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Ci assolvono perchè il taccuinaggio non è reato!

13/12/2010 Antonella Serafini 0

processati da cinque anni, ci assolvono perchè il reato non sussiste. Se ci ascoltavano da subito gli risparmiavamo 5 anni di lavoro e di sprechi di denaro pubblico. Lo Stato vs Antonella Serafini, all’inizio, ma IN NOME DEL POPOLO ITALIANO vengo assolta. I responsabili di questa manfrina continuano a dormire sonni tranquilla giocando con la vita delle persone, forti DI UNA TOGA

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Una catena al collo: 20 euro. Per il resto c’è la Caritas

09/01/2010 Antonella Serafini 1

Fonte: www.giornalepopolare.it

Al costo di 20 euro, gli schiavi hanno ottenuto di non avere la catena al collo. Ma c’è stata un’involuzione dai tempi di Kunta Kinte. Prima c’era il negriero che si comprava il servo, si facevano le spedizioni in africa e si andava “a caccia di negri”. Adesso vengono da soli, con l’illusione di poter cambiare la loro vita e si ritrovano ammassati come bestiame in dormitori umidi, prelevati all’alba e riportati a “casa” solo dopo il tramonto. Ma sono clandestini e non hanno diritti. Se uno protesta, avanti un altro, che problema c’è? Nella tragedia che sta accadendo adesso sulle guerriglie civili da calabresi e immigrati, qualcuno si è dimenticato un pezzo.

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Padre separato e non affidatario: cosa fanno i Servizi Sociali per i minori?

05/12/2009 Lisa biasci 0

Di Lisa Biasci

Dalla finzione alla realtà, tra la mancata applicazione della legge sull’affidamento condiviso

(L. 54/06) e la storia amara di un uomo e padre onesto che non vede più suo figlio

Leggetelo, l’ultimo romanzo di Gianni Biondillo “Nel nome del padre” edito da Guanda (2009). L’autore è un architetto-scrittore molto attento ai problemi della famiglia, dei padri e dei separati; fa anche parte della redazione di Nazione Indiana.

Il romanzo prende le mosse dalla legge 54/06 “Disposizioni in materia di separazione dei genitori e affidamento condiviso”.

Una legge piena di falle e di buchi, di cui anche il suo estensore il prof. Marino Maglietta lamenta le grosse modifiche apportate dal governo per la sua approvazione. Una legge importante comunque perché sancisce il diritto della bi genitorialità e riconosce i diritti di entrambi i genitori dopo la separazione.

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Blenda, assassinata dalla transfobia di Stato

30/11/2009 vipera 0

La vicenda, nata intorno all’ex governatore del Lazio Piero Marrazzo, ha riassunto l’ipocrisia, l’intolleranza e la violenza italici.

Carissima Blenda,
è con amarezza e vergogna che scrivo queste righe. Amarezza per la tua tragica morte e per come nulla è stato fatto per difenderti. E vergogna per quest’Italia che ancora una volta si è mostrata ipocrita, violenta, intollerante, incapace di superare indifferenze, pregiudizi e squallidi giochi di potere. Sei stata uccisa nella giornata della memoria contro la transfobia, una delle peggiori intolleranze che infestano l’inciviltà italiana. E la tua tragica morte, il gioco al massacro di queste settimane contro te e le tue amiche mostrano ancora una volta questo terribile volto.

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Colpevoli d’amore. Il volo è proibito a Sandra e Fortunato

29/10/2009 vipera 1

Domenica mattina don Alessandro Santoro ha unito in matrimonio, dopo una lunghissima attesa durata moltissimi anni, Sandra e Fortunato. Lunedì mattina, con una celerità impressionante il vescovo di Firenze ha dichiarato nullo il matrimonio e ordinato a don Alessandro di lasciare la comunità Le Piagge.

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Se Santoro, Floris e Travaglio sono martiri del regime, queste persone cosa sono?

21/10/2009 vipera 1

Storie reali nel Paese dei salotti chic autoreferenziali

Joy è una giovane ragazza nigeriana, prigioniera del CIE di Via Corelli a Milano. Il 13 agosto scorso, insieme ad altri 12 migranti, ha partecipato alle proteste contro le disumane condizioni in cui sono costretti. Per questo verrà espulsa. Ha denunciato un ispettore di polizia che, testimone la sua compagna di cella, ha tentato di violentarla. L’unica risposta che ha ottenuto, nell’Italia che organizza giornate, manifestazioni e G8 contro la violenza sulle donne, è una denuncia per calunnia.

La scorsa estate tre giovani kurdi sono stati ritrovati morti dentro alcuni tir, su navi che dalla Grecia sono approdate a Venezia. La stessa sorte, nel dicembre scorso, era toccata a Zaher Rezai, un ragazzo afghano: la sua vita è stata stroncata dalle ruote del camion nel quale era nascosto. Gli hanno ritrovato nelle tasche alcuni giocattoli e un biglietto. C’era scritto: “Non so ancora quale sogno mi riserverà il destino, ma promettimi Dio, che non lascerai si spenga questa mia primavera

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Un golpe criminale si aggira per l’Italia

14/08/2009 vipera 1

Riprendendo le parole di Pasolini, l’Italia sta marcendo da decenni in un fascismo in doppiopetto e in un regime mafiosocratico. I fatti più recenti lo dimostrano, una volta di più.

‘Viva l’Italia, assassinata dai giornali e dal cemento’ canta De Gregori. E il peggior cemento è quello che sta bloccando le sinapsi neuronali, che impedisce di pensare, che omologa e massifica tutti. E i giornali ne sono tra i grandi esecutori. Mentre il regime mafiosocratico sta sconfiggendo il terribile cancro di cui è vittima: lo Stato democratico …

L’ultimo mese ha visto riemergere dalla nebbia della storia italiana un fantasma che l’accompagna dall’alba della Repubblica: il golpe. A partire dalla strage di Portella della Ginestra, passando per l’attentato a Togliatti e il golpe Borghese solo per ricordarne alcuni, periodicamente torna il rischio di un sovvertimento armato delle istituzioni. Che, puntualmente, si ferma ad un passo dal realizzarsi.

In queste settimane il fantasma del golpe è stato evocato da Scotti e Ciampi, uomini delle istituzioni nel 1992 delle stragi di mafia. Una strategia di sangue che puntava a destabilizzare il cuore delle istituzioni italiane. Una stagione di sangue e bombe che, improvvisamente, si è fermata nell’ottobre 1993, dopo il fallito attentato fuori dello stadio Olimpico di Roma durante Lazio – Udinese.

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E ora, per cercare la verità sulla mafia, si chiede una mano a Totò Riina.

25/07/2009 Antonella Serafini 0

E’ indegno per qualsiasi Paese civile mettere alla gogna un uomo che arresta un mafioso, e chiamare il mafioso stesso ad autocertificarsi sull’estraneità dei fatti.

E adesso avremmo un po’ di domande da fare alla gente, e un po’ di NOMI E COGNOMI FINORA OMESSI DA TUTTI i giornalisti “perbene”, come Travaglio, Bolzoni, Lodato, Lo Biondo, Pennarola. E per ora mi fermo qui.

Andiamo per ordine:
E’ mai possibile che nessun giornalista, nessun magistrato, nessun procuratore che si occupi di antimafia, sappia la differenza tra controllo/sorveglianza a breve termine e controllo a lungo termine?
Anche l’investigatore privato del paesino di 500 anime sa che se si deve controllare una persona per 2/3 giorni il medoto è il controllo con ripresa costante, se l’appostamento deve perdurare per settimane/mesi (perchè come dice Ultimo stesso, il fine era di controllare chi entrava e chi usciva da quella casa, quindi seguire i Sansone, e ricostituire i circuiti politico imprenditoriali) la sorveglianza costante metterebbe a rischio di vita chi sorveglia, con l’aggravante di bruciare il posto da controllare. Però ci sarebbero stati dei bei funerali, su cui piangere tanto, magari i giornalisti “perbene” avrebbe fatto un articolo con encomio solenne, avremmo un morto in più e un martire in più. Il fine di Ultimo non era questo, e ora paga lo scotto di aver preferito mettere le manette a chi, latitante per anni, ha messo a ferro e fuoco il Paese, piuttosto che creare un martire da piangere in più.

Che cosa spinge i procuratori di Palermo e i giornalisti “perbene”, a COPRIRE i veri responsabili nell’arma dei carabinieri? Cominciamo a fare nomi, cognomi, ruoli ricoperti e falsità dette, sia all’interno delle istituzione che nella stampa servile.

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Razzismo e schiavitù sono legge

14/07/2009 vipera 1

Il 2 luglio è diventato legge dello Stato Italiano il decreto “che porterà molta sofferenza”. Al culmine di un ciclo di degrado e barbarie, che dura ormai da oltre un decennio, si è definitivamente stabilito che lo Stato Italiano considera parte dell’umanità schiavi da sfruttare e violentare. Una decisione che dovrebbe soffocare, chiudere con un pugno lo stomaco, ogni coscienza civile, democratica, pacifista, amica della nonviolenza e dell’umanità. Ma il quadro sociale e civile nel quale è accaduto, rende tutto ancora più grave. Esattamente come nel primo ventennio si è radicato un razzismo “in doppio petto” perbenista e ipocrita.

Poche ore prima della definitiva approvazione del decreto sofferenza, un migrante è stato selvaggiamente picchiato a Roma. La squadraccia colpiva urlando “noi facciamo solo la volontà del governo”.

Il giorno successivo, alla periferia di Roma, è avvenuto l’ennesimo stupro. Rapide indagini degli inquirenti hanno portato a dimostrare che il criminale è autore di almeno altri 2 stupri e diversi altri sono attribuibili a lui. Dopo una settimana di indagini viene arrestato un ragioniere di Roma, apparente tranquillo borghese di provincia.

Nessun rom, nessun rumeno, nessun marocchino o senegalese da additare al pubblico disprezzo e ai tribunali mass mediatici. E, infatti, si è squarciato ancora una volta il velo dell’ipocrisia della macchina del consenso mediatico.

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Un ricordo di Alexander Langer

30/06/2009 vipera 0

Alexander è un uomo che si ama o non si comprende. Lo si può amare se si accetta che la purezza e la profondità dell’animo umano sa andare oltre ogni barriera, ogni egoismo, amando rivolgendo lo sguardo soltanto verso lo scrigno custodito nel cuore dell’uomo. Nel suo pensiero, nel suo comportamento quotidiano si realizzano splendidamente le parole di San Paolo “non c’è più giudeo ne greco; non c’è più schiavo ne libero”.
Si definiva un ponte che “si poteva percorrere in entrambe le direzioni”. Cresciuto in una regione di frontiera, ha visto nella conoscenza reciproca, nell’incontro fecondo, una ricchezza da costruire quotidianamente. Parlando di se stesso, disse “Nessuna delle bandiere che svettano davanti a ostelli o campeggi e’ la mia. Non ne sento la mancanza. In compenso, con il tedesco e l’italiano, riesco a farmi capire dalla Danimarca alla Sicilia”. E, facendosi comprendere, si abbandonava all’ascolto del cuore, dell’animo, della sensibilità di chi aveva di fronte. Sono parole che sembrano tanto simili al pensiero di Taras Bul ‘ ba, il protagonista dell’omonimo romanzo dello scrittore russo Gogol. “L’unica bandiera che unisce i popoli della steppa è il cielo stellato”.