Scuola:”diritti non per tutti”soprattutto se si è malati

A cura di Lisa Biasci

Raccogliamo volentieri l’accorato appello di Maria Teresa De Nardis e vi invitiamo alla lettura. Si tratta di un’altra “inadeguatezza” del sistema italico che colpisce tutti noi che con la scuola abbiamo avuto a che fare per tanto tempo o che frequentiamo tuttora attraverso i nostri figli.

Cosa può succedere ad un docente se è malato gravemente?In tutti i settori del pubblico impiego i lavoratori che per motivi di salute non possono più svolgere il normale servizio (infermieri, poliziotti, insegnanti…) vengono dichiarati “inidonei” da una commissione medico-collegiale e utilizzati a tempo indeterminato dalle rispettive Amministrazioni in altri compiti compatibili col loro stato di salute. E’ una norma di civiltà che tutela sia l’utenza sia il diritto alla salute e al lavoro del dipendente, stabiliti dalla Costituzione.

L’utilizzazione in altri compiti del personale scolastico per inidoneità fisica è stata introdotta per la prima volta con i Decreti delegati del 1974 e disciplinata dai successivi Contratti Nazionali. Con 15 anni di contribuzione i docenti dichiarati inidonei possono optare per il pensionamento in base al maturato; ma più spesso essi scelgono l’utilizzazione in altri compiti, sia per motivi economici, sia perchè convinti di avere ancora competenze da mettere al servizio della comunità.

Pertanto vengono utilizzati nelle biblioteche, nelle segreterie, negli uffici periferici, nei laboratori, nei progetti dell’autonomia scolastica (intercultura, attività extrascolastiche, prevenzione del disagio, multimedialità, ecc.). Docenti invisibili, privi di uno status giuridico chiaro, che tuttavia collaborano al buon funzionamento della scuola, a quel “valore aggiunto” dato da figure che altrimenti non sarebbero previste dall’ordinamento scolastico. Specialmente nelle biblioteche svolgono un compito insostituibile perché molti di loro hanno seguito corsi di formazione in biblioteconomica e sono in grado di unire all’esperienza didattica la professionalità specifica relativa al trattamento dell’informazione, come viene raccomandato a livello internazionale.

Ma la Finanziaria del 2003, nel quadro generale di contenimento della spesa pubblica e in particolare di quella per l’Istruzione, ha introdotto un comma (passato ai più inosservato) che limita questo diritto per gli insegnanti a un periodo di 5 anni, durante i quali devono chiedere la mobilità in altre Amministrazioni, pena la “risoluzione del rapporto di lavoro”.

Parlare di mobilità/licenziamento dei docenti utilizzati equivale anche a parlare di chiusura di moltissime biblioteche che operano anche nel territorio e del venir meno di moltissime figure di supporto alla didattica.

Questo provvedimento rappresenta un “licenziamento senza giusta causa” e, in ultima analisi, “per malattia” oltre a una grave ingerenza del Parlamento in materia soggetta a trattazione sindacale e ha già provocato un massiccio prepensionamento, con danni economici rilevanti per gli interessati. Dei 6200 utilizzati permanentemente del 2003, se ne stimano oggi circa 4000.

Per questi, i 5 anni sono ormai trascorsi e, nonostante numerosi ricorsi alla Magistratura, nonostante gli inviti rivolti dal Consiglio di Stato e dalla Corte Costituzionale al Ministero dell’Istruzione per garantire loro la continuità del lavoro, l’unico provvedimento finora ottenuto è stato un comma in Finanziaria 2007 che prevedeva un piano di mobilità da attuarsi tra giugno 2007 e giugno 2008, spostando semplicemente di un anno il termine per la risoluzione del rapporto di lavoro. In effetti questo piano di mobilità non c’è stato perchè denso di ostacoli nell’attuazione pratica: soprattutto le difficoltà di equiparazione di livelli e stipendi e in secondo luogo le resistenze degli Enti di destinazione. Infatti la categoria è costituita da persone per lo più cinquantenni, prossime all’età pensionabile, quindi utilizzarle in altri uffici e necessariamente formarle ai nuovi compiti rappresenta uno sperpero di risorse.
La Finanziaria 2008 (art. 3 comma 127) insiste sulla mobilità -anche verso profili professionali amministrativi interni- e sulla costituzione di un non meglio definito “ruolo ad esaurimento”, demandando a un contratto nazionale quadro l’equiparazione dei profili professionali e i percorsi formativi di riconversione.
Ma la mobilità interna in direzione del profilo amministrativo comporta una dequalificazione di ruoli vietata da diverse sentenze e una perdita economica sulla progressione di carriera e sulla base pensionabile.

In ogni caso bisogna considerare che verrà meno la tutela di persone malate, molte delle quali invalide -anche per cause di servizio- e protette dalla legge 104 per le persone con handicap. Queste persone saranno chiamate a svolgere un lavoro “da sani” e le conseguenze in termini di malattie e assenze saranno il preludio per il definitivo licenziamento.

Un altro aspetto di questa vicenda è che ogni anno ci sono circa 200 nuove inidoneità riconosciute da commissione medica, anche a causa del peggioramento delle condizioni di lavoro (bullismo, carenza di docenti di sostegno, famiglie assenti o invadenti, ecc.). Se verrà meno la possibilità dell’inidoneità e in mancanza di alternative, i futuri malati avranno davanti a sé l’incubo del licenziamento e pertanto continueranno a insegnare con grave danno per la qualità dell’insegnamento.

Anche se venisse attuato il “ruolo ad esaurimento”, non si sa bene come verrebbero collocati questi nuovi inidonei.

I docenti inidonei all’insegnamento si battono da oltre 5 anni perchè l’art.35 comma 5 della Finanziaria 2003 venga abrogato. L’istituzione di un ruolo speciale ad esaurimento sembrava rimuovere lo spettro della scadenza del 31.12.2008, all’indomani della quale dovrebbe avvenire la risoluzione del rapporto di lavoro. Noi temiamo fortemente che il nuovo quadro politico ripristini le condizioni che hanno portato alla formulazione dell’art.35. Perciò abbiamo chiesto ai Sindacati di intraprendere presso il Ministero dell’Istruzione tutte le misure atte a rimuovere la scadenza del 31.12.2008. Ma gli incontri finora sono stati esclusivamente interlocutori e le notizie sul futuro Ministro dell’Istruzione e sulle linee programmatiche del nuovo governo in fatto di scuola non fanno presagire niente di positivo per gli inidonei.

Siamo convinti, infatti, che il licenziamento e il prepensionamento coatto di oltre 6000 docenti, colpevoli solo di essersi ammalati, rappresenta un pericoloso precedente per tutti i docenti e gli altri pubblici dipendenti.

Per ulteriori informazioni contattare:

[Maria Teresa De Nardis]

Coordinamento Nazionale Bibliotecari Scolastici
http://conbs.altervista.org/
mtdn@libero.it

Costituzione Italiana Art. 4 :
La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.

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