capitano ultimo. Come non prendere come teste la persona che ha dato un duro colpo alla mafia catturando il massimo rappresentante di Cosa Nostra?
Il processo contro le talpe in procura si e’ tenuto il 7 giugno. Il giorno prima, 6 giugno, sempre lui, Prestipino, stava cercando di inchiodare il suo stesso teste in un processo che lo vede come imputato di favoreggiamento a cosa nostra.
E questo e’ Prestipino. Ma passiamo ad Ingroia, adesso. Forse non lo sapeva, il PM, che la persona a cui ha fatto ristrutturare la sua casa  era uno dei prestanome di Provenzano. E forse non sapeva neanche che il suo braccio destro era una delle talpe della mafia in procura. Magari non era davvero al corrente – ma con il lavoro che fa, insomma…   
Buona lettura!

27 SETTEMBRE 2004
le strane abitudini della gente per bene
Puo’ un pm parlare al telefono con un mafioso che gli ristruttura la casa? Il dottore INGROIA l’ha fatto
Il pubblico accusatore di Dell’Utri vittima di un’intercettazione che lo descrive
SCENE DAL DOPPIO GIOCO DEL COLLABORATORE E AMICO DEL MAGISTRATO
Palermo. Chi sara’ mai questo Professore? Nel brogliaccio in cui prendono appunti sulle telefonate intercettate, i carabinieri del Nucleo operativo di Palermo annotano diligenti che Ciuro Giuseppe parla, il 28 febbraio del 2003, alle ore 9.36, con Aiello Michele, e che gli parla anche dei lavori in corso in quel di Calatafimi, provincia di Trapani, “in una casa di ‘u Professore”. Annotano che “Michele dice che i lavori per ora sono fermi perche’ vuole farli fare a persone di sua fiducia” e Pippo Ciuro, poliziotto e spia della mafia, risponde “aspetta che te lo passo, che’ il Professore e’ qui con me”. Ed ecco che il telefonino intercettato passa al Professore, e il Professore parla con Aiello di questi benedetti lavori di ristrutturazione.
Chiede a che punto sono, si informa delle mattonelle, di tramezzi, muri, i colori. Chiede delucidazioni sui tempi di consegna e di completamento, ricorda di aver chiesto un primo conto, perche’ il padre – proprietario della masseria – ha ricevuto un finanziamento della legge per il terremoto del Belice e l’ingegnere Aiello lo rassicura: stia tranquillo dottore, ci pensiamo noi,

arrivederla, arrivederla.
Dottore? Ma non era Professore? I carabinieri, usi a obbedir tacendo, annotano con cura, senza capire. O fingendo di non capire. Poi presentano il brogliaccio ai superiori e la cosa finisce in procura, tra le mani dei magistrati inquirenti. I quali invece sanno benissimo chi e’ il Professore. E’ Ingroia Antonio, il magistrato con cui Ciuro lavora da nove anni fianco a fianco – a palazzo di giustizia li chiamano i “puri e ciuri” – al processo contro Marcello Dell’Utri. Ciuro, maresciallo della Dia, e’ una talpa. E assieme al suo compare Giorgio Riolo, maresciallo dei carabinieri distaccato al Ros, vende informazioni riservate al suo amico Michele Aiello, imprenditore di Bagheria, proprietario di cliniche e di imprese edili, indagato per mafia e indicato dal pentito Nino Giuffre’, detto Manuzza, addirittura come il prestanome di Bernardo Provenzano. Ma i traditori, come si sa, sono stati scoperti da altri pm, Giuseppe Pignatone, Maurizio De Lucia, Michele Prestipino,  meno gettonati e meno noti e qualcuno pure molto inviso a Ingroia.

Quando l’indagine sui venditori di antimafia arrivera’ al punto di non ritorno e si preparareranno i mandati di cattura, il Professore verra’ comunque avvertito di stare bene attento ai doppi giochi di Ciuro, ma anche pregato di non fargli capire nulla. C’e’ un problemino, pero’: il traditore, prima di essere scoperto, ha procurato al magistrato, che chiama amichevolmente “il Professore”, l’impresa che sta ristrutturando il vecchio casolare di Calatafimi: e l’impresa e’ proprio quella di Aiello, il mafioso in doppiopetto.
Ingroia e’ costretto a fare buon viso a cattivo gioco e a parlare di mattonelle e tramezzi con un mafioso, lui che i mafiosi (come Dell’Utri) normalmente li processa.



Doveva essere una ragnatela ammaliante, oltre che appiccicosa, quella di Michele Aiello. Non solo perche’ l’ingegnere era in grado di risolvere con le sue aziende qualsiasi problema edilizio, come quello di Ingroia: e’ bastata la raccomandazione di Ciuro e una squadra di operai raggiunse in quattro e quattr’otto Calatafimi. Ma anche perche’, con la sua modernissima clinica “Villa Santa Teresa”, Aiello era in grado di rispondere a qualsiasi problema di diagnosi e di salute.

Ed ecco cosi’ un altro puro e duro dell’antimafia militante, come l’onorevole Lillo Speziale, diessino, capogruppo del suo partito all’Assemblea regionale siciliana, dimostrare grande confidenza con Aiello, che lo chiama al telefono.
“Ue’, Miche’ come va? Oggi alle quattro ti mando l’ex presidente della Regione”
Al ginocchio dell’onorevole ci tengo particolarmente, perche’ quando lui e’ stabile sui piedi ragiona meglio”. Ride, si autocompiace della battuta, poi precisa: “Non ragiona con le ginocchia, neanche con i piedi, pero’ quando e’ stabile Capodicasa ragiona meglio”. E’ il 19 febbraio del 2003 e altri carabinieri annoteranno diligenti che l’indomani l’ex presidente diessino della Regione (l’unico ex comunista ad aver guidato l’amministrazione siciliana, oggi presieduta da Toto’ Cuffaro), vestito con un cappotto scuro, va nella clinica di Michele Aiello a fare una risonanza magnetica. Nel corso della telefonata annoteranno anche, i militari, segnandola in grassetto, una battuta di Speziale: “Poi io e te dobbiamo parlare di un paio di cosette che abbiamo in sospeso”.

Ci vanno pure magistrati, gli telefonano politici di ogni colore, ad Aiello.
Dice il carabiniere Giorgio Riolo, la talpa numero due, “sapevo pure che si sentiva persino con la segreteria di Lumia”. Lumia?, chiedono i pm allibiti.
“Lumia, Lumia”, conferma Riolo: “Infatti io una volta mi sono trovato li’ e lui, Aiello, ha chiamato la segreteria, non so con chi parlava, pero’ mi diceva: questa era la segreteria di Lumia; e quando io so che Lumia ex presidente non so di che cosa sia all’Antimafia, io non potevo mai credere a tutte queste stupidaggini, al fatto insomma che lui fosse un mafioso”.

Annotano diligenti i carabinieri addetti alle intercettazioni, che effettivamente la segreteria dell’onorevole diessino Giuseppe Lumia, ex presidente della commissione parlamentare Antimafia, aveva preso contatti con Aiello, per informarsi della situazione ed eventualmente presentare un’interrogazione sul blocco dei pagamenti alla clinica, da parte dell’Asl.
Cosa che avevano gia’ fatto, in Sicilia, i deputati dei ds Domenico Giannopolo e della Margherita Andrea Zangara! Lumia poi l’interpellanza non la presento’ piu’.
E poi c’era pure Zangara, bagherese, che andava a trovare Aiello con Pino Fricano, sindaco ulivista di Bagheria.

E Ciuro che in aula, nella requisitoria del processo Dell’Utri, i pm hanno mostrato quasi di disconoscere? “Si e’ parlato in maniera ignobile del ruolo ricoperto da Ciuro in questo processo, si e’ detto che aveva avuto un posto riservato tra gli scranni di quest’aula, posto rimasto vuoto dopo il suo arresto”, ha puntualizzato il 3 maggio, indignato, il pm Domenico Gozzo, per ribattere a una lettera con la quale Marcello Dell’Utri chiedeva a Ingroia con quale coerenza potesse mai portare avanti un processo per mafia, le cui indagini erano state affidate a un maresciallo accusato di mafia. Chi potra’ mai dimenticare infatti che il maresciallo Ciuro – era il 26 novembre del 2002 – si scapicollo’, con un braccio ingessato, fino a Palazzo Chigi, per partecipare – naturalmente in coppia con il Professore – all’interrogatorio di Berlusconi Silvio, nato a Milano il 29 settembre 1936, indagato di reato connesso? E chi potra’ mai ignorare che il povero Ciuro aveva firmato da solo l’informativa sul nominato Berlusconi Silvio, gia’ generalizzato in atti.

Che ingrati, certi magistrati. Ora pigliano le distanze, ma lui, il maresciallo pia’¹ amato della procura antimafia – era l’estate del 2003 – si spendeva anche per la causa comune. Cosi’ almeno diceva, civettando, il 22 agosto del 2003, con la bellissima collega Brigida. Ascoltiamo. “Gli ho detto ad Antonio: facciamo il trasloco. E lunedi’ facciamo il trasloco”, esordisce Ciuro, impennacchiandosi come un gallo cedrone. Antonio e’ sempre lui, Ingroia, l’altro “puro e ciuro”. I due non dividono solo la stanza dell’ufficio, al secondo piano del palazzo di giustizia, hanno pure le villette a mare vicinissime, una accanto all’altra.
“Avete finito quella cosa?”, chiede ansiosa Brigida. Quella cosa e’ la requisitoria del processo Dell’Utri. “Ancora no, ma una buona botta gliela abbiamo data, sai Brigida? Buona sta venendo” Quella seccatura di Forza Italia ce l’abbiamo tolta tutta, ora c’e’ il problema delle dichiarazioni, che e’ la parte piu’ rognosa, non dobbiamo dare il fianco alla difesa, se no quelli ci fanno nuovi! E poi hai visto il giornale oggi? Le dichiarazioni di Giuffre’, che dice che prima delle stragi ci sono stati dei contatti con imprenditori! ma questa e’ la vecchia strategia, la vecchia teoria di quello che abbiamo fatto noi nel sistema criminale, dei mandanti esterni, diciamo. Ora questo Giuffre’ o parla a rate o aveva parlato prima e noialtri che siamo i titolari del processo non l’abbiamo saputo. Lo apprendiamo adesso dai giornali.

Ma non e’ tutto
Ma non e’ tutto. Qualche giorno dopo, parlando con la segretaria di Guido Lo Forte, Margherita Pellerano, che cercava una raccomandazione per il marito da Toto’ Cuffaro, Ciuro non sa pia’¹ contenere la propria spavalderia. Si sente attore e regista di tutte le questioni che attraversano palazzo di giustizia.
“Ma lunedi’ c’e’ riunione per quella storia?”, chiede Ciuro. La storia e’ la questione della Direzione antimafia, dalla quale devono uscire Lo Forte e Roberto Scarpinato, l’altro pubblico ministero del processo contro Giulio Andreotti. Il coordinamento di Palermo deve passare a Pignatone, l’odiato (da Lo Forte, Scarpinato, Ingroia) Pignatone. “Pare che fara’ il coordinatore di tutta Palermo”, annota sprezzante Ciuro. E la Pellerano: “Non lo sappiamo ancora, ci sono tutti i cosi i rumpere”, ci sono cose da rompere, “se questo succede veramente l’inferno ci sara’ “. Previsione azzeccata: il tentativo di rivolta ci fu, ma falli’ miseramente. Ciuro si sente ormai il padrone delle terre. Come i vecchi campieri del feudo che a forza di parlare a nome dei baroni, erano riusciti a spodestare i baroni. Ma ha voluto strafare ed e’ finito in galera. Chi si ricordera’ di lui? Gozzo, al processo Dell’Utri, ha detto che non contava niente: ” ‘n’aranci ‘i terra”. Un’arancia caduta dall’albero, un’arancia da terra appunto, da raccogliere coi piedi. Ma il Professore? Che cosa dira’ di lui il Professore quando verra’ il giorno del processo? Gli dara’ un’altra calcagnata come si fa con l'”aranci ‘n terra”?

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Informazioni su Antonella Serafini 149 articoli
violinista per hobby, giornalista per dovere civico e morale, casalinga per lavoro, contadina del web e "colpevole" di questo sito antonella@censurati.it

7 commenti

  1. il famoso papello, di cui parli, dove c’è tutto l’organigramma e lo statuto di cosa nostra, è tutto fuorchè segreto. Anzi, fu mandato per posta a Dalla Chiesa non mi ricordo quanti anni fa

    questo solo perchè forse ti è sfuggita un’informazione.

    Chiedi in giro e pure quello ti sarà dato

    Sarà vero che non ci voleva niente per arrestare Riina, visto che ultimo ci ha messo solo tre mesi, da novembre a gennaio, ma llora mi chiedo: cazzo hanno fatto a palermo durante i 20 anni di latitanza?

    forse, come dice grasso, coprivano?
    questo lo vedremo presto, fffederì

    questa è una lotta interna all’arma e tu ancora non l’hai capito. Hanno fatto fuori uno che lavorava, che all’età tua, magari, è andato volontario in sicilia e ha preso Riina. Sta cosa magari non fa tanto piacere a chi è abituato ad indossare le giacche d’ordinanza per le parate, sai com’è..

  2. ferrara e il foglio pubblicarono un articolo per infangare (non sono io a dire se giustamente o meno, ma, insomma, basta vedere i precedenti e le credenziali del giornale) il pm ingroia che a quei tempi si occupava di dell’utri, tu anto adesso lo ripubblichi con lo stesso intento, ma stavolta perchè si occupa del processo ad ultimo & c.

    premetto che non sono il difensore di nessuno, nè tantomeno di ingroia, bolzoni, lodato, ultimo e chi ne ha più ne metta, dico solo che, come certamente esistono pm che sono tutt’altro che perbene (basta vedere quel che è successo a drjeckyll), esistono anche giornalisti tali e quali a loro, che sono schiavi di qualcuno o per qualcosa (e questo riguarda sia destra e sinistra, ammesso che abbia ancora un senso)

    il processo ad ultimo, comunque, con la “presunta mafiosità” di ingroia e con l’apertura stessa di questo topic non c’entra niente, a meno che non si voglia (volontariamente e quando fa comodo) accettare come oro colato un articolo di giornale ed utilizzarlo contro qualcuno

    ps: aspetto di vedere (e soprattutto sentire) le registrazioni del processo ad ultimo & c

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    …bullets can’t silence idea

  3. però mi sembra strano che bagarella dia ordine di prendere i documenti della cassaforte non dicendo neanche la combinazione.
    Anche a me. Ma dove sta scritto?

    La differenza tra me e lodato è che io ascolto DUE parti.
    Infatti, tu segui un processo, lui raccoglie informazioni e ci fa un libro. E; differente. Hai ragione.

    Io non do mie opinioni.
    Pero’ difendi Ultimo a spada tratta da molto tempo.

    dall’ascolto della sua testimonianza
    “ricorda come andarono i fatti? ne ha parlato anche nel libro….
    “no, non ricordo, non ho riletto il libro”
    .
    Adesso sarai contenta allora visto la nuova legge di questo governino. E poi perche’ ti scaldi tanto? Il nostro presidente del consiglio si e’ difeso allo stesso modo quando gli anno chiesto da dove venissero i 15 miliardi arrivati nella casse delle sue aziende negli anni 70. Berlusconi lo puo’ fare e Lodato no?

    E sono articoletti di un sitarello stupido.
    Io non mi ritengo uno sono stupido anche se da te e da qualche altra sono stato trattato non proprio gentilmente.

    finchè mi dici che sto coprendo qualcuno.
    Antonella era un paradosso, hai presente? Come fai a pensare che io creda che veramente tu sappia cosa c’era in quella cassaforte?

    federico

  4. il famoso papello, di cui parli, dove c’è tutto l’organigramma e lo statuto di cosa nostra, è tutto fuorchè segreto. Anzi, fu mandato per posta a Dalla Chiesa non mi ricordo quanti anni fa.
    No! Quello di cui parlo io e’ il dictat di Riina ai politici amici per scardinare alcune leggi che davano (aime’) molto fastidio. Hai presente quella sul 41bis? Quella sul sequestro dei beni mafiosi? Si. Proprio quelle. Quelle che questo governa sta abbattendo o ha abbattuto a colpi di maggioranza.

    cazzo hanno fatto a palermo durante i 20 anni di latitanza?.
    Non lo so, pero’ se e’ vero che e’ stato Ultimo ad arrestarlo, e’ sempre vero che e’ stato possibile solo per la soffiata di un pentito. Non certo per meriti relativi alle indagini che, ti ricordo, non le fa un solo uomo, ma le fa un’intera questura.

    forse, come dice grasso, coprivano?.
    Grasso? Quello che hanno vouto (i governati attuali) a capo della Dna a tutti i costi pur di non farci andare Caselli?
    Quello che ha tolto il caso Cuffaro ad Ingroia permettendo al governatore siciliano di restare in Sicilia e di non presentarsi per l’elezione al parlamento europeo, visto che non avebbre avuto piu’ bisogno dell’immunita’? Ti ricordi Report sul caso Cuffaro? E ti ricordi, dopo il congresso dell’Udc, il galletto come si dava da fare a Primo Piano?

    questa è una lotta interna all’arma e tu ancora non l’hai capito.
    Quindi tu sai? Dicevo io….

    Hanno fatto fuori uno che lavorava.
    Non sarebbe il primo, anche se mi pare che comunque, la sua giusta carriera l’ha fatta tutta ultimo!

    Sta cosa magari non fa tanto piacere a chi è abituato ad indossare le giacche d’ordinanza per le parate, sai com’è…
    No, non lo so com’e’. Pero’ provo ad immaginarlo. Caselli che indossa la giacca con le lustrine per andare alle parate, magari invitato dal suo amico Borsellino, buonanima, anche lui portatore di giacche (a questo punto….).

    Antone’!

    federico

  5. bolzoni e lodato sono contro ultimo
    io scrivo a difesa di ultimo

    io però non guadagno niente per scrivere quello che scrivo, non vado in cerca di scoop perchè disoccupata ero e disoccupata rimango, quindi a me non me ne torna nulla e non sono al soldo di nessuno.

    Esistono di fatto dei documenti che attestano una verità che non ha nulla a che fare con il dolo di Ultimo. Ma tutto sarà on line, non serve che ne parlo, ve li guarderete voi, se vi interessa

    ritornando a ingroia e alle intercettazioni: se fa antimafia e un superiore dice “non far saltare la copertura, non far capire che sai che gli aiello sono mafiosi, fatti ristrutturare la casa dal prestanome di provenzano”…. beh, onestamente io al posto di ingroia (e non sono piu furba di ingroia) avrei cercato una scusa, senza far saltare la copertura, usando preventivi piu bassi di un’altra fantomantica azienda, ma tenendomi lontana da potenziali armi di ricatto come quella.

    Il fatto è che la casa di ingroia l’ha ristrutturata una società mafiosa, lui lo sapeva e ha accettato lo stesso.

    Dalla Chiesa avrebbe fatto l’ira di Dio, per una cosa del genere, visto che una delle armi piu importanti dell’antimafia è quella di associazione mafiosa

    adesso chi è imputato per associazione mafiosa manco si fa piu la galera, come decide la cassazione, ma il fatto è che è andato a puttane un lavoro di anni di Falcone, e di Dalla Chiesa.

    Ovvio, libero ingroia di farsi costruire la casa da chi vuole, ma poi non venisse a fare i pistolotti a ultimo, quando neanche lui voleva questo processo (ti ricordo che voleva rimettere la carica da PM perchè in tutti quegli anni di istruttoria non aveva trovato nulla per procedere a una vera e propria accusa)

    Poi che il processo sia stato montato in virtù di articoli giornalistici e documenti falsi di ingroia, è qualcosa di cui dovranno rendere conto al popolo italiano

    hasta siempre
    antonella

  6. non sta scritto da nessuna parte. Le foto della cassaforte aperta da dietro l’ho vista io, mentre i pentiti parlano di un ordine partito di bagarella di svuotare tutto. Sono le differenze tra chi legge i giornali e chi segue le udienze, ma tanto queste cose spunteranno, perchè ho anche le foto, e metterò on line anche quelle. Foto della cassaforte davanti sigillata, e aperta da dietro dal bagno con fiamma ossidrica.

    Io difendo Ultimo da tanto tempo perchè è da tanto tempo che seguo il caso, ma dal punto di vista giornalistico e raccogliendo molte piu campane. Però la divulgazione di censurati non è la stessa di repubblica, ovviamente, quindi sono in netta minoranza di lettori.

    Lodato no, non può farlo, almeno se pretende di fare un giornalismo serio, di fare antimafia e di riportare dati certi. Se riporta dati certi, deve dimostrarlo. Un giornalista non è un giornalista perchè è iscritto all’inpgi, ma perchè ha un dovere morale nei confronti della società. Io tra l’altro neanche lo faccio a pagamento, lodato oltre all’unità ha anche i proventi dai libri che scrive ma di cui non si ricorda i contenuti (non ricordo se la risposta “non ho riletto il libro” l’ha data bolzoni o lodato, perchè ho ascoltato i file uno dopo l’altro e potrei confondermi, ma il succo non cambia. Entrambi sono pagati, entrambi sono giornalisti “professionisti” e entrambi hanno fatto un libro sul caso. Non possono permettersi di fare i paladini della giustizia quando non rendono conto di ciò che scrivono. Hanno un dovere morale e devono rispetto ai loro lettori.

    Io non sono mai stata gentile con nessuno, quando si parla di questo caso, perchè so il lavoro che c’è dietro, so quali sono stati i falsi prodotti, so. E quando mi si mette davanti un libro di lodato, su cui peraltro si scusa anche, se permetti… difendo il mio lavoro con le unghie e con i denti, perchè ci ho lavorato molto, a differenza di molti altri.

    ripronta al dialogo
    anto

  7. Non lo so, pero’ se e’ vero che e’ stato Ultimo ad arrestarlo, e’ sempre vero che e’ stato possibile solo per la soffiata di un pentito. Non certo per meriti relativi alle indagini che, ti ricordo, non le fa un solo uomo, ma le fa un’intera questura.

    falso: il pentito è servito solo a riconoscere la faccia, nessuno ha detto dove andare a prendere Riina. Questa è una delle balle che sono state dette in giro, ma se avessi ascoltato le udienze, come al solito, avresti saputo molto prima. Non dipende da te, se certe informazioni Bolzoni non le da.

    Grasso? Quello che hanno vouto (i governati attuali) a capo della Dna a tutti i costi pur di non farci andare Caselli?
    Quello che ha tolto il caso Cuffaro ad Ingroia permettendo al governatore siciliano di restare in Sicilia e di non presentarsi per l’elezione al parlamento europeo, visto che non avebbre avuto piu’ bisogno dell’immunita’? Ti ricordi Report sul caso Cuffaro? E ti ricordi, dopo il congresso dell’Udc, il galletto come si dava da fare a Primo Piano?

    Meno male, che l’ha tolto ad ingroia. Se se ne occupa come se ne occupa di Ultimo, allora falsi su falsi. Sulla colpevolezza di Cuffaro mi trovi pienamente d’accordo, ma anche un pivello appena uscito da concorso per magistrati potrebbe riuscire a trovare le magagne di Cuffaro, visto che è tutto sotto gli occhi di tutti.

    Hanno fatto fuori uno che lavorava.
    Non sarebbe il primo, anche se mi pare che comunque, la sua giusta carriera l’ha fatta tutta ultimo!

    No, l’hanno tolto all’antimafia, hanno sciolto la sua squadra, l’hanno messo al Noe, l’hanno ostacolato in tutti i modi, hanno abbassato le note caratteristiche, e ancora adesso non è che non debba lottare per fare al meglio il suo lavoro. La carriera… se tu intendi salire di grado è una cosa.. allora si, adesso è tenente colonnello. Se intendi mettere Ultimo in grado di lavorare, quello no, gliel’hanno negato. E non è che ha fatto carriera per questo fatto. Ha fatto carriera NONOSTANTE questo fatto.

    No, non lo so com’e’. Pero’ provo ad immaginarlo. Caselli che indossa la giacca con le lustrine per andare alle parate, magari invitato dal suo amico Borsellino, buonanima, anche lui portatore di giacche (a questo punto….).

    beh… se le persone le misuri in base alle amicizie di illustri magistrati morti ammazzati, ti voglio ricordare che falcone aveva cieca fiducia in ultimo, hanno lavorato insieme alla boccassini su duomo connection ecc ecc, e il metodo di ultimo credo sia molto simile a quello di falcone. E infatti è sotto processo uno, sotto terra un altro, entrambi fuori uso.

    Cia’

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