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02/03/2002 0

E sÏ, ogni occasione Ë buona per ribadire che in Italia cíË una giustizia manovrata dalla sinistra (NB: per Berlusconi la parola ìcentro-sinistraî non esiste, quindi per tutto il tempo ometterÚ ìcentroî!), la stessa sinistra che manovra i giornalisti e gli opinionisti di tutta Europa, nonchÈ lottizzatrice esclusiva delle tre reti di Stato (forse pure fautrice di rivolte interne nelle trasmissioni Fininvest!…).

Di fatto la ricetta di Berlusconi Ë semplice: infangare gli avversari, sempre e comunque.
Infangare il centrosinistra che lo contrasta nella politica, intralciare e infangare i giudici (la ìmala giustiziaî) che tentano di indagare sui suoi affari quantomeno poco chiari, gridare al ìgiacobinoî contro chi vuole dissentire in maniera civile utilizzando la piazza o i palazzetti come luogo di incontro e discussione.

Stravolgere i fatti, riportandoli a proprio vantaggio Ë una dote naturale di Berlusconi, comune a tutto la sua corte (leggi governo).
Non sono stato personalmente al Pala Vobis, ho visto tuttavia vari filmati dellíhappening, e mi Ë sembrato di assistere ad una contestazione abbastanza pacata e costruttiva dellíopera svolta dal governo in carica, nonchÈ dei toni mediatici accesi spesso utilizzati dai nostri Ministri (che in qualit‡ di altissimi funzionari di stato, dovrebbero sicuramente evitare le polemiche personali, soprattutto esprimersi e comportarsi in maniera pi? consona alla propria carica). Dalle immagini trasmesse ho visto un Dario Fo veramente esilarante prodursi in una ìfavolaî dallíindiscutibile gusto satirico-teatrale.
Forse non avrei voluto vedere uno Zaccaria esultante (sempre a causa della carica statale che ha coperto), ma ho potuto ammirare una grande moltitudine di gente di tutti i ceti, di tutte le citt‡, di tutte le et‡ (mi ha impressionato la grande quantit‡ di presenti canuti!) riunitasi per ascoltare, per manifestare il proprio dissenso, per confrontare le proprie idee.
Insomma, si potrebbero contestare le opinioni espresse dai presenti, limitandosi ad una questione di punti di vista, ma voler demonizzare un incontro di liberi cittadini mi sembra per lo meno fazioso.
Tuttavia il ministro Castelli ha definito i toni della manifestazione pericolosi per líordine pubblico e ha additato come causa di possibili disordini le invocazioni di ìresistenzaî di 40.000 italiani presenti per líoccasione (anche se Berlusconi ci tiene a chiamarla la manifestazione dei 18.000, consentendosi uno sconto…).
Che poi il giorno dopo ci sia stato un ìattentatoî Ë una coincidenza alla quale non hanno creduto nemmeno gli inquirenti…

Ieri cíË stata la manifestazione dellíUlivo, che come tutti i partiti che si rispettino, ha incontrato il proprio numerosissimo elettorato. Eventi del genere sono sicuramente fondamentali per la natura stessa della democrazia. Anzi, bisogna tristemente constatare che tutti i partiti incontrano troppo poco spesso il proprio ìpopoloî, e questo li porta inderogabilmente ad allontanarsi via via dalle necessit‡ dei propri elettori.
Si Ë parlato di rinascita della coalizione, di sfida da lanciare al governo, di lavorare uniti per creare la forza che guider‡ questo paese. Tanto politichese e tanta retorica hanno accompagnato discorsi comunque mai anti-democratici.
Ma Berlusconi parla di ìspallate al governo da colpi di piazza e di mala giustiziaî, e di un ìvento dell’odio giacobino, di un odio quasi ideologicoî, di ì piazze che urlano, inveiscono e diffamanoî.

Parole che stonano nella bocca di quella che dovrebbe essere una figura ben pi? moderata, almeno nel rispetto dei cittadini che dissentono (anche se poi lui stravolge il ìdissentireî col ìdiffamareî).

Con líaiuto di un semplice dizionario della lingua italiana (per líoccasione ho utilizzato il Garzanti) vorrei analizzare alcune termini chiave utilizzati dal nostro Presidente del Consiglio nella sua dichiarazione. Partendo da odio, ìsentimento di grande ostilit‡ per cui si desidera il male altruiî; continuando con ìgiacobinoî, che sta per ìestremista, radicaleî, terminando con ìmala giustiziaî , ìgiustizia malavitosaî, si arriva facilmente a dedurre che i toni di Berlusconi continuearanno ad essere tuttíaltro che pacati, e che continuer‡ a considerare le manifestazioni contro il suo governo come ìpiazze che urlano, inveiscono e diffamanoî

Ciampi che fa? Da Garante della Repubblica non dovrebbe forse ammonire chiaramente Berlusconi per la gravit‡ delle dichiarazioni? PuÚ il capo del Consiglio Superiore della Magistratura accettare che un premier parli di ìmala giustiziaî, infangando uníIstituzione fondamentale unicamente perchË indagato dai giudici?

Allargando il discorso ad una panoramica che racchiuda i movimenti spontanei degli ultimi mesi, si puÚ facilmente constatare che la piazza Ë al momento un punto di incontro per le persone che non si sentono rappresentate in alcun modo dai politici presenti, per tutti coloro che vogliono dimostrare il dissenso (ho ancora in mente le parole di una signora che, con le lacrime agli occhi, al microfono di un giornalista dichiara: ìStasera sono qui perchÈ sono stanca di vergognarmi di come vanno le coseî) e che non vogliono rimanere a casa davanti al televisore avvalendosi del telecomando come unico strumento per poter cambiare il proprio destino.
Ed Ë questo che Berlusconi non vuole (e come lui tantissimi altri politici). Inculcare la convinzione che in piazza si riuniscono gli eversivi, i comunisti, i terroristi serve a dissuadere i moderati dal partecipare, serve a vittimizzare il governo agli occhi dei propri sostenitori, ma serve soprattutto a creare situazioni di tensione che potrebbero sfociare nellíatto avventato di un singolo, da usare poi come scusa per rafforzare il controllo delle forze dellíordine sullíoperato della popolazione (e le perquisizioni nei social forum dellíultima settimana sono un esempio lampante di tale affermazione).

Ci sono varie gradazioni di grigio prima del nero, ma tanti campanelli díallarme si accendono per questíItalia…