Otto (8) anni per una sentenza di divorzio. Paga Pantalone
Il paese della Malagiustizia delle separazioni: tribunali italiani e cittadini a confronto. Una storia vera. Se sei un cittadino italiano e vuoi separarti dal tuo […]
Il paese della Malagiustizia delle separazioni: tribunali italiani e cittadini a confronto. Una storia vera. Se sei un cittadino italiano e vuoi separarti dal tuo […]
Le preziose cellule staminali ombelicali fra biobanche private, pubbliche ed inceneritore.
Quell’ingiusta e inutile burocrazia dei sentimenti “infranti”: le cifre e i numeri della separazione direttamente dai tribunali italiani
Di Lisa Biasci
Dalla finzione alla realtà, tra la mancata applicazione della legge sull’affidamento condiviso
(L. 54/06) e la storia amara di un uomo e padre onesto che non vede più suo figlio
Leggetelo, l’ultimo romanzo di Gianni Biondillo “Nel nome del padre” edito da Guanda (2009). L’autore è un architetto-scrittore molto attento ai problemi della famiglia, dei padri e dei separati; fa anche parte della redazione di Nazione Indiana.
Il romanzo prende le mosse dalla legge 54/06 “Disposizioni in materia di separazione dei genitori e affidamento condiviso”.
Una legge piena di falle e di buchi, di cui anche il suo estensore il prof. Marino Maglietta lamenta le grosse modifiche apportate dal governo per la sua approvazione. Una legge importante comunque perché sancisce il diritto della bi genitorialità e riconosce i diritti di entrambi i genitori dopo la separazione.
“La giustizia non è ardore giovanile e decisione energica e impetuosa: giustizia è malinconia.”
Thomas Mann (1875-1955)
Papà c’è e non serve solo per pagare, sentenzia il tribunale: la storia di un cittadino romano
a cura di Lisa Biasci
La giustizia è malinconia: così diceva lo scrittore tedesco nel “Disordine e dolore precoce”, così possiamo dire noi -oggi- quasi senza fiato, alla fine di una lunga “querelle” giudiziaria. Vicenda umana malinconica davvero, di malagiustizia, quella di un “uomo perbene” di cui ci siamo occupati tante volte nelle pagine di Censurati. Vi ricordate il caso di malagiustizia di un papà condannato quattro anni or sono da un tribunale civile di questo malandato paese a versare un assegno di mantenimento onerosissimo all’ex moglie? E poi, a lasciare la propria casa, ad affrontare perizie, CTU, incontri con i servizi sociali perché non riusciva più a vedere suo figlio?
La storia è sempre quella che conoscete attraverso Censurati. L’abbiamo raccontata a più riprese: quasi quattro anni di vita processuale di un uomo, un professionista romano, che vittima di una separazione giudiziale continua a dar battaglia in tribunale per riuscire a vedere suo figlio di tredici anni che ormai non vede più da un anno e mezzo, perché vittima anche lui della separazione dei genitori.
Il suo è un caso chiaro e semplice di una sindrome di “alienazione genitoriale”: il minore è stato plagiato e condizionato dalla madre contro il padre e la famiglia paterna per scopi meramente utili al proprio tornaconto affettivo e patrimoniale.
A cura di Lisa Biasci
Raccogliamo volentieri l’accorato appello di Maria Teresa De Nardis e vi invitiamo alla lettura. Si tratta di un’altra “inadeguatezza” del sistema italico che colpisce tutti noi che con la scuola abbiamo avuto a che fare per tanto tempo o che frequentiamo tuttora attraverso i nostri figli.
Cosa può succedere ad un docente se è malato gravemente?In tutti i settori del pubblico impiego i lavoratori che per motivi di salute non possono più svolgere il normale servizio (infermieri, poliziotti, insegnanti…) vengono dichiarati “inidonei” da una commissione medico-collegiale e utilizzati a tempo indeterminato dalle rispettive Amministrazioni in altri compiti compatibili col loro stato di salute. E’ una norma di civiltà che tutela sia l’utenza sia il diritto alla salute e al lavoro del dipendente, stabiliti dalla Costituzione.
Nadia è una donna di 53 anni. Si presenta estroversa, solare, gioiosa. Crede nei valori della solidarietà, del sindacato. Una donna generosa che prima di pensare a se stessa si accerta che gli altri stiano bene. Però ad un certo punto si sente con le spalle al muro. Si sente il magone allo stomaco, l’ansia di andare a lavoro. Nadia è impiegata in un call center da anni.
Separazione giudiziale: cosa accade ad un minore se i giudici non decidono nel suo interesse
Sei mesi per avere una diagnosi per le oltre ventimila segnalazioni degli ultimi sei anni.
Dati e statistiche da allarme sociale
a cura di Lisa Biasci
Che sconforto, per l’esercito dei mobbizzati d’Italia, c’è una lista di attesa di almeno sei mesi per farsi diagnosticare il mobbing.Questo è quanto emerge dai dati forniti dalla Clinica del lavoro di Milano ”Luigi Devoto”, la prima nata in Italia e la più importante per numero di casi trattati. Chi prenota oggi, insomma, sarà ricevuto e visitato non prima del mese di giugno prossimo.
E’ il segnale più evidente del moltiplicarsi dei casi di mobbing nelle aziende italiane, della loro ribalta pubblica e soprattutto della volontà da parte delle vittime di denunciare e portare alla luce le proprie storie di aggressività e di soprusi sul luogo di lavoro. Mobbing o bossing che sia, i dati evidenziano il dilagarsi incontrastato del fenomeno: i lavoratori ricevuti ogni giorno alla clinica di Milano sono tre. Considerando che a Natale il centro è chiuso, a fine anno sarà superata quota settecento. Dati davvero allarmanti e che devono far riflettere. Diagnosi e denunce alla mano.
“Diritto di non genitorialità”: storia di un cittadino italiano
E’ italiano, paga le tasse, lavora come dipendente in una grande azienda italiana, ha la fedina penale pulita ma vive nel tunnel di una separazione giudiziale da tre anni e non vede suo figlio da due.
Una storia come le altre, direte, che assomiglia ad altre storie di ciascuno di noi ma che merita di essere raccontata da vicino.
di Lisa Biasci
NO al mobbing: dice la Cassazione. Ma no anche ai colleghi insopportabili: diciamo noi.
Dopo la sentenza della Cassazione, una domanda dal mondo del lavoro: è giusto proteggere i più deboli, ma gli “stronzi”come li trattiamo?
Una “giustizia lenta”che non decide negli interessi del cittadino, che giustizia è?
Ennesimo capitolo di una pagina di malagiustizia all’italiana. Malagiustizia ordinaria, civile, lenta, lentissima, inguaribilmente in ritardo per un paese “civile” come, non lo è, il nostro.
Se il nostro grado di civiltà si misura -infatti- con il rapporto tra la speditezza dell’attività processuale e il cittadino, noi italiani non siamo certo “il faro” d’Europa.
Si evoca da anni- oramai -della necessità impellente di una riforma della giustizia italiana- in toto -,dei suoi codici e dell’organizzazione interna dei suoi tribunali. Ma alle parole e ai proclami non seguono i fatti.
Anche le redazioni dei giornalisti sono a rischio di mobbing
Ecco i dati allarmanti,risultato di un’indagine svolta in anonimato dallo”sportello mobbing romano”
a cura di Lisa Biasci
Dati alla mano. Punto primo. Una bella ricerca compiuta nelle redazioni romane di giornali, televisioni, agenzie stampa e basata su questionari proposti in forma anonima e discreta ha rilevato quanto basta. Il 53% dei giornalisti, secondo questi indicatori, è già portatore di sintomatologie tipiche del quadro clinico “del disturbo d’ansia”; mentre il 30% è portatore di sintomatologie tali da giustificare la necessità di un trattamento terapeutico e di sottoporre il soggetto in situazioni di “grave inabilità personale”.
a cura dell’avv. Manuela Rinaldi
E' stato approvato dalla Commissione Lavoro un disegno di legge nella materia della violenza psicologica nell'ambiente di lavoro, il fenomeno del c.d. mobbing .
Il fenomeno del mobbing deve le sue origini e fondamenti a due psicologi della organizzazione aziendale H. Leymann ed Herald Ege; il termine deriva dall'inglese “to mob”, che letteralmente significa, aggredire in massa, assalire, termine, peraltro, utilizzato per indicare, in etologia, il comportamento di alcuni animali che coalizzandosi tra loro contro un membro del gruppo, lo attaccano ripetutamente fino ad indurlo all'isolamento ed alla esclusione dal gruppo stesso.
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