La Catena di san libero n. 365

Il mio partito

La politica fa, la politica dice… “La politica”, in Italia, oggi è
costituita da circa cinquantamila persone (nomenklatura, Vip,
propagandisti, portaborse, qualche intellettuale) che assommano in se
stessi i poteri, l’etica, il “dibbattito” e la pubblica opinione. La
Seconda Repubblica è stata molto meno repubblicana della prima,
popolata da partiti, iscritti, militanti e sezioni che la collegavano
direttamente alle rivoluzioni democratiche dell’Ottocento.

Nella Seconda tutto ciò è stato ipocritamente caricaturato: partiti di
cartapesta al posto dei partiti veri, militanti la cui militanza
s’esauriva in due ore di “primarie”, iscritti col tesserino di
plastica senza potere alcuno se non di applaudire.

Nella Terza, che comincia ora, l’ipocrisia è finita: i partiti sono
due e obbligatori, l’iscritto può cantare – a scelta – “Io Mi Fido Di
Te” o “Meno Male Che Ci sei Tu”, la militanza consiste in riti tribali
e c’è la la massima libertà di votare per chiunque, purché sia stato
approvato da una Segreteria responsabile e in linea col Partito. Tutto
questo ricorda l’Ancient Regime (“mangino delle brioches”) o la Russia
prima della caduta del Muro: sfiducia in basso, cecità in alto, e
catastrofe finale.

Fra miseria e assenteismo, fra lo sfacelo delle periferie e
l’arroganza dei quartieri alti, abbiamo dimenticato, fra le altre
cose, come si fa a votare. Abbiamo votato per gente scelta da altri
(la legge italiana non prevede la scelta dei candidati), fra una
propaganda assordante, con fantasmi e paure artificialmente montate da
tecnici della disinformatsija in confronto ai quali Beria o Goebbels
erano dei dilettanti.
Abbiamo votato comunque, perché votare è un dovere persino in queste
condizioni. Ma le elezioni democratiche sono un’altra cosa. Sono
libere, sono personali, sono una scelta concreta non fra un Vip e
l’altro ma fra diversi modi di vivere e fra diverse categorie di
persone.

Tutto questo per dire che ormai la democrazia va ricercata col
lanternino. Forse più nelle piccole che nelle grosse occasioni.
Un’occasione piccolissima, un’elezione proprio di serie B, è – per
esempio – quella che ci sarà fra un paio di settimane a Catania. In
questa città del Sud, come in tutte le altre, s’è votato per tutto
(Stato, Regione, Regno e Impero) ed è come se non si fosse votato per
niente. Si vota ora per il comune e la provincia, e anche per le
piccole circoscrizioni. Nella prima di esse, quella di San Cristoforo,
il quartiere più povero e più centrale, c’è una lista politica,
finalmente, di politica vera.

E’ quella senza politici, fatta da quella mezza dozzina di donne –
Melina, Piera, Francesca, Claudia e le altre – che in questi due anni
hanno lottato veramente e dal basso per difendere il loro quartiere,
la scuola dei loro figli, la loro vita reale. Io direi di appoggiarle,
nella loro piccolissima elezione, come se fossero il centro di tutto,
il partito più importante. Contano più di Veltroni e Bertinotti per la
sinistra da fare, quella vera. Non solo nel loro quartiere, non solo
qui.

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Sua Maestà

Sua Maestà ha firmato i decreti testé decisi da S.E. il Capo del
Governo e Fondatore del Partito a tutela dell’integrità politica e
razziale del Popolo Italiano. Soddisfazione a Palazzo Venezia.
“L’Italia – scrive su La Difesa della Razza Giorgio Almirante – è
totalitariamente e con indefettibile fede unita nella difesa dei sacri
interessi della stirpe latina”.

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Putin

Soldati, non soldati, chiacchiere, botte, dialogo, pugno duro. Non ci
si capisce granché. L’unico particolare illuminante è quello delle
“discariche segrete” (finché non arrivano gli spetnatz a presidiarle).
Questo non sarebbe venuto mai in mente a nessuno, in Occidente.

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Non-politica/ 1

Un delinquente del quartiere mafioso di Brancaccio, a Palermo, ha
tentato di ammazzare con una coltellata il figlio di diciott’anni, con
la motivazione che “si vergognava” dell’omosessualità del ragazzo. Una
stimabile madre di famiglia marchigiana aveva appena fatto la stessa
cosa (v. Catena 364) con la figlia lesbica l’altra settimana. Un
ragazzo di Roma, un dj ventiquattrenne, se l’è cavata con una
mandibola fracassata: “Devi smetterla di parlare di froci” gli hanno
detto i fascisti prima di lasciarlo mezzo morto per terra.
Non so se questi episodi hanno a che fare con la propaganda
lapidazionista che vescovi e politici (di destra e d'”opposizione”)
portano avanti da qualche tempo. Di certo “non è politica” ma solo
cronaca, secondo i tiggì. Fra poco neppure cronaca ma tam-tam.

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Non-politica/ 2

“Rissa politica all’università”. “Rissa tra giovani di sinistra ed
esponenti di Forza Nuova”. Così Corriere e Repubblica titolano
l’aggressione fascista, con spranghe e coltelli, contro gli studenti
che attaccavano manifesti antifascisti all’università. Al tempo del
primo fascismo Repubblica non esisteva ancora, ma il Corriere usava
già largamente la parola “rissa” per descrivere le spedizioni armate
contro i contadini socialisti.
(L’Italia è fascista o antifascista? La Germania è antinazista, ha
fatto delle leggi contro i nazisti e le ha applicate. Da noi il
fascismo è un partito come tutti gli altri – vedi Forza Nuova – e la
difesa della legalità in questo campo è delegata al coraggio dei
singoli cittadini).

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Pais

Licata (Ag). Diciott’anni e gay. Lo insultano a scuola e fuori, lo
picchiano abbastanza spesso. L’altra volta ha preso la varechina, ma
l’hanno salvato. Adesso ha deciso di denunciare i persecutori,è andato
dai carabinieri ma i fascisti (i leghisti, i carfagni, i papalini:
chiamali come ti pare) l’hanno inseguito fin lì. “Via, via da Licata –
dice ora la madre – Non ne possiamo più. Che gli ha fatto mio figlio?
E’ un paese incivile”.

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Eiar

“E’ che da quando c’è questo governo…”. Parla uno degli immigrati
aggrediti dai fascisti al Pigneto. Finchè si limita a dire che c’è
paura e che non si può andare avanti così, l’intervistatrice lo lascia
parlare. Appena comincia a citare il governo, gli toglie bruscamente
il microfono dalla bocca e un attimo dopo la regia cambia
collegamento. Questo sabato 24, al Tg1 di Riotta.

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L’uovo del serpente

Il clima di Roma non è pre-fascista. No, il fascismo è già nei fatti e
monta. Il raid organizzato nel quartiere multietnico del Pigneto è la
prova che la democrazia ha fatto un preoccupante passo indietro. Molti
si chiedono che cosa sarà la Capitale anche solo tra un anno, quanti
atti di violenza avrà alle spalle a quell’epoca, grazie anche
all’azione di un governo nazionale che tollera le ronde della Lega e
di An, fa ricorso alla violenza indiscriminata a Chiaiano, vara leggi
speciali per l’ordine pubblico.
La spedizione del Pigneto, senza che una sola volante della polizia
intervenisse nonostante le numerose chiamate dei residenti, fa tornare
alla mente un’osservazione del protagonista dell’Uovo del Serpente di
Ingmar Bergmann, film ambientato nella Repubblica di Weimar:
“Terribile, lo picchiavano e i poliziotti stavano a guardare”. Era il
1923, Hitler intraprendeva il cammino che, dieci anni dopo, l’avrebbe
portato “democraticamente” al potere.

Alemanno ha minimizzato: “La politica non c’entra”. Ma “nulla è più
politico del vento fetido della violenza di strada”, ha osservato il
direttore dell’Unità, Padellaro. E’ che la conquista della Capitale da
parte delle destre comincia a dare i suoi frutti marci. Roma rischia
di avere – insieme – le ronde private, i vigili armati, squadracce
“nazi-fasciste” incontrollate e una polizia alla quale oggi, in caso
di scontro, si dà l’ordine di “usare solo i manganelli”, lasciando
intendere che tra breve potrà anche sparare ad altezza uomo, come ai
tempi del ministro Cossiga. Chiaramente, tutto questo, per la
tranquillità dei cittadini. Prima o poi spunterà anche Charles
Bronson, il giustiziere della notte. E non è da escludere – qualcuno
già pensa alla liberalizzazione del porto d’armi – che prima o poi si
debba assistere alla prima strage in una scuola italiana per mano di
studenti ammaliati dalla croce uncinata, come accade periodicamente
nei college Usa.

Qualora tutto questo non bastasse, il sindaco di Roma giudica urgente
intitolare una via a Giorgio Almirante, fascista doc, non neo, né
post. Anzi, fucilatore di Salò. È vero che, quando morirà, ad
Andreotti dedicheranno strade e scuole, sale consiliari e biblioteche,
tante che i Falcone, Borsellino, Dalla Chiesa, Giuliano, Terranova,
Chinnici, Mattarella, La Torre, Insalaco, Livatino, Scopelliti,
Montalto, Montana, Cassarà e Antiochia neanche si sognano, ma – come
ha detto Bocca – l’iniziativa di Alemanno è “la provocazione di chi si
sente vincitore e può fare quello che vuole”. L’opposizione,
“melliflua” l’ha definita Alessandro Robecchi su il Manifesto, sta
pressoché muta. Lo “sdoganatore” Violante e la Finocchiaro urlano come
aquile quando devono dare sulla testa a Travaglio. Se c’è da fermare
fascisti vecchi e nuovi non fiatano.
[riccardo de gennaro]

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Gulag allora no

Non si chiameranno più Cpt. Indetto un concorso per il nuovo nome, che
deve contenere la parola “campo” ma all’interno di una frase che
elimini ogni possibile equivoco (“Morto di polmonite, senza soccorsi”,
“Filo spinato tutt’intorno”, “Processo? Che bisogno c’è di un
processo?”) con altre omologhe istituzioni straniere.

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Indirizzo italiano

Fra piazza Mangano e via Vallanzasca (di fronte ai Magazzini Eichmann).

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Magnifica

La professoressa Cristiana Compagno è il nuovo rettore
dell’Università di Udine, succedendo al prof. Honsell (dimessosi per
fare il sindaco). Dov’è la notizia? La professoressa Compagno è la
prima e unica donna che sia mai riuscita a diventare rettore
universitario in Italia.

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Bufale senza fili

Internet senza fili fa male alla salute? Per provare a rispondere a
questa domanda, “Report” ha ripescato una inchiesta della BBC vecchia
di un anno, che già a suo tempo aveva suscitato polemiche più per la
forma allarmistica (non sappiamo se fa male, quindi può far male,
quindi siamo tutti a rischio) che per le evidenze raccolte (i valori
misurati sono a norma, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha detto
che non c’è pericolo, ma i suoi consulenti possono essere comprati
dalle compagnie telefoniche).
Prima che il panico ci faccia buttare via tutte le nostre antennine
domestiche, proviamo a leggere lo studio realizzato dall’OMS sulla
presunta pericolosità del Wifi, nel quale risulta che “non ci sono
prove scientifiche convincenti di effetti nocivi sulla salute da parte
dei deboli segnali RF delle stazioni base e delle reti senza fili”. Lo
stesso studio rivela che “il corpo assorbe fino a cinque volte più
segnale dalla radio FM e dalla televisione che dalle stazioni base”.
Secondo Paolo Attivissimo, esperto di tecnologie e disinformazione,
“per essere coerenti, prima di occuparci della pericolosità del wifi
dovremmo bandire i trasmettitori radio e TV”. Va bene tenere sotto
controllo le sorgenti elettromagnetiche, ma bisogna controllarle
tutte, e a cominciare dalle più potenti (radio e TV) e dalle più
vicine (telefonini).

Se il giornalismo non diventa una conversazione, capace di coinvolgere
il pubblico nella costruzione delle notizie, c’è il rischio di perdere
delle grandi occasioni. Tutti i tecnici e gli esperti che hanno
contestato su basi scientifiche il lavoro della BBC, sdoganato in
Italia da Report, avrebbero potuto essere dei consulenti preziosi “a
priori”, aiutando la redazione a produrre dei contenuti più seri e
meno sensazionalistici di quelli confezionati dai colleghi inglesi:
magari per una volta sarebbe stata la BBC ad attingere dalla
televisione italiana anziché il contrario.
Morale della favola: quando si accende la TV, è meglio non spegnere il
cervello e verificare tutto e tutti: è più pericoloso l’allarmismo
diffuso in buona fede dalle fonti credibili e autorevoli delle bufale
costruite ad arte dai professionisti della disinformazione, dai quali
siamo abituati a difenderci.
[carlo gubitosa]

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Servi dello Stato/ 1

Dimissionato Massimo Romano, che dirigeva l’Ufficio Redditi sotto la Repubblica.

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Servi dello Stato/ 2

Ucciso da un’auto mentre prestava soccorso a due automobilisti
l’appuntato Francesco Deias, sardo, sulla 131 vicino Dolianova.
Lascia la moglie e un figlio.

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Unità

Torna ai sardi, con Renato Soru, il giornale di Gramsci e Berlinguer.
Lo gestirà una fondazione. Se era per gli italiani, a quest’ora la
dirigeva Feltri.

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Padroni e schiavi

Lainate (Milano). Niente visite, doccia una volta al mese, niente
acqua calda, un pezzo di sapone per bucato la settimana, acqua di
rubinetto, cibo scarso, tante botte e nemmeno una lira. “Non ti meriti
altro, che sei rumena!”. La padrona è una tranquilla signora di 75
anni, con un tanti soldi da parte. La schiava una donna di 54 anni.
Alla fine l’hanno liberata i carabinieri. La vecchia non è in galera,
nè ai domiciliari. I vicini (“non ne sapevo niente”) nemmeno.

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Foglio di disposizioni

“Linea dura contro chi aizza la massa”.

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Predator

“Questo velivolo – ha assicurato il capo di Stato Maggiore
dell’aeronautica – ha notevoli capacità di controllo del territorio e
credo che potrebbe essere impiegato con grande efficacia nel controllo
die clandestini. Anche da un punto di vista normativo ormai tutto è
pronto”.

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Gerarchie

Bertolaso fa dichiarazioni credendosi Brunetta
E Brunetta parla come Di Pietro
E Di Pietro si crede Veltroni
E Veltroni si crede D’Alema
E D’Alema si crede il cardinal Bertone
E Bertone si crede il Papa
E il Papa si crede presidente della Repubblica
E il Presidente si crede Berlusconi
E Berlusconi si crede il Padreterno.
[aldo vincent]

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Mai più

“Non solo ho perso queste elezioni, ma voglio perdere le prossime e
poi le altre ancora”. L’ha dichiarato, in sostanza, il Capo
dell’Opposiz. on. Veltroni, annunciando che l’esperienza dell’Unione
(che ha vinto due elezioni) è brutta e cattiva e di centrosinistra
unito non se ne parlerà mai più.

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Maria Rosa P. wrote:

< Nella Pubblica Amministrazione esiste una stratificazione di
fannulloni che da qualche anno non produce nulla, pesa sulle tasche
degli Italiani e compromette il futuro del paese. Questi fannulloni
non possono essere cacciati e le armi per indurli al lavoro sono
spuntate. Hanno alle spalle sindacalisti molto agguerriti che li
difendono a spada tratta arrivando persino ad accusare i nemici
storici di questa genia di fannulloni qualora questi pretendano un
minimo d’impegno.
Di chi sto parlando? Della scuola. I fannulloni ahimè sono gli
allievi, da compiangere per l’abisso di maleducazione e ignoranza in
cui rischiano di finire, spinti incoscientemente dai loro
sindacalisti: i genitori che si schierano al loro fianco
incondizionatamente e combattono soprattutto i docenti seri, quelli
che cercano ancora di fare il loro mestiere e magari pretendono
educazione, attenzione e, orrore, persino impegno e studio.
Sempre più spesso, se un genitore si lamenta, vengono inquisiti dai
dirigenti scolastici e messi in condizione di doversi difendere
dall’accusa di essere troppo severi. Perché il dirigente fa così?
Perché il cliente ha sempre ragione e la famiglia è il cliente della
scuola. Perché le famiglie sono diventate così? Probabilmente sono
sole, disorientate, senza strumenti culturali, troppo ricche o troppo
povere. La conclusione è però che il mondo si è rovesciato, siamo nel
paese di Lucignolo, il Gatto e la Volpe hanno l’approvazione delle
famiglie e Pinocchio resterà per sempre un burattino >

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Franco Mistretta wrote (a: finocchiaro_a@posta.senato.it):

< Già ai tempi della condanna di Andreotti alla Corte d’Appello di
Perugia ero rimasto sconcertato per il suo commento “sentenza
politicamente sbagliata”. Immaginavo però che poi, ripensandoci,
avesse capito l’enormità che aveva detto. Ora leggo la sua veemente
difesa di Schifani (per la dignità della seconda carica, immagino, e
non per stima verso il personaggio). E anche il bacio sarà stato
sempre alla seconda carica, piuttosto che per l’avvenenza del
senatore. Liberissima lei dei suoi comportamenti politici. Libero io
di prometterle che non solo non voterò più per la sua formazione, ma
che impegnerò tutte le mie residue forze fisiche e intellettuali, e il
piccolo credito che la passata militanza mi ha fruttato, per
combattere lei, i suoi colleghi di partito e la disgustosa filosofia
alla “Molotov-Ribbentrop” che ancora caratterizza la vostra cultura.
Se è lecito paragonare le piccole alle grandi cose >

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Gomorra

Lacocio wrote:

< c’è chi pensa che abbiamo un problema rom
veda Gomorra
c’è chi pensa a vedere il consumo dal davanti e no da dietro
respiri Gomorra
c’è chi pensa che lo stato sia troppo presente
tocchi Gomorra
c’è chi pensa che vada già bene non essere né pro né contro
mastichi Gomorra
c’è chi pensa a non guardare
ad occhi chiusi, ascolti Gomorra
c’è chi pensa “tanto non è qui”
cerchi Gomorra nella sua città (la troverà)
c’è chi non pensa o non vuol pensare
incappi in Gomorra
c’è chi pensa ai bambini tutti uguali
giochi a Gomorra
c’è chi pensa a infinite possibilità
scelga a Gomorra >

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www.ucuntu.org

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Per collaborare a questa e-zine, o per criticarla o anche
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riccardoorioles@gmail.com — Fa’ girare.
“A che serve vivere, se non c’è il coraggio di lottare?” (Giuseppe Fava)

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