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Palermo, the day after

18/01/2010 Antonella Serafini 1

Il cuore ha vinto ancora. Veder riunirsi dopo 20 anni un gruppo di persone che ha condiviso spazi, lavori, ritmi di lavoro, sudore, sacrificio, è stato emozionante. I giornali che hanno titolato “delusione della squadra per l’assenza di Ultimo”, non ha potuto vedere la gioia invece di ogni membro di Crimor quando finalmente hanno rivissuto un pezzo di storia insieme al loro comandante.

Un cuore solo all’unisono per le 40 persone della squadra, che quando parlano del loro “unico” comandante, si dichiarano disposti a tornare all’istante con lui, se solo ci fosse la possibilità di poter lavorare di nuovo insieme. Quello che non è stato possibile vedere sono stati gli occhi lucidi di tutta la squadra quando si raccontavano fatti di quel periodo magico, in cui si facevano turni di lavoro fino allo stremo delle forze, gli straordinari erano diventati ordinari, e la loro più grande soddisfazione e il loro sforzo lo sentivano ripagato dalle lenzuola appese dai balconi palermitani il giorno dell’arresto di Riina, con la scritta “grazie carabinieri”.

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Noi siamo quelli che un tempo ci chiamavano CRIMOR

15/10/2009 Antonella Serafini 0

Molte le critiche sul fatto che le notizie sulla revoca della scorta vengono mandate solo su Tgcom. In attesa che i bravi giornalisti indipendenti ne parlino, noi facciamo da cassa di risonanza alle parole dei ragazzi di Crimor, che hanno mandato una lettera all’Arma chiedendo di poter proteggere (del tutto gratuitamente) il loro comandante, rimasto “scoperto”.

LETTERA ALL’ARMA

Noi siamo quelli che un tempo ci chiamavamo CRIMOR, gli uomini dell’uomo che si chiamò Ultimo, quelli che oggi vengono accusati ed offesi. Il nostro Comandante viene colpito alle spalle da basse insinuazioni e viene privato della scorta, in un Paese dove la scorta viene concessa, come status symbol, anche a chi cannibalizza il Paese.

Noi ci offriamo, tutti noi, in congedo o in servizio, per scortare e difendere il nostro Comandante dalle insidie della Mafia. Una Mafia che arringa, tiene banco e spiega la storia, utilizzando come uditorio spettacoli televisivi grondanti falsità ed odio nei confronti di chi ha sofferto e combattuto.

Noi ascoltiamo e dentro cresce la rabbia, la stessa con cui abbiamo combattuto i nemici della Patria. Ma quelli erano più onesti, utilizzavano armi convenzionali e finivano in galera, non nelle trasmissioni… E chi ha vestito una divisa, e poi una toga ed ora siede tra i banchi del potere non può parlare senza cognizione di causa e condividere ciò che propagano certe persone con doppi fini.

Intervista a Ultimo

01/09/2009 Antonella Serafini 1

Il capitolo più controverso (e mediaticamente più succulento) è quello relativo al famoso covo di Riina. La famosa villa di via Bernini, può essere definita un covo?

L’abitazione a cui si fa riferimento, era l’abitazione di Ninetta Bagarella dove i bambini ricevevano altri bambini per giocare. Negli atti processuali c’è tutto. Rifarei oggi tutto quello che ho fatto quel 15 gennaio, perchè il covo, la base logistica, non è mai nella casa dove vivono moglie e figli. E dopo la cattura di Provenzano, dovrebbe essere chiaro questo concetto. Lui in un posto (covo), e la moglie in casa con i figli.

Il pm Ingroia: è più grave che abbia rapporti con i mafiosi come l’imprenditore Aiello o il maresciallo Ciuro, talpa di Provenzano, o è più grave che non sapesse, come ha dichiarato, che fossero mafiosi?

Sono gravi entrambe le cose,  e in questi casi capisci quanto erano grandi Falcone e Borsellino e ti rendi conto del  vuoto, della mediocrità, “professionale e morale” che hanno lasciato con la loro scomparsa.

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Intimidazioni per paura di diffamazione

12/08/2009 Antonella Serafini 1

Su censurati.it ci stiamo occupando di una serie di casi di cronaca giudiziaria, in alcuni casi proprio di accanimento persecutorio giudiziario. Non molto tempo fa, apro un quitidiano e leggo un titotole a caratteri cubitali “Il servo dello stato pinco pallo diventa truffatore”. E mi si accappona la pelle, perchè il processo di questa persona deve ancora iniziare, quindi di fatto, si crea il mostro prima ancora che il processo abbia inizio. Avendo poi le intercettazioni telefoniche che riguardano la persona, si capisce benissimo l’estraneità ai fatti imputati. E’ stato più forte di me, cercare l’email del giornalista per esprimere tutto il mio dissenso, la mia mancanza di stima nei suoi confronti e nei confronti di chi ha passato l’informazione (che può venire solo da chi conosce il caso e ha interesse a delegittimare il “servo dello Stato” che dovrà subire un processo che seguiremo udienza per udienza). Dopo una serie di scambi email, mi arriva per posta elettronica questa anomalia:

STUDIO “pinco pallo”
Patrocinante in Cassazione

Il Dr. X, giornalista xxxxxxxxxxxxxxx, mi ha fatto pervenire una email da lui ricevuta il 31 luglio 2009.
Dopo averla letta ritengo di dover agire nei suoi confronti per il reato di diffamazione.
Ho provveduto a far avere sua email anche al Procuratore Capo xxxxxxxxxxxxx per le determinazioni che riterrà opportune.

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CASO ARCIERE, CSM: PM MASIA AMMONITA. VINCE LA “RAGION DI LOBBY”

06/06/2009 Antonella Serafini 0

a cura di Anna Germoni, (www.imgpress.it)

Il CSM ha ammonito Donatella Masia, un magistrato tutto d’un pezzo, per nulla incline a frequentare i salotti della Torino da bene e uno dei sostituti procuratori della Repubblica di Torino con più anni di servizio. Allontanata il 17 marzo del 2008 dalla Procura del capoluogo piemontese, per aver interloquito telefonicamente con Arciere (nome in codice del maresciallo dei Carabinieri che mise le manette a Totò Riina, poi arrestato nell’ambito dell’inchiesta Stupinigi) criticando l’operato dei suoi colleghi torinesi MADDALENA, SALUZZO, ARNALDI DI BALME e PADALINO. La notizia, ovviamente è apparsa sotto tono nei media, troppo impegnati a inseguire l’ex ragazzo, la zia, il nonno e il bisnonno di Noemi, per dare risalto all’ennesimo atto di autoconservazione della casta: la lobby del Csm e di alcuni togati. Una volta si parlava di “Ragion di Stato”, oggi solo di “ragion di lobby”. E ancor di più se c’è di mezzo Magistratura Indipendente, che il primo giugno scorso ha sbaragliato tutti i concorrenti delle altre liste, nella Procura di Torino. Un risultato che accentua la tendenza di Magistratura Indipendente ad insinuarsi, con il consenso degli elettori, nei gangli di potere, iniziata con le elezioni al Csm del 2006 (3 eletti) e confermata con le elezioni del Comitato Direttivo Centrale dell’Anm del 2007. E dopo il boom di consenso, ci saranno gli attesi flussi e riflussi nel Palazzo. In questo contesto, di correnti e alte maree, pochi giorni fa, dinanzi al Csm, il pm Masia è stato incolpato, forse per ragion di lobby, di aver diffamato i suoi colleghi. E che diavolo avrà detto Donatella Masia? Che erano lobbisti? Eunuchi? Protozoi? Nulla di tutto questo. Nella telefonata intercettata, il magistrato Masia disapprova l’azione del pm Andrea Padalino, “se avesse avuto la testa sul collo”, non avrebbe chiesto la misura cautelare contro Arciere, aggiungendo che questo era “un sistema di inquisizione spagnola” e che lei si vergognava di tale atto avvallato dai suoi colleghi. Tutto qui. Un dissenso.

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Resistere alla Politica della Paura

04/11/2004 0

ATTENZIONE

Nuovo Ordine Mondiale

I potenziali rischi includono:

Leva obbligatoria

Terza Guerra Mondiale

Vaccinazioni forzate

Complessi industriali penitenziari

Spopolamento controllato dall’elite

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la liberazione degli ostaggi e le elezioni

09/06/2004 0

i bambini sono la “voce dell’innocenza” … e due bambini di casa Stefio-Agliana-Cupertino avevano preannunciato per oggi (in un caso addirittura scrivendolo sul calendario!) il rientro degli ostaggi. Gioisco per la liberazione, rispetto i momenti drammatici vissuti dalle famiglie … e rispetto anche Padre Pio che Ë stato chiamato in ballo per la premonizione (leggi La Nazione di oggi) … ma una liberazione cosÏ a ridosso delle elezioni europee sembra tanto uno scoop annunciato, pilotato, preparato: dove, quando e da chi sono stati veramente liberati gli ostaggi?