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Punirne uno per educarli tutti

29/06/2009 Antonella Serafini 1

Che cosa spinge un comune a smantellare un corpo di polizia municipale? Me lo sono chiesto quando mi sono trovata casualmente a leggere un quotidiano in Campania, che parlava di questo fatto su un trafiletto di poche righe. Come cittadina ho sempre provato antipatia verso la figura del vigile urbano, visualizzato con taccuino alla mano, dietro a una macchina che fa una multa. Ma giornalisticamente mi suona strano (specie se ci troviamo in Campania) vedere che il capo della polizia municipale si ritrova senza uomini, demansionato e licenziato, il tutto dopo aver fruttato allo stesso municipio centinaia di migliaia di euro. E’ accaduto al Comune di Morcone. Il capo dei vigili si chiama Donato Mannello. Ci incuriosiamo e andiamo a Morcone a chiedere un po’ di notizie. Un po’ di domande in un bar, un po’ di domande a una pompa di benzina, la frase più gettonata è “eeeeeh, addà vere’ qant’altra robba, sa trova, cca’”. Però nessuno che si sbilancia. Cerco materiale, distribuisco biglietti da visita, e i primi risultati li ottengo una volta tornata a Roma. Dopo pochi giorni del viaggio a Morcone, mi trovo il caso bello pronto nella cassetta della posta. Spedito da un paese di cui non si capisce bene il nome, in totale anonimato. Riassumo per tutti, perchè la storia si fa torbida. Donato Mannello, capo dei vigili, si trova demansionato e licenziato per aver abusato della sua professione nel controllo di abusi edilizi inesistenti, messo firme false, perseguitato innocui cittadini, e appropriato di soldi della cassa municipale. Detto così ci sarebbe da pensare che quest’uomo è un criminale. E quindi approfondiamo meglio.

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Papà c’è e non serve solo per pagare

17/06/2009 Lisa biasci 0

“La giustizia non è ardore giovanile e decisione energica e impetuosa: giustizia è malinconia.”
Thomas Mann (1875-1955)

Papà c’è e non serve solo per pagare, sentenzia il tribunale: la storia di un cittadino romano

a cura di Lisa Biasci

La giustizia è malinconia: così diceva lo scrittore tedesco nel “Disordine e dolore precoce”, così possiamo dire noi -oggi- quasi senza fiato, alla fine di una lunga “querelle” giudiziaria. Vicenda umana malinconica davvero, di malagiustizia, quella di un “uomo perbene” di cui ci siamo occupati tante volte nelle pagine di Censurati. Vi ricordate il caso di malagiustizia di un papà condannato quattro anni or sono da un tribunale civile di questo malandato paese a versare un assegno di mantenimento onerosissimo all’ex moglie? E poi, a lasciare la propria casa, ad affrontare perizie, CTU, incontri con i servizi sociali perché non riusciva più a vedere suo figlio?

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L’antimafia è bella, finchè non c’è qualcosa da fare

05/06/2009 Antonella Serafini 0

Graziella Proto, amministratrice e redattrice dei Siciliani anni ’80, sta perdendo la casa per via dei vecchi debiti del giornale. L’antimafia è bella e tutti appoggiano l’antimafia, si capisce: però le cambiali, oltre vent’anni fa, le ha dovuto firmare Graziella.

I Siciliani, una rivista “storica” e elogiata da tutti, vendeva fra 15 e 30mila copie. Però – imprenditori siciliani… – non aveva uno straccio di pubblicità, e quindi ci voleva qualcuno che firmasse cambiali. E questo qualcuno era Graziella.

La cooperativa faceva parte della Lega delle Cooperative, che però in quel periodo aveva grossi affari coi Cavalieri. Il giornale era un fiore all’occhiello – stando ai discorsi – della Federazione della Stampa, dell’Ordine, dei compagni perbene di tutt’Italia e in genere dei progressisti. Però le cambiali le firmava Graziella.

Graziella Proto, in questi venticinque anni, è stata uno dei più seri e validi – e meno propagandati – giornalisti antimafiosi. Negli ultimi anni, sempre di tasca sua, ha fatto una bellissima rivista, Casablanca, ed è riuscita a portarla avanti per quasi tre anni. Nel primo numero c’erano la Borsellino, la Alfano, il Riscatto della Sicilia, il Movimento delle donne, la Sinistra. Nessuna di queste nobili signore s’è fatta mai sentire, non fosse che per ringraziare. Infatti Graziella, per i pochi che avevano la bontà di conoscerla, era quella che firmava le cambiali. Nessuno l’ha mai citata – ad esempio – per la rischiosissime inchieste sui ragazzini di Paternò ammazzati da Santapaola.

Non sappiamo cosa ne pensa Graziella. Ma noi pensiamo che parlare di informazione e di antimafia è una presa in giro se non si salva chi ha fatto informazione e antimafia non per un anno o due, ma per venticinque. Bisogna che intervengano coloro che debbono, subito e con urgenza. Sarebbe intollerabile vedere una Graziella vittima della mafia (vera) e dell’antimafia (a parole).

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Siamo gli operai

01/06/2009 Antonella Serafini 0

Siamo gli Operai – della libertà di informazione
Siamo gli Operai – della Testimonianza
Siamo gli Operai … dei diritti delle minoranze

Chiedi anche tu come ospitare il tour nella tua città
scrivi a info@ritaatria.it

Molti di voi conoscono forse già il nome di Fabrizio Varchetta, musicista e operaio emiliano, autore dell’album “Siamo gli operai”, che porta il titolo del pezzo che ha scritto dopo i fatti della ThyssenKrupp di Torino, sentendosi coinvolto come artista, come uomo, ma anche come operaio. Il senso di questo progetto discografico è per Fabrizio Varchetta quello di lasciare un segno tangibile di solidarietà, per tale ragione i proventi delle prime due “ristampe” dell’album sono stati interamente devoluti alle famiglie di operai vittime sul lavoro. Il ricavato della nuova “ristampa” del CD andrà interamente a Telejato la coraggiosa emitente antimafia siciliana.

Dallo scorso autunno Varchetta insieme al suo gruppo, i Witko, gira l’Italia in concerto con queste canzoni, e a maggio è stato in Sicilia con un tour che è partito il 5 maggio da Catania (con la partecipazione di Matilde Politi e Simona di Gregorio), e si è concluso il 9 maggio a Cinisi (in occasione delle iniziative in memoria di Peppino Impastato).

Il senso del tour siciliano di maggio 2009 era quello di mettere un faro sul problema della sicurezza sul lavoro, ma anche un modo per parlare di sistema mafioso del lavoro, ovvero di politiche clientelari. Il progetto di questo tour siciliano è nato dal basso, dall’impegno di alcune associazioni e realtà di base* che hanno scelto e deciso di aiutare dei musicisti fuori dalle logiche dei grandi giri, che fanno musica indipendente e in indipendenza vivono il connubio fra musica e impegno civile.

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23 maggio, dalla morte alla vita, passando per la guerra

23/05/2009 Antonella Serafini 2

Quanto sto per scrivere è un proclama di guerra. La giustizia quasi mai piove dal cielo, per cui diventa una condizione per la quale bisogna lottare. In una giornata come quella di oggi, in cui ricorre la strage di Capaci dove Falcone, sua moglie e la scorta persero la vita, noi per rispetto a quel magistrato e per le istituzioni che ha difeso e onorato con la vita, dichiariamo guerra a tutte quelle persone che indegnamente usurpano una toga o un’uniforme. Vogliamo preparare l’elenco di tutte quelle persone che con dolo hanno amministrato la legge in maniera sbagliata, giocando con la vita di persone innocenti.

Pescara: caso Marsilii. Una ragazza viene accusata di lesioni aggravate (accoltellamento di un fratello). In prima pagina sui giornali locali. Dopo 5 anni di travaglio e 14 avvocati cambiati, si arriva al proscioglimento con formula piena. Inizialmente la ragazza è stata messa per sei mesi ai domiciliari, 3 giorni in carcere, e nonostante l’avessero pestata a sangue, nessuna cura. Il coltello incriminato, periziato, risulterà completamente PULITO, sia dal sangue che dalle impronte digitali. Chi poteva entrare in luoghi dove hanno accesso reperti sigillati? Come fa a risultare pulito un coltello da cucina che si usava per tagliare una bistecca?

Località protetta: Piera Aiello, testimone di giustizia e stretta collaboratrice del giudice Borsellino, dopo 18 anni di vita in località protetta, scopre che a causa di due cretini che usurpano idegnamente la divisa da carabiniere, tutta la città di Partanna sa la nuova identità, dove vive e chi frequenta. Anzi, non lo sanno tutti, ma le persone amiche dei boss del posto si. E visto che Cosa Nostra non dimentica, non vogliamo dimenticare neanche noi questo gesto irresponsabile di due persone che TUTTORA indossano la divisa.

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Disegno criminoso moderno: combattere la mafia

31/03/2009 Antonella Serafini 0

Pino Maniaci per anni ha condotto il suo “disegno criminoso”: portare alla luce fatti e nomi di Cosa Nostra, lottando con le unghie e con i denti, fino a far riconoscere la sua lotta dall’ordine dei giornalisti, che ha insignito del “titolo” di giornalista ad honorem il conduttore di Partinico.

Molti attaccano chi l’ha denunciato (probabilmente per invidia), facendo intendere che il PM ha solo fatto il suo dovere e il “cattivo” di turno sia l’invidioso cittadino. Molti dimenticano invece che il PM (in questo caso risponde al nome di Paoletta Caltabellotta) dovrebbe “svolgere altresì accertamenti su fatti e circostanze a favore della persona sottoposta alle indagini”, art. 358 c.p.p.

Svolgere accertamenti equivale ad archiviare la denuncia prima che si arrivi al dibattimento, onde evitare inutili sprechi di tempo e denaro pubblico, evitando così anche uno spreco di denaro di Maniaci, anche perchè per lo stesso reato era già stato portato in giudizio in passato ed assolto.

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Non ci piace piangere i morti e fregare i vivi

11/02/2009 admin 12

Non ci piace piangere i morti e fregare i vivi. Per questo motivo metto on line il comunicato stampa di Vita Maria Atria, che prende le distanze dall’uomo (uno dei tanti) che ha capito che il filone dell’antimafia è un business.

Mi chiamo Vita Maria Atria e sono la nipote di Rita Atria, Testimone di giustizia che il 26 luglio 1992, in un estremo atto di resistenza, si è lanciata dal settimo piano del civico 23 di viale Amelia a Roma. Nel ’92 ero veramente piccola ma nella mia mente i ricordi sono vividi: lo “zio Paolo” [Paolo Borsellino], la zia Rita, la mamma [la Testimone di giustizia Piera Aiello] che mi chiedeva di non dire il mio nome, per la paura e il timore di essere scoperte.

Da quando sono maggiorenne ho continuato a vivere nell’anonimato e non avevo ritenuto opportuno fare dichiarazioni pubbliche, affidando il mio impegno e la mia scelta ad un gesto: essere tra i soci fondatori di una associazione dedicata a mia zia e lavorare dietro le quinte, anche perché sono una ragazza dalle poche parole e ho preferito finora stare nell’anonimato per poter vivere una vita tranquilla e “normale”, sempre fino a quando è possibile.

Oggi, mio malgrado, sono costretta ad affidare all’Associazione Antimafie “Rita Atria” (anche perché non lo posso fare direttamente vivendo in località segreta) un comunicato per esprimere in maniera netta e determinata la mia posizione sul film di Marco Amenta dal titolo “La siciliana ribelle”, stanca di leggere sui giornali e sui siti web che “è rimasto toccato dalla vicenda”, stanca di veder speculare sulla memoria di mia zia, una ragazzina-donna che ha avuto il coraggio di credere nei propri princìpi e di fare determinate scelte, a discapito di se stessa, perché credeva che ci potesse essere un mondo migliore al di fuori del “suo”, un mondo onesto, ma a quanto pare si sbagliava.

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Grazie Lampedusa

10/02/2009 vipera 0

L’unica sicurezza è la dignità umana

L’appoggio popolare (e istituzionale da parte del sindaco!) al grido di dignità e libertà dei migranti rinchiusi nel lager dell’isola squarciano definitivamente il velo dell’ipocrisia sicuritaria.

E’ un ringraziamento che sgorga spontaneo dal cuore e dalla coscienza. Grazie Lampedusa! Grazie ai tuoi splendidi abitanti, alla resistenza civile del sindaco e di tutti gli esercizi commerciali. Nonostante i tentativi di smentire e sminuire da parte di Maroni, Lampedusa ha avuto giorni carichi di passione civile e solidarietà umana.

1300 migranti escono dal lager dell’isola e attraversano tutta la città gridando ‘Libertà, Libertà’. Secondo le retoriche razziste e mistificatorie di questi anni l’isola avrebbe dovuto vivere ore di terrore. Sono anni che ci descrivono una Lampedusa preda di orde di criminali venuti dal mare che la tengono in ostaggio. E’ invece no! Accade esattamente l’opposto. Gli abitanti dell’isola fanno sfilare i migranti tra due ali di applausi. Applausi sinceri, sgorgati impetuosamente e spontaneamente dalla loro coscienza. Per evitare problemi con le forze dell’ordine ( vista anche la carica contro persone inermi, altro che i saccheggi descritti da Libero e visti solo da Feltri) li hanno poi riaccompagnati dentro il Cie, promettendo di rilanciare il loro grido e non lasciarlo cadere. E così è stato.

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Supplica al Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi

27/12/2008 admin 0

C’è rimasta solo la supplica, da fare, perchè si è tentato di tutto. Il caso Carlo Parlanti ha fatto parlare tutti, gli stessi tutti che poi hanno pensato “poverino…” per poi fare un’alzata di spalle nel totale disinteresse. PUbblichiamo quindi la lettera che l’avvocato Lipera ha inviato al Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi

Ill.mo Presidente Berlusconi,
ci rivolgiamo a Lei quale capo del Governo Italiano, facendo seguito alla missiva già inviata al Ministro degli Esteri Franco Frattini rimasta, purtroppo, senza alcun riscontro, per formulare un ennesimo accorato appello in favore di CARLO PARLANTI, caduto vittima dell’ingiustizia.

Carlo Parlanti è un cittadino italiano che si trova recluso da circa quattro anni e mezzo nel carcere californiano di Avenal.

E’ stato condannato con sentenza definitiva a nove anni di reclusione per i delitti di violenza sessuale e sequestro di persona, che, secondo l’accusa, egli avrebbe perpetrato ai danni della sua ex convivente, Rebecca Mckay White.

Parlanti, purtroppo, è rimasto vittima di una vicenda giudiziaria che ha dell’incredibile per il modo in cui è nata e per gli angoscianti risvolti che ha avuto e continua ad avere.

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La castrazione del pensiero

02/12/2008 vipera 2

Il sonno della ragione crea mostri, si diceva una volta. Siamo andati oltre. E’ la castrazione del pensiero, l’abolizione del ragionamento e della materia grigia.

Il 10 Dicembre 1948 i rappresentanti degli Stati vincitori della Seconda Guerra Mondiale si riunirono a San Francisco. Redassero e sottoscrissero solennemente la ‘Dichiarazione Universale dei Diritti Umani’.

“Ad ogni individuo spettano tutti i diritti e tutte le libertà enunciate nella presente Dichiarazione, senza distinzione alcuna, per ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o di altro genere, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita o di altra condizione[…]” (Art. 2)

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La CGIL abbandona Tommaso Fonte?

17/11/2008 admin 0

Tommaso Fonte è un discreto ed elegante signore ragusano di 47 anni. Nel 1981, quando l’Italia non ancora sognava sui campi spagnoli dietro ad un cavallo di razza di nome Pablito, entra nella CGIL. Sette anni fa viene eletto a segretario della Camera del Lavoro di Ragusa, il più giovane in Italia ad assumere questo incarico.

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Mobbing e Giustizia

28/10/2008 admin 0

a cura di Lisa Biasci

In assenza di un quadro normativo del legislatore, il mobbing trova sempre più risposte davanti ai giudici: le ultime dalla Corte di Cassazione e dall’Europa

Il mobbing passa sotto la lente dei giudici di Cassazione e ottiene nuovo spazio rispetto all’impostazione iniziale.
La prima novità, clamorosa, consiste in uno slittamento del mobbing da “sindrome depressiva” a mera “lesione dei diritti del lavoratore”. Ciò significa che prima occorreva una diagnosi medica che appurava la sindrome del lavoratore e la responsabilità del datore di lavoro. Ora pare possibile avviare una causa per mobbing allegando –anche da sola- la violazione dei propri diritti senza più considerare l’accertamento medico come unica prova. Ciò potrà rendere esplosivo il fenomeno del mobbing e un contenzioso potenziale in crescita tra lavoratori e datori di lavoro.

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“Papà c’è” ma il tribunale non si pronuncia: continua a fare danni il mobbing affettivo e la malagiustizia

19/06/2008 Lisa biasci 0

La storia è sempre quella che conoscete attraverso Censurati. L’abbiamo raccontata a più riprese: quasi quattro anni di vita processuale di un uomo, un professionista romano, che vittima di una separazione giudiziale continua a dar battaglia in tribunale per riuscire a vedere suo figlio di tredici anni che ormai non vede più da un anno e mezzo, perché vittima anche lui della separazione dei genitori.

Il suo è un caso chiaro e semplice di una sindrome di “alienazione genitoriale”: il minore è stato plagiato e condizionato dalla madre contro il padre e la famiglia paterna per scopi meramente utili al proprio tornaconto affettivo e patrimoniale.

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Scuola:”diritti non per tutti”soprattutto se si è malati

19/06/2008 Lisa biasci 0

A cura di Lisa Biasci

Raccogliamo volentieri l’accorato appello di Maria Teresa De Nardis e vi invitiamo alla lettura. Si tratta di un’altra “inadeguatezza” del sistema italico che colpisce tutti noi che con la scuola abbiamo avuto a che fare per tanto tempo o che frequentiamo tuttora attraverso i nostri figli.

Cosa può succedere ad un docente se è malato gravemente?In tutti i settori del pubblico impiego i lavoratori che per motivi di salute non possono più svolgere il normale servizio (infermieri, poliziotti, insegnanti…) vengono dichiarati “inidonei” da una commissione medico-collegiale e utilizzati a tempo indeterminato dalle rispettive Amministrazioni in altri compiti compatibili col loro stato di salute. E’ una norma di civiltà che tutela sia l’utenza sia il diritto alla salute e al lavoro del dipendente, stabiliti dalla Costituzione.

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Mobbing in call center

21/04/2008 Lisa biasci 0

Nadia è una donna di 53 anni. Si presenta estroversa, solare, gioiosa. Crede nei valori della solidarietà, del sindacato. Una donna generosa che prima di pensare a se stessa si accerta che gli altri stiano bene. Però ad un certo punto si sente con le spalle al muro. Si sente il magone allo stomaco, l’ansia di andare a lavoro. Nadia è impiegata in un call center da anni.