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Il giornalismo dei piagnucolanti

10/09/2009 Antonella Serafini 9

fonte: www.paolobarnard.info

Ma dov’è la dignità di Santoro? Di Travaglio? Della Gabanelli? E delle centinaia di migliaia di voi che li seguite? Lewis Hill si vergognerebbe di loro, e di voi.
Rampognano da non so quanti anni che in Italia c’è il ‘regime’, un regime viepiù bieco e nero, ma poi alle casse del ‘regime’ vanno a piagnucolare spazi televisivi e denaro. Mai nella storia degli oppositori d’Italia, dai giorni dei fratelli Rosselli a oggi, né nella storia d’Occidente, si è vista una condotta talmente penosa. E voi pubblico strillate che l’informazione è di ‘regime’, ma tutto quello che volete fare è starvene a casa in salotto e avere la libertà servita gratis in Tv dal ‘regime’. Ridicoli. Mai nella storia delle società civili organizzate, dalla nascita del socialismo a oggi, si sono visti così tanti incapaci cittadini.

Santoro naviga per 20 anni fra le fila dei comunisti e post comunisti di Ingrao nella televisione di Stato, e oggi finge di non sapere che la Tv di Stato è un cadavere decomposto, inutile scuoterlo. Gabanelli si infila nella Tv di Stato di Craxi, col socialista Roberto Quagliano (vero ideatore di Report) e con Giovanni Minoli, e oggi lamenta ‘censura’ dopo 5 anni di prime serate sotto Berlusconi. Travaglio dichiara che nella Tv di Stato “tutti hanno il guinzaglio, e senza guinzaglio lì dentro non ci si entra”, poi sta anche lui abbarbicato al botteghino di viale Mazzini ad attendere i suoi contratti firmati. Tutti e tre a pretendere la paghetta dal ‘regime’.

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L’aggregazione sociale è un crimine

19/12/2008 vipera 3

Questa frase è stata pronunciata dall’ufficiale nazista Joseph Goebbels durante il processo di Norimberga. In poche parole è riassunto tutto il meccanismo di propaganda e di plagio delle menti del Terzo Reich. Basta individuare un nemico e accusarlo di qualsiasi crimine o pericolo, e ripetere le falsità ‘cento, mille, un milione di volte’.

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Quella retta che ha un inizio…

13/08/2008 admin 3

Due rette vanno verso l’infinito: costi della politica e presa per il culo. Lo scandalo sanità in Abruzzo è noto a tutti, così com’è nota a tutti la solidarietà ricevuta da Ottaviano Del Turco dal Presidente del Consiglio all’ex ministro alla cultura Rutelli… e via discorrendo, la lista è davvero lunga fra lettere e appelli in tv. La fratellanza politica bipartisan mostrata in situazioni di problemi con la giustizia, fa sembrare tutti un po’ comunisti! Però, dei cittadini abruzzesi non se ne occupa nessuno, anzi no! La tesoreria della regione abruzzese sta facendo gli ultimi calcoli… per le buone uscite dei consiglieri. Fino a qualche settimana fa la spesa media per ogni consigliere era di circa 8 mila euro, per i capigruppo quasi 10 mila euro, più una diaria (gettone di presenza) cadauno di 3.000 per essersi recati ai lavori del consiglio (l’Abruzzo è l’unica regione dove i consiglieri vengono premiati per essersi recati a “lavoro”). Mentre ora il calcolo è dedicato alla liquidazione per la gran fatica: circa 36 mila euro ciascuno, i consiglieri complessivamente sono 40. Nessuno escluso, dai forzisti ai comunisti. Questi ultimi sono coloro che si ergono paladini delle classi sociali più disagiate. Sarebbe un gesto cavalleresco, rinunciare a 36 mila euro per destinarli ad esempio alla sanità per aiutare le famiglie più povere. Invece si cercano tutte le clausolette a favore di coloro che essendo alla prima consigliatura, non maturerebbero i requisiti dei cinque anni per la buonuscita. Cavolo, che problemone. Ma niente paura, la soluzione c’è sempre! Il diritto può essere acquisito versando un’integrazione, e ben presto si raggiungono i cinque anni. Però, quando si tratta di ritirare i 22 euro mensili (addizionale regionale) dalla pensione di 700 euro della Sig.ra Maria, nessuno cerca clausolette per agevolare la pensionata. Mentre la Sig.ra Maria fa i conti delle rinunce da fare per poter arrivare alla fine del prossimo mese. Ma questo problema è cosa della Sig.ra Maria, che tutt’al più andrà a lamentarsi con la vicina di casa.

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Lettera aperta a Marco Travaglio sulla libertà

01/05/2008 admin 11

lettera aperta di Paolo Barnard, ex giornalista di Report a Marco Travaglio

Caro Travaglio, io ho le prove che tu non sei libero. Non mi dilungo, te le espongo in breve e ti assicuro che non sto parlando del fatto che, ad esempio, tu ti rifiuti di parlare di temi come il Signoraggio bancario, nonostante esso sia una piaga aberrante artificiosamente inflitta alla vita di ogni singolo italiano, che ne paga un prezzo altissimo.

No, Marco, parlo di altro. Tu non sei libero perché tu oggi sei una Star; perché sei in prima serata TV ogni settimana e proprio nel luogo dove secondo te “…chi non ha il guinzaglio in questo momento non lavora e chi ci lavora in un modo o nell’altro un suo guinzaglio ce l’ha”; perché sei lì anche tu, col trucco di scena, con i riflettori sparati su di te, col megaschermo dietro le spalle che amplifica il tuo verbo; perché giri l’Italia fra il tripudio dei fans club, che ti adorano; perché sei un’Icona. Tutto questo è Potere, è meravigliosamente forte, è oppio. Una volta assaporato, non se ne può più fare a meno. E allora Marco, quando dovesse capitarti di scorgere qualcosa che non va, e proprio nelle strutture che ti garantiscono quel Potere, quell’inebriante vivere, quel tuo oppio, e intendo una stortura, magari proprio del marcio, un’omertà, o la negazione di un qualsiasi principio morale o di un diritto, tu che faresti Marco? Lo denunceresti? Spareresti cioè un siluro alla base stessa delle fonti della tua inebriante fama? Li manderesti a gambe all’aria assieme a gran parte del tuo status di celebrity? Cioè svergogneresti e denunceresti chi ti trasmette e il loro megaschermo? Chi ti pubblica ogni parola senza fiatare? Chi ti amplifica nelle piazze dei centomila? Chi ti fornisce il tuo oppio? Oppure chiuderesti un occhio? E magari anche tutti e due? Perché lo sai bene come reagirebbero alla tua denuncia: sarebbe rancore, veleno, isolamento per te, cellulari che non ti rispondono più, inviti che non ti arrivano più, amici che, ops, non ci sono più, il tuo volto che scompare dagli schermi e dalla memoria.

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Votiamo perchè?

05/03/2008 admin 0

Decrescita. Parola chiave per definire oggi la situazione all’interno dei partiti in Italia. Però c’è una netta sproporzione fra gli iscritti ai medesimi (circa due milioni) e gli elettori che si recano alle urne (quasi undici milioni nel 2006). Il contatto più diretto per i cittadini con la classe politica dovrebbe essere quello locale, nei comuni. L’anno scorso in molte città ci sono state le amministrative e non importa in quale, ma ecco alcune motivazione che hanno determinato la scelta del voto.

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Lettera aperta di Paolo Barnard, giornalista e co-fondatore di Report

01/03/2008 admin 4

Cari amici e amiche impegnati a dare una pennellata di decenza al nostro Paese, eccovi una forma di censura nell’informazione di cui non si parla mai. E’ la peggiore, poiché non proviene frontalmente dal Sistema, ma prende il giornalista alle spalle. Il risultato è che, avvolti dal silenzio e privi dell’appoggio dell’indignazione pubblica, non ci si può difendere. Questa censura sta di fatto paralizzando l’opera di denuncia dei misfatti sia italiani che internazionali da parte di tanti giornalisti ‘fuori dal coro’.

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Provochiamo

13/01/2008 admin 0

L’imprenditore di Campofilone ha aumentato lo stipendio ai suoi dipendenti. La scelta è maturata dopo un esperimento: vivere per un mese con lo stipendio da operaio. L’imprenditore è riuscito ad arrivare alla terza settimana.

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consigli per una buona politica

24/11/2007 admin 0

intervista a Gianni Barbacetto autore del libro “Compagni che sbagliano” – a cura di Samanta Di Persio

“Dopo le elezioni dell’aprile 2006, si è insediato un nuovo governo di centrosinistra. Chi sperava in una svolta è rimasto deluso. Le riforme promesse non sono arrivate, le leggi vergogna non sono state cancellate…” sono le primissime battute del libro “Compagni che sbagliano” di Gianni Barbacetto inviato del settimanale di Diario. Il racconto dei primi dieci mesi dell’Italia guidata da Prodi, senza fare sconti a nessuno e soprattutto senza distinzione di colore politico…