MOBBING psicologico, mobbing affettivo e Malagiustizia

Se si guadagnano 1000 euro al mese, se ne possono dare 900 euro per il mantenimento di un figlio, in caso di divorzio? In percentuale è quanto è accaduto al protagonista della prossima storia che vi raccontiamo. Non è un film, è la verità.

Mobbing, diritto di famiglia e Tribunali/ MOBBING psicologico, mobbing affettivo e Malagiustizia.

a cura di Lisa Biasci

Quella che andremo a raccontare è la vicenda umana e processuale di un uomo che da due anni sta combattendo contro la malagiustizia di un Tribunale ordinario di questo “bel paese”, che con una sentenza “vessatoria” e inappellabile, sin qui, lo ha condannato ad una condizione di mobbing nei confronti dell’ex coniuge, ed ha avvallato una serie di comportamenti “distruttivi” nei confronti del figlio minore.

La sua, è una causa di separazione giudiziale, ad alta conflittualità, in cui le richieste onerose di denaro della ex moglie sono state, sin qui, considerate legittime da un giudice ignaro e inconsapevole di quello che stava facendo.

Superficialità e pressappochismo di questo “bravo”giudice hanno reso questo giudizio inappellabile, sine die.

Ma veniamo ai dettagli di questa clamorosa vicenda all’italiana. Il giudice ha liquidato con estrema superficialità la situazione reddituale dei due coniugi (ha letto le carte legali e fiscali prima di emettere il giudizio?) ed ha decretato un assegno di mantenimento di ben 4000 euro all’ex coniuge e di 1000 euro al minore, affidatole come genitore affidatario.

L’avvocato di parte difensiva – dell’uomo- ha sollecitato il giudice a rivedere i “numeri” dell’assegno di mantenimento, che ne decretavano come lui stesso ha dichiarato “la morte di un uomo e di un cittadino onesto”.

Numeri e non parole, alla mano.Il professionista è uscito da questa sentenza mobbizzato due volte: dall’ex coniuge e dal giudice e con i pochi euro che gli rimanevano in tasca, non ha avuto di che vivere sin qui…

Dai suoi redditi mensili e dichiarati, sfortunatamente per lui, non restavano neanche le spese per un cappuccino e una brioche…figuriamoci per l’affitto di 850 euro mensili che dovevano uscire magicamente dal “cilindro vuoto” del suo forzato impoverimento.

Come è possibile che esistano sentenze del genere, vi domanderete? Come è possibile che vi siano dei giudici che stabiliscono assegni di mantenimento pari al 90 % di quello che viene dichiarato?Come è possibile che un uomo debba dare il 90% di quello che guadagna all’ex moglie nullafacente?

Quest’uomo ha avuto la sfortuna di essere un dipendente e di dichiarare al fisco tutti i suoi guadagni. Ma, udite udite, se fosse stato un libero professionista, un dentista o un commercialista, ad esempio, avrebbe potuto cavarsela egregiamente in questo paese dall’evasione libera e truffaldina. Niente di più facile.

Avrebbe dichiarato quanto riteneva utile, ad arte, e su quelle cifre si sarebbe deciso l’assegno di mantenimento.

Una domanda che sorge spontanea, a chi scrive, è senz’altro quella di capire come mai per questo giudice è stato possibile “prendere lucciole per lanterne”?

Le carte degli avvocati (e tra questi ci sono tanti seri e bravi professionisti) servono per descrivere quali situazioni reali si celino dietro i cittadini,soprattutto quelli onesti, il cui unico reato può essere quello di decidere di interrompere un matrimonio che evidentemente non funzionava e di affidarsi alla solennità di un Tribunale.

Come è possibile, dunque, che si decreti così superficialmente la vita e la sopravvivenza di un individuo?”

Nessuno dei ricorsi che l’avvocato difensore ha fatto per rivedere cifre e emolumenti è servito a far ragionare il giudice ed a richiamare la sua attenzione.

Il professionista si è trovato a pagare sin qui, il lauto assegno di mantenimento ad ex moglie e figlio, a coprire il mutuo della casa di sua proprietà affidata all’ex coniuge, a pagare la sua nuova casa in affitto e dulcis in fundo a sostenere il 100% delle spese scolastiche e mediche.

In sostanza, si è ritrovato sull’orlo del baratro e del collasso emotivo: senza denari e con debiti sempre crescenti verso la banca

D’altra parte,il “vitalizio” dell’ex coniuge comprende tuttora, una pensione INPS come ex dipendente, di 750 euro, in più all’assegno di mantenimento paragonabile allo stipendio di un professionista, e la rendita di una casa per le vacanze.

Il minore, frequenta una scuola privata, non parificata, esosissima, i cui costi e mantenimenti ricadrebbero-secondo il nostro bravo giudice- sulle “tasche vuote” del professionista: siamo nell’ordine dei 12.000 euro l’anno.

A nulla sono valse le proteste, gli appelli, i ricorsi fatti contro questa sentenza: ciò che era stato deciso così è stato. Almeno sin qui.

Ma, oltre al danno anche la beffa. Sul fronte dei rapporti tra padre e figlio è accaduto ciò che una madre vendicativa e irrisolta può perpetuare con l’avallo della malagiustizia.

Limitando il diritto di visita del genitore non affidatario con il figlio; stabilendo per il minore orari di rientro a casa sempre più restrittivi, impedendogli di dormire dal papà per il weekend, di trascorrere le vacanze con lui e gli zii, perché i parenti sono “sgraditi”, e considerando,l’ex coniuge, alla stregua di un “bancomat”da spellare.

Il figlio manipolato e condizionato dalla madre,ha incominciato ad uscire con frasi di questo tenore…“se non paghi la scuola, non ti voglio vedere….se non ho voglia di vederti non ti vedo…non mi va di uscire di casa,né di vederti…etc.”.

E’ evidente a tutti coloro che vivono da vicino questa separazione conflittuale che il minore è ed è stato manipolato gravemente dalla madre che ne ha coartato la volontà, piegato le emozioni, consacrato la sua sudditanza….in nome di una cieca vendetta contro l’ex coniuge.

L’unico che non si è accorto di tutto ciò è stato il “bravo” giudice, che dopo il gran “capolavoro” della sentenza presidenziale è rimasto sordo ad ogni accorato appello del padre, ad ogni sua richiesta espressa in favore del figlio ormai “scomparso” che non vedeva più da mesi e mesi.

Appello su appello, caduto nel vuoto; consacrando quello che gli esperti della separazione genitoriale, dai giuristi ai medici e psicologi, conoscono molto bene e cioè che “la psicopatologia non segue i tempi e le lungaggini dei tribunali”. Il minore vive nell’assenza del padre, con l’egemonia materna che ne decreta la sua fragilità emotiva e ne condiziona lo sviluppo psicologico.

Di fronte ad un minore “negato all’affetto del padre”e ai comportamenti anomali della madre affidataria, insperabilmente,dopo un anno e mezzo di battaglie in tribunale, il nostro giudice ha stabilito una CTU, una perizia per valutare la salute psicologica del minore e valutare le capacità genitoriali del monoaffidatario.

Una CTU tardiva ma necessaria, che ha ridato a questo padre un piccolo segno intangibile di speranza. Insieme ad un’altra buona notizia.

Un ennesimo e inaspettato colpo di scena. Il giudice ha lasciato l’incarico ad un nuovo giudice, donna, questa volta, ed è stato per “non chiari ma evidenti” motivi trasferito ad altro ufficio.

Cosa significa, questo, per chi scrive? Che il presidente del tribunale ha verificato qualche anomalia nel modo di giudicare del Nostro? La sua scure è passata sopra troppe vittime da non passare inosservata? Ed ancora, quanti riprovevoli danni hanno prodotto le sue sentenze? Quanti cittadini ha malgiudicato e vessato?

Nella storia umana e processuale che vi ho appena raccontato, resta forte e corale, la voglia di combattere, di chiedere Giustizia,di ottenere un processo giusto ed equo.

Nella storia umana e processuale di quest’uomo, c’è ora un esperto del tribunale in grado di appurare i contorni di questa vicenda, di fare una diagnosi precisa dello stato di salute di questo figlio, di fare chiarezza su responsabilità e colpe.

Nella storia umana e processuale di quest’uomo, c’è ora un nuovo giudice. Un nuovo soggetto giudicante con la capacità e l’autorevolezza di “amministrare secondo giustizia”.

Che sia la volta buona….!

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2 commenti

  1. Stento a credere, quanto ho quì avuto modo di venire a conoscenza.
    La prima reazione , non puo’ che essere questa. Perché nel Paese di Cesare Beccaria, l’ autore del trattato ‘ Dei delitti e delle pene’, non dovrebbero accadere queste mostruosità , nel settore della Giustizia . Le ultime righe lette, danno qualche speranza : speriamo che quest’ uomo , abbia quanto Gli spetta di diritto, dopo aver vissuto questa ‘Via Crucis’.
    Mi viene da chiedermi : quante situazioni come questa, resa nota, rimangono nell’ ombra e non se ne viene a sapere niente? L’ esempio della punta dell’ iceberg , rende l’idea: i 3/4 sono sommersi.
    Anche se è poca cosa, sono solidale con questa persona che ha tanto sofferto e tutt’ora soffre, a causa di persone che definisco malvage.
    Per come posso, seguiro’ questa storia , anche se a distanza. Non si puo’ rimanere insensibili, di fronte al dolore umano.

    Spartacus
    (Ireneo Gerosa)

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