Spiegateci a che serve l’ordine dei giornalisti. O abolitelo!
La prima esperienza con l’ordine dei giornalisti l’ho avuta personalmente nel 1997. Vertenza sindacale, io ed altri due colleghi contro il direttore di un giornale free press abruzzese (che fatturava parecchio all’epoca). Si chiamava Sipario. Mai un pagamento. Si fa vertenza, il giudice stabilisce che si, il lavoro c’è stato, però abbiamo ottenuto anche un riconoscimento in immagine secondo il quale l’editore era esonerato a pagarci in denaro perchè avevamo avuto riconoscimenti di altro genere (della serie, la gente diceva: “ah, sei tu, l’antonella di sipario”), per cui, senza articoli pagati, niente tesserino. E l’ordine sta a guardare.
Poi è venuto il turno di Antonio Russo. Ve lo ricordate? quello morto in Cecenia che lavorava per radio radicale. All’epoca lavoravo per radio radicale e quella vicenda l’ho vissuta direttamente dai suoi sfoghi. Praticamente l’ordine dei giornalisti minacciava di denunciarlo per usurpazione di titolo, perchè non aveva una tessera e faceva l’inviato in zone di guerra. Quando morì, l’ordine andò a ritirare il premio in suo onore, e si faceva bello lodando questo ardito giornalista che dal fronte era rimasto l’unica voce libera. Lo fregarono pure da morto, insomma. Da vivo non lo volevano, da morto gli rubano il premio.
Anno 2009. Pino Maniaci è il direttore di una piccola emittente di Partinico, da anni tutti i giorni lotta per far arrivare informazioni che NESSUN TG ci regala. L’unico ad aver filmato l’arresto di Lo Piccolo, immagini di repertorio che poi regala a tutte le testate rai. A seguito di una serie di attentati e di continue intimidazioni mafiose, viene assegnata la scorta a Pino Maniaci. Tutti hanno parlato di lui. Da rai a mediaset, da Repubblica al Corriere si sono sciacquati la bocca riempendo colonne e colonne di “quant’è bravo Pino”. Arriva una denuncia (la trencentesima o giu di li) per esercizio abusivo della professione.