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ELEZIONI EUROPEE 2009 LA MADDALENA NON VOTA

06/06/2009 admin 0

Riceviamo e pubblichiamo, con preghiera di massima diffusione. Alla Maddalena ricambiano il favore e non vota!

La Maddalena non vota. È questa la formula che abbiamo scelto per pubblicizzare e comunicare la rabbia e la voglia di protesta che ha colto la maggior parte dei maddalenini all’indomani della notizia che il G8 sarebbe stato spostato. Non si tratta di qualunquismo, né di menefreghismo superficiale. Si tratta di una scelta ponderata, consapevole e in molti casi sofferta, da parte di una fetta di popolazione isolana che, in questo momento e su determinati temi, non si sente rappresentata da nessuna forza politica. Non si tratta di dire che destra e sinistra sono uguali; nessuno di noi è ingenuo o si è bevuto il cervello; ognuno di noi ha un’idea ben precisa su cosa sia meglio votare, in generale, e ognuno di noi continuerà a votare, nel futuro, come ha sempre fatto, o come meglio riterrà di fare. Tra i membri di questo gruppo compaiono infatti esponenti, simpatizzanti ed elettori di forze politiche diverse, di entrambi gli schieramenti. Il punto, ora, è un altro. Il punto è che ci sentiamo presi in giro come maddalenini e ognuno di noi, decidendo di astenersi dal voto in questo momento, sta ragionando non come militante di destra o di sinistra ma come maddalenino. Quest’isola ha bisogno di lanciare segnali forti, segnali dissonanti rispetto a quelli che si potrebbero lanciare votando un partito anziché un altro. Secondo noi, il voto che fa veramente rumore, in questo momento è il non voto consapevole e dichiarato.

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Saltata la copertura di Piera Aiello dopo 18 anni!!!

16/04/2009 admin 1

fonte: www.ritaatria.it

OGGETTO: Saltata la copertura di Piera Aiello dopo ben 18 anni a causa di due “giuda” indegnamente nelle forze dell’ordine.

La nostra Associazione, come non molti sanno, è presieduta dalla Testimone di Giustizia Piera Aiello, che con sua cognata Rita Atria affidò al Giudice Borsellino la sua determinazione di denuncia delle attività criminose dei suoi stessi familiari.

La vita dei Testimoni dei Giustizia, lontana dall’attenzione sociale e dai mezzi di informazione (che pur dovrebbero esserci, sebbene con la discrezione imposta dalla delicatezza delle loro situazioni e vicende), è resa spesso ancor più difficile e ardua dalla superficiale disattenzione e dalla inaffidabilità di rappresentanti dello Stato preposti alla Sicurezza dei Cittadini, quando non direttamente coinvolti negli stessi programmi di Protezione dei Testimoni di Giustizia.

Oggi siamo tenuti a rendere pubblica, per espressa volontà di Piera Aiello, che la faticosa copertura che ha comunque consentito a Piera di ricostruire in questi anni una sua vita di relazione in località segreta, è saltata per la sprovvedutezza (e vogliamo sperare non sia per collusione con gli interessi dei suoi potenziali attentatori, sta allo Stato accertare questa eventualità scellerata) di due uomini dell’Arma dei Carabinieri, che presumibilmente hanno consentito che le famiglie mafiose denunciate da Piera Aiello venissero a conoscenza della sua attuale collocazione territoriale.

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Sciacallaggi sulle tragedie

06/04/2009 admin 7

Alcuni hanno detto che ci sarebbe stato un grande terremoto, ma non hanno detto nè dove nè quando. Una previsione di questo tipo voleva dire sgomberare l’abruzzo intero senza sapere neanche da quando e per quanto tempo. Quindi tutti addosso a Bertolaso, che si è attivato immediatamente. Se c’è una cosa che funziona in Italia è la protezione civile, sciacalliamo anche su questa. E parlo da abruzzese con la famiglia a pochi chilometri da L’Aquila, con parenti e amici che hanno avuto danni ingenti. Ci fa schifo chi tenta di fare operazioni di sciacallaggio o politiche in questi casi d’emergenza. Colgo l’occasione invece di pensare a qualcosa di utile rendendo noto il comunicato della protezione civile:

PROTEZIONE CIVILE – PREFETTURA DI PESCARA

I volontari possono contattare il centro operativo della protezione civile presso la prefettura di Pescara, telefonando allo 0852057631. Si possono anche donare i generi di prima necessità presso il Banco Alimentare dell’Abruzzo, in via Celestino V, Pescara

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Non ci piace piangere i morti e fregare i vivi

11/02/2009 admin 12

Non ci piace piangere i morti e fregare i vivi. Per questo motivo metto on line il comunicato stampa di Vita Maria Atria, che prende le distanze dall’uomo (uno dei tanti) che ha capito che il filone dell’antimafia è un business.

Mi chiamo Vita Maria Atria e sono la nipote di Rita Atria, Testimone di giustizia che il 26 luglio 1992, in un estremo atto di resistenza, si è lanciata dal settimo piano del civico 23 di viale Amelia a Roma. Nel ’92 ero veramente piccola ma nella mia mente i ricordi sono vividi: lo “zio Paolo” [Paolo Borsellino], la zia Rita, la mamma [la Testimone di giustizia Piera Aiello] che mi chiedeva di non dire il mio nome, per la paura e il timore di essere scoperte.

Da quando sono maggiorenne ho continuato a vivere nell’anonimato e non avevo ritenuto opportuno fare dichiarazioni pubbliche, affidando il mio impegno e la mia scelta ad un gesto: essere tra i soci fondatori di una associazione dedicata a mia zia e lavorare dietro le quinte, anche perché sono una ragazza dalle poche parole e ho preferito finora stare nell’anonimato per poter vivere una vita tranquilla e “normale”, sempre fino a quando è possibile.

Oggi, mio malgrado, sono costretta ad affidare all’Associazione Antimafie “Rita Atria” (anche perché non lo posso fare direttamente vivendo in località segreta) un comunicato per esprimere in maniera netta e determinata la mia posizione sul film di Marco Amenta dal titolo “La siciliana ribelle”, stanca di leggere sui giornali e sui siti web che “è rimasto toccato dalla vicenda”, stanca di veder speculare sulla memoria di mia zia, una ragazzina-donna che ha avuto il coraggio di credere nei propri princìpi e di fare determinate scelte, a discapito di se stessa, perché credeva che ci potesse essere un mondo migliore al di fuori del “suo”, un mondo onesto, ma a quanto pare si sbagliava.

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L’Abruzzo in balìa della corruzione e della speculazione

10/01/2009 admin 10

Il dossier di una multinazionale definisce l’Abruzzo una ‘regione camomilla’ con ‘facilità di penetrazione, costi d’insediamento minimi e zero conflittualità’

Sembra il Congo, invece è l’Italia. E’ il commento di Paolo Rumiz, in un articolo su Repubblica del 21 dicembre scorso, al dossier realizzato dalla nota multinazionale. Tutto è permesso e, se ci dovessero essere problemi, basta pagare (e neanche tanto …) e tutto si risolve. Saldi a tutte le stagioni. Le denunce degli ambientalisti, alcune riportate da Rumiz, sono lì a dimostrarlo da anni. Una delle più clamorose riguarda la costruzione di ipermercati. Un recente comunicato stampa firmato da Italia Nostra, MareVivo, il presidente dell’EcoIstituto Verde Abruzzo Giovanni Damiani e Edvige Ricci di MilaDonnAmbiente l’ha ribattezzato Regalò. E’ uno dei centri commerciali più grandi d’Italia, realizzato però a cento metri dalla sponda del fiume Pescara.

La zona è classificata a massimo rischio d’esondazione e la legge vieta tassativamente di costruirci.

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Supplica al Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi

27/12/2008 admin 0

C’è rimasta solo la supplica, da fare, perchè si è tentato di tutto. Il caso Carlo Parlanti ha fatto parlare tutti, gli stessi tutti che poi hanno pensato “poverino…” per poi fare un’alzata di spalle nel totale disinteresse. PUbblichiamo quindi la lettera che l’avvocato Lipera ha inviato al Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi

Ill.mo Presidente Berlusconi,
ci rivolgiamo a Lei quale capo del Governo Italiano, facendo seguito alla missiva già inviata al Ministro degli Esteri Franco Frattini rimasta, purtroppo, senza alcun riscontro, per formulare un ennesimo accorato appello in favore di CARLO PARLANTI, caduto vittima dell’ingiustizia.

Carlo Parlanti è un cittadino italiano che si trova recluso da circa quattro anni e mezzo nel carcere californiano di Avenal.

E’ stato condannato con sentenza definitiva a nove anni di reclusione per i delitti di violenza sessuale e sequestro di persona, che, secondo l’accusa, egli avrebbe perpetrato ai danni della sua ex convivente, Rebecca Mckay White.

Parlanti, purtroppo, è rimasto vittima di una vicenda giudiziaria che ha dell’incredibile per il modo in cui è nata e per gli angoscianti risvolti che ha avuto e continua ad avere.

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La CGIL abbandona Tommaso Fonte?

17/11/2008 admin 0

Tommaso Fonte è un discreto ed elegante signore ragusano di 47 anni. Nel 1981, quando l’Italia non ancora sognava sui campi spagnoli dietro ad un cavallo di razza di nome Pablito, entra nella CGIL. Sette anni fa viene eletto a segretario della Camera del Lavoro di Ragusa, il più giovane in Italia ad assumere questo incarico.

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Mobbing e Giustizia

28/10/2008 admin 0

a cura di Lisa Biasci

In assenza di un quadro normativo del legislatore, il mobbing trova sempre più risposte davanti ai giudici: le ultime dalla Corte di Cassazione e dall’Europa

Il mobbing passa sotto la lente dei giudici di Cassazione e ottiene nuovo spazio rispetto all’impostazione iniziale.
La prima novità, clamorosa, consiste in uno slittamento del mobbing da “sindrome depressiva” a mera “lesione dei diritti del lavoratore”. Ciò significa che prima occorreva una diagnosi medica che appurava la sindrome del lavoratore e la responsabilità del datore di lavoro. Ora pare possibile avviare una causa per mobbing allegando –anche da sola- la violazione dei propri diritti senza più considerare l’accertamento medico come unica prova. Ciò potrà rendere esplosivo il fenomeno del mobbing e un contenzioso potenziale in crescita tra lavoratori e datori di lavoro.

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Cossiga confessa: ho fatto uccidere io Giorgiana Masi

24/10/2008 admin 4

«Maroni dovrebbe fare quel che feci io quand’ero ministro dell’Interni.
Ritirare le forze di polizia dalle strade e dalle università, infiltrare il
movimento con agenti provocatori pronti a tutto, e lasciare che per una
decina di giorni i manifestanti devastino i negozi, diano fuoco alle
macchine e mettano a ferro e fuoco le città. Dopo di che, forti del consenso
popolare, il suono delle sirene delle ambulanze dovrà sovrastare quello
delle auto di polizia e carabinieri. Le forze dell’ordine dovrebbero
massacrare i manifestanti senza pietà e mandarli tutti in ospedale. Non
arrestarli, che tanto poi i magistrati li rimetterebbero subito in libertà,
ma picchiarli a sangue e picchiare a sangue anche quei docenti che li
fomentano. Soprattutto i docenti. Non quelli anziani, certo, ma le maestre
ragazzine sì»

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La Catena di San Libero n. 373

22/10/2008 admin 0

Saviani

Anche oggi Marco ha preso il motorino, è uscito di casa e se n’è andato in cerca di notizie. Ha lavorato tutto il giorno e poi le ha mandate in internet a quelli che conosce. Fa anche un giornaletto (Catania Possibile) di cui finalmente anche i lettori hanno potuto vedere un numero (il primo solo i poliziotti incaricati di sequestrarlo in edicola) con relative inchieste. Non ci guadagna una lira e fa questo tipo di cose da una decina d’anni. Ha perso, per farle, la collaborazione all’Ansa, la possibilità di uno stipendio qualunque e persino di una paga precaria come scaricatore: anche qui, difatti, l’hanno licenziato in quanto “giornalista pacifista”. Marco non ha paura (nè della fame sicura nè dei killer eventuali) ed è contento di quel che fa.

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La Catena di San Libero n. 372

22/10/2008 admin 0

“Parla, Santapaola!”, “Zitto tu, Fava!”

“Io, Vincenzo Santapaola, vi dico…”. Uno degli ultimi contenuti de La Sicilia di Catania, sotto forma di lettera, ma senza alcun intervento redazionale, è un vero e proprio editoriale di un boss mafioso. Contemporaneamente, e da oltre un anno, Ciancio vieta ai suoi cronisti di pubblicare dichiarazioni e notizie su Claudio Fava. Un episodio gravissimo, che segna un punto di non-ritorno. E la Magistratura? Ponzio. E l’Ordine dei Giornalisti? Pilato.

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La Catena di San Libero n. 371

22/10/2008 admin 0

4 ottobre 2008
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Minorenni

Gli abitanti di Catania hanno deciso che bisogna lasciare l’immondizia
per le strade, che bisogna tenere la città al buio, che non bisogna
pagare i comunali, che i politici si debbono prendere tutti i soldi
che vogliono e che bisogna vendere il teatro Bellini al Qatar e
Sant’Agata ai giapponesi. L’anno deciso in piena libertà due volte,
prima votando Scapagnini e poi dando l’ottanta per cento dei voti agli
amici suoi.

Poi si sono messi a piangere: “Siamo senza una lira! C’è buio! C’è
puzza! Aiuto, settentrionali!”. E il buon coglione di Bergamo (o di
Torino, o di Pescara, o di Bari: insomma, qualcuno che ci ha i soldi
perché lavora) commosso s’è impietosito, ha messo la mano in tasca e:
“To’, eccoti ‘sti centoquaranta milioni! E bada di non spenderteli
subito come al solito, bricconcello!”.

Che i catanesi, in quanto popolo, siano minorenni, non c’è il minimo
dubbio. Non i politici, proprio i cittadini. Purtroppo, un
quattrocento milioni se l’è beccati pure er Popolo de Roma, cor
centurione in testa. Eppoi, gli americani, che stanno strillando? Lo
senti? “Sono pieno di debiti! Non voglio pagarli io! Chin-chin-chin,
sceicco Hussein, Ivan, non mi lasciate fallire! Datemi una mano!”.
Vabbe’. Consolamoci così.

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La Catena di San Libero n. 370

22/10/2008 admin 0

Prima volta

Per la prima volta in Campania c’è stato un movimento di massa contro la camorra. Non l’hanno fatto i campani, l’hanno fatto i negri. Hanno fatto casino, hanno sfilato, hanno gridato frasi contro i camorristi e i loro complici. Hanno fatto disordine, hanno dato fastidio alle vetrine. E cos’altro potevano fare? La legge non gli concede nessun altro modo di esprimersi. E lo stesso a Milano: i neri, i senzaviso, i pochi bianchi umani e timorati di Dio hanno finalmente trovato il coraggio di scendere nella strada a dire “basta”.

I grandi giornali democratici, che avrebbero avuto un titolo facile facile da sbattere in prima pagina – “La rabbia e l’orgoglio”: se non qui, quando? – hanno preferito titolare sui “disordini al corteo” e roba del genere. I “disordini” consistevano in un paio di biscotti – non molotov, non pezzi di selciato: biscottini – lanciati contro il bar dei linciatori.

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La Catena di San Libero n. 369

22/10/2008 admin 0

Notizie vere, notizie false

Un avviso di garanzia ai sensi dell’articolo 656 del Codice Penale è stato inviato ieri dalla Procura di Catania al direttore del quotidiano locale La Sicilia, Mario Ciancio. La decisione dei magistrati catanesi sarebbe motivata dalla “notizia”, pubblicata con grande evidenza dal quotidiano catanese nel maggio scorso, di un presunto tentativo di rapimento perpetrato da zingari all’uscita di un supermercato.

Nel particolare clima di quel momento – si osserva negli ambienti della Procura etnea – una “notizia” del genere una (per altro priva di ogni riscontro) avrebbe potuto facilmente dar luogo a incidenti anche molto gravi, particolarmente ai danni di elementi della comunità rom; è pertanto da ritenersi largamente violato il disposto dell’art.636 che vieta la “pubblicazione o diffusione di notizie false, esagerate o tendenziose, atte a turbare l`ordine pubblico”.