chaplin censurato

da www. repubblica .it del 572001

Avrei potuto chiedere tante cose
ma per me Charlot era solo pap‡”

La secondogenita JosÈphine sar‡ stasera in piazza Maggiore
la figlia

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BOLOGNA – JosÈphine Chaplin, giunta a Bologna per la presentazione, questa sera in piazza Maggiore della versione restaurata di Monsieur Verdoux, Ë la seconda figlia avuta da Charlie Chaplin da Oona O’Neil dopo GÈraldine, e dei suoi otto fratelli Ë quella che segue pi? da vicino, dagli uffici della Association Chaplin di Parigi, il programma di restauro dei suoi film e le ricerche nei suoi ricchissimi archivi.
Ma di fronte ad un volto e a un sorriso che non possono non ricordare quello del suo leggendario genitore bisogna chiederle innanzitutto qualche ricordo di lui, e del vivere insieme a lui. ´In realt‡ pap‡ non ci parlava mai del suo lavoro e ora mi mordo le mani pensando a tutto quello che avrei potuto chiedergli. Ma lui era mio padre, noi eravamo dei bambini ed era pi? naturale parlare della scuola o delle vacanze. E io ero pi? interessata alla musica che al cinema. Ora Monsieur Verdoux Ë uno dei suoi film che preferisco, cosÏ forte nella sua denuncia contro la guerra e al tempo stesso capace di far ridere. Ma non ricordo che me ne abbia mai parlatoª.
Diceva qualcosa della sua forzata lontananza dagli Usa?
´Su questo ho un ricordo preciso. Quando ritornÚ per la prima volta in America dopo tanti anni per ricevere l’Oscar alla carriera e gli diedero un visto valido per un solo viaggio ci disse: “Hanno ancora paura di me”ª.
Ma in casa era un po’ Charlot?
´SÏ, faceva giochi e piccoli numeri per noi bambini, ma non come Charlot. Anche se un paio di volte, al ristorante, ripetÈ per noi la danza dei panini di “La febbre dell’oro”. Preferiva inventare cose nuove. Ci raccontava per esempio che dietro un divano c’era un passaggio segreto e vi si infilava dentro strisciando contro la parete…ª.
E vi faceva vedere i suoi film?
´Quando eravamo piccoli in casa c’erano solo due o tre delle vecchie comiche, “L’immigrante”, “L’usuraio”, e vedevamo sempre quelle. Poi verso la met‡ degli anni Sessanta, cominciÚ l’usanza di vedere un suo film ogni Natale, ma solo quelli muti perchÈ non avevamo in casa un apparecchio sonoro. Io cominciai a guardarli un po’ meglio quando li riprese in mano per rifarne le colonne sonore e dal 1971 cominciammo ad andare a veder i suoi film anche al cinema. Ma la cantina in cui teneva tutti i suoi materiali restÚ sempre per noi un luogo inaccessibileª.
E ora invece Ë lei che ha in mano il tesoro.
´Quando Ë morta mia madre ci siamo resi conto che dovevamo occuparci di quella straordinaria eredit‡ e io che vivevo a Parigi mi sono proposta per interessarmene e per tenere i collegamenti con gli altri fratelli. » stata una scoperta entusiasmante. Dopo il padre e l’artista ho scoperto l’uomo. E non abbiamo ancora visto tutto. Ci sono scatole di fotografie, di provini, tutte le schede tecniche delle lavorazioni, ci sono scoperte affascinanti da fare. » un’avventura meravigliosaª.
(a. f.)
La censura contro Chaplin

Monsieur Verdoux, il film che “non si doveva fare”
Anteprima: stasera a Bologna il film restaurato. Ritrovato il carteggio con cui autore e commissione discutono del progetto

ALBERTO FARASSINO

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Bologna – ´Io un omicida di massa? Ma forse il mondo non incoraggia questo? Non sta costruendo armi distruttive al solo scopo di sterminare le masse? Non ha forse, in maniera molto scientifica, fatto saltare in aria donne e bambini che non avevano nessuna colpa? In confronto, come omicida di massa, io sono un dilettante… Un omicidio fa di un uomo un criminale, milioni di omicidi ne fanno un eroeª. » la famosa autodifesa, davanti al tribunale che lo condanner‡ a morte, di Monsieur Verdoux, il serial killer di ricche vedove con cui nel 1947 Charlie Chaplin, abbandonando i panni di Charlot, volle dire la sua sulla guerra che aveva appena dilaniato il mondo e che in forma “fredda” continuava ad essere combattuta.
Monsieur Verdoux viene presentato stasera al “Cinema ritrovato” di Bologna, alla presenza della figlia dell’autore JosÈphine, in una nuova versione restaurata nel quadro di quel “Progetto Chaplin” per il quale gli eredi hanno affidato alla cineteca bolognese il restauro di tutti i film del maestro. Ma nella villa di Chaplin a Vevey, oltre ai negativi originali che l’autore si era sempre tenuti ben stretti, Ë stato trovato anche uno straordinario tesoro di sceneggiature, testi inediti, lettere e documenti sulla lavorazione dei suoi film. E su Monsieur Verdoux Ë emerso il carteggio con il “Breen office”, l’organo di censura della Associazione dei produttori americani, risalente al momento in cui il regista, dopo aver completato la sceneggiatura che s’intitolava ancora A comedy of murders, la sottopose all’ufficio per una non obbligatoria ma prudente approvazione preventiva.
Le lettere fra Breen e Chaplin vanno dal 20 febbraio al 15 marzo 1946 e la prima sentenza del censore Ë lapidaria: ´Inaccettabileª. Chaplin risponde con una lettera, a seguito della quale Joseph Breen ribadisce i motivi del giudizio negativo ma con ciÚ, implicitamente, accettando di patteggiare. Chaplin capisce subito. Ribatte immediatamente, precisando, sottilizzando, filosofeggiando. Mettendo evidentemente Breen in difficolt‡. CosÏ che il 12 marzo 1947 c’Ë un incontro diretto fra il regista e lo staff dell’ufficio di censura, a sintesi del quale gli verr‡ inviata un’ultima lettera in cui si elencano dettagliatamente tutte le condizioni che consentiranno di far accettare il film.
E ora, rivedendo Monsieur Verdoux, ci si accorge che Chaplin, che da Charlot sfuggiva sempre ai poliziotti che lo inseguivano, anche questa volta Ë riuscito a fregare tutti. Ha accettato di eliminare blande allusioni sessuali, riferimenti forse irriguardosi alla religione, dettagli secondari. Ha tolto una battuta in cui diceva che Babbo Natale Ë ´molto generoso… con i ricchiª. Ma Ë riuscito a conservare l’arringa finale e il senso politico e morale della sua denuncia contro i crimini di guerra.

censore: “Il film
Ë inaccettabile”

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Caro signor Chaplin, abbiamo letto con massima cura e attenzione la sua sceneggiatura (…) Siamo spiacenti di comunicarle che si tratta di materiale inaccettabile secondo le disposizioni del Codice di Produzione. I motivi del nostro giudizio sono molteplici, il principale Ë il fatto che la storia fornisce una falsa enunciazione dei valori morali, posti in netto conflitto con il profondo concetto di etica alla base del Codice di Produzione aziendale (…) In particolare ci sembra che le pagine conclusive tentino di presentare una valutazione dell’atrocit‡ morale della carriera da Barbabl? di Verdoux (…) cioË la “commedia degli omicidi” di Verdoux non sia una trasgressione cosÏ oltraggiosa dell’ordine morale (…) Verdoux fa un serio tentativo di valutare la qualit‡ morale dei suoi crimini e di minimizzarne il male (…) Questa Ë la vicenda di un imbroglione il quale convince diverse donne a cedergli il loro patrimonio, inducendole con l’inganno a una serie di finti matrimoni. Questa fase della storia ha il sapore sgradevole di relazioni sessuali illecite (…) Infine, c’Ë la questione dell’atteggiamento di Verdoux nei confronti di Dio (…) Queste parole sembrano lasciare aperte serie questioni dal sapore blasfemo.
Una sceneggiatura
immorale, blasfema”

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Gentile signor Chaplin, mi dispiace che Lei non abbia trovato abbastanza chiara la nostra lettera (…) Esponiamo la questione in maniera pi? specifica, rendendo note le ragioni per cui, secondo il nostro giudizio, un film tratto dalla sceneggiatura di A comedy of murders sarebbe inaccettabile. 1) Il fatto che il protagonista viva contemporaneamente con pi? di una moglie. Questo Ë definitivamente immorale. 2) I discorsi del protagonista nelle pagine di chiusura hanno l’effetto di rendere meno chiara la differenza fra il bene e il male. Questi discorsi sostengono l’inconsistenza di onorare come grandi eroi coloro che uccidono in guerra e allo stesso tempo condannare a morte altri che uccidono. 3) La caratterizzazione della ragazza come una prostituta. 4) Alcune delle linee finali della sceneggiatura potrebbero essere considerate blasfeme.
Penso che sia stabilito e accettato dall’umanit‡ nel corso dei secoli il fatto che uccidere in determinate circostanze per dovere di guerra non Ë una violazione della morale e della legge umana. E, nel contempo, assassinare, uccidere al di fuori della legge sono universalmente riconosciuti come atti sia contro la morale che contro la legge umana.
Chaplin: “Quello che voi mi chiedete
viola il diritto alla libert‡ di parola”

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Gentile signor Green, (…) debbo contestare la vostra affermazione del fatto che il modo in cui sono descritte certe situazioni “suggerirebbe in maniera offensiva atti sessuali”. Qualunque cosa si spinga in quella direzione Ë trattata da un punto di vista comico (…) Quanto al secondo paragrafo, la questione Ë filosofica e non morale. Dubito che chiunque, compresi i responsabili del Codice di Produzione, possano determinare esattamente cosa sia bene e cosa sia male. I dialoghi di Platone hanno dibattuto questo tema. NÈ io credo che sia una prerogativa del Codice di Produzione chiedere allo scrittore che un personaggio sia impostato in modo preciso e secondo la sua filosofia. Tale prerogativa giungerebbe pericolosamente vicino alla violazione del diritto costituzionale di libert‡ di parola (…)
Per quanto riguarda le fasi finali, non c’Ë assolutamente trasgressione dell’ordine morale. Il discorso di Verdoux di fronte alla Corte Ë del resto un diritto di ogni condannato, come non c’Ë nessuna intenzione blasfema (…) Per quanto possano apparire non ortodosse le battute che Verdoux rivolge al prete, non sono irreligiose (…) Il suo atteggiamento nei confronti di Dio Ë rispettoso, e si immagina un Dio magnanimo. Che la visione teosofica di Verdoux sia errata o no, io credo che sia un diritto di ogni uomo di rapportarsi a Dio secondo i dettami della propria coscienza. Il presidente della Corte suprema Roberts ha recentemente reiterato ciÚ.
Per riassumere A comedy of murders, la questione del “giusto e sbagliato” Ë solo apparente. » una storia di frustrazione che, attraverso lo humour, mette in ridicolo, rende non attraente e ridicola una carriera criminale e allo stesso tempo manifesta chiaramente il fatto che, alla fine, il crimine non paga. Questo Ë il mio parere sulla sceneggiatura vista nel suo insieme, la qual sceneggiatura, a giudicare dalle Sue lettere, Ë stata esaminata dalla vostra organizzazione solo in modo parziale. E sono certo che gli spettatori la vedranno nella stessa luce. Non vedranno alcuna “contestazione del sistema” ma vedranno, in parte, una critica al sistema, e sicuramente nessun sistema Ë al di sopra della critica.
L’accordo finale: via le allusioni sessuali
e non mostrare la tazza del gabinetto

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Gentile signor Chaplin, con la presente confermiamo gli accordi raggiunti il 12 marzo (…) Esporremo di seguito i nostri accordi.
Non ci saranno interruzioni comiche durante il processo.
Il personaggio della Ragazza passer‡ da prostituta a vagabonda.
Pag. 3: L’espressione di Pierre “Grazie a Dio” non puÚ essere approvata poichÈ non viene usata in modo reverente.
Pag. 4: Le avevamo anticipato che la commissione di censura avrebbe eliminato ogni riferimento a sostanze chimiche velenose come il cianuro. Lo stesso vale per il cloroformio.
Pag. 16: La parte in cui Verdoux lancia l’ennesima occhiata al posteriore di M.me G. Ë inaccettabile.
Pag. 24: Il riferimento all’Esercito della salvezza molto probabilmente offender‡ i membri dello stesso gruppo.
Pag. 25: L’enfasi volgare circa “le curve bizzarre, sia davanti che dietro” della donna di mezza et‡ verr‡ eliminata.
Pag. 36: Correggere la battuta di Lydia “Be’, lascialo perdere e vieni a letto” con “… e vai a letto”. L’intera scena sar‡ ideata in modo da evitare ogni allusione al fatto che Verdoux e Lydia sono n procinto di abbandonarsi ai piaceri coniugali.
Pag. 55: L’intero dialogo finale di Verdoux e le azioni che lo accompagnano sono inaccettabili per il loro carattere sensuale.
Pag. 67: I costumi e le scene di ballo delle showgirls non devono contenere elementi offensivi: occorre fare in modo che non vengano mostrate le gambe nude al di sopra della giarrettiera.
Pag. 90: La battuta “Avrei ucciso per lui” dovrebbe essere sostituita con qualcosa tipo “Avrei fatto qualsiasi cosa per lui”.
Pag. 99: Lo scherzo di “grattarle il didietro” Ë inaccettabile.
Pag. 101: La sequenza fra Verdoux e Annabella Ë inaccettabile in quanto sessualmente allusiva.
Pag. 121: Evitare ogni esposizione indecorosa nella scena in cui Marie appare in “negligÈ”.
Pag. 125: Inaccettabile che Bismo racconti una barzelletta a sfondo sessuale.
Pag. 136: Evitare di mostrare o suggerire la presenza di un gabinetto all’interno del bagno.

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