mentre lo Stato fa finta di combattere la mafia

la macchina di Pino Maniaci è stata data alle fiamme. Quella stessa macchina con cui mi ha accompagnato a Corleone, a vedere la casa dei Lo Piccolo, a girare servizi fino a notte inoltrata, che mi ha riportato a Palermo perchè l’ultimo treno da Partinico l’avevo perso perchè c’era da lavorare fino a tardi… quella macchina, che accompagnava Pino da anni, è stata incendiata mentre era parcheggiata sotto la redazione. Questo accade mentre vengono tolti dal 41 bis i mafiosi, questo accade mentre il governo sta a guardare e se diciamo che gode di tutto questo finiamo imputati, ma accade ed era previsto. Lo sapevamo tutti il rischio che correva Maniaci, che ha dichiarato di non volersi fermare e di continuare la sua lotta. Quella di Maniaci è una missione, non un lavoro. Lui arriva dove non arrivano altri, e dice quello che altri non dicono. Questo è il prezzo da pagare, però: l’indifferenza dello Stato, la vita in eterno pericolo e una famiglia intera a rischio.
Noi continuiamo ad essere tutti Pino Maniaci. Perchè come diceva Peppe Fava, a che serve vivere se non c’è il coraggio di LOTTARE? E stavolta Pino Maniaci lotta contro il nemico e contro l’indifferenza di quelli che si dichiarano amici dell’antimafia.
A questa gente va tutto il più profondo disprezzo.

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3 commenti

  1. sono solo degli uomini falliti, che non sono in grado di avere un pensiero proprio e agiscono senza pensare. non sanno pensare.
    sono STUPIDI.
    e quindi pericolosi.
    Marilena

  2. Partinico, bruciata auto di Telejato
    Maniaci: “Noi non ci fermeremo”
    di Andrea Cottone

    “Hanno bruciato la Pino-mobile”. La vettura storica dell’emittente di Partinico, Telejato, è stata cosparsa di benzina e data alle fiamme stanotte. “Noi non ci fermeremo – dice Pino Maniaci, anchorman della tv locale – qualche lacrimuccia ci è scesa sul volto, perché si tratta della macchina che ci ha accompagnato per tanti anni e tanti servizi”.

    La fiat Tipo grigia, che ormai non era più usata dalla famiglia Maniaci e da chi lavora a Telejato, era comunque un simbolo, con la scritta della televisione sullo sportello fatta con del nastro isolante rosso. “L’hanno riempita di benzina, la volevano fare esplodere e farne una bomba per la televisione. Per fortuna sono intervenuti tempestivamente i vigili del fuoco che hanno scongiurato questa catastrofe”.
    Maniaci ha anche un sospetto su chi possa aver compiuto tale gesto. “Nelle ultime edizioni del tg – che è trasmesso fra Partinico, Corleone e San Giuseppe Jato – alcune inchieste hanno toccato realtà dei paesi limitrofi”. I sospetti arrivano a Borgetto, paese attaccato a Partinico, di cui si è occupato Talejato. Per fortuna quella bruciata non è l’auto con la quale si muove Pino Maniaci e la sua famiglia, per cui l’atto è certamente dimostrativo e va ad assommarsi a tutti gli altri. Qualche mese fa Maniaci è stato aggredito in centro a Partinico dal giovane figlio di un boss della famiglia Vitale, che ha anche tentato di strangolarlo. Hanno tentato di investire anche suo figlio. E la stessa auto che è stata bruciata stanotte, aveva già subito in passato numerosi danneggiamenti, dalle ruote tagliate, ai vetri rotti, tanto che a forza di danneggiamenti, era stata definitivamente posteggiata sotto la sede dell’emittente televisiva. Pino Maniaci ha già una tutela disposta dal comitato interprovinciale per l’ordine e la sicurezza.

    Dico io: basterà questa tutela a proteggere un piccolo vero combattente? Che tutti i piccoli veri combattenti non stiano in silenzio, adesso, perchè la complicità passiva con chi vuole zittire, imbavagliare, intimidire, è reato ancor più vile.

    Un abbraccio a Pino. E a chi come lui (e sono tanti)trova in se ancora la voglia, la forza, il coraggio di credere in un mondo migliore di questo.

    d

  3. … lo stato oggi è composto da mafiosi come Dell’Utri o Schifani,o lo stesso Berlusconi che in un gioco ad hoca si è reso intoccabile. Purtroppo oggi abbiamo queste persone che vogliono imbavagliare ancora di più la giustizia, parlando di eroi come Falcone senza essersi prima sciacquati la bocca.
    E purtroppo oggi le persone che hanno il coraggio di indignarsi sono sempre meno: meglio perdersi tra i fumi dell’oblio, letterine e il campionato della domenica, la macchina nuova e le vacanza al mare, meglio non smuovere la cenere chissà che non mi scotti con delle braci…
    Meno male che ci sono ancora siti, gruppi, persone, che sentono ancora IL DOVERE MORALE di opporsi a questa follia che ci viene propinata come reale, normale, riconosciuta da tutti.
    Teniamo duro

    Fuego

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