a cura di Alessandro Lattanzio
Riporto dodici punti su cui riflettere e tentare di dare una spiegazione sensata, quindi al di là delle solite affermazioni giornalistiche superficiali e basate su luoghi comuni tanto fasulli quanto politicamente corretti, sulla causa della perdita del sottomarino russo Kursk, avvenuta il 12 agosto 2000.
1) L’incrociatore Pjotr Velikij, aveva rilevato con il sonar, una massa enorme navigare sott’acqua. Inoltre dei marinai a bordo avevano avvistato delle boe di salvataggio di colore verde-bianco (i russi utilizzano boe di colore rosso-bianco). I mezzi di salvataggio russi e i sub norvegesi, durante le loro operazioni di recupero, hanno raccolto dei rottami provenienti da unità non appartenenti alla flotta russa (si ritiene fossero parti dei pannelli del rivestimento esterno anecoico dei sottomarini occidentali, oltre al rinvenimento di una o più parti di antenna).
2) I sub norvegesi hanno affermato che il minisottomarino inglese costruito per le operazioni di salvataggio (LR-5), sarebbe stato inutile. In effetti non era stato mai impiegato, e a quanto pare il sottomarino del “miracolo” era un altro di concezione australiana, ma mai offerto in aiuto. Se e’ così, perche’ gli inglesi hanno insistito tanto a partecipare alle operazioni di salvataggio?