Libertà su web

Mentre giornalisti di chiara fama continuano a fare informazione “ad personam” sui motivi di cambiamenti nella direzione del proprio giornale, dimenticando che forse alla gran parte dei cittadini poco importa se a dirigere una testata ci sia un uomo o una donna, dall’altra parte del mondo, quella dimenticata, quella di chi non ha nessuna garanzia perchè non ha sempre una rubrica aperta su qualunque mezzo stampa, si è compiuta una vera e propria azione censoria/intimidatoria verso I PICCOLI del popolo della rete.

riportiamo la lettera aperta che ci è giunta:
Libertà sul web e caso Ruta. Sentenza shock

Le motivazioni della condanna non appartengono ai contesti di una vera democrazia. Secondo il giudice, il blog Accadeinsicilia era addirittura un giornale quotidiano. Per l’informazione in rete potrebbe essere l’inizio del countdown.

Il testo della sentenza emessa dal giudice Patricia Di Marco, che per la prima volta in Italia e in Europa ha condannato per stampa clandestina il curatore di un blog, non solo legittima la preoccupazione e la protesta che si sono levati dalle rete e dal paese negli ultimi mesi, ma offre ulteriori motivi di allarme. Come attestano le carte processuali e le note informative della polizia postale di Catania, la periodicità regolare di “Accadeinsicilia” non è stata assolutamente provata. Non poteva esserlo del resto, trattandosi di un normale blog. Il giudice conclude nondimeno che il sito citato non era soltanto un periodico: era addirittura un giornale quotidiano, condotto in clandestinità. Un assurdo, evidentemente: ma per far quadrare il circolo di una condanna necessaria, a dispetto della discontinuità di pubblicazione che emergeva dai dati, non ci poteva essere altra soluzione.
Tale fatto giudiziario viene da un contesto difficile. Come testimoniano numerosi eventi, alcuni poteri forti della Sicilia, sottoposti a critica, stanno facendo il possibile per far tacere Carlo Ruta, reo solo di credere nel proprio lavoro di ricerca e documentazione. Basti dire che solo negli ultimi mesi sono state inflitte allo storico ben quattro condanne, a pene pecuniarie e risarcimenti ingentissimi, per complessivi 97 mila euro, presso tre tribunali della regione. La gravità della condanna di Modica, pur rappresentativa del “senso della giustizia” che vige in taluni ambiti della frontiera siciliana, va comunque ben oltre gli scenari di riferimento, recando un naturale riscontro nell’attuale situazione politica, che sempre più pone in discussione le libertà sancite dall’articolo 21 della Costituzione.
Lontana dai motivi di una vera democrazia, ma prossima alle logiche che vigono a Teheran e a Pechino, la sentenza siciliana apre di fatto un varco pericolosissimo, offrendo ai potentati italiani, sempre più timorosi della libertà sul web, un precedente per poter colpire i blogger scomodi, i siti che fanno informazione libera, documentazione, inchiesta. E’ quindi importante che la risposta a tale atto, già imponente in rete e significativa in altri ambiti, si estenda ulteriormente.

la sentenza è pubblicata qui

chi ancora non l’ha fatto può firmare la petizione

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1 commento

  1. Sentenza oscurantista sul web. L’allarme e la mobilitazione si estendono in Grecia. Decine di blog prendono posizione. Numerose note di protesta indirizzate all’ambasciata italiana di Atene.

    Mentre in Italia la risposta del web alla condanna dello storico Carlo Ruta per stampa clandestina cresce di giorno in giorno, a seguito della pubblicazione del testo della sentenza emessa dal giudice Patricia Di Marco, ripercussioni significative del caso si hanno in Grecia. Numerosi blog ed esponenti della cultura di tale paese stanno prendendo infatti posizione contro la condanna, intesa come espressione dei poteri torbidi che stringono il sud e di politiche governative scopertamente illiberali. Constatata quindi la gravità della situazione che si è venuta a creare in Italia, vengono denunciati sui siti greci i
    pericoli che, dopo tale evento giudiziario, ricadono su tutti i paesi dell’Unione Europea, in merito alla libera espressione in rete. Dai blog e da altre fonti si ha altresì notizia di numerose note di protesta indirizzate all’Ambasciata italiana di Atene, oltre che, nella medesima capitale, alle sedi del Consolato e dell’Istituto Italiano di Cultura. Ad animare la protesta, fra gli altri, è lo studioso ateniese Nikos Klitsikas, esiliato politico in Italia nel periodo della dittatura dei Colonnelli e, negli anni più recenti, storico delle trame nere in Europa, in collaborazione con Andrea Speranzoni.

    Giovanna Corradini (redattrice)
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