Due morti

Qualche mattina fa su un quotidiano di Ravenna due notizie, che in pochi hanno letto e nessuna televisione ha riportato. La prima diceva: “Gli spacciatori che hanno causato la morte di una giovane vengono condannati a 5 anni e 4 mesi di carcere.” La seconda: “I tre responsabili del Consorzio Agrario di Ravenna, dove un operaio perse la vita il 31 luglio 2003, stritolato da una vite durante la pulizia di un silos, condannati a 6 mesi con la pena sospesa.” Sono entrambi omicidi colposi. Però, uno spacciatore per l’opinione pubblica è più stronzo di un datore di lavoro. La punizione dev’essere esemplare per uno che vende la droga, dall’altro canto la giustizia sarà giustizia per uno dei tanti che muoiono. Su circa 1300 lavoratori ogni anno, vuoi che almeno una famiglia non veda l’assassino di un figlio o di un marito in prigione? Però non è questa volta. Se domattina la famiglia di Stefano Argelli, 40 anni, andasse davanti al consorzio troverebbe tutti al loro posto, come il giorno che è morto Stefano.

Lo spacciatore se l’aspettava che sarebbe andata così, anche il datore di lavoro lo sapeva che l’avrebbe fatta franca. Mentre la famiglia che si è vista strappare un affetto in maniera violenta, immaginava che qualcuno l’avrebbe pagata, ma è l’unica a sbagliarsi. Perché le cose non stanno come dice il deputato di forza Italia Maurizio Lupi che in Italia abbiamo le pene più severe in tema di infortuni sul lavoro. Basta pensare che con il nuovo Testo Unico varato a marzo la sanzione pecuniaria per non aver fornito l’imbracatura all’operaio edile è diminuita di 100 euro rispetto alla legge 626.

In Italia accade che la legge non è uguale per tutti. C’è il poveraccio che si fa tutti i sei mesi che prevede la carcerazione preventiva, mentre dall’altra parte c’è l’arresto dell’ex Presidente della regione Abruzzo durato poco più di un mese. Oppure c’è il poveraccio che pensa la giustizia sia lenta perchè forse un giorno gli darà ragione. Mentre dall’altra parte ci sono parlamentari che hanno evaso le tasse, si sono fatti corrompere o hanno fatto uso di sostanze stupefacenti (in compagnia di donne diverse dalla moglie) ne parla la tv ed anche tutti i maggiori quotidiani. Poi però non si sa mai come va a finire, non trovi neanche un trafiletto. Passa il tempo e gli italiani avranno dimenticato, figurati se si sono accorti che c’è stata qualche legge che ha prescritto un certo tipo di reato o che qualcosa è rientrato nell’indulto.

Samanta Di Persio

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