CASO ARCIERE, CSM: PM MASIA AMMONITA. VINCE LA “RAGION DI LOBBY”

a cura di Anna Germoni, (www.imgpress.it)

Il CSM ha ammonito Donatella Masia, un magistrato tutto d’un pezzo, per nulla incline a frequentare i salotti della Torino da bene e uno dei sostituti procuratori della Repubblica di Torino con più anni di servizio. Allontanata il 17 marzo del 2008 dalla Procura del capoluogo piemontese, per aver interloquito telefonicamente con Arciere (nome in codice del maresciallo dei Carabinieri che mise le manette a Totò Riina, poi arrestato nell’ambito dell’inchiesta Stupinigi) criticando l’operato dei suoi colleghi torinesi MADDALENA, SALUZZO, ARNALDI DI BALME e PADALINO. La notizia, ovviamente è apparsa sotto tono nei media, troppo impegnati a inseguire l’ex ragazzo, la zia, il nonno e il bisnonno di Noemi, per dare risalto all’ennesimo atto di autoconservazione della casta: la lobby del Csm e di alcuni togati. Una volta si parlava di “Ragion di Stato”, oggi solo di “ragion di lobby”. E ancor di più se c’è di mezzo Magistratura Indipendente, che il primo giugno scorso ha sbaragliato tutti i concorrenti delle altre liste, nella Procura di Torino. Un risultato che accentua la tendenza di Magistratura Indipendente ad insinuarsi, con il consenso degli elettori, nei gangli di potere, iniziata con le elezioni al Csm del 2006 (3 eletti) e confermata con le elezioni del Comitato Direttivo Centrale dell’Anm del 2007. E dopo il boom di consenso, ci saranno gli attesi flussi e riflussi nel Palazzo. In questo contesto, di correnti e alte maree, pochi giorni fa, dinanzi al Csm, il pm Masia è stato incolpato, forse per ragion di lobby, di aver diffamato i suoi colleghi. E che diavolo avrà detto Donatella Masia? Che erano lobbisti? Eunuchi? Protozoi? Nulla di tutto questo. Nella telefonata intercettata, il magistrato Masia disapprova l’azione del pm Andrea Padalino, “se avesse avuto la testa sul collo”, non avrebbe chiesto la misura cautelare contro Arciere, aggiungendo che questo era “un sistema di inquisizione spagnola” e che lei si vergognava di tale atto avvallato dai suoi colleghi. Tutto qui. Un dissenso.


Ma evidentemente a Torino, forse è vietato dissentire, parlare e anche respirare se non si fa parte del Comitato Maggiordomi del Potere. Inoltre le frasi di Masia, erano state pronunciate in una telefonata tra Arciere e il suo legale difensore, che in quel momento era in compagnia del pm torinese. Nonostante questo tipo di intercettazione è vietata, perché il difensore ha il diritto di segretezza con il suo assistito, i togati della Procura di Torino fregandosene altamente della legge (?!), si sono tuffati nel “vouyerismo” da intercettazione. Estasi da Gsm Interceptor..

Poi, doppia trance per la richiesta di allontanamento dalla Procura e il giudizio davanti al CSM. Tutto questo nonostante Donatella Masia avesse illustrato con una memoria di 20 pagine che la sua indignazione era dovuta al fatto che il maresciallo Arciere, dopo aver condotto l’operazione di recupero della refurtiva di Stupinigi seguendo le costanti direttive dei magistrati e venendo poi encomiato dagli stessi magistrati con tanto di lettera, era stato accusato e arrestato per una ritorsione di alcuni ufficiali di polizia giudiziaria in servizio alla Procura di Torino. Così davanti al Csm, il 29 maggio scorso, il legale difensore di Donatella Masia, ha depositato una memoria scritta di oltre 150 pagine. Dopo nemmeno mezzora di consiglio, Nicola Mancino, legge il dispositivo di ammonimento, sebbene il P.G. (secondo fonti discrezionali vicino a Magistratura Indipendente!) aveva chiesto la censura e il trasferimento d’ufficio! Comunque si può affermare senza esser smentiti che al Consiglio Superiore della Magistratura si lavora sodo: in 1 minuto, leggono cinque pagine!!! Forse per “ragion di lobby”! Piergiorgio Gosso, ex presidente dei gip del tribunale di Torino, avvocato difensore di Masia, al termine dell’udienza, ha detto: “INGIUSTIZIA è fatta! Sentenza sconvolgente.

Evidentemente è stata già stata scritta in partenza. COSI’ VANNO LE COSE DELLA VITA! Attendo con interesse il deposito della sentenza del CSM, anche in vista di un eventuale ricorso alla Cassazione. L’accusa di estorsione contro il Maresciallo Ravera? Un’autentica BOLLA DI SAPONE, per non dire BUFALA. Quanto alla seconda accusa rivolta ad Arciere per falso ideologico aggravato in atto pubblico, per aver scritto in una sua annotazione che la refurtiva stava per essere smerciata nei paesi arabi, mentre il sinto che ha confessato il furto sembra abbia parlato di spedizione “oltre il Mediterraneo”….. !), ebbene come diciamo in Piemonte, FA RIDERE I POLLI…”. Dopo la sentenza del Csm, che conferma per l’ennesima volta che Magistropoli è viva e vegeta, ci chiediamo, così per gioco retorico: come mai il processo penale contro Arciere giace ancora sulle scrivanie della Procura di Torino, nonostante siano scaduti i termini di durata delle indagini? Si attendeva l’esito disciplinare contro Donatella Masia? Nelle stanze della procura prevarrà la “Ragion di Stato” o la “ragion di lobby”?! Noi di IMG Press vigileremo perché il nostro scopo è scrivere quello che vediamo.

Anna Germoni

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