Ingroia e la maledizione della nomina
L’avevamo lasciato ad iniziare la sua fulminante carriera politica, dopo averci mentito circa il suo percorso che lo portò in Guatemala prima ed a iniziare […]
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a cura della new entry di censurati.it Kezia Scanu Per dirla alla Lucarelli: “se fosse un film, sarebbe “Lo strano caso di Antonio Ingroia”, l’uomo […]
Articolo a cura di Enrico Tagliaferro e Antonella Serafini Sono in tanti a pensare che Ingroia sia il pupillo di Borsellino. Questo perchè? Magari perché […]
Provate a fare un esperimento: mettete il nome di Ingroia tra i google alert. Per i meno pratici, l’alert è quel sistema che ti notifica […]
Il partigiano della Costituzione non ha tempo per presentarsi in aula per i dibattimenti di processi di mafia a cui tiene proprio tanto, però un […]
“quando il controllo della legalità ha a che fare con quelli che nel gergo giornalistico si chiamano “poteri forti” su settori particolarmente delicati, è difficile che una magistratura mandata in avanscoperta da sola su terreni così scivolosi la possa affrontare serenamente”. Ma allora perchè arroccarsi su questo sistema giudiziario?
Abbiamo provato a fare un riassunto delle contraddizioni di Massimo Ciancimino, l’attendibile teste di Ingroia, l’uomo a cui non è stato possibile testimoniare al processo […]
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e… mettiamo a confronto la scrittura grazie al lavcro di enrix
Il capitolo più controverso (e mediaticamente più succulento) è quello relativo al famoso covo di Riina. La famosa villa di via Bernini, può essere definita un covo?
L’abitazione a cui si fa riferimento, era l’abitazione di Ninetta Bagarella dove i bambini ricevevano altri bambini per giocare. Negli atti processuali c’è tutto. Rifarei oggi tutto quello che ho fatto quel 15 gennaio, perchè il covo, la base logistica, non è mai nella casa dove vivono moglie e figli. E dopo la cattura di Provenzano, dovrebbe essere chiaro questo concetto. Lui in un posto (covo), e la moglie in casa con i figli.
Il pm Ingroia: è più grave che abbia rapporti con i mafiosi come l’imprenditore Aiello o il maresciallo Ciuro, talpa di Provenzano, o è più grave che non sapesse, come ha dichiarato, che fossero mafiosi?
Sono gravi entrambe le cose, e in questi casi capisci quanto erano grandi Falcone e Borsellino e ti rendi conto del vuoto, della mediocrità, “professionale e morale” che hanno lasciato con la loro scomparsa.
Il giallo che non e’ mai stato un giallo, una storia che nessuno ha voluto ascoltare, un epilogo pressoche’ scontato, che vede il Capitano Ultimo l’unica persona processata quattro volte per aver svolto il proprio lavoro nonostante abbiano fatto di tutto per impedirglielo.
Ultimo ha subìto il suo primo processo dalla sua famiglia, l’arma dei Carabinieri che ha servito con la massima professionalita’, lealta’ e a rischio della propria vita.
Subito dopo l’arresto di Riina il suo gruppo fu sciolto e furono abbassate le sue note caratteristiche da persona “eccellente” a “superiore alla media“. Dopo una serie di richieste che Ultimo fatte all’arma per poter lavorare con il massimo rendimento, vedendo che l’unica cosa che otteneva era precariata’ e mancanza di strutture e di personale, il “capitano” chiede un trasferimento ad un altro reparto. In risposta ad Ultimo, un comunicato all’ansa dell’ex comandante del Ros Sabato Palazzo, replica di aver dato la massima disponibilita’ a Sergio De Caprio. Il nome di Ultimo fino ad allora era sconosciuto per ovvi motivi di sicurezza.
dipinto sul muro di Gaza
Va’ dove ti porta il vento…
dipinto sul muro di Gaza
signore e signori… sipario!
dipinto sul muro di Gaza
belli comodi in salotto a Gaza
dipinto sul muro di Gaza
al chiuso si soffoca
dipinto sul muro di Gaza
la scalata del successo
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