Nessuna immagine

Noi non lucriamo, regaliamo

21/01/2010 Antonella Serafini 0

Ci ha sempre fatto profondamente schifo tutta la gente che, travestita da “persone perbene”, ha lucrato sull’antimafia, sia con l’informazione che con servizi inesistenti. Ma l’attività antimafiosa, quando si fa veramente, non porta mai un guadagno, anzi, molto facilmente ci si va a perdere, e se nonostante tutto si va avanti per questa strada, è solo per amore della verità. Ora stanno per uscire, allegati a riviste (ovviamente a pagamento) o in libreria (e certo non gratis) i verbali dell’ultimo guru dell’antimafia perbene (quella che a noi fa schifo, appunto) Massimo Ciancimino. Ma quello che non tutti sanno, è che mentre don Vito dichiarava a suo figlio i misteri d’italia che sono raccolti nei verbali, scriveva di suo pugno un altro memoriale (un po’ tipo diario), in cui si legge: “per conoscenza del lettore, Carlotta è una delle ragazze che, con rapporto ciclico di 2 anni, mio figlio massimo tiene con se. Carlotta è una ragazza intelligente e laureata eppure sta con Massimo. Questo fatto a me, uomo terreno, mi da la misura degli “imperscrutabili disegno divini” sui quali, come per il passato, non ci capisco niente. Questo manoscritto non so se lo metteranno insieme ai verbali di Massimo Ciancimino, noi però vogliamo pubblicare anche questo piccolo stralcio.

Nessuna immagine

L’Abruzzo ha ancora un futuro?

01/10/2008 vipera 4

La giornata del 22 settembre ha avuto un finale inaspettato: dopo mesi e mesi di inspiegabili rinvii il TAR ha emesso la sentenza sulla costruzione del ‘Centro Oli’ a Ortona. Ed è una sentenza di morte per il futuro della regione adriatica. Al contrario di ogni aspettativa, sono stati spazzati tutti i ricorsi presentati da Istituzioni, ambientalisti, agricoltori e associazioni varie.

Una sentenza che va oltre ogni possibile scenario prevedibile. Il tribunale amministrativo ha spazzato via, nei pochi minuti della proclamazione della sentenza, tutte le possibilità attuali per fermare la costruzione dell’impianto ENI. Infatti, insieme al rigetto del ricorso, è stata dichiarata inapplicabile la legge regionale che bloccava ogni costruzione sulla costa fino al 31 dicembre. Alla luce di questo, oggi, mentre la tastiera batte queste righe, l’ENI potrebbe aver già ricominciato i lavori e l’apertura del ‘Centro Oli’ essere imminente.

Le motivazioni della sentenza sono a dir poco aberranti. Il TAR afferma testualmente che l’interesse energetico(che nessuno, dati scientifici alla mano, è mai riuscito a dimostrare possano essere tutelati dalla costruzione del Centro Oli) ha pari valore, se non superiore, alla salute pubblica

Nessuna immagine

Stampa clandestina – sentenza choc

01/09/2008 admin 0

TRIBUNALE DI MODICA

SENTENZA


REPUBBLICA ITALIANA


IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Giudice penale monocratico dr.ssa Patricia Di Marco, alla pubblica udienza dell’08.05.2008 ha pronunziato e pubblicato mediante lettura del dispositivo la seguente:

SENTENZA

Ruta Carlo,

Nessuna immagine

Per una volta, la Banca viene pignorata dai correntisti

16/10/2007 admin 0

comunicato stampa relativo alla decisione della Corte D’Appello di Catania che ha rigettato la richiesta della banca di sospendere l’immediata esecutività della sentenza

OBBLIGAZIONI PARMALAT E BANCHE: ANCORA UNA VITTORIA DEI RISPARMIATORI

Catania, 16 Ottobre 2007 – La Corte di Appello di Catania ha rigettato la richiesta di inibitoria proposta dalla banca e finalizzata ad ottenere la sospensione della immediata efficacia esecutiva della sentenza di primo grado.

Nessuna immagine

Una sentenza storica di mobbing che non si ha il coraggio di portare alla ribalta: perche’?

04/05/2006 Lisa biasci 5

Gentilissima Lisa, (la responsabile mobbing del sito, n.d.r.)

non riesco a dare visibilita’ a Sentenze che riguardano comportamenti mobbizzanti di ufficiali e sottufficiali della Marina Militare perpetrati, ingiustamente, contro una donna, come se godono di un privilegio che non puo’ essere offuscato nemmeno da sentenze emesse da un tribunale.

Molti siti, anche giuridici, continuano a non voler dare visibilita’ a queste due Sentenze che per la barbarie messa in atto e per la difesa strenua opposta dalla vittima che di fatto ha “affondato”, da sola, la corazzata marina militare e puo’ per questo dare speranza a quanti vivono sulla loro pelle siffatte porcherie istituzionali senza che nessuna Procura abbia avuto quell’etico e morale coraggio di sbattere sul banco degli imputati i colpevoli gallonati.

Nessuna immagine

Politica e mafia: diritto di critica e responsabilita’ politica

19/03/2006 0

Nel luglio 2001, in seguito a due sentenze del Tribunale civile di Palermo che condannavano Claudio Riolo e Umberto Santino a risarcire, rispettivamente, Francesco Musotto e Calogero Mannino per diffamazione, abbiamo avviato una campagna per la liberta’ di stampa nella lotta contro la mafia. Abbiamo rilevato la nuova abitudine assunta ;da molti esponenti politici della prima o della seconda repubblica che, coinvolti a torto o ragione in disavventure giudiziarie, cercano di far pagare il conto delle loro “;sfortune”; a chi esercita, per professione o per impegno antimafia, i diritti di cronaca e di critica garantiti dall’articolo 21 della Costituzione. Abbiamo denunziato l’uso distorto e strumentale del ricorso ai procedimenti civili per risarcimento danni da diffamazione a mezzo stampa, che invece di tutelare l’onorabilita’ delle persone rischia d’instaurare un clima d’intimidazione nei confronti di chiunque intenda far conoscere, commentare o studiare il persistente fenomeno delle contiguita’ tra politica, mafia e affari. Abbiamo rivendicato il diritto e il dovere di sottoporre l’operato di chi ricopre cariche pubbliche o ruoli rappresentativi al vaglio critico dell’opinione pubblica, con la consapevolezza che ciascun politico ha una responsabilita’ aggiuntiva rispetto agli altri cittadini nella misura in cui coinvolge la credibilita’ delle istituzioni.

Nessuna immagine

La sentenza “shock” sullo “stupro”

03/03/2006 admin 0

Corte di cassazione
Sezione III penale
Sentenza 17 febbraio 2006, n. 6329

SVOLGIMENTO DEL PROCESSO

Con sentenza del 25 novembre 2003 la Corte d’appello di Cagliari decidendo sulla impugnazione proposta da T.M. avverso la sentenza in data 30 novembre 2001 del tribunale della stessa citt� – che lo aveva condannato alla pena di anni tre e mesi quattro di reclusione per il delitto di violenza sessuale ed a quella di mesi due di reclusione per i reati di percosse e minacce – dichiarava di non doversi procedere per intervenuta remissione della querela in ordine al reato di percosse e rideterminava la pena per i reati sub b) e c) nella misura di gg. 15 di reclusione, confermando nel resto con condanna dell’appellante anche alle spese di costituzione e rappresentanza della costituita parte civile.

Nessuna immagine

I 4 processi del Capitano Ultimo

20/02/2006 Antonella Serafini 20

Il giallo che non e’ mai stato un giallo, una storia che nessuno ha voluto ascoltare, un epilogo pressoche’ scontato, che vede il Capitano Ultimo l’unica persona processata quattro volte per aver svolto il proprio lavoro nonostante abbiano fatto di tutto per impedirglielo.

Il primo processo: dall’arma dei carabinieri

Ultimo ha subìto il suo primo processo dalla sua famiglia, l’arma dei Carabinieri che ha servito con la massima professionalita’, lealta’ e a rischio della propria vita.

Subito dopo l’arresto di Riina il suo gruppo fu sciolto e furono abbassate le sue note caratteristiche da persona “eccellente” a “superiore alla media“. Dopo una serie di richieste che Ultimo fatte all’arma per poter lavorare con il massimo rendimento, vedendo che l’unica cosa che otteneva era precariata’ e mancanza di strutture e di personale, il “capitano” chiede un trasferimento ad un altro reparto. In risposta ad Ultimo, un comunicato all’ansa dell’ex comandante del Ros Sabato Palazzo, replica di aver dato la massima disponibilita’ a Sergio De Caprio. Il nome di Ultimo fino ad allora era sconosciuto per ovvi motivi di sicurezza.

Nessuna immagine

vierika, la vendetta

24/01/2006 0

la verita’ sull’hacker di bologna Uno dei casi di cui ci siamo occupati qualche anno fa. C’è stata la sentenza che vede condannato il responsabile. Pubblichiamo la lettera aperta del pericoloso criminale che ha fatto tanto tremare gli italiani tutti.
Buona lettura
antonella

Gentili vittime del software Vierika,

da oggi potete finalmente chiedermi il risarcimento per i danni provocati dal mio software. Non fraintendetemi. E’ un po’ tardi per costituirsi parte civile al mio processo che ora derminato. Pero’ sento in debito con Voi, quindi Vi offro la straordinaria occasione di denunciarmi per un nuovo software che ho sviluppato. Si chiama Lantailor, lo trovate facilmente in rete.