Parlare di Ciancimino è inutile

Parlare di Massimo Ciancimino è inutile come parlare di Marco Travaglio. Puoi dimostrare le balle dell’uno e dell’altro e non essere creduti lo stesso, anche se porti documenti che attestano la verità. Questo perchè c’è bisogno in italia di qualcuno che si porti sul groppone i disagi degli italiani. Provocati dalle presunte trattative o da Berlusconi non ha importanza, l’importante è che si individui qualcuno che si faccia carico di tutto, come se la mafia prima di Berlusconi non fosse mai esistita, come se i politici prima di Berlusconi non fossero mai stati avidi di soldi e potere, come se con un colpo di cancellino si potesse, sognando, tornare ad un’Italia pulita. Capisco che ormai qualcuno comincia ad avvertire la stanchezza di un malessere sociale, ma non capisco come si possa pensare che sposando la versione di un “figlio di un mafioso che aiutava i boss ma che non ha nulla di cui pentirsi” possa aiutare ad uscire dal pantano in cui ci ci sente. Qualcuno si chiede se le parole di Ciancimino sono vere. Se si risponde si, o si risponde no, è la stessa cosa, perchè “il postino dei mafiosi che ci rimane male se lo chiami mafioso“, si atteggia a paladino della giustizia ma nei verbali si contraddice non una volta sola, ma decine e decine. Dice tutto e il contrario di tutto.

Come si fa a credere che Provenzano poteva essere favorito dai ROS nella latitanza e contemporaneamente gli stessi ROS gli stavano dando una caccia spietata non riuscita proprio grazie all’intervento delle talpe in procura (processo TALPE DDA, finito con la condanna per Cuffaro e anche per l’amichetto di Travaglio, Ciuro). Nel processo DDA Talpe in Procura, si fa riferimento proprio alle cimici messe dai ROS per catturare Provenzano, e rimosse dall’ex braccio destro di Ingroia. Per carità, il magistrato non sapeva di avere una talpa al suo fianco, ma perchè minimizzare questo fatto? E se a parlare con Aiello o con Ciuro (mafiosi doc, come ci dice la verità processuale) fosse stato Mori anzichè Ingroia? Quanti altri processi avrebbero aperto per accertare la verità? Inutile quindi parlare di Ciancimino, perchè ormai abbiamo visto che mediaticamente può apparire tutto l’opposto di quello che avviene in aula di Tribunale, in cui viene processato Mori per la mancata cattura di Provenzano, e viene a testimoniare Ciancimino parlando di Dell’Utri. Una persona che ancora non ha il cervello lessato potrebbe pensare: ma perchè le cose su Dell’Utri non le ha dette al processo Dell’Utri? Facile, perchè la Procura (e non i carabinieri, i ROS, o i servizi segreti) ha stabilito che il teste era inattendibile, e, udite udite, aveva consegnato per il dibattimento gli stessi identici documenti che ha presentato al processo Mori.

Ci viene da pensare (ma per carità, è solo una nostra malignità) che le cose potrebbero essersi svolte così: Tu Ciancimino devi dire fatti su Berlusconi o Dell’Utri? Noi te le facciamo dire, in un modo o in un altro il sistema si trova. Come si fa a credere prima che Ciancimino non ha ricordi di Provenzano se non da piccolo, e poi a sentirlo dire il contrario, che è stato uno di casa, che consegnava i pizzini proprio a lui, il piccolo ciancy, per consegnarli a suo padre? Poi si ricorda perfettamente la marca e il colore della maglietta di un ufficiale dei carabinieri, ma non si ricorda il nome dell’uomo dei servizi segreti a cui si è rivolto per fare il passaporto al figlio.

Ora, viene spontanea una domanda: ma tutti voi, per fare il passaporto a vostro figlio (e non con falso nome, ma con nome vero), vi sognereste di chiedere aiuto a un uomo dei servizi o vi basta andare in questura? Perchè quindi sprecare le parole quando ci sono i verbali che potrebbero da soli far capire che soggetto è Massimo Ciancimino? “Come avete notato, all’inizio ho addirittura detto che era grafia di mio padre, avendo ovviamente la certezza, che non era assolutamente grafia di mio padre“, sono le parole del figlio che non si pente date ai PM in data 01/07/09, sulla lettera di provenzano a dell’Utri – pag. 4. Poi non si ricorda il nome dell’aereo di Ustica ma dichiara di aver saputo dal padre la verità, dice che al padre si sono rivolti i servizi affinchè sulla stampa non uscisse la verità. Ma, dico, c’è bisogno dell’intervento di Vito Ciancimino per mettere a tacere un’operazione che i servizi vogliono mettere a tacere? Ma da quando?

Perchè si sta ancora credendo che il motivo per cui non parlasse è perchè nessuno gli ha fatto domande “toste”, quando poi appena gira l’angolo chiama il primo giornalista di Panorama (o viene chiamato, non lo sappiamo), e spiffera tutto alla stampa? Ma come, ai magistrati no e a Panorama si? Ma a noi però risulta che è falso, che non gli sono state fatte le domande, perchè una dei sostituti procuratori che lo interrogò, Roberta Buzzolani, dichiara: “Il 10 ottobre del 2005 davanti alle nostre domande, compresa quella su un assegno di Berlusconi anche con riferimento ai rapporti con il senatore Dell’Utri, si avvalse della facoltà di non rispondere“. Ma nessun magistrato gliel’ha fatto notare. Evidentemente non è importante scoprire la verità oggettiva, ma è importante far arrivare ALLA STAMPA e non in tribunale, una certa verità, fatta di dubbi, di incertezze, di complottismo. Ultimo disse che il suo obiettivo, quando arrestò Riina, era creare una rottura all’interno di Cosa Nostra seminando il dubbio tra cosche e spaccando così la loro forza che era prima di tutto l’unità tra clan. Cosa che sta facendo Massimo Ciancimino all’interno dello Stato e della magistratura, mettendo gli uni contro gli altri. E il terzo gode (ma il terzo chi è? Noi un’idea ce l’abbiamo pure).

E magari si gode quel tesoro che il padre ha dichiarato in tribunale di avere, ma pare che STRANAMENTE, al figlio sia l’unica cosa che non abbia detto. Ora, in attesa di sapere la verità su Moro, Gladio, Ustica e omicidi eccellenti, ci premerebbe sapere perchè, nel 2005, si è avvalso della facoltà di non rispondere, e ci piacerebbe sapere perchè, durante i verbali ha reso testimonianze diverse. Non so se quello che dice Ultimo sia vero, e cioè che è un servo di Riina, però se l’obiettivo di Cosa Nostra è quello di piegare lo Stato abbattendo chi ha provato a disarticolare questa struttura mafiosa mettendo in galera Vito Ciancimino, consegnandolo ai procuratori INGROIA e CASELLI, invece che facendolo espatriare come voleva lui, è allora vero che la volontà dei corleonesi si sta compiendo ora. Anche perchè, ci risulta che il più stretto collaboratore di Vito Ciancimino, il mafioso Li Pera, quando ha chiesto di essere ascoltato non ha trovato la stessa disponibilità che trova oggi il “POSTINO DEI PIZZINI CHE NON HA NULLA DI CUI PENTIRSI”.

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