Covid-19: logiche e abitudini da cambiare

di Andrea Zapparoli Manzoni

In momenti di crisi importante chi continua ad utilizzare (ed anzi, pretende di continuare ad utilizzare) le logiche, le abitudini e le modalità del business as usual è un amplificatore di danno incalcolabile e, di fatto, un pericolo pubblico.

Per esempio, date le circostanze eccezionali, la pubblicazione della bozza di DPCM sulle misure di contenimento del contagio non è stato un atto doveroso, giustificato dal sacrosanto diriritto di cronaca, ma un atto criminale, che andrebbe sanzionato in modo durissimo, licenziando e processando i responsabili.

In conseguenza di questo leak demenziale, migliaia di persone sono fuggite e stanno fuggendo dalle zone di maggior contagio (come se questo potesse fare la minima differenza), mentre Esercito e FFOO, essendo il decreto ancora non implementato, in queste ore cruciali sono costrette a stare a guardare.

Questo è inaccettabile

Le conseguenze saranno inevitabilmente gravissime. Anche in conseguenza di quegli “scoop” di ieri moriranno centinaia, possibilmente migliaia di persone in più, è inutile nascondersi dietro alle solite fregnacce paracule, non è più il momento di fare le verginelle e di invocare i sacri principi (col paywall davanti, però).

Per non parlare degli imbecilli allegramente in gita, in vacanza, a fare le vasche sui Navigli e gli aperitivi scaccia-sfiga in centro, nonostante gli appelli (a questo punto disperati) dei medici, come questo:

[…] il Coordinamento delle terapie intensive della Lombardia (scrive) nel suo documento inviato al governatore Fontana, al quale viene chiesto di portarlo all’attenzione del Governo e al commissario per l’emergenza Coronavirus, Angelo Borrelli.

“Si tratta di un evento grave che mette in pericolo la sopravvivenza non solo dei malati di Covid, ma anche di quella parte di popolazione che in condizioni normali si rivolge al Sistema Sanitario per le cure di eventi acuti o cronici di qualsivoglia natura.

Le strutture sanitarie sono sottoposte ad una pressione superiore ad ogni possibilità di adeguata risposta

Nonostante l’enorme impegno di tutto il personale sanitario e il dispiegamento di tutti gli strumenti disponibili una corretta gestione del fenomeno è ormai impossibile”, si legge nella lettera sottoscritta dai rappresentanti delle terapie intensive lombarde “Le attività ambulatoriali, la Chirurgia non urgente, i ricoveri nelle medicine – prosegue il documento – si sono ridotte a livelli prossimi allo zero.

“L’intera rete delle terapie intensive è stata ristrutturata, creando strutture dedicate nelle quali, completamente bardati per difendersi dall’infezione, si lavora con grande fatica per assistere malati gravi e gravissimi, la cui vita dipende da apparecchiature tecnologicamente complesse disponibili purtroppo in numero limitato. Anche per questo motivo è assolutamente necessaria l’immediata adozione di drastiche misure finalizzate a ridurre i contatti sociali e utili al contenimento dell’epidemia”.

Quindi l’avvertimento: “In assenza di tempestive ed adeguate disposizioni da parte delle Autorità – conclude il documento – saremo costretti ad affrontare un evento che potremo solo qualificare come una disastrosa calamità sanitaria”

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violinista per hobby, giornalista per dovere civico e morale, casalinga per lavoro, contadina del web e "colpevole" di questo sito antonella@censurati.it