La poverta’ e’ la condizione naturale dell’Uomo, o almeno cosi’ dovrebbe essere.
Prima che la pubblicita’ iniziasse a marciare col passo dell’oca nelle nostre teste, era evidente a tutti che l’uomo saggio non e’ colui che ha tutto, bensi’ colui che a tutto puo’ rinunciare. In questa rinuncia vi e’ la sostanza della nostra liberta’.
Noi poveri, meravigliosi straccioni! Anche qui nell’Occidente dorato e moralmente miserabile, perche’ la poverta’ non e’ solo economica e materiale ma spirituale. Anche noi, che abbiamo di tutto di piu’, in realta’ non siamo che poveri automi narcotizzati e ipnotizzati, vestiti di nulla, al guinzaglio dei bottegai globali con le mani pulite e la faccia da galera.
E in questa strana dittatura, il cui ambasciatore e’ Topolino e il cui mantra silenzioso e subliminale e’ produciconsumacrepa, la poverta’ diventa il crimine piu’ orrendo.
La poverta’ e’ la nostra ricchezza e la nostra liberta’, una immane sfida contro i prepotenti della Terra, una tremenda testimonianza del disastro dell’ideologia senza volto e senza anima. Merita quindi un grande elogio la poverta’, motore inarrestabile del riscatto di un’Umanita’ senza piu’ dignita’, senza piu’ misura, senza piu’ equilibrio: senza piu’ scampo.
Alla banda di bruti che governano i nostri destini, che conoscono il prezzo di tutto e il valore di nulla, contrapponiamo la nobilta’, la dignita’, lo sguardo fiero, invincibile e rivoluzionario della stirpe dei senza re.
[Tritemius]