“Prego, Dottore!” Il libro shock sulle bufale di Ciancimino

E’ da ascoltare una persona rozza nei modi tanto da mandare “affanculo” un mafioso, o è da ascoltare un mafioso che dice innumerevoli volte “Prego, dottore!”? La risposta è scontata, l’educazione premia. E infatti Massimo Ciancimino tra verbali e udienze arriva quasi a 200 volte con l’intercalare “prego, dottore”, a volte svicolando le domande, a volte contraddicendosi, a volte chiedendo una pausa per rinfrescarsi le idee, per poi tornare con diverse versioni delle sue dichiarazioni. Previo consulto? Non ci è dato saperlo, perchè durante le pause, negli interrogatori vengono spenti i registratori. Tanto da indurre l’avvocato (che per noi rimane sempre vivo) Milio, a chiedere al giudice che durante le pause Ciancimino “NON PARLI CON NESSUNO”. Una frase con la quale l’avvocato voleva redarguire dalle eccessive consulenze degli avvocati, ma qualcuno in procura si è risentito (perchè pensavano che si rivolgesse a loro?). E sulla scia di questi fatti, nasce il libro PREGO, DOTTORE, in cui un blogger svela tutto quello che non è dato sapere leggendo la stampa “perbene”, perchè, citando un passo del film “Fortapàsc” (la vera storia del giornalista Siani ucciso dalla camorra), esistono giornalisti giornalisti e giornalisti impiegati. Gli impiegati sono troppi, quasi tutti, sarà per questo che è stato delegato a un blogger, lo studio dei verbali, delle dichiarazioni di Massimo Ciancimino.

Un libro nato per caso, doveva essere un articolo, ma più si andava avanti nella lettura dei verbali, più usciva fuori qualcosa di scottante. Un articolo era troppo poco per far notare tanti dettagli. Per esempio: come si può fare una perizia al carbonio 14 su fogli fotocopiati? Oppure: come si fa a parlare in un solo articolo di documenti tagliati e rincollati ad arte da una mano anonima? Come è possibile parlare di mancanza di perquisizione in cassaforti contenenti documenti che sono in realtà stati oggetto di perquisizione e depositati in procura? Era necessario un approfondimento. Non alla prima lettura dei verbali, ci si è soffermati, ma controllando tutte le interviste, i processi, le “pause di riflessione” del figlio del mafioso doc. Questo libro è una rivelazione, un documento che dovrebbe essere esaminato nel dettaglio da procure (non solo una) intere, perchè la gente che si fida dei giornali, legge le versioni che vengono consegnate chiavi in mano da chi di dovere. Difficilmente si troverà un lettore che riesamina più di una volta tutti i verbali, che mette in ordine cronologico fatti ed episodi che analizzati al dettaglio fanno pensare a una manipolazione della verità ad uso strumentale di qualcosa.

Noi avremmo preferito che un lavoro così certosino lo si svolgesse in una procura, o in una redazione. Siamo stati costretti a metterci nelle mani di un blogger non per simpatia, ma perchè l’unico in grado di mettere alla luce fatti, bufale, dichiarazioni mendaci e smentite costruite ad arte. Come direbbe Travaglio “se fossimo in un Paese qualunque che lavori seriamente”, ecco, se non fossimo in Italia (io direi semplicemente “se non fossimo alla Procura di Palermo”) una persona come Massimo Ciancimino sarebbe stata presa a calci (metaforicamente parlando) e spedita in carcere, magari collaborando dal carcere, se ha qualche ricordo da esternare. Eppure no, quest’uomo, che dichiara di tutelare i propri interessi, che dichiara di mentire “per paura”, è l’eroe dei nostri tempi.

Anni fa erano giudici e uomini di Stato gli eroi (ovviamente non in vita, sempre post mortem) adesso gli eroi sono loro, i mafiosi. Fanno vendere, fanno audience, fanno politica, spostano voti. Addirittura ricevono minacce in buste che contengono la copertina del loro ultimo libro (chi cura il marketing di quest’uomo è un genio), e sono minacciati puntualmente ogni volta che vengono interrogati. Come se il pericolo ci fosse sempre e solo quando deve deporre in tribunale. Finalmente quindi un segugio si è messo a caccia di bufale. Ci abbiamo provato anche noi, ma non arriviamo a quella meticolosità e sagacia. Il libro Prego Dottore, dovrebbe essere utilizzato come libro di testo nelle facoltà di giurisprudenza e di giornalismo, perchè il lavoro di un bravo giornalista spesso porta alla luce quello che un magistrato non riesce a fare, perchè non si è accorto o per pigrizia investigativa. Vivamente consigliato da censurati.it, lo useremo per spunti di ricerca da cui ripartire.

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buona lettura a tutti

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Informazioni su Antonella Serafini 149 articoli
violinista per hobby, giornalista per dovere civico e morale, casalinga per lavoro, contadina del web e "colpevole" di questo sito antonella@censurati.it

1 commento

  1. il video incluso è preso dal film “Fortapasc”, di Marco Risi, la storia del cronista Giancarlo Siani, morto ammazzato perchè non era impiegato.

    I metodi cambiano, le persone si tolgono di mezzo in mille modi, senza rumori

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  1. Prego, Dottore.. « NADIR Terni

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