10 Domande a Nino di Matteo

Di-MatteoPremessa: queste domande sono state maturate nel corso di due anni e non costituiscono in nessun modo un voler infierire nelle vicende umane che stanno coinvolgendo il Giudice in questi giorni.

1. Nel 2011 definì Ciancimino un teste credibile e supportato da oggettività scientifiche in un’intervista al fatto Quotidiano, in particolare “Io rispondo con i fatti. Massimo Ciancimino viene arrestato nell’ambito di un’altra indagine per riciclaggio nel 2006 e tra i documenti sequestrati c’è una parte di un foglio A4 scritto a penna nella quale si fa riferimento all’onorevole Berlusconi.”  Come si pone davanti alle due versioni della lettera, quella depositata in procura che cita “L’On. Berlusconi” e si dice sia stata scritta in carcere da Ciacimino padre e l’altra, inserita nel libro “Don Vito”, dello stesso Massimo Ciancimino, dove non si parla proprio di Berlusconi e si cita una conferenza stampa di Don Vito libero? Come commenta l’evidente segno di fotocopiatura al bordo superiore della lettera?

2. Sempre in quella intervista, il cronista chiede come mai a Massimo Ciancimino non viene riconosciuta l’accusa di calunnia per aver taroccato altri documenti con il nome di Berlusconi, come aveva già fatto con i documenti su De Gennaro. In particolare rivela: “Abbiamo vagliato con grande attenzione tutti i documenti e abbiamo chiesto il fermo per calunnia solo per quel documento perché avevamo le prove. Se non lo abbiamo fatto per altri documenti è perché questo non è avvenuto. Per la verità, proprio con riferimento a una congerie di documenti nei quali si faceva riferimento all’onorevole Berlusconi, abbiamo avuto l’attestazione della certa riconducibilità a Vito Ciancimino.” Come è possibile che un blogger come Enrico Tagliaferro sia stato in grado di trovare le prove di altri documenti taroccati manualmente, oltre a smontare tutta la riconducibilità a Vito Ciancimino per calligrafia e cronologia, e un’intera Procura non ne sia stata capace?

3. Sempre su questa vicenda, lei afferma che “ Solo il 30 giugno del 2009, dopo che noi scopriamo nelle carte del processo contro Ciancimino del quale non ci eravamo occupati, il foglio A4 nel quale si faceva riferimento a Berlusconi e a un triste evento, in un interrogatorio condotto da me e da Antonio Ingroia contestiamo a Massimo Ciancimino quel foglio, che nessuno mai gli aveva contestato. E Ciancimino cosa fa? Prima mente, poi dice che non ne vuole parlare. La cronologia dei fatti dimostra la falsità delle ricostruzioni pubblicate in questi giorni.” I verbali dimostrano però che Ciancimino parlò subito, fuori dall’aula di Tribunali, facendo subito nomi e cognomi e date. Poi, in aula e sotto giuramento prima accorcia il tiro e poi finge terrore nel parlare della vicenda. L’A4 manomesso del punto prima poi, al quale si è incollato il nome di Berlusconi, riporta la prova che Berlusconi non c’entra niente in questa vicenda: il triste evento sappiamo essere un ricatto a cedere una delle sue reti, pena la sparizione di suo figlio. Come mai avete contestato a Ciancimino solo il fatto di non aver mai fatto vedere quel foglio e non le contraddizioni cronologiche che presentò tra gli interrogatori ed il processo? E come mai nessuno contestò la “tecnica del Gambero” di Ciancimino, che partì dal dare nomi e cognomi a verbale fino a quasi non parlare in aula? Come mai si cita “un triste evento” e non l’evento in sè? Potrebbe far crollare le tesi sul ruolo di Berlusconi?

4. Dinamite nel giardino di Massimo Ciancimino. Nel 2011 disse, nella stessa intervista al Fatto Quotidiano, che “La situazione è estremamente complessa. Mi sorprende la volontà di troppi commentatori e di soggetti con incarichi istituzionali di liquidare tutto come se Ciancimino fosse solo un imbroglione che si mette l’esplosivo a casa. C’è molta superficialità nel dare per certo che l’esplosivo se lo sia messo lui.” Nel Novembre 2012 il giudice Aniana ha condannato Ciancimino a un anno e undici mesi di carcere e 400 euro di multa per detenzione illegale di esplosivo dopo che lo stesso confessò di esserselo portato da Bologna e di averne ceduto un po’ ad un amico. Nessun procedimento per falsa testimonianza, dal momento che Ciancimino denunciò il fatto come un intento intimidatorio dopo le deposizioni su De Gennaro, scopertesi poi false. Come commenta ora la vicenda?

5. Lei era il Presidente dell’ANM Siciliano ma presentò le Sue dimissioni dopo che l’ANM Nazionale chiese di chiarire la vicenda di Massimo Ciancimino e le sue dichiarazioni. Perchè?

6. Lei, all’epoca della richiesta di chiarimenti dell’ANM nazionale, era già titolare delle inchieste, assieme ad Ingroia, del processo sulla trattativa e Mori, tutte fondate su tali dichiarazioni e grazie a quel gesto eclatante non rispose mai alla richiesta. Come mai? Agli occhi di un profano tutto questo potrebbe sembrare un conflitto di interessi. Lei come lo spiega?

7.  Processo Mori. Massimo Ciancimino sostiene che suo padre avrebbe fatto da tramite fra gli ufficiali dell’Arma e il vertice di Cosa nostra nella cosiddetta trattativa. I carabinieri hanno invece sempre negato, sostenendo che il loro intento era solo quello di far collaborare con la giustizia Vito Ciancimino. Mori sostiene inoltre di aver incontrato l’ex sindaco solo dopo la strage Borsellino, del luglio 1992. Secondo Ciancimino junior, invece, i primi incontri dell’ufficiale col padre sarebbero stati già a giugno. Quali documenti obbiettivi ed inconfutabili portano la corte a sostenere le tesi di una sola persona, che infinite volte ha dimostrato la natura mendace e callunniatoria delle sue dichiarazioni, contro quelle di un’intera squadra di Carabinieri, peraltro la squadra più temuta da Cosa Nostra, il ROS?

8. La squadra di Mori è sempre nei pensieri della Procura di Palermo. Nel processo sulla mancata perquisizione del covo di Riina, si affermava che il giudice Caselli, appena arrivato a Palermo ma con esperienza pluriennale, portata avanti anche negli anni di piombo, avesse fermato la perquisizione perchè “si era fidato delle richieste dei Carabinieri”. Il processo terminò con l’assoluzione della squadra. Ora, col processo della trattativa si dice che “il Ros aveva avviato una trattativa con Cosa Nostra per la rimozione del 41 bis”, così autonomamente. Che cosa ha effettivamente in mano la Procura di Palermo per perpetrare queste accuse e come mai le stesse continuano a cambiare senza mai provare la reale colpevolezza di Mori e compagni, nonostante 5 anni di processo?

9. Sempre sul processo Mori, sappiamo che le dichiarazioni di Ciancimino, già nel 2008 contenevano diverse interpretazioni, tra loro contradditorie ed incompatibili e sappiamo anche che si discostarono di molto anche da un’analisi fatta da Lei in persona circa quelle dichiarazioni. Nonostante questo, che in un certo modo delegittima il suo operato, Lei continua a ritenerlo credibile. Come mai? Sappiamo anche che il 25, uscendo dal processo Mori, disse che le dichiarazioni rese da politici e carabinieri erano “contraddittorie e incompatibili”. Non è più normale che diverse persone abbiano diversi ricordi di una vicenda, rispetto ad una persona sola che ha diverse versioni di un solo fatto? Sempre fuori dal processo Mori lei disse “Noi sappiamo chi tra di loro ha mentito.” però neppure stavolta siete arrivati a delle condanne. Non è che è un modo per recuperare l’attenzione mediatica perduta con la partenza di Ingroia?

10. Ingroia. In un’intervista risalente al 2012, a Roma, lei disse che un magistrato ha il diritto di avviare una carriera politica, purchè si dimetta perchè, in caso di mancate dimissioni, al momento del suo ritorno in ruolo non risulterebbe più credibile. Ingroia non si è ancora dimesso ed è in un limbo tra possibili incarichi giudiziari e politici. Come vede questa posizione? Resta coerente alle sue vecchie affermazioni nonostante colpiscano il suo vecchio capo e compagno di manifestazioni?

Per ora mi fermo qui, Dottore. Ripeto: non vorrei infierire dopo la lettera pervenutale dai picciotti di Messina Denaro in persona. Trovo alquanto strano però che le pervenga una lettera da parte di un Boss al quale un’altra Procura, quella di Trapani, sequestra dopo pochi giorni beni per 1,3 miliardi di euro e arresta il suo prestanome. Avranno sbagliato indirizzo? Spero di sì, così potrà rinunciare al raddoppio della scorta proposto. Però…è ancora strano sa? La forza della Mafia sta nel silenzio. Ecco perchè non credo che quella lettera arrivi da Cosa Nostra: a che pro comunicare in anticipo le proprie intenzioni?

 

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