Quando i giornalisti vogliono schiacciare ma sono pulci e non ci riescono

Da tempo, da quando abbiamo letto i fascicoli del primo processo a Ultimo, abbiamo deciso di prendere una posizione e schierarci con lui. Non per amicizia, ma per senso di giustizia. Ha cercato di essere patriottico e di servire il suo popolo come carabiniere con tutta l’anima, però ogni volta che toccava un tasto troppo dolente, accadeva qualcosa. Una volta gli hanno revocato la scorta, una volta creato un cavillo in base al quale non potrà mai essere generale, una volta rimosso da tutti i poteri di polizia giudiziaria, poi spostato all’AISE, poi delegittimato mediaticamente come INVASATO, poi trasferito alla forestale per renderlo innocuo, e poi  il silenzio su tutto.

Ma  noi conosciamo un Ultimo guerriero, per cui la vera rivoluzione è  stata creare questa comunità in cui vengono accolti gli “scartati”, e loro stessi creano sopravvivenza con l’aiuto di un volontariato militante. Non partecipa ai salotti, non va in tv, non partecipa a passerelle, però lui commemora il generale Dalla Chiesa ogni 3 settembre, festeggia l’anniversario della cattura di Riina pregando con chi vuole unirsi a lui. Ma no, non piace questa versione.

Ultimamente non abbiamo voluto scrivere nulla sull’evento della ricorrenza dell’arresto, per il semplice fatto che tutti i giornalisti BRAVI hanno fatto richiesta di interviste, ci immaginavamo chissà quali super domande sarebbero uscite fuori  da queste ore di interviste. Bene, c’era una testata che faceva domande sull’arresto ( ma 25 anni dopo e con processi e assoluzioni che, roba che per sapere la risposta sarebbe bastato leggere gli atti), poi una giornalista di Repubblica che (oltre a parlare dei profughi siriani che nell’associazione di Ultimo non sono presenti, però si sa, un po’ di politica che piace fa sempre bene) ha descritto il colonnello come una specie di  santone, usando anche l’improprio termine GURU, offendendo con una sola parola lui, tutti i volontari che ci mettono l’anima nell’aiutare il prossimo e che si sono visti relegati nel ruolo di adepti seguaci, probabilmente non pensanti, e anche tutti coloro che continuano a sostenerci perchè credono in un progetto di una vita che diprezza il potere dispotico delle lobby, l’arroganza di chi crede di essere superiore a un altro essere umano (in questo i giornalisti sono bravissimi), e la superbia di pensare che la testata per cui si lavora, siccome è IMPORTANTE e sposta voti, allora è nel giusto e tutti gli altri vanno schiacciati. Umanamente e professionalmente.

Ci piace però pensare che il gruppo L’espresso  ha il signor Bolzoni, tra le sue migliori firme, tra l’altro arrestato nell’88 perchè (citiamo testualmente Repubblica) “secondo il procuratore capo, la pubblicazione […] di ampi stralci testuali di documenti coperti  dal segreto istruttorio, fa ritere che copie integrali […]siano in loro possesso” .  Sicuramente un procedimento che terminò con una bolla di sapone, nessuno vuole  accusare nessuno di un reato di qualche tipo. Però il fatto che dal gruppo Espresso escano spesso stralci di documenti coperti da segreto istruttorio, non è una notizia che dobbiamo dare noi. E’ sotto gli occhi di tutti.

Ma non vorremmo essere politicizzati o etichettati, per cui perchè non parlare di Gian Marco Chiocci, oggi tra i più velenosi  serpenti che attaccano Ultimo dopo averlo per anni difeso (cosa è successo  dietro, o al di fuori di quanto si vede sulle pagine del giornale, per far cambiare idea così?). Bene, ci preme ricordare che Chiocci aveva, secondo l’autorevole testata www.affari Italiani.it (anche qui riportiamo testuale) “Secondo la Procura, il giornalista avrebbe aiutato Massimo Carminati “a eludere le investigazioni dell’autorità giudiziaria che procedeva nei suoi confronti per i delitti di associazione a delinquere di stampo mafioso e di corruzione, comunicandogli, per il tramite di Salvatore Buzzi, di avere appreso in ambienti giudiziari della indagine a suo carico e di attività di intercettazione e di riprese video in corso“.

Ecco, queste sono le testate più importanti d’Italia. Non dimentichiamo il Corriere della sera, che il giorno della morte di Riina scrisse un virgolettato di Ultimo in merito all’episodio che in realtà apparteneva ad un’altra intervista datata vari mesi prima.

Come volontaria dell’associazione senza scopo di lucro di Ultimo, sono schifata dall’accostamento di adepti  di un guru. Come giornalista sono schifata da come la stampa manipola e usa Ultimo per vendere e creare profitto  sulla pelle di persone innocenti.

Come persona, il più profondo disprezzo verso tutti coloro che mentono sapendo di mentire. Per noi il giornalismo è una cosa seria. Un dovere ancor prima di un lavoro. Quella tessera dell’ordine, deve avere un valore morale, non solo il costo annuale della tassa. Ma noi siamo solo un blog. Siamo diversi. E stiamo bene così, relegati nell’angolo dei senza re, a formare l’esercito dei diseredati.

Le nostre idee

https://www.capitanoultimo.blog/la-fiamma/

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Informazioni su Antonella Serafini 149 articoli
violinista per hobby, giornalista per dovere civico e morale, casalinga per lavoro, contadina del web e "colpevole" di questo sito antonella@censurati.it