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Vogliono distruggere una preziosissima riserva naturale in Abruzzo

18/01/2010 vipera 0

Uno scellerato progetto della Regione, finanziato con 21 milioni di euro di fondi CIPE, devasterà la spiaggia di Punta Penna, a Vasto, aprendo a pochi chilometri dalla riva una cava sottomarina per l’estrazione di sabbia, che servirà per l’ennesimo inutile ripascimento a Casalbordino, un comune limitrofo. Domenica 24 gennaio, dalle 11, le associazioni ambientaliste saranno in piazza. Sarà solo l’inizio di una lunghissima e determinata mobilitazione per salvare un angolo di paradiso!

Un giorno, guidati da stelle sicure, ci ritroveremo in qualche angolo di mondo perduto, tra i musicisti e gli sbandati, o sui sentieri dove corrono le fate. Sono alcuni dei versi più poetici dei Modena City Ramblers. Improvvisamente, nelle nostre giornate, irrompe la poesia. Una poesia lirica, commovente, che colora le giornate e scende come balsamo nelle corde del cuore. Una poesia piccola, quotidiana ma bellissima. Perché ci sono angoli di mondo, lontani dalla frenesia, quasi espulsi da questo mondo impazzito. Il mite Alexander Langer diceva che dovevamo rovesciare il motto olimpico, e vivere “più lentamente, più soavemente, più dolcemente”. Oggi appare impossibile, ma in questi luoghi incontaminati e magici tutto si realizza.

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Una catena al collo: 20 euro. Per il resto c’è la Caritas

09/01/2010 Antonella Serafini 1

Fonte: www.giornalepopolare.it

Al costo di 20 euro, gli schiavi hanno ottenuto di non avere la catena al collo. Ma c’è stata un’involuzione dai tempi di Kunta Kinte. Prima c’era il negriero che si comprava il servo, si facevano le spedizioni in africa e si andava “a caccia di negri”. Adesso vengono da soli, con l’illusione di poter cambiare la loro vita e si ritrovano ammassati come bestiame in dormitori umidi, prelevati all’alba e riportati a “casa” solo dopo il tramonto. Ma sono clandestini e non hanno diritti. Se uno protesta, avanti un altro, che problema c’è? Nella tragedia che sta accadendo adesso sulle guerriglie civili da calabresi e immigrati, qualcuno si è dimenticato un pezzo.

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La scorta a Ultimo è uno status simbol, lo dice un parlamentare

05/01/2010 Antonella Serafini 1

Non pensavo esistesse un simile grado di superficialità in parlamento (preferisco parlare di superficialità perchè l’alternativa è stupidità estrema). Molti sapranno della scorta tolta a Ultimo senza nessuna giustificazione, senza nessun segnale di scampato pericolo. Per far vedere quali sono i pericoli facciamo parlare i rapporti della DIA consegnati alla Procura di Caltanissetta, che forse sono più credibili di un giornalista qualunque.

PROCURA DELLA REPUBBLICA

Presso il Tribunale di CALTANISSETTA

Direzione Distrettuale Antimafia

Documentazione estratta dalla Richiesta per l’applicazioni di Misure Cautelari del 11 novembre 1998, inerente al procedimento contraddistinto con il numero 1902/98 R.G. modo 21, D.D.A.

2) Il progetto di attentato nei confronti del Capitano dei Carabinieri “ULTIMO”. Correlazioni con le dichiarazioni rese da Salvatore CANCEMI e da Gioacchino LA BARBERA: configurabilità del reato di istigazione di cui all’art. 302 c.p. nei confronti di Bernardo PROVENZANO.

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I politici dicono di agire nella legalità

05/10/2009 Antonella Serafini 2

I politici (tutti, a destra e sinistra) fanno discorsi sulla legalità, e non solo i politici, però quando una persona si muove nella legalità e rischia la vita, tutti si dimenticano di passare ai fatti. Non ne parla nessuno. La storia di Piera Aiello dovrebbe essere la notizia d’apertura di tutti i telegiornali e di tutte le testate e blog dell’antimafia. Ma Piera Aiello non frequenta salotti, quindi nessuno che non vada da solo a cercare la sua storia, la conoscerà mai. La notizia è “Piera Aiello è tornata a Partanna”. Che, detto così non significa niente. C’è ancora chi dice “e chi è Piera Aiello? e che c’importa a noi dove va?” Queste sono le domande che si pongono le persone che aspettano il film su Rita Atria, prima di sapere della sua esistenza. Certo, non si può sapere tutto di tutti, ma i giornalisti si, hanno avuto comunicati stampa, hanno avuto notizie. Ma non ne scrivono. Censura o non censura, non ne scrivono a volta proprio per scelta, perchè Piera Aiello è ancora viva, quindi non fa notizia. Dopo aver collaborato con Paolo Borsellino come testimone di giustizia per aver visto fatti che inchioderebbero boss di Partanna, ha cambiato identità, vive in luogo segreto.. Una scelta dura, il cui esempio sarà seguito da Rita Atria, suicidatasi dopo la morte dell’unico uomo di Stato che le è stato vicino, Paolo Borsellino. Dopo 18 anni di vita segreta, Piera Aiello viene a sapere che è saltata la sua copertura, che i boss di partanna o i loro parenti, sanno dove vive e sotto quale nome. E fa un reclamo al servizio centrale di protezione. Per mesi nessuno ha dato risposta, per mesi è stato chiesto aiuto, per mesi Piera è un morto che cammina, ma stavolta non è sola, ha una famiglia, dei figli. Ha anche la responsabilità della loro vita, non solo della sua. Ma al servizio centrale di protezione latitano (il termine latitanti prima si usava per altre persone) e il segno di abbandono è sempre più forte. Addirittura adesso, dopo aver liquidato Piera Aiello a livello economico (nel senso, dopo averla aiutata – e non stiamo a dire come perchè vomitereste sulla tastiera – nel periodo in cui non aveva nuova identità), viene definita EX-TESTIMONE, quindi senza più diritti. Piera decide così di rivendicare con forza un diritto, che non è nemmeno scritto dalla Costituzione, per la sua ovvietà. Il DIRITTO A VIVERE.
Per tornare a Vivere, visto che la sicurezza non c’è e che rischia la vita anche in località protetta con il beneplacito del servizio di protezione (e dei funzionari che SI VEDE COME HANNO A CUORE l’incolumità di chi rischia la vita per aiutare un magistrato.. e poi magari lo commemorano ogni 19 luglio) torna al suo luogo d’origine: Partanna. Per legge un testimone non può essere considerato EX se il rischio di vita permane, per cui contro ogni principio di legalità, viene condannata a morte una persona che ha messo da parte la sua vita per salvarne altre. Per meglio chiarire la storia, alleghiamo il documento che Piera Aiello stessa ha inviato al Ministero dell’Interno e nello specifico al Servizio Centrale di Protezione.

Documento Piera Aiello

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Ciao Signorina Anarchia, ciao Signora Libertà

22/08/2009 vipera 0

“Saltò in alto, sfondò persino il soffitto di tela. E il cuore, divorato dall’amore, andò a far capriole fra le stelle” (George Bataille)

“il sole cade a picco … l’asfalto che si scioglie brucia i tacchi alle mie scarpe … questo cielo ancor sereno sembra esplodere d’estate …” cantavano un gruppo simbolo del beat italiano, i Nomadi. E in una afosa giornata di agosto è volata via Fernanda Pivano, del beat in Italia precursore e voce. Conobbe Kerouac, Hemingway e tutti i grandi della letteratura libertaria. E cominciarono a sognare. Sogni veri, vissuti, profondi. Impastati di stelle e di polvere, la polvere della strada che Nanda ha attraversato con rara intensità e leggerezza. In punta di piedi le sue traduzioni, i suoi libri, hanno scavato un solco nella cultura italiana. Tenera e dolce, senza mai alzare la voce o cercare di imporsi con tracotanza. E’ bastato il cammino, la strada percorsa con i compagni di viaggio più belli.

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Un golpe criminale si aggira per l’Italia

14/08/2009 vipera 1

Riprendendo le parole di Pasolini, l’Italia sta marcendo da decenni in un fascismo in doppiopetto e in un regime mafiosocratico. I fatti più recenti lo dimostrano, una volta di più.

‘Viva l’Italia, assassinata dai giornali e dal cemento’ canta De Gregori. E il peggior cemento è quello che sta bloccando le sinapsi neuronali, che impedisce di pensare, che omologa e massifica tutti. E i giornali ne sono tra i grandi esecutori. Mentre il regime mafiosocratico sta sconfiggendo il terribile cancro di cui è vittima: lo Stato democratico …

L’ultimo mese ha visto riemergere dalla nebbia della storia italiana un fantasma che l’accompagna dall’alba della Repubblica: il golpe. A partire dalla strage di Portella della Ginestra, passando per l’attentato a Togliatti e il golpe Borghese solo per ricordarne alcuni, periodicamente torna il rischio di un sovvertimento armato delle istituzioni. Che, puntualmente, si ferma ad un passo dal realizzarsi.

In queste settimane il fantasma del golpe è stato evocato da Scotti e Ciampi, uomini delle istituzioni nel 1992 delle stragi di mafia. Una strategia di sangue che puntava a destabilizzare il cuore delle istituzioni italiane. Una stagione di sangue e bombe che, improvvisamente, si è fermata nell’ottobre 1993, dopo il fallito attentato fuori dello stadio Olimpico di Roma durante Lazio – Udinese.

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ELEZIONI EUROPEE 2009 LA MADDALENA NON VOTA

06/06/2009 admin 0

Riceviamo e pubblichiamo, con preghiera di massima diffusione. Alla Maddalena ricambiano il favore e non vota!

La Maddalena non vota. È questa la formula che abbiamo scelto per pubblicizzare e comunicare la rabbia e la voglia di protesta che ha colto la maggior parte dei maddalenini all’indomani della notizia che il G8 sarebbe stato spostato. Non si tratta di qualunquismo, né di menefreghismo superficiale. Si tratta di una scelta ponderata, consapevole e in molti casi sofferta, da parte di una fetta di popolazione isolana che, in questo momento e su determinati temi, non si sente rappresentata da nessuna forza politica. Non si tratta di dire che destra e sinistra sono uguali; nessuno di noi è ingenuo o si è bevuto il cervello; ognuno di noi ha un’idea ben precisa su cosa sia meglio votare, in generale, e ognuno di noi continuerà a votare, nel futuro, come ha sempre fatto, o come meglio riterrà di fare. Tra i membri di questo gruppo compaiono infatti esponenti, simpatizzanti ed elettori di forze politiche diverse, di entrambi gli schieramenti. Il punto, ora, è un altro. Il punto è che ci sentiamo presi in giro come maddalenini e ognuno di noi, decidendo di astenersi dal voto in questo momento, sta ragionando non come militante di destra o di sinistra ma come maddalenino. Quest’isola ha bisogno di lanciare segnali forti, segnali dissonanti rispetto a quelli che si potrebbero lanciare votando un partito anziché un altro. Secondo noi, il voto che fa veramente rumore, in questo momento è il non voto consapevole e dichiarato.

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Spiegateci a che serve l’ordine dei giornalisti. O abolitelo!

29/04/2009 Antonella Serafini 0

La prima esperienza con l’ordine dei giornalisti l’ho avuta personalmente nel 1997. Vertenza sindacale, io ed altri due colleghi contro il direttore di un giornale free press abruzzese (che fatturava parecchio all’epoca). Si chiamava Sipario. Mai un pagamento. Si fa vertenza, il giudice stabilisce che si, il lavoro c’è stato, però abbiamo ottenuto anche un riconoscimento in immagine secondo il quale l’editore era esonerato a pagarci in denaro perchè avevamo avuto riconoscimenti di altro genere (della serie, la gente diceva: “ah, sei tu, l’antonella di sipario”), per cui, senza articoli pagati, niente tesserino. E l’ordine sta a guardare.

Poi è venuto il turno di Antonio Russo. Ve lo ricordate? quello morto in Cecenia che lavorava per radio radicale. All’epoca lavoravo per radio radicale e quella vicenda l’ho vissuta direttamente dai suoi sfoghi. Praticamente l’ordine dei giornalisti minacciava di denunciarlo per usurpazione di titolo, perchè non aveva una tessera e faceva l’inviato in zone di guerra. Quando morì, l’ordine andò a ritirare il premio in suo onore, e si faceva bello lodando questo ardito giornalista che dal fronte era rimasto l’unica voce libera. Lo fregarono pure da morto, insomma. Da vivo non lo volevano, da morto gli rubano il premio.

Anno 2009. Pino Maniaci è il direttore di una piccola emittente di Partinico, da anni tutti i giorni lotta per far arrivare informazioni che NESSUN TG ci regala. L’unico ad aver filmato l’arresto di Lo Piccolo, immagini di repertorio che poi regala a tutte le testate rai. A seguito di una serie di attentati e di continue intimidazioni mafiose, viene assegnata la scorta a Pino Maniaci. Tutti hanno parlato di lui. Da rai a mediaset, da Repubblica al Corriere si sono sciacquati la bocca riempendo colonne e colonne di “quant’è bravo Pino”. Arriva una denuncia (la trencentesima o giu di li) per esercizio abusivo della professione.