Parco Nazionale della Costa Teatina: sta emergendo il peggior volto della malapolitica

Il Sindaco e l’Amministrazione Comunale di Casalbordino preferiscono minacciare lo scontro istituzionale con il Parlamento all’ottemperare all’obbligo di legge di proporre una perimetrazione del Parco nel proprio territorio

La scadenza del 30 settembre prossimo, entro la quale i Sindaci devono elaborare una proposta di perimetrazione del Parco Nazionale della Costa Teatina, sta vedendo l’emergere della peggiore politica possibile. No, non è finita affatto l’epoca della politica dei favori, della politica senza respiro alcuno sul futuro ma legata solo al presente della ricerca continua di voti e consensi, della politica che continuamente sacrifica il bene comune sull’altare degli egoismi di pochi e delle lobby dei piccoli interessi. Chi ha pensato che quest’epoca fosse finita si è sbagliato clamorosamente. In questi mesi ci sono sindaci che questa “malapolitica” la stanno esaltando, mentre altri si stanno impegnando notevolmente per elaborare proposte di perimetrazione che valorizzino ed esaltino le peculiarità dei propri comuni.

In questi mesi abbiamo visto l’Amministrazione Comunale di San Vito vantare la violenta canea del 27 maggio come momento di democrazia. Secondo lor signori insulti, urla, volgarità varie, violenta arroganza (debitamente fomentati da alcuni politici, sempre pronti in questi mesi a fare vera e propria opera di terrorismo disinformativo) sono la democrazia. Ma San Vito è stato solo l’inizio. Sicuramente da tutta la vicenda, e non può essere diversamente, non ne esce bene la figura di Gabriele Marchese. E’ riuscito a diventare l’ex sindaco di San Salvo, a dimettersi per due volte in un mese circa, ma nessuno ha mai saputo come lui voleva realizzare le belle intenzioni e i nobili discorsi mostrati nei convegni pubblici. Sconcerta la posizione di Torino di Sangro. Meno di un anno fa il Consiglio Comunale di Torino di Sangro ha deliberato di definire quanto prima la proposta di perimetrazione del proprio comune. Un anno dopo, questa presa di posizione ufficiale ed istituzionale è stata spazzata via dalla “consultazione popolare” sulla volontà o meno di aderire al Parco delle scorse settimane. Una consultazione, sulle cui modalità tante sono le perplessità, che mostra una debolezza totale. Davanti alla disinformazione, al terrorismo, alla violenza di alcune lobby, alla demagogia e al populismo (poche settimane prima la Regione aveva risposto al Sindaco Pace che queste consultazioni sono totalmente inutili) l’Amministrazione Comunale ha ceduto completamente, smentendo totalmente se stessa. L’abbiamo visto in un presunto confronto pubblico. Abbiamo assistito a No Parco che hanno urlato tutta la sera, insultato, strappato il microfono dalle mani della parte avversa, rivendicato il proprio diritto alla speculazione edilizia, preteso di scegliere chi poteva parlare e chi no, tutto nell’accondiscendenza di chi doveva “moderare” la serata e garantire il democratico esercizio della libertà di parola.

Ieri sera si è espresso il Consiglio Comunale di Casalbordino. La delibera approvata sancisce il rifiuto più totale di perimetrare l’istituendo Parco, arriva a mettere in dubbio la legittimità della legge 93/2001( elaborando proprie interpretazioni di sentenze della Corte Costituzionale. Interpretazioni grazie alle quali abbiamo scoperto che in questi anni il Parlamento, la Regione, la Provincia e gli altri comuni hanno soltanto commesso errori e illeggittimità) e minaccia lo scontro istituzionale in caso di arrivo del Commissario del Ministero. Perché l’ultima frase della delibera approvata dà mandato al Sindaco di ricorrere per “presunto abuso” e per illeggittimità del successivo iter istitutivo nei confronti del Parlamento Italiano. Durante la serata si è affermato (oltre a irridere varie volte l’impegno delle associazioni ambientaliste, tra le pochissime in questo periodo che stanno mostrando di avere amore per la propria terra e una visione per il suo futuro) che non esisterebbero studi scientifici ufficiali sulle ricchezze del territorio (dimenticandosi, per esempio, che la Legge Regionale 5 del 2007 e che istituisce anche nuove Aree Protette, arrivò “nelle more dell’istituzione del Parco Nazionale della Costa Teatina) arrivando a denigrare il territorio stesso perché non ci sarebbe nulla da valorizzare, non ci sarebbe flora e fauna da proteggere(spazzando via Riserve e zone SIC per esempio).

Tutte le leggi vanno applicate, tranne quelle ambientali. La tutela del territorio, la sua valorizzazione, la lotta contro la devastazione ambientale viene dopo la lobby della speculazione edilizia, l’algebra dei voti e della ricerca continua del consenso. Le leggi sull’ambiente vanno interpretate e, ma solo quando non danno fastidio, applicate. In questi mesi (e ieri sera qualcuno l’ha ripetuto) il Parco Nazionale della Costa Teatina è stato “accusato” di voler togliere ai sindaci qualsiasi potere e donarla all’Ente Parco. Innanzitutto bisognerebbe ricordare che i sindaci non hanno potere(o sovranità come addirittura qualcuno è arrivato ad affermare), essi “amministrano”, che è ben diverso da “governare”. Il territorio non è loro proprietà o dominio (il sindaco di Villalfonsina che da mesi afferma che il Parco verrebbe a comandare “a casa sua”). E, davanti a quanto sta accadendo, al volto peggiore della malapolitica che alcuni amministratori stanno donando, viene amaramente da concludere: purtroppo non è così!

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Viscida e squamosa. Camminando lascia scie bavose e putride. Ogni volta che apre bocca vomita veleno. Veleno al gusto di satira, perché potenti e arroganti, violenti e corrotti si mettono a nudo con la satira, sbeffeggiandoli e mostrandogli che, se lei è un serpente, loro sono vermi ...