“E se ho detto qualcosa di sbagliato…” ovvero le grasse cianciminchiate alla Zanzara.

ciancimino-massimo-300x227E se ho detto qualcosa di sbagliato, sfido Grasso a querelarmi e ne risponderò nelle sedi opportune”. Con questa frase, Ciancimino chiudeva il suo intervento lunedì 25/03/2013 alla Zanzara, durante il quale avrebbe dovuto esprimere una posizione sul “confronto” tra Grasso e Travaglio. Una telefonata in puro Ciancimino’s style, all’insegna della coerenza, della veridicità e dell’assoluta inconfutabilità delle prove, soprattutto quando parla dell’operato di Grasso “nei suoi confronti”.

Una  prova di coerenza il nostro Massimo la rende subito all’apertura della conversazione, a tre con Cruciani e il Dott. Parenzo, che riportiamo:

CRUCIANI: Il Processo come va? [trattativa Stato-Mafia nda ]

CIANCIMINO: Mah…il processo…diciamo bene…siamo riusciti a..

CRUCIANI: eh…

CIANCIMINO: a portare alla sbarra quelli che erano tutti gli imputati, me compreso.

CRUCIANI: Va beh, questo poi riprenderà… #confusione# riprenderà a maggio, mi sembra.

CIANCIMINO: A maggio ci sarà la prima udienza, sì…

CRUCIANI: Beh, vedremo, vedremo…

CIANCI: sì, sì

#confusione#

PARENZO: Sì Massimo…

CRUCIANI:

CIANCIMINO: Sicuramente un attestato di credibilità da quello che era l’impianto accusatorio fatto dalla Procura, che l’ha basato ampiamente sui miei…

CRUCIANI: Cioè lui...

CIANCIMINO: …sulle mie dichiarazioni.

CRUCIANI: Cioè, tu volevi essere rinviato a giudizio, questo è…

CIANCIMINO: Voglio stabilire un principio, quello della trattativa c’è stata. c’è stata anche attraverso me….per cui credo…che…nel riconoscimento…

CRUCIANI: Ma scusa, tu sei accusato di concorso esterno, se non sbaglio, no?

CIANCIMINO: Poi sì, atto ovviamente…risponderò di concorso esterno…non credo di aver agevolato nessuna associazione di fatto per...

CRUCIANI: Bene allora, scusa…

CIANCIMINO: …aver agevolato soltanto mio padre, risponderò poi di quello che…

CRUCIANI: Ma se…

CIANCIMINO: …è il reato. Io fondamentalmente volevo essere rinviato a giudizio.

Dunque iniziamo dai fatti, al Processo sulla Trattativa, lo scorso 7/03/2013, tutti gli imputati vennero rinviati a giudizio, il super teste Ciancimino compreso. Ciancimino afferma che il suo rinvio a giudizio avvalora automaticamente le sue dichiarazioni (di cui vi rimando ad un breve sunto: qui), che però già nel corso di questa telefonata rivelano la loro natura. Infatti, in un primo momento Jr dichiara che “la trattativa c’è stata anche attraverso me”, ovvero lo presuppone attore di questa trattativa, personaggio attivo nella vicenda e parte di quanto dichiarato.

A questo punto, il dubbio sorge: ma scusa, come? Sei tra i protagonisti della vicenda e sei accusato di concorso esterno in associazione mafiosa? Se la trattativa come dici tu c’è stata anche attraverso te, dovresti essere condannato per associazione mafiosa. Ed infatti Cianci raccoglie subito l’assist di Cruciani: ovviamente lui risponderà solo di concorso esterno, lui a parte aiutare suo padre – che stando alle sue dichiarazioni mandava lettere a Riina e Provenzano mediante il suo pargolo – che ruolo avrebbe avuto nella mafia? Nessuno, lui era solo il garzone di papà Vito.

 

Il secondo scivolone di Ciancimino arriva quando si arriva alla domanda diretta sul Confronto Travaglio- Grasso, quando Cruciani gli chiede da che parte sta. Il nostro buon amico, dopo un breve excursus sulla storia delle telefonate in diretta e brevi commenti di stile, replica così:

CIANCIMINO: [omissis. sta parlando che, durante la telefonata in diretta sfida.. nda] ad un confronto immediato….Travaglio….mi sembra qualcosa che lede la funzione e la personalità [di Grasso nda]. Poi la figura è quella che è…

CRUCIANI:  Cioè?

CIANCIMINO: eh..

CRUCIANI:  Cioè in che senso il personaggio è quello che è?

CIANCIMINO: Il Dottor Grasso , ovviamente, è un personaggio che secondo me…per il mio punto di vista è sempre stato nella terra di mezzo. Colui il quale…

CRUCIANI: EH

CIANCIMINO: …insomma, ha fatt….. Ha beneficiato di tante situazioni.

CRUCIANI: In che senso beneficiato di tante situazioni, scusa?

CIANCIMINO: Sicuramente un procuratore che...

CRUCIANI: Un po’ paraculo?

CIANCIMINO: …che non è mai….

CRUCIANI: Un po’ paraculo, tu dici?

CIANCIMINO: Sì, io…il po’ è il problema, io direi che è un po’ bel paraculo.

CRUCIANI: Un bel paraculo….Cioè tu dici che ha ragione Travaglio quando dice che lui non ha mai affrontato il problema…

CIANCIMINO: Che è ambiguo…

CRUCIANI: …dei rapporti dello stato e della Mafia? Cioè dei rapporti tra politica e Mafia?

CIANCIMINO: Io posso dire soltanto…ora, io a differenza di Travaglio, che sicuramente avrà più prontezza di me su quelle che sono le enormità delle mancanze del procuratore Grasso, posso parlare di quello che è l’operato di Grasso nei miei confronti.

L’atteggiamento di Grasso nei suoi confronti lo vedremo nel prossimo passo dell’intervista. Quello che emerge in questo passo è che a) parlare in pubblico della trattativa lo spaventa ancora moltissimo e b) Travaglio è diventato una fonte di informazione precisa e credibile.

Per la trattativa, ci ha girato intorno senza mai arrivare al punto. Data la querelle di Travaglio il giovedì prima, Cruciani si è attaccato al discorso di Travaglio e lui subito, si tira indietro. Il comportamento remissivo di Ciancimino su questo tema è stato ampiamente analizzato da Enrico Tagliaferro in “Prego, Dottore”, a cui vi rimando volentieri. Non c’è sempre, arriva solo quando può essere registrato o sotto giuramento.

Per la credibilità di Travaglio invece, prima che si scatenino orde di fans inferociti, rimando all’intercettazione del 21 giugno 2012, tra Ciancimino e Sandra Amurri, del Fatto Quotidiano, in cui lui stesso affermava, in merito ad un ipotetico arresto per calunnia per l’identità del “Signor Franco” : perchè non si può essere arrestati per calunnia, l’unico in Italia.. cioè, al tuo collega Marco TRAVAGLIO gli darebbero l’ergastolo…“ Non esattamente il tipo di dichiarazione che ci si aspetterebbe parlando di una persona con conoscenze così profonde in tema di magistratura e condotte omissive altrui.

 

Veniamo all’operato di Grasso nei suoi confronti. Un’accozzaglia di accuse, impastate a dovere ed in cui spesso, a detta dello stesso Ciancimino, Grasso neppure rientra. La tesi con cui Ciancimino introduce la condotta omissiva di Grasso è questa: mentre suo padre era vivo, Grasso non gli fece nessuna domanda sul tesoro (il perchè lo scopriremo più avanti nell’intervista), mentre alla morte di suo padre lui venne condannato per riciclaggio, oltre ad altre condotte da procuratore su cui si tiene vago perchè, annuncia, chiamerà Grasso a testimoniare al processo sulla trattativa. Il perchè è semplice: mentre lui veniva condannato per riciclaggio era in corso il processo per la mancata perquisizione del Covo [di Totò Riina nda] e nessuno, guardacaso, si è sognato di fargli nessuna domanda, nonostante si sapesse della Trattativa, in quanto, secondo lui “già venuta fuori dalle dichiarazioni di Brusca”. Un atteggiamento omissivo, dirà lui.

Ora, resta da capire come un portalettere che non ha mai favorito nessuna associazione potesse essere utile a capire i meccanismi su una mancata perquisizione. Un meccanismo complicato, secondo il processo, con in campo molte forze e contingenze. Resta anche da capire come mai, se nel 2006, data del processo per la mancata perquisizione del covo, avrebbe già potuto parlare di Trattativa, Ciancimino non chieda di essere ascoltato e non consegni i suoi documenti fino nel 2009. Un fatto questo che getta l’ombra dell’omissione non su Grasso, bensì proprio su Ciancimino.

 

Andando avanti nell’intervista, Massimo scende ancora più nel dettaglio e parla di una sua società e della perquisizione dell’Addaura.

CIANCI: mi sembra chiaro ci sia stato un atteggiamento del tutto dettato da uno strabismo investigativo pazzesco in quella che è la storia della società del gas. Ho sempre detto che a oggi mi meraviglio di come il sostituto di Grasso, Sciacchitano, che ricopre oggi la carica...

CRUCIANI:

CIANCI: Non mi ha ancora querelato

CRUCIANI: MMM

CIANCI: Dopo tutto quello che ho dichiarato su di lui.

CRUCIANI: E tutto questo cosa vuol dire? Vuoi dire che secondo te, negli anni in cui Grasso era procuratore capo a Palermo….eee… non ha voluto indagare in ce…in una certa direzione?

CIANCI: Non ha mai voluto…cioè lo strabismo investigativo di Grasso è stato palese. Grasso è un investigatore a senso unico.

CRUCIANi: Cioè, in che senso? Che…che cos...

CIANCI: Che andava sicuramente dove poteva andare e dove non gli conveniva toccare certi argomenti. Ovviamente ha eluso in maniera secondo me esemplare delle indagini, perchè stabilire che la società Gas Ciancimino -così recita la sentenza- è cresciuta grazie all’apporto di Bernardo Provenzano e ne sequestra solo la metà e l’altra metà la lasci libera….questa è una…non una mancanza, questa è malafede.

Sarà, ma io l’unica malafede che vedo è quella di Ciancimino nel mischiare, in maniera del tutto palese e fazioso due vicende diverse per luoghi e tempi per dimostrare una presunta omissione del Dottor Sciacchitano – neppure di Grasso! 

Andando con l’ordine dell’intervista, Ciancimino parla delle dichiarazioni rilasciate sul PM Sciacchitano, ovvero presunte pressioni da parte del magistrato, per mezzo dell’Avvocato Gianni Lapis, per tenerlo fuori dall’indagine per riciclaggio in cui era coinvolta la società Gas Spa, in cui era socio l’ex suocero del PM, Ezio Brancato. La querela poi, al contrario di quanto afferma Ciancimino, ci fu eccome: fu presentata l’08/02/2010 per mezzo del legale del PM alla stessa Procura di Palermo.

Tornando alla -anzi ALLE Società, la ricostruzione è falsata e faziosa perchè:

1) La Gas Spa, società fondata negli anni 70 da Vito Ciancimino e dententrice di partecipazioni in numerose altre società non venne MAI sequestrata. La sentenza, quella citata da Ciancimino, la n. 133/06 della Procura di Palermo, recita:  

Dalle prime è emerso con chiarezza – va sottolineato come in alcune di esse siano GLI STESSI INTERLOCUTORI, MASSIMO CIANCIMINO E GHIRON GIORGIO, AD AFFERMARE TESTUALMENTE CHE I VALORI DI CUI ESSI DISCUTONO SI APPARTENGONO AL PRIMO – che Massimo Ciancimino, dopo la morte del padre , avvenuta il 19/11/2002 e segnatamente a partire dal secondo semestre 2003, ha comiciato personalmente ad occuparsi “uti dominus”, tramite il solito Lapis e soprattutto tramite Ghironi Giorgio delle fortune lui pervenute tramite LA VENDITA, agli Spagnoli della Gas Natural delle società del cosiddetto Gruppo Gas, apparentemente riferibili ai gruppi familiari dei Brancato e dei Lapis.”

[omissis]

Da ultimo, ed in modo del tutto inaspettato, una ulteriore ed inequivocabile conferma della riferibilità a Ciancimino Vito del patrimonio costituito dalle società del “Gruppo Gas” e della sua origine illecita ma anche, sebbene ciò possa considerarsi DEL TUTTO SECONDARIO, della veridicità di quanto riferito dai collaboratori, è venuta dalla perquisizione effettuata nel covo ove è stato tratto in arresto, dopo una più che quarantennale latitanza, il famigerato Bernardo Provenzano”.

Riassumendo: Ecco il motivo per cui a Vito in 12 anni non è mai stata fatta una domanda sul “tesoro”: era un amministratore più capace del figlio. Del fatto che la società Gas Spa è di proprietà dei Ciancimino, che agiscono sotto falso nome, si viene a scoprire di fatto nel primo semestre 2003, quando Massimo “eredita” l’azienda del padre, vende tutto e inizia a usare “l’ingente somma di denaro” per costituire aziende minori, senza preoccuparsi di non dare troppo nell’occhio. Nessuno E DICO NESSUNO si è mai sognato di dire che la società è cresciuta grazie all’apporto di Bernardo Provenzano, bensì che le prove – oltre a quelle fornite direttamente dall’interessato mediante intercettazioni – sono state trovate nel covo dello stesso Provenzano durante il suo arresto, ma la stessa sentenza le ritiene SECONDARIE.

2) Alba d’oro Srl in Sirco Spa: questa è la società – l’unica per altro per la quale, nel 2005, Ciancimino subì il sequestro del 50% delle quote societarie, quelle intestate a lui

La storia è semplice: Ciancimino nel 2003 incassa i soldi per la vendita della Gas Spa e una parte li reinveste in una rete di società più piccole dedite a tutto, come edilizia, turismo, energia, rifiuti…, mentre gli altri li deposita nel leggendari conti correnti all’estero. Tra queste c’è un’altra società storica della famiglia, la Sirco SPA, con sede legale nello studio dell’Avvocato Giovanni Lapis (come la Gas Spa).

La Sirco Spa gestiva poi quote societarie di altre società, compresa la metà delle quote di una società denominata Alba d’Oro srl, impresa impegnata nella realizzazione della struttura ricettiva “La Contea” a Tagliacozzo (Abruzzo).

Nel 2005 vennero sequestrate solo le sue quote (il famoso 50%) con l’accusa di “riciclaggio” di oltre due milioni e mezzo di euro risalenti al tesoro di Ciancimino. L’altra metà rimase “libera” semplicemente perchè gli altri soci, Nino Zangari, Augusto e Achille Ricci dimostrarono in un primo momento la loro assoluta estraneità al riciclaggio. In seguito, nel 2009, vennero arrestati anche loro tre per reintegro di denaro di provenienza illecita e la struttura “La Contea” venne sequestrata. Alla fine quindi, nel 2009, la società venne sequestrata per intero, non rimase libera come afferma Ciancimino quattro anni dopo.

Proseguendo con l’intervista, troviamo preziosi ricordi del Super teste circa la perquisizione di casa sua, dell’Addaura:

CIANCI: Non dimentichiamoci che Grasso, il procuratore..

CRUCIANI: Sì, Sì

CIANCI: che quando fanno la perquisizione a casa mia...

CRUCIANI

CIANCI: ..nella famosa cassaforte alla sala, all’interno c’è il papello, soldi in contanti, pizzini e robe varie…. Mi possono dire che Grasso non ne sapeva niente . SAPPIAMO BENE COM’E’ L’UFFICIO DEL PROCURATORE, UN UFFICIO DEL PERSONALE. DI FATTO RISPONDE SEMPRE IL PROCURATORE CAPO.

Vorrei portare l’attenzione ai dettagli sul contenuto della cassaforte. Ciancimino ha ricordi vivi del contenuto, sebbene la perquisizione si sia svolta nel febbraio del 2005. E soprattutto, ha una bella memoria, considerando che lui era a Parigi, in quei giorni. Sua madre avrebbe potuto aver bruciato tutto, ad esempio, mentre era via. E soprattutto, sappiamo da numerose fonti che la dichiarazione sul mancato ritrovamento del papello durante la perquisizione, fu fatta proprio da Massimo Ciancimino, assente il giorno.

Per la frase invece “Di fatto risponde sempre il procuratore capo”, cito il solito Tagliaferro, che in una frase è riuscito a racchiudere la spiegazione della faziosità dell’intero passaggio e dell’incoerenza dell’intera intervista:

Lo stesso Massimino Ciancimino però, non dice che “il capo ne risponde sempre” quando, ad esempio, parla della perquisizione del covo di Riina, che fu annullata da Caselli su suggerimento del ROS. Lì il capo forse era una specie di semideficiente che eseguiva i suggerimenti dei carabinieri senza averne alcuna responsabilità.

 

Nel proseguo dell’intervista, Massimo Ciancimino continua il discorso sulla perquisizione dell’Addaura con queste parole (riprende da dove avevo terminato prima):

CRUCIANI: E dunque?

CIANCIMINO: E dunque…e dunque…sicuramente ci sono state delle anomalie che verranno… #CONFUSIONE#

CRUCIANI: Perchè lì non andò fino in fondo…a quella vicenda?

CIANCIMINO: Non lo so…sicuramente si è circondato di collaboratori poco attenti.

CRUCIANI: Cioè…dov’è che non voleva…cos’è che non voleva toccare?I rapporti tra...

CIANCIMINO: I fili dell’alta tensione.

CRUCIANI: I fili dell’alta tensione..

CIANCIMINO: Quelli che se li tocchi vai a finire ad Aosta e non a presidente del Senato.

CRUCIANI: AAAh, ho capito. Cioè, non ha mai voluto toccare i poteri veri, cioè diceva e io…

CIANCIMINO: Se riesci a toccarli vai ad intercettare gli stambecchi, come ha detto qualcuno.

Qui, con un colpo di scena, Ciancimino dà la dimostrazione, secondo lui, della reticenza di Grasso (si passa da Grasso a Sciacchitano per poi tornare a Grasso con una facilità pazzesca) nel tenere le indagini: se avesse fatto indagini “pericolose”, sarebbe stato trasferito, come Ingroia ad Aosta. Come ben sappiamo invece Ingroia ha una parabola alle spalle di concorsi Onu per scappare all’estero, balletti politici tra Grillo e Di Pietro, un fallimento in politica, una dichiarazione di dimissioni dal mondo della magistratura il 05/3/2013 salvo poi non presentarle. Sappiamo anche che, per l’articolo 8 del DPR 30 marzo 1957 n. 361, che prevede che i magistrati candidati e non eletti «non possono esercitare per un periodo di cinque anni le loro funzioni nella circoscrizione nel cui ambito si sono svolte le elezioni» e guarda caso Aosta era l’unica circoscrizione in cui Ingroia non era candidato.

 

Alla luce di queste dichiarazioni, il Dott. Parenzo fa un inciso importante: ricorda che queste sono le dichiarazioni di un imputato in un processo e che porterà in tribunale il soggetto della conversazione, sotto intendendo un “prendiamo con le pinze ciò che dice perchè comunque lui cerca di portare l’acqua al suo mulino”.

Il resto dell’intervista è un coacervo di dichiarazioni confuse. Alla domanda di Cruciani “Ma è indegno come Presidente del Senato, secondo te?” , domanda legittima dopo 7 minuti di accuse pesantissime, il Santo Spirito Paraculo scende anche su Ciancimino, per illuminarlo “No, non mi permetterei di dire questo, insomma…No…Non esprimo giudizi di questo tipo sulla…sul ruolo di…[Grasso nda]” come se la seconda carica dello Stato ed il Procuratore non fossero più la stessa persona, arrivando a sostenere che Grasso abbia fatto carriera con l’antimafia. Curioso, perchè quelle ESATTE parole furono usate da Ultimo in persona per parlare di altre persone. Da esperto di riciclaggio, riesce anche a riciclare citazioni, a sproposito però.

 

A questo punto si arriva all’affair Caselli.

CRUCIANI: Tu sei dell’idea, come Travaglio, che lui ha fatto fuori Caselli, anche se la cosa è molto controversa…

CIANCIMINO: Mah, sicuramente ha goduto di una legge contro personam. Ora, c’è da essere un po’ obiettivi. Al momento della votazione…credo che era 3 a 3, come si sarebbe conclusa, nessuno lo sa, ad plenum

CRUCIANI: Si…mmm

CIANCIMINO: Sicuramente [Caselli, nda] è stato eliminato con una legge, che poi è stata dichiarata incostituzionale.

CRUCIANI:

CIANCIMINO: Il principale concorrente. Io non parlo di nemici o amici. Chredo che anche...

CRUCIANI: Sì, però tra i due magistrati, no? Caselli e…e..Grasso, cioè quello che rappresenta la vera antimafia chi è? Caselli o Grasso?

CIANCIMINO: Credo che l’azione di Caselli sia stata molto incisiva…è un dato di fatto.

Assolutamente diamo ragione a Ciancimino. Caselli è stato molto incisivo, soprattutto in alcune situazioni, ad esempio (scusate, l’episodio è già stato citato, ma gli attori sono sempre quelli) quando nel 1993 annullò la perquisizione al covo di Totò Riina, ad esempio, salvo poi lamentare l’assoluta responsabilità del Ros di quella scelta. Un burattino nelle mani di un manipolo di Carabinieri nel momento che poteva essere il più importante di tutta la sua carriera, in che modo può essere incisivo? Non si capisce. Per Grasso invece ottime notizie: questa dichiarazione, visti i precedenti, può essere inserita a Curriculum.

Immediatamente, Ciancimino però aggiunge: “Avere emarginato procuratori come Scarpinato, come Ingroia, insomma, non è stata una bella situazione.”  Ovviamente, la frase estrapolata dal contesto può suonare gravissima. Se riportata nel suo contesto però, assume un che di logico.

La fattispecie di cui parla Ciancimino è il processo a Totò Cuffaro e l’emarginazione di cui parla è questa: Ingroia, Scarpinato e i “caselliani” chiedevano per Totò Cuffaro una condanna per concorso esterno in associazione mafiosa, accuse di cui si aveva già il sentore che Cuffaro potesse respingere. Grasso scelse invece, appoggiato dal procuratore Pignatone, di optare, per gli stessi reati contestati, per l’accusa di favoreggiamento e fu vincente, perchè Cuffaro è a tutt’oggi in carcere.

A questo episodio aggiungiamo, per il solo Ingroia e sempre nell’ambito delle Indagini su Totò Cuffaro, anche il caso di Giuseppe Ciuro, che era il suo vicino di scrivania e guardia del suo Ufficio in Procura ai tempi. Anche qui, Grasso stabilì la colpevolezza di Giuseppe Ciuro per aver favorito Michele Aiello (impresario della sanità siciliana protetto da Totò Cuffaro) e aver rivelato segreti d’ufficio utili a favorire la latitanza di Bernardo Provenzano, condannandolo a 4 anni e 6 mesi.

 

A questo punto, dopo 8 minuti di accuse, Cruciani finalmente chiede “Qualche risultato l’ha ottenuto però pure da procuratore, altrimenti non è che si arriva… [a Procuratore nazionale Antimafia, nda].” Altrochè se ci sono stati. Stando alle statistiche della Procura, dal 1999 al 2005, anno di nomina a Procuratore Nazionale Antimafia, la procura di Grasso ha totalizzato 1.779 arresti per mafia, 13 latitanti catturati, 380 ergastoli e sequestri di beni per circa 12.000 miliardi di lire. Direi un ottimo biglietto da visita, nonostante le accuse di aver fatto “carriera con l’antimafia senza mai esporsi”.

L’epilogo della telefonata è tragicomico. Ciancimino riassume la telefonata con un “io non lo accuso, lo ritengo responsabile di uno strabismo…diciamo di una copertura…nel mio processo nei confronti del suo vice, oggi capo della DNA, Dottor Sciacchitano” rievocando l’ingiustizia subita nella vicenda inventata della Gas SPA sequestrata a metà.

In 8:26 ha parlato solo due volte di Sciacchitano, per il resto ha sempre nominato Grasso ed ora salta fuori un…concorso esterno? Le balle di Ciancimino, nonostante la sua sicurezza e la sua aria dimessa, risaltano sempre per grandezza e faccia tosta. La stessa con cui chiude il discorso: “E se ho detto qualcosa di sbagliato, sfido Grasso a querelarmi e ne risponderò nelle sedi opportune”. 

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