Non ci piace piangere i morti e fregare i vivi

Non ci piace piangere i morti e fregare i vivi. Per questo motivo metto on line il comunicato stampa di Vita Maria Atria, che prende le distanze dall’uomo (uno dei tanti) che ha capito che il filone dell’antimafia è un business.

Mi chiamo Vita Maria Atria e sono la nipote di Rita Atria, Testimone di giustizia che il 26 luglio 1992, in un estremo atto di resistenza, si è lanciata dal settimo piano del civico 23 di viale Amelia a Roma. Nel ’92 ero veramente piccola ma nella mia mente i ricordi sono vividi: lo “zio Paolo” [Paolo Borsellino], la zia Rita, la mamma [la Testimone di giustizia Piera Aiello] che mi chiedeva di non dire il mio nome, per la paura e il timore di essere scoperte.

Da quando sono maggiorenne ho continuato a vivere nell’anonimato e non avevo ritenuto opportuno fare dichiarazioni pubbliche, affidando il mio impegno e la mia scelta ad un gesto: essere tra i soci fondatori di una associazione dedicata a mia zia e lavorare dietro le quinte, anche perché sono una ragazza dalle poche parole e ho preferito finora stare nell’anonimato per poter vivere una vita tranquilla e “normale”, sempre fino a quando è possibile.

Oggi, mio malgrado, sono costretta ad affidare all’Associazione Antimafie “Rita Atria” (anche perché non lo posso fare direttamente vivendo in località segreta) un comunicato per esprimere in maniera netta e determinata la mia posizione sul film di Marco Amenta dal titolo “La siciliana ribelle”, stanca di leggere sui giornali e sui siti web che “è rimasto toccato dalla vicenda”, stanca di veder speculare sulla memoria di mia zia, una ragazzina-donna che ha avuto il coraggio di credere nei propri princìpi e di fare determinate scelte, a discapito di se stessa, perché credeva che ci potesse essere un mondo migliore al di fuori del “suo”, un mondo onesto, ma a quanto pare si sbagliava.

Al signor Amenta vorrei dire che se proprio ci tiene a mia zia allora perché da 12 anni non restituisce materiale privato che in buona fede gli era stato affidato per la produzione di quel film documentario (“Diario di una siciliana ribelle”) che per noi alla fine ha rappresentato l’ennesima prova del fatto che nella vita interessano solo le vittime morte, persone che hanno servito lo stato e che ora finiscono nel dimenticatoio o, nelle migliori delle ipotesi, vengono ricordate solo per scopi che poco hanno a che fare con il fare memoria in modo disinteressato.

Nonostante il signor Amenta in presenza di testimoni avesse garantito che “Diario di una siciliana ribelle” sarebbe stato distribuito esclusivamente all’estero e nonostante avesse messo per iscritto che nel materiale filmato contenente immagini private dei miei familiari avrebbe alterato i visi e, inoltre, avrebbe reso irriconoscibile la voce e l’immagine di mia madre nell’intervista girata per il film documentario, non ha messo in atto quanto dichiarato sulla distribuzione esclusivamente estera, e non ha sufficientemente alterato visi e voci come sottoscritto. Così facendo ha invece messo in serio pericolo me e mia madre.

Non mi interessa sapere se la storia di mia zia abbia toccato il signor Amenta, ma l’amore per una storia, per un impegno civile e morale, si dimostra con i fatti e non con la ricerca del successo, della gloria, degli applausi o della fama. Non credo che tutto questo serva a ricordare mia zia (e soprattutto una trama che è molto lontana dall’essere la sua storia), ma serva solo per scopi economici e io questo non lo ritengo opportuno.

Spero che il signor Marco Amenta comprenda e accetti questa mia decisione, che viene dettata dal mio cuore e dal profondo amore e rispetto che nutro nei confronti della mia cara zia e della sua scelta.

Appunto, una scelta di resistenza.

Vita Maria Atria

in esclusiva a Telejato un’intervista a Piera Aiello e a Don Ciotti

da youtube è stato rimosso il video. Rimane on line sul sito di telejato

www.telejato.it

Commenti Facebook

12 commenti

  1. L’accettare che dietro a qualunque comportamento o impegno umano ci possa essere un interesse personale,che non necessriamente è diretto a fare soldi,non significa ssolutamente sminuirne la validità,semplicemente significa guardare in faccia la realtà senza farsi facili illusioni.
    Il problema generale del sistema in cui viviamo credo consista proprio nell’essersi allontanati da questa valutazione,per cui,forse siamo il paese in cui ci sono più associazioni “benefiche” (sulla carta) di quanto non ci siano operatori economici,con il risultato che abbiamo una corruzione da sud America.
    Ovviamente esistono anche le mosche bianche ,ma dimostrano appunto di essere tali in quanto il sistema è quello che è.

    luciano
    L’e’ tutto sbagliato…l’e’ tutto da rifare!!

  2. pensa a pino maniaci, che si becca le querele per stare vicino a piera aiello, testimone di giustizia. Pensa ai ragazzi dell’associazione Rita Atria, che quando gli va bene ci vanno in paro con le spese, perchè di solito ci rimettono loro per aiutare queste persone in difficoltà.
    L’altruismo puro esiste, ma difficilmente lo troverai in prima pagina su qualche giornale. E difficilmente vivrà sotto i riflettori

  3. deve capire che con la vita delle persone non si gioca, e soprattutto, soprattutto se si mette a rischio l’incolumità di chi la lotta alla mafia la fa da sempre e la respira

    vedremo se risolvera’ il problema, o preferirà il soldo facile mentendo su tutto e su tutti

    grazie ancora a nome di piera, Vita Maria per aver difeso la memoria di Rita

  4. “il potere del denaro…”

    Su questo sito nel Forum ricordo di aver polemizzato con Sergio perchè sostenevo di non credere all’altruismo “puro” ma che dietro ogni comportamento umano c’è sempre un qual si voglia interesse personale,magari anche lecito e legittimo,non necessariamente “peloso”,ma c’è.

    luciano
    L’e’ tutto sbagliato…l’e’ tutto da rifare!!

  5. hanno minacciato telejato per aver mandato in onda l’intervista..

    ste cose l’ho viste fare solo dagli ammiratori di Cosa Nostra. Mi fa male molto di più il silenzio dei tanti che si professano antimafiosi..

    è online sul sito di ritaatria.it la lettera inviata a Pino Maniaci per impedire di mandare in onda le dichiarazioni della testimone di giustizia (e di don ciotti)

    il potere del denaro…

  6. Ciao Antonella,
    ho letto con interesse il tuo articolo e l’ho riportato nel mio blog (http://nelregime.splinder.com/)
    Ho fatto di più, sono andato sul sito ufficiale del film in questione (www.lasicilianaribelle.it) e ho scritto un commento in cui pregavo il regista di risolvere il problema e pubblicavo la lettera in toto.
    Ebbene, son tornato dopo poche ore e il commento era stato eliminato dal DIARIO PER RITA.
    Ho appena scritto un nuovo commento per chiedere spiegazioni sul perchè della censura.. ora aspetto una risposta anche se temo che cancelleranno anche questo mio nuovo commento… CHE SCHIFO!!!
    E meno male che è un film che parla di MAFIA!!!!

    Cmq consiglio a tutti di andare e indignarsi direttamente sul DIARIO DI RITA stesso…
    Vito

  7. fino a ieri c’era..

    la lunga mano forse.. Visto che non è stato rimosso dall’utente ma da youtube su richiesta e segnalazione di qualcuno.

    L’intervista si trova sul sito di telejato

    vediamo se chiudono tutto il sito, stavolta

  8. probabilmente ve ne siete già accorti,ma il video non è più disponibile.
    Cos’è,la lunga mano………

    Però è asolutamente vero che anche la cosidetta antimafia sia diventata un businnes.
    L’unica soluzione,quando in un palazzo sono le fondamenta ad essere marcite è demolire e ricostruire.

    luciano
    L’e’ tutto sbagliato…l’e’ tutto da rifare!!

  9. e adesso aspetto di vedere quanti dei presunti interessati all’antimafia daranno risalto a una notizia come questa, in cui chi rischia la pelle e non viene rispettata è ancora viva.

    So che aspettero’ a lungo

I commenti sono chiusi.