La CGIL abbandona Tommaso Fonte?

Tommaso Fonte è un discreto ed elegante signore ragusano di 47 anni. Nel 1981, quando l’Italia non ancora sognava sui campi spagnoli dietro ad un cavallo di razza di nome Pablito, entra nella CGIL. Sette anni fa viene eletto a segretario della Camera del Lavoro di Ragusa, il più giovane in Italia ad assumere questo incarico. Durante il suo impegno come segretario, prima della Camera del Lavoro poi come segretario generale della CGIL di Ragusa, Fonte occupa gli ultimi anni a denunciare l’atto predatorio della mafia nei confronti della gestione dell’acqua nella provincia. Sotto le vesti di una gara d’appalto dai contorni tutt’altro che netti si viene a nascondere, sostanzialmente, una trattativa privata. Da quel momento Fonte riceverà diverse minacce ed intimidazioni.

Nella primavera scorsa si candida alle elezioni politiche e decade da segretario generale. Oggi Tommaso Fonte non ricopre più alcun ruolo all’interno dell’organizzazione sindacale alla quale, per oltre un quarto di secolo, è stato colonna portante e voce indignata di denuncia e militanza. La versione ufficiale del sindacato è che Fonte non è più segretario generale per ragioni di mero avvicendamento personale. La realtà, denunciano diverse associazioni, movimenti e personalità della società civile ragusana e nazionale è che il principale sindacato italiano non ha avuto il coraggio di sostenere fino in fondo, e in tutte le sedi, una voce preziosa e libera dell’impegno antimafia.

Nelle ultime settimane si è creato un botta e risposta tra l’attuale dirigenza della CGIL ragusana e il comitato nato per sostenere Tommaso Fonte. E’ possibile leggersi la corrispondenza dai siti http://www.sosteniamofonte.blogspot.com e http://www.leinchieste.com . Ognuno si faccia la propria idea.

All’inizio di Novembre viene diffuso l’appello ’Solidarietà a Tommaso Fonte’. Nell’appello si esprime ’Esprimiamo profondo stupore, amarezza e grande preoccupazione per tale decisione della CGIL, che allarma chi nella società civile e democratica ha avuto in Tommaso Fonte un punto di riferimento sulle questioni della legalità, dello sviluppo e dei diritti fondamentali’ aggiungendo subito dopo ’A seguito di tale suo impegno Fonte ha subito minacce di ogni tipo, anche di morte, di cui non si conoscono ancora gli autori’.

A queste parole, e dopo numerose altre adesioni pervenute all’appello, risponde una nota della CGIL ragusana. Nella nota si nega totalmente l’esistenza di un caso Fonte, affermando che Fonte non è più segretario per statuto (incompatibilità tra sindacato e partiti politici) e per avvicendamento nei ruoli. Nessuna parola viene spesa sulla comunicazione del 15 ottobre scorso con la quale Fonte è stato definitivamente e totalmente messo alla porta dal sindacato.

La nota suscita la doverosa replica sia di Tommaso Fonte che del comitato nato a suo sostegno. Il comitato sottolinea alcuni punti cardine della situazione. Scrive Daniela Modica sul blog del comitato:

La questione è un’altra. Siamo un gruppo di persone che hanno deciso di stare accanto ad una persona , che oggi è Tommaso Fonte, ma domani potrebbe essere qualsiasi altro di noi, la quale sembra essere stata afflitta dal male più grande e periglioso della società siciliana (come lo definisce Santino), la solitudine. E’ un uomo che è stato vittima di intimidazioni, anche di morte e che si è trovato completamente isolato. Questo è il nostro intento, capire perchè ancora oggi questo possa accadere, perchè ancora oggi le persone vengono lasciate sole, perchè ancora oggi nulla si sa su chi abbia intimidito Tommaso e su chi abbia permesso che tutto questo si compisse” ed insieme a Giovanna Corradini e Gianluca Floridia ricorda l’11 novembre che, al contrario di quanto sostiene la CGIL non si ha ancora la possibilità di sapere le motivazioni dell’allontanamento del 15 ottobre scorso.

Dure ed amareggiate sono le parole di Tommaso stesso, riportate sempre sul blog.

[…] Voglio soltanto fare qualche considerazione, per cercare di comprendere le ragioni politiche che possono avere determinato la decisione di estromettere dall’organizzazione un dirigente che, da circa 27 anni, ha cercato di rappresentare, nel bene e nel male, la condizione di chi lavoro e che ha spinto tante illustre personalità e tanta gente a darmi sostegno e solidarietà proprio in questi giorni. […] Quali possono essere state per tanto le valutazioni politiche fatte dalla CGIL di Ragusa per decidere di non attribuirmi alcun incarico? Mi sono posto alcune domande: il fatto di essere stato ingiustamente sottoposto ad un giudizio per le minacce subite ed essere stato assolto? Il fatto di essere stato un dirigente sindacale che ha fatto della questione morale un principio essenziale della sua azione di rappresentanza? […] Il fatto di essere stato tra i tanti protagonisti della battaglia contro l’appalto controllato per la privatizzazione dell’acqua, oppure per la mia storia sindacale fatta di tante battaglie per la trasparenza , come nel caso del consorzio di bonifica di Scicli, per la stabilizzazione dei precari e contro l’utilizzo clientelare del bisogno del lavoro, oppure per avere denunciato il lavoro nero e lo sfruttamento nei centri commerciali, oppure ancora per avere denunciato gli affari tra sanità pubblica e quella privata, o per avere studiato e lavorato per contribuire a migliorare le condizioni dello sviluppo in questa sfortunata Sicilia, e potrei ovviamente continuare a lungo. Oppure, ma questo sarebbe assai grave, il fatto di avere sempre liberamente espresso liberamente il mio pensiero e di avere lottato per vivere e lavorare in una organizzazione nella quale le opinioni diverse dovevano essere ricchezza e avere scoperto poi, a mie spese, che in questa fase la CGIL non tollera il dissenso e quindi non esiste né dibattito né democrazia. […]

Tutta la vicenda sicuramente porta tristezza ed amarezza. La società civile dovrebbe restare unita e determinata, in questo momento difficile della storia italiana dove le spinte reazionarie e antidemocratiche dei poteri forti mafiosi, massonici ed economici tentano di distruggere qualsiasi spazio di libertà e dissenso. Sapere invece che un grande protagonista della militanza sindacale, come Tommaso Fonte, sia in rotta e sia stato allontanato dalla CGIL, che molti hanno visto in questi anni come baluardo contro le guerre, le devastazioni, l’arroganza capitalistica e affaristica, desta non poca preoccupazione.

Larga parte della società civile si è stretta intorno a lui. Come scritto da Daniela Modica la solitudine è l’arma maggiore a disposizione dell’intimidazione mafiosa. Lo affermavano già Falcone, Borsellino e Rocco Chinnici quando fondarono il pool antimafia di Palermo. Per la mafia, arrogante ma vigliacca, è molto più agevole colpire una persona sola. La solidarietà a Tommaso Fonte, così come già per Carlo Ruta e prima ancora per Marco Benanti ( che, non a caso, sono tra i primi firmatari dell’appello per Tommaso Fonte ), ha l’obiettivo di spezzare qualsiasi isolamento e rendere vana qualsiasi azione di prepotenza mafiosa.

Per le adesioni al documento: accadeinsicilia@tiscali.it. Per testimonianze di solidarietà: sosteniamo.fonte@gmail.com.

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