Vietato arrestare mafiosi. Pena: fango a vita

IN ATTESA CHE LA SIGNORA ALFANO O UNA QUALSIASI PROCURA INDAGHI PER CAPIRE COME MAI ANCORA, NONOSTANTE LE NUOVE TECNOLOGIE CON DRONI E MICROREGISTATORI, ANCORA NESSUNO HA ARRESTATO MESSINA DENARO, VEDIAMO DI ANALIZZARE UN’INTERVISTA ALL’EUROPARLAMENTARE , CHE COME GLI SCIACALLI, IN PERIODO DI PERICOLO PER IL COLONNELLO DE CAPRIO, AZZANNA IN PROFONDITA’. PUBBLICHIAMO I CHIARIMENTI ALLE SUE DICHIARAZIONI IN ATTESA DI CAPIRE SE L’INCONTRO CHE VOLLE AVERE CON PROVENZANO SI POSSA DEFINIRE TRATTATIVA SENZA RISCHIARE UN PROCESSO. Nell’intervista che segue, la parte rossa è un nostro chiarimento, il resto… beh, definitelo voi

DOMANDA: Sonia Alfano, quando il capitano Ultimo, Sergio De Caprio, oggi colonnello, sparò sul giovane Fortunato Imbesi scambiandolo per Santapaola, il Ros aveva contezza che Santapaola si nascondeva proprio lì, a Barcellona Pozzo di Gotto, dove avvenne la sparatoria?  

SONIA ALFANO: “Non solo aveva contezza, ma aveva conferma attraverso la voce diretta di Santapaola”.

DOMANDA: In che senso?

SONIA ALFANO: “Ci sono delle intercettazioni effettuate il 4 e il 5 aprile del 1993, rispettivamente due giorni e un giorno prima della famosa sparatoria di Terme Vigliatore:

ESATTO, intercettazioni con cimici piazzate proprio da quel ROS su cui lei ama sputare tanto, in edifici frequentati da sospetti favoreggiatori di Santapaola, allo scopo di individuare lo stesso Santapaola. Ma erano intercettazioni continuative, il 1° Aprile, il 2, il 3, il 4, il 5, e tutti i giorni a seguire, con turni di 24 ore su 24.

SONIA ALFANO: in quelle occasioni il Ros sente un autotrasportatore barcellonese, tale Orifici, attraverso le microspie che si trovano negli uffici di costui.

Le microspie non ci vanno da sole. Sono state piazzate lì dal ROS

DOMANDA: Santapaola quando arriva a Barcellona? E quando va via?

SONIA ALFANO: “Arriva nel dicembre del 1992 e va via nell’aprile del ’93.

Diciamola con esattezza: quando va via esattamente non si sa. Però si sa che (citiamo sentenza Mori Obinu 1° grado IL SANTAPAOLA PER CIRCA TRE MESI, FINO AL 29 APRILE 1993, ERA STATO OSPITATO DA AURELIO SALVO“. Quindi, se il 29 aprile era ancora a Barcellona, che c’entra la perquisizione di Imbesi, avvenuta la prima settimana di Aprile, con la fuga del latitante? Dal momento che tra l’episodio di Imbesi e la dipartita di Santapaola ci sono fior fior di perquisizioni di polizia esplicitamente dirette alla caccia del latitante?Perchè non anzichè attaccare il ROS, non se la prende con la Polizia di Stato se pensa che le perquisizioni nel territorio siano state operazioni sospette? Ci sono intercettazioni che mostrano che sarebbero state quelle operazioni di polizia, a preoccupare i mafiosi, non la perquisizione da Imbesi.

SONIA ALFANO: Il 15 maggio dello stesso anno viene arrestato nelle campagne di Mazzarrone, tra Siracusa e Catania”.

Innanzitutto era il 18 maggio. Va bene, errore veniale, ma ci teniamo a dire le cose corrette. Però di inesattezze ne sono state dette diverse. Nella prima parte dell’intervista abbiamo letto: “Davanti ai militari, De Caprio dice: questo è Nitto Santapaola, ma poi si corregge: no è Pietro Aglieri (entrambi boss di Cosa nostra, in quel momento latitanti, ndr.). Peccato che la persona alla guida del fuoristrada abbia 19 anni, mentre Santapaola e Aglieri, all’epoca, ne hanno più del doppio. Un’altra singolare coincidenza”. Quando è in atti che non è stato De Caprio a vedere la somiglianza con Aglieri, ma un collega (De Caprio si è lanciato all’inseguimento perchè l’autista ha forzato il posto di blocco dei carabinieri) mentre come è scritto nella sentenza MORI OBINU, che forse la signora Alfano ancora non ha letto: Pietro AGLIERI è nato il 6 giugno 1959, sicché all’epoca dei fatti (6 aprile 1993) aveva quasi compiuto 34 anni; il soggetto asseritamene scambiato per lui, Fortunato IMBESI, è nato il 17 giugno 1967 e, dunque, all’epoca dei fatti aveva quasi compiuto 26 anni. La opinione del dr. CANALI è, dunque, fondata su convincimenti erronei, che lo hanno indotto a definire impropriamente l’IMBESI un “ragazzino” ventenne e l’AGLIERI un adulto quarantenne: per contro, non pare che fra i predetti vi fosse una differenza di età tale da rendere, di per sé, assolutamente inverosimile uno scambio di persona nelle condizioni riferite, specie se si considera che dalle risultanze acquisite emerge che era diffuso il sospetto circa la presenza in quella zona di importanti latitanti mafiosi ed, in particolare, proprio dell’AGLIERI.

Tutto chiaro, signora Alfano? 25 anni e 33 anni, non 18 e 38. Vogliamo dare un taglio a queste manipolazioni? visto il ruolo che ricopre?

DOMANDA: Quindi il Ros intercetta questo autotrasportatore di Barcellona. Cosa emerge?

SONIA ALFANO: “Il 4 e il 5 aprile, mentre Orifici è con il figlio nel suo ufficio, si presenta un signore dal chiarissimo accento catanese, che tutti a Barcellona conoscono e riveriscono (questo tengo a precisarlo, dato che nelle informative si parla anche di qualche esponente delle forze dell’ordine), e parla a lungo col titolare. Di cosa? Di caccia, di cani, di certi patrimoni che la magistratura sequestra per fare terra bruciata attorno a lui. Quando il distinto signore catanese va via, Orifici chiama il figlio: sai chi è lo zio Filippo? È Nitto Santapaola. Il Ros ascolta e non interviene”.

Ma no. Il ha dovuto pure indagare, per accertare chi fosse quel signore. Ha indagato facendo ascoltare la voce registrata a un collaboratore di giustizia che conosceva il Santapaola, e che ascoltando la voce lo identificò. Inoltre le conversazioni in tempo reale non erano facilmente decriptabili ed andavano riascoltate dopo trattamento con filtri audio.   Citiamo la sentenza Mori Obinu, testualmente:  gli elementi che fornivano la prova della attività di favoreggiamento della latitanza del SANTAPAOLA nella zona di Barcellona Pozzo di Gotto erano emersi con precisione solo a seguito del RIASCOLTO delle intercettazioni, che aveva consentito di percepirne compiutamente i contenuti. Peraltro, se la stessa Sezione Anticrimine avesse inteso assicurare la latitanza del SANTAPAOLA non vi sarebbe stata ragione di promuovere una attività investigativa volta, per contro, ad arrestarlo, informando, inoltre, il magistrato quanto meno del fatto che si era vicini alla cattura dello stesso.” …” il quadro indiziario circa la presenza del SANTAPAOLA nella zona di Barcellona Pozzo di Gotto e la correlata attività di favoreggiamento posta in essere dai soggetti controllati, rassegnato nella prima informativa, diviene più chiaro all’esito del riascolto, agevolato dall’uso di speciali filtri, delle conversazioni intercettate, riascolto che ne ha consentito una migliore intelligenza.” )

Quindi in teampo reale non c’era neppure la certezza che quell’uomo fosse Santapaola, occorreva accertarlo mediante indagini. Il ROS le effettua (ovviamente non in 5 minuti), e una volta accertato, secondo lei, “non interviene”? E non interviene dove? Nell’ufficio di Orifici? In una delle case vicine a quelle di suo padre? E quale? E come faceva a sapere quando sarebbe passato nuovamente Santapaola dagli Orifici, per arrestarlo?Il giorno dopo? Dopo una settimana, un mese? Secondo lei, il ROS ha la sfera di cristallo? Oppure doveva intervenire nell’ufficio in assenza di Santapaola, bruciando la pista? Lei è al corrente che anche la Polizia di Stato faceva perquisizioni dello stesso periodo, senza coordinamento con il ROS, e che quindi ogni intervento poteva essere bruciato da un’interferenza?

DOMANDA: Perché?

SONIA ALFANO: “E’ una domanda rimasta senza risposta. Così come sono rimaste senza risposta tante altre cose”.

Viste le premesse, non è una domanda, è una PETITIO PRINCIPII, (studi, signora Alfano, le farebbe bene), e quindi è giustissimo che rimanga senza risposta.  Ad ogni modo la risposta alle domande vere in quanto riferite a fatti veri, c’è eccome, nella famosa sentenza MORI-OBINU, scritta per esteso.

DOMANDA: Però bisogna dare al capitano Ultimo il grande merito di avere arrestato Totò Riina.

SONIA ALFANO: “A parte il fatto che il merito va dato soprattutto ai magistrati per le indagini svolte,

Ah si? Ma se Caselli si insediò il giorno dell’arresto, di quali indagini parla? Sono stati i Magistrati ad individuare la pista Ganci-Sansone, oppure il ROS? Lei è al correte del fatto che una volta individuata la pista GANCI-SANSONE, alla vigilia della cattura di Riina, in cui i magistrati in effetti intervennero, ma solo per proporre una perquisizione in Fondo Gelsomino che avrebbe allarmato il latitante in via Bernini, e che fu Ultimo ad opporsi a quell’iniziativa che avrebbe fatto certamente saltare la cattura, riservando di perquisire il Fondo Gelsomino a cattura avvenuta, per depistare sulla conoscenza della casa del Boss?

C’erano i magistrati sul furgone ad attendere la moglie di Riina, la mattina del 15 gennaio, e c’erano i magistrati sull’auto che avrebbe dovuto pedinare la stessa Bagarella, avendo invece l’occasione di pizzicare Riina?

SONIA ALFANO: resta il grande demerito di non avere effettuato la perquisizione nel covo,

Il mondo alla rovescia. La perquisizione del covo dopo la cattura non competeva al ROS, ma alla territoriale su mandato dei magistrati. E infatti fu Caselli a disporre l’annullamento della perquisizione. Quindi secondo voi i magistrati hanno i meriti di un’operazione dei carabinieri, e il ROS ha la colpa di una perquisizione che non era di sua competenza, ma della magistratura?! Perfetto.

SONIA ALFANO: di aver permesso che il covo venisse svuotato e reso inutile dal punto di vista investigativo e giudiziario, e di aver taciuto.

Benissimo, allora ci faccia sapere che cosa ci sarebbe stato di utile nel perquisire e da conservare dal punto di vista giudiziario, dal momento che Brusca, il noto pentito, allora coordinatore delle operazioni di “svuotamento” ha sempre detto che non è stato portato via nulla. Qualche quadro e un po’ di argenteria, ma nessun documento, e che se c’erano documenti li aveva distrutti la  Bagarella appena appreso dell’arresto, e che quindi prima che Ultimo, nel pomeriggio, discutesse con i magistrati della perquisizione. 

E taciuto cosa? che un furgone piazzato in strada senza alcuna visuale sulla villa (e quindi incapace di sorvegliare alcunchè, dal punto di vista dei lavori nell’abitazione) ma ben visibile da giornalisti e mafiosi subito dopo l’arresto, era stato allontanato in attesa di poter riprendere la sorveglianza della via ad acque calme? 

SONIA ALFANO: perché anche se ci sono ordini dall’alto, non si può tacere davanti a dei morti che hanno servito lo Stato. Vogliamo raccontarla per intero questa verità o solo con le fiction?”.

No guardi, le fiction non c’entrano nulla. Lei non capisce una cosa semplice: quando dei carabinieri mettono le mani, con azione diretta e responsabile, sul latitante mafioso più pericoloso del Paese, il capo di Cosa Nostra, queste persone nel minuto preciso dell’arresto, hanno definitivamente anteposto il dovere ed il servizio al proprio Paese, alla propria serenità, alla propria sicurezza ed a quella dei propri cari. Hanno quindi servito eroicamente lo Stato e la comunità. Perchè Riina e i complici se la prendono con chi arresta il capo, innanzitutto e a prescindere da qualsiasi cosa. Cioè, indipendentemente da tutto, dalle modalità dell’arresto, dalle fantasiose e grottesche ipotesi di soffiate o di collaborazioni indicibili, dalle mancate interlocuzioni con i magistrati su posizioni di furgoni e altre sciocchezze nel dopo inchiesta. Loro, Ultimo con i colleghi, lì se la sono già giocata, la loro condizione di vita e la propria sicurezza, nell’istante dell’arresto. E’invece leggendo questa intervista, che ogni carabiniere dovrebbe pensare che il proprio compito dovrebbe essere quello di lavorare 8 ore come tutti, solo per produrre scartoffie formalmente perfette, e rinunciare ad imprese eroiche. Non vale la pena. Leggendo questa intervista si capisce perchè.

APPROFITTIAMO DELL’ARTICOLO PER RICORDARE CHE A ULTIMO E’ STATA NEGATA LA TUTELA, RITENENDOLO FUORI PERICOLO, DANDO UNA DATA DI SCADENZA ALLA TAGLIA DI COSA NOSTRA. NON SI CONOSCONO I NOMI DEI COMPONENTI DELL’UCIS, CHE HANNO DECISO CHE CON LA VITA DI ULTIMO SI PUO’ ANCHE GIOCARE. FIRMIAMO TUTTI LA PETIZIONE PER RIPRISTINARLA

https://www.change.org/p/l-arma-dei-carabinieri-per-il-reintegro-immediato-della-scorta-al-col-sergio-de-caprio?recruiter=51689801

Commenti Facebook
Informazioni su Antonella Serafini 149 articoli
violinista per hobby, giornalista per dovere civico e morale, casalinga per lavoro, contadina del web e "colpevole" di questo sito antonella@censurati.it