Il sacrificio del dovere: quel giorno a Chilivani

 
di Piero Antonio Cau


R&DT Edizioni, Capoterra (Cagliari) 2005, pagg. 176, 35 Euro


Sei contro due. Sei malviventi contro due carabinieri. Il tentativo di rapina che sfocia in agguato. Una storia “maledettamente” italiana


Un racconto corale
,
per fotogrammi, didascalico e asciutto intorno alla storia di un agguato sanguinario, in cui hanno perso la vita due bravi e giovani carabinieri sardi, Ciriaco Carru e Walter Frau.


Un album dei ricordi

e della memoria, attraverso interviste e testimonianze, intorno alla figura privata di questi due giovani, dei loro affetti familiari e della loro bella terra di Sardegna.

Ma anche un’attenta ricostruzione della storia processuale e del dibattimento che ha portato alla condanna all’ergastolo dell’intera banda dei malviventi, ad eccezione di due di loro, un uomo e una donna, Cosimo Cocco e Milena Ladu- quest’ultima, la fidanzata poco più che ventenne di uno degli organizzatori dell’agguato-che hanno ottenuto rispettivamente 22 e 25 anni di reclusione perché la loro collaborazione non è stata ritenuta di primo piano.


Giustizia è stata fatta, quantomeno e la sentenza è stata riconfermata nei tre gradi di giudizio.


A Chilivani, in provincia di Sassari, quel 16 agosto 1995, il teatro di un tentativo di rapina diventa quello di uno scontro a fuoco spietato ed impari tra la banda armata e i due carabinieri. Sei contro due. Appunto. Un arsenale di armi, di mitra Kalashnikov, revolver, ordigni esplosivi contro due pistole d’ordinanza.


La storia dell’agguato si connota, quel giorno a Chilivani, della determinante dell’imprevedibilità e della fatalità che fa trascendere irrimediabilmente i fatti e fa sì che la banda di malviventi che intendevano rapinare un furgone portavalori della Sicurtrasporti di Cagliari, apra uno scontro a fuoco con i due carabinieri Carru e Frau, accorsi in quel punto della statale 597 sulle tracce di un’autobetoniera rubata nella notte.


Mezzo enorme e ingombrante,questo tipo di camion da lavoro,che difficilmente passa inosservato. L’autobetoniera che viene utilizzata solitamente per le opere edilizie di calcestruzzo, può servire certamente ad un altro scopo, quello di un sequestro a banda armata oppure ad una rapina, perfettamente capace di nascondere al suo interno un vero e proprio arsenale di armi, come è stato
accertato.


Carru e Frau giunti in quel punto della statale 597, intorno alle 15,20 di quel 16 agosto 1995, non hanno avuto immediata percezione del pericolo; hanno comunicato alla centrale il ritrovamento del mezzo e delle armi ma non potevano immaginare quello che sarebbe successo da lì a poco.


Improvvisamente vengono colpiti da una serie di colpi di arma da fuoco, dal Kalasnikov di Graziano Palmas e di Andrea Gusinu.


Il carabiniere Carru affronta Palmas e lo ferisce, si volta, spara e uccide Salvatore Giua che tenta di fuggire, si volta di nuovo verso la stradina di Chilivani ma viene ucciso brutalmente da Palmas.


Il carabiniere Frau affronta Gusinu e lo ferisce in più parti del corpo e poi, cade ferito sotto i colpi del Kalasnikov, per mano, forse di Sebastiano Prino.
Gusino, infine, spara altri colpi e uno di essi colpisce mortalmente il carabiniere Frau alla sommità del cranio, fuoriesce dalla base del mento, rasenta la fibbia del cinturone, penetra nell’inguine e si ferma nella parte posteriore della coscia.


Sul corpo senza vita di Frau,passano e ripassano sopra con la loro auto, senza pietà,senza dignità alcuna,come solo i delinquenti più feroci, disposti a tutto possono fare.


L’agguato termina con la morte dei due carabinieri, di uno dei banditi, il ferimento grave di un altro dei malviventi e la fuga degli altri cinque.


La comunicazione radio alla centrale dei carabinieri di un passante che dice ”sono un civile, non so dove mi trovo, non so chi mi sta ascoltando, venite qui, perché ci sono due carabinieri morti” cala il sipario sul teatro della morte di quel giorno a Chilivani.


Nell’agguato del 16 agosto del 1995 in cui sono rimasti uccisi Carru e Frau, il sacrificio della vita è stato l’estrema conseguenza dell’adempimento al dovere dei due carabinieri, insigniti, poi, per “il loro comportamento eroico e sprezzante del pericolo fino all’estrema conseguenza, della medaglia d’Oro al valor Militare e alla memoria”.


La ricostruzione dei fatti, riportata nella seconda parte del libro, è basata sulle dichiarazioni di numerosi testimoni e degli stessi responsabili della strage. Sulle perizie di consulenti ed esperti e sulle risultanze processuali. Sul lavoro degli inquirenti e del P.M. Gaetano Cau.


Il libro riporta una serie di interviste toccanti e drammatiche, coinvolgenti e tenere, rilasciate dai familiari delle vittime e quelle, più ufficiali e non meno sofferte, di alcune autorità civili e militari dell’epoca.


Nel volume, numerose fotografie pubbliche e private rendono più chiara e comprensibile la sequenza dei fatti e la posizione delle persone in riferimento al luogo, a quella statale 597 nei pressi di Chilivani,di quel 16 agosto 1995, in cui le vicende si sono svolte.


Il libro edito da R&DT di Capoterra in provincia di Cagliari,si presenta in una bella forma editoriale, in carta patinata colore avorio e copertina in cartone telato con scritte in argento.

La copertina del volume è nera con le bande rosse, gli stessi colori che richiamano la divisa dell’Arma. All’esterno è stampata una fotografia in bianco e nero che focalizza la cronaca della tragedia; all’interno c’è tutta la storia drammatica dell’agguato e il sacrificio eroico dei due uomini, medaglie d’Oro al Valore Militare. Una storia commovente,pubblica e privata ma che in realtà racchiude un po’ l’intera storia dei carabinieri nell’Isola.


Realizzato con il Patrocinio del Ministero dell’Interno e della Difesa, delle Regioni Lazio e Sardegna, il libro ha un valore aggiunto molto nobile:
i diritti d’autore saranno devoluti ai familiari delle vittime.


Una bella prefazione al libro, quella del giornalista Mario Ciotti e la premessa dell’autore, Piero Antonio Cau, anche lui sardo, carabiniere e praticante avvocato e giornalista, conducono il lettore dentro questa vicenda “maledettamente”italiana.


Un esempio di drammaticità e complessità della terra sarda e dei suoi uomini e un grande esempio di lealtà al dovere, al sacrificio della vita, al lavoro duro e poco pagato di coloro che combattono ogni giorno per la realizzazione di un mondo più sicuro e giusto. Anch’essi,uomini e donne di Sardegna.


“…. Del resto,così è fatta la nostra società,c’è chi preferisce i miliardi dei furgoni portavalori per arricchirsi senza fatica,e c’è chi paga con la vita per contrastare questi disegni criminali…” come Carru e Frau.


“E se un giorno ci sarà un mondo migliore, lo dovremo anche a loro…”.

segue.. intervista all’autore

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