Grazie presidente Bush

Nei primi due mesi del 2003 ha mostrato al mondo molte altre cose importanti e perciÚ
merita la mia gratitudine. CosÏ, ricordando una poesia che ho imparato da
bambino, voglio dirle grazie.

Grazie di aver mostrato a tutti che il popolo turco e il suo parlamento non sono in vendita, neanche per 26 miliardi di dollari.

Grazie di aver rivelato al mondo l’abisso che esiste tra le decisioni di coloro che sono al potere e i desideri del
popolo.
Grazie di aver messo in evidenza che nÈ JosÈ Maria Aznar nÈ Tony
Blair danno la minima importanza nÈ mostrano il minimo rispetto per i voti
che hanno ricevuto. Aznar Ë capace di ignorare che il 90 per cento degli
spagnoli sono contro la guerra e Blair Ë rimasto indifferente alla pi?
grande manifestazione pubblica svoltasi in Inghilterra negli ultimi
trent’anni.


Grazie di aver costretto Tony Blair a recarsi al parlamento
inglese con un dossier falso scritto da uno studente dieci anni fa e di
averlo presentato come “prova determinante trovata dal servizio segreto
britannico”.

Grazie di aver permesso che Colin Powell si esponesse al
ridicolo mostrando al Consiglio di Sicurezza dell’Onu delle foto che, una
settimana dopo, sono state pubblicamente contestate da Hans Blix,
l’ispettore responsabile del disarmo dell’Iraq.

Grazie di aver adottato la posizione attuale e di aver pertanto fatto sÏ che il discorso contro la guerra del ministro degli Esteri francese, Dominique de Villepin, alla
sessione plenaria dell’Onu fosse accolto dagli applausi – cosa che, a
quanto ne so, Ë successa solo una volta in precedenza nella storia delle
Nazioni Unite, dopo un discorso di Nelson Mandela.

Grazie perchÈ, in seguito ai suoi sforzi in favore della guerra, le nazioni arabe,
normalmente divise, nell’incontro al Cairo avvenuto l’ultima settimana di
febbraio sono state per la prima volta unanimi nel condannare qualsiasi
invasione.

Grazie di aver affermato che “l’Onu ora ha una possibilit‡ di
mostrare la sua importanza”, affermazione che ha indotto a prendere una
posizione contro l’attacco all’Iraq anche i Paesi pi? riluttanti.

Grazie per la sua politica estera che ha spinto il ministro degli Esteri inglese,
Jack Straw, a dichiarare nel ventunesimo secolo che “una guerra puÚ avere
una giustificazione morale”, perdendo in questo modo tutta la credibilit‡.

Grazie di aver cercato di dividere un’Europa che sta lottando per
l’
unificazione: Ë un avvertimento che non sar‡ ignorato. Grazie di
aver ottenuto ciÚ che assai pochi sono riusciti a ottenere in questo secolo:
unire milioni di persone di tutti i continenti nella lotta per la stessa
idea, anche se essa Ë opposta alla sua. Grazie di averci dato di nuovo
la consapevolezza che le nostre parole, anche se non saranno udite, almeno
sono state pronunciate; questo ci render‡ pi? forti nel futuro.

Grazie di averci ignorato, di aver emarginato tutti coloro che si oppongono alla
sua decisione, perchÈ il futuro della Terra appartiene agli esclusi.
Grazie perchÈ, senza di lei, non saremmo stati coscienti della nostra
capacit‡ di mobilitazione. Potrebbe non servirci questa volta, ma
sicuramente ci sar‡ utile in futuro.

Ora che sembra non ci sia modo di zittire i tamburi di guerra, vorrei ripetere le parole che un antico re europeo disse a un invasore: “Che la mattina sia bella, che il sole splenda
sulle armature dei soldati, perchÈ nel pomeriggio ti sconfiggerÚ”.

Grazie di aver permesso a noi, un esercito di anonimi che riempie le strade nel
tentativo di fermare un processo gi‡ in atto, di capire quel che significa
essere impotenti e di imparare a fare i conti con quella sensazione e a
trasformarla. Pertanto si goda la mattina e la gloria che potrebbe ancora
riservarle. Grazie di non averci ascoltato e di non averci preso sul serio, ma sappia che noi la ascoltiamo e che non dimenticheremo le sue
parole.

Grazie grande leader George W. Bush.

Molte grazie.

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50 commenti

  1. Io ringrazio Geoge Bush per aver finalmente fatto quelo che andava fatto ovvero dimostrare al mondo che sono rimasti l’unica potenza degna di nota a possedere nel proprio arsenale un potenziale atomico in grado di distruggere il Pianeta 30 volte.

    Lo ringrazio per averci ricordato che al mondo esiste una Rete di persone che combatte per Ucciderci tutti “siamo infedeli” e hanno un arma che nessun esercito anche il più ben organizzato è mai riuscito a sconfiggere ovvero il terrorismo o “Guerra Santa”.

    E chiaro che Saddam è un dittatore sanguinario e su questo credo che tutti siano d’accordo ma secondo Voi è più grave il fatto che ci sia una guerra in corso per liberare un popolo oppresso e “le sue risorse petrolifere” o il fatto che questa guerra si può trasformare in un fuoco che avvolgerà tutto il mondo civile attraverso il “Gihad”?

    Roberto

  2. “”il coraggio di dire …… padroni di niente, servi di nessuno “” ?

    ????????!!!!!???????

    non basta dirlo, neanche strillarlo o urlarlo fino a diventare blu…

    bisogna avere l’umiltà di imparare ogni momento a viverlo, quando tutto e tutti(o quasi) ti dicono che hai torto

    bisogna trovare e tenere ben stretto il coraggio di esserlo…

    qualcuno ogni tanto ci prova, anche…

    almeno leggetevelo e (magari) sforzatevi di capire l’italiano….è un po’ difficile, lo so, ma provateci !

    alba montori

    ****

    Roma, 23 marzo 2003

    Care amiche e cari amici,

    c’è un monte di cose, altro che protestare, rassegnarsi, fare degli avversari l’alibi alle nostre inerzie: È POSSIBILE, possibilissimo GOVERNARE la drammatica, tragica congiuntura che viviamo. Il comunicato che vi invio, l’ho redatto e trasmesso ieri alle ore 20.00. Ho chiesto subito alle massime “autorità” di vigilare perché fossero rimosse (non fosse che per qualche ora) le barriere frapposte contro l’informazione dei cittadini, degli utenti, dei manifestanti, dei “politici” stessi. Ho fatto presente che mi assumevo la responsabilità pubblica di parlare non solamente a nome dei 25.000 cittadini dei 163 paesi ma anche del 42 % degli eletti nel nostro Parlamento, PER L’OTTEMPERANZA DELLA RISOLUZIONE DELLA CAMERA DEI DEPUTATI adottata con oltre il 90 % dei votanti, relativa al mandato al governo per rilanciare la proposta-concessione a Saddam dell’esilio anche per i suoi. Mi è stato subito chiesto cosa c’entrasse Mubarak, prendendo atto con stupore del fatto che ritenevo di poter garantire l’accordo immediato di Papandreu.

    Fino alle 13:40 di oggi, quando il TG1 ha dato la notizia, tutti i tele e i radio giornale hanno censurato la notizia. Il governo e – in decalcomania – anche il leader dell’opposizione non si sono occupati di questa quisquilia.

    Alle 10:00 ora italiana Mubarak stamane chiedeva la “sospensione” dello scontro militare PER REALIZZARE UNA SOLUZIONE POLITICO DIPLOMATICA AL PROSEGUIRSI DELLA GUERRA.

    Al Cairo, Emma a parte, ci si ascolta? E anche i falchi di Washington lo fanno?

    L’onore, forse l’intera Europa è nei 400 parlamentari che rispondendo alla propria coscienza e alla propria consapevolezza hanno mostrato la forza di aggregazione della nostra proposta ., a sentirli, in queste ore, anche i nostri leaders di governo e di opposizione cominciano con 62 giorni di ritardo a dirsi occupati e preoccupati, principalmente del dopo Saddam divenuto oggi anche grazie a loro il dopo guerra.

    Affermo con più di una punta di dolore e di intelligenza che NON ESISTE attualmente PROPOSTA POLITICA PRECISA, OLTRE LA NOSTRA, DI FATTO PER DECINE DI MILIONI DI NOI CLANDESTINA, INESISTENTE.

    Mentre di questo ci occupiamo, Marco Cappato è in carcere a Londra, dimostrando lui, il radicale proclamato “europeo dell’anno” cosa voglia dire essere “disobbediente”; aumentano i suicidi nelle carceri e nelle vittime sicuramente innocenti di retate di stampo terroristico-fascista-comunista nei confronti di persone sospettate di diversità o anche di colpevolezze da provare; abbiamo quasi 1000 scienziati, ricercatori, docenti universitari che sottoscrivono la proposta di Luca Coscioni per scongiurare un voto quantomeno prematuro in tema di libertà della scienza e di diritti del malato.

    Su tutto questo ciascuno di noi del progetto “Irak libero”- ha idee posizioni fedeltà diverse e non di rado contrapposte. Ma ridirò qui una convinzione che mi guida da una vita: siamo UNITI a coloro che danno risposte opposte alle nostre a domande che rendiamo comuni ed estranee a coloro che queste urgenze ignorano, alle quali nulla danno di se e speranza.

    Vi chiedo “aiuto”. A ciascuno come riterrà di poterlo dare, ma ciascuno facendo ORA.QUALCOSA.

    Per dirla tutta ho proprio l’impressione che questa nostra comune opera debba essere tenuta tale sconosciuta, proprio alle masse delle manifestazioni e a quelle che in solitudine ascoltano il chiasso di vociferazioni e di azioni senza moralità e responsabilità di proposta.

    Si convoca l’Italia, noi plebe italiana, al Colosseo nel quale a rappresentarla vi sono Giulietto Chiesa o Paolo Gambescia, tutti, come vedete.

    Rafforzate, rafforziamo i 25.000 di http://www.radicalparty.org, il 43% dei deputati e senatori diventi oltre il 50 % il Governo e le opposizioni subito ottemperino all’obbligo costituzionale del rispetto immediato della delibera della Camera dei Deputati, facciamo di Radio Radicale l’esempio che ciascuna e ciascuno di noi può essere attorno a sé.

    Grazie per l’attenzione amica, amico. Possiamo farcela anche per tutti gli altri che a farcela davvero, nemmeno ci pensano, soddisfacendoci con lo sdegno e l’odio per gli avversari, per gli altri da sé. Non mollare. Fai quello che devi e accada quello che può. Irak Libero e democratico, Organizzazione Mondiale della e delle Democrazie. Nonviolenza, noncodardia, democrazia, vita del diritto per il diritto alla vita di tutti.

    Un abbraccio,

    Marco Pannella

  3. Anch’io, come Bush, sto perdendo la pazienza


    Tratta da Da La Guerra a la Pace

    1914-1919
    La ninna-nanna
    de la guerra


    Ninna nanna, nanna ninna,


    er pupetto vô la zinna1:


    dormi, dormi, cocco bello,


    sennò chiamo Farfarello2


    Farfarello e Gujrmone3


    Gujermone e Ceccopeppe4


    che se regge co’ le zeppe,


    co’ le zeppe d’un impero


    mezzo giallo e mezzo nero.


    Ninna nanna, pija sonno


    ché se dormi nun vedrai


    tante infamie e tanti guai


    che succedeno ner monno


    fra le spade e li fucilli


    de li popoli civilli…


    Ninna nanna, tu nun senti


    li sospiri e li lamenti


    de la gente che se scanna


    per un matto che commanna;


    che se scanna e che s’ammazza

    a vantaggio de la razza…


    o a vantaggio d’una fede


    per un Dio che nun se vede,


    ma che serve da riparo


    ar Sovrano macellaro.


    Ché quer covo d’assassini


    che c’insanguina la terra


    sa benone che la guerra


    è un gran giro de quatrini


    che prepara le risorse


    pe’ li ladri de le Borse.


    Fa’ la ninna, cocco bello,


    finché dura ‘sto macello:


    fa’ la ninna, ché domani


    rivedremo li sovrani


    che se scambieno la stima


    boni amichi come prima.


    So’ cuggini e fra parenti


    nun se fanno comprimenti:


    torneranno più cordiali


    li rapporti personali.


    E riuniti fra de loro


    senza l’ombra d’un rimorso,


    ce faranno un ber discorso


    su la Pace e sul Lavoro


    pe’ quer popolo cojone


    risparmiato dar cannone!


    ottobre 1914


    1) La poppa.


    2) Il diavolo.


    3) Guglielmo II.


    4) Francesco Giuseppe.


    Trilussa

  4. Premetto e mi pare doveroso, che l`attacco all`Iraq era a mio avviso indispensabile in mancanza di una sufficiente pressione diplomatica,di un potere realmente esecutivo e semmai di proteste di massa a livello internazionale contro il regime di Bagdad.

    Detto questo, mi chiedo se chi si adopera oggi per la pace abbia solo una urgenza morale di farlo o se a questo, si aggiunge la speranza che i cortei e le proteste possano fermare un conflitto lanciato ormai a tutta velocita`?

    Non credete sia il caso di pianificare il dopo conflitto e stabilire regole nuove perche` in futuro l`opinione di moltissimi non sia inevitabilmente ignorata?

    Non credete che sia indispensabile che le centinaia di migliaia di uomini e donne che marciano per la pace oggi, abbiano domani un sostanziale o perlomeno parziale diritto alla gestione di crisi che riguardano paesi non allineati o alineabili con le regole internazionali di convivenza?

    In altre parole: Come una delegazione del movimento per la pace con potere esecutivo gestirebbe per esempio una Corea del Nord che fa svolazzare megatoni su la testa dei giapponesi e minaccia di usare ordingni contro l`Occidente?

    Quando, per concludere,termina la pace e inizia la guerra?

    Claudio

  5. Portare la damocrazia in un paese che fa capo al Corano cosi come tutti i paesi con cui l`Iraq confina, Bush vuole superare se stesso. La turchia L`Arabia saudita l Iran Sono DEMOCRATICHE?

    A Proposito l`articolo mi piace.

    NY

  6. Chi l’ha detto che non esiste nell’universo l’entropia negativa?Il popolo pacifista crea situazioni e pensieri ad entropia negativa,e questo ringraziamento a Bush è quanto di meglio:una trasformazione lucidissima di fatti sporchi e profondamente negativi.

    Grazie a Voi,e complimenti! Che la Pace scenda su tutti,anche su chi ancora vuol vedere a tutti i costi la malafede nelle ultime manifestazioni pacifiste(tutti comunisti ed antiamericani!!!:-) e crede che la via delle armi sia l’unica praticabile.BUONA PACE A TUTTI.

  7. Grazie anche per averci fatto rivalutare il nostro amatissimo presidente che credevamo fosse una delle persone più viscide sulla terra, ma grazie alla sua presenza è quasi passato in secondo piano trovando finalmente una sua collocazione ideale cioè lo zerbino di casa Bush.

  8. Dopo ciò che ho visto oggi…

    Questa è Sidun di De Andrè dall’album Creuza de ma’…

    U mae ninin* u mae u mae

    lerfe grasse au su

    d’ame d’ame

    tumù duçe benignu

    de teu muaè

    spremmuu ‘nta maccaia

    de stae de stae

    e oua grummu de sangue ouege

    e denti de laete

    e i euggi di surdatti chen arragge

    cu’a sciiumma a a bucca

    cacciuéi de bae

    a scurri a gente cumme selvaggin-a

    finch’u sangue sarvaegu

    un gh’à smurtau a qué

    e doppu u feru in gua

    i feri d’a prixùn

    e ‘nte ferie a semensa velenusa

    d’a depurtaziùn

    perché de nostru

    da a cianua a u meu

    nu peua ciu cresce aerbu

    ni spica ni figgeu

    ciao mae’ nin l’ereditae

    l’è ascusa

    ‘nte sta çittae

    ch’a bruxa ch’a bruxa

    inta seia che chin-a

    e in stu gran ciaeu de feugu

    pe a te morte piccin-a

    —–

    *Vezzeggiativo che sta per bambino.

    è la storia di un padre palestinese che tiene i resti del suo bambino sulle ginocchia… bambino ucciso da una bomba israeliana… la traduzione la potete trovare facilmente ma finisce press’a poco così:

    “Tutto questo gran cielo di fuoco per la tua piccola morte”… mi dispiace… comunque la pensiate… mettetevi per un attimo sotto le bombe con le vostre famiglie… pensate alla paura che desta un semplice violento temporale… poi moltiplicate per non so quanto… considerate che non c’è la casualità del temporale… quegli scoppi stanno colpendo qualcuno da qualche parte. NON C’E’ MOTIVO CHE TENGA… NESSUNO… CI SONO SEMPRE ALTRE SOLUZIONI… MENO ECONOMICHE E BREVI (FORSE!) AD ESEMPIO BOICOTTARE IL PETROLIO DI SADDAM… DICO IDIOZIE? PENSATECI UN ATTIMO… BASTEREBBE UN MESE FORSE… IL POPOLO IRACHENO NON VIVE CERTO DEI PROVENTI DEL PETROLIO! CON CHE SE LE PAGHEREBBE SADDAM LE ARMI CON CUI DETIENE IL POTERE? SE EVADETE UNA TASSA VI BECCANO, POSSIBILE CHE NON POSSANO BECCARE GIRI DI MILIARDI DI EURO E DOLLARI CHE VANNO IN ARMAMENTI O TRAFFICI DI DROGA? ‘STI DOLLARI SE LI FABBRICANO? O PIUTTOSTO NON SI VUOL SENTIRE DA QUELL’ORECCHIO SE NO LE BORSE CROLLANO!

    Un triste saluto a tutti

    Cesare

  9. smettiamola con l’ipocrisia dei pacifisti, non si tratta di guerra o pace, credo che tutto il mondo sia a favore della pace.

    Occorre fermare un pazzo di nome Hussein, dittatore e oppressore di un popolo intero grazie a un pugno di uomini, quanti si dichiarano pacifisti nei confronti di questa guerra vogliono salvare Saddam? sono a favore suo?

    Rendiamo libero il popolo Irakeno e difendiamo la nostra di libertà.

    Probabilmente se tutto il mondo si fosse schierato contro Saddam non avrebbe avuto via di scampo e sarebbe stato costretto ad un esilio senza sparare un colpo. Grazie a chi lo difende e vorrei sapere il perchè, gli si è data l’opportunita di approftittarne in nome della pace (da che pulpito).

    E non credo che il petrolio sia un motivo tra i principali per il quale è scoppiata una guerra.

    Nella vita bisogna avere coraggio e il coraggio di dire basta ad una persona tra le più pericolose al mondo.

    Guardiamo la realtà dei fatti, difendiamoci da un’invasione mediorientale.

  10. Infatti diciamo basta a Bush, che in nome della democrazia, va a terrorizzare la povera gente. A proposito, verrà mai indicato al tribunale dell’Aja unitamente all’amico Blair per crimini contro l’umanità.

  11. Ma che ti sei fumato?

    Mah…

    Difendere Saddam…

    Senti… cambia spacciatore, quella roba non è buona.

    Ciao e attiva il cervello prima di parlare.

    A.

  12. Se le baggianate che ci raccontano tutti i giorni sui vari telegiornali e che il giorno dopo vengono smentite dai fatti, sono identiche a quelle che gli USA hanno propagandato sino ad oggi c’è poco da stare allegri.

  13. L’unica vera dittatura e’ quella del potere economico mondiale.

    Non toccare mai quelle persone ed i loro interessi, altrimenti son cazzi tuoi!

    Lu

  14. Il mio cervello è molto attivo, forse il tuo è un pò atrofizzato e si lascia strumentalizzare forse perchè non sei in grado di ragionare con autonomia.

    Il fatto è che se sei contro la guerra per cacciare Saddam sei dalla sua parte e quindi vuoi che resti al potere. Non pensi che lui in prima persona abbia causato più morte in irak di quanto stiano facendo Bush/Blair/Aznar?

    Tu ti senti al sicuro e libero in un mondo con tanti Saddam? Nel caso la tua risposta sia SI andresti in Iraq a far conoscere i nostri concetti di democrazia? sai cosa ti aspetterebbe per pronunciare una parola che non sia quella di Saddam? LA MORTE!!! Rifletti

  15. Tutti gli entusiasti democratizzatori dell’Irak (radicali in testa) danno per scontato che la gente in Irak viva male a causa del regime. Chiaramente questo è il punto di vista di chi è nato e cresciuto in democrazia, quindi anche il mio. Ma siamo proprio così sicuri che in Irak si campi peggio che in Arabia, o in un’altra qualsiasi famigerata teocrazia mediorientale? Non è che gli iracheni, guardandosi attorno, scorgono donne col burka e imam dispotici e preferiscono tenersi il loro piccolo stalin laico? E in ogni caso, a me Berluskoni non piace, ma se domani una superpotenza mi prendesse a cannonate per “liberarmi” da lui, tirerei fuori la mia bella bandiera italiana e mi schiererei a sua difesa … anzi, mi metterei pure a cantare: “E Forza Italiaaaaa”. E adesso non cominciamo con i kurdi, please: prendono schiaffoni a destra e a manca da sempre e NESSUNO in occidente ha mai mosso un dito per aiutarli. Gli sciiti non so nemmeno come sono fatti (ma vi posso raccontare per filo e per segno i particolari più intimi del delitto di Cogne) e per quanto ci si sforzi, non si trova in giro un oppositore iracheno al regime di Saddamone, roba che tra un po’ dovranno fabbricarli per mostrarceli in TV. O meglio, qualcuno c’è, ma non chiedetegli cosa pensa della Palestina, del Jihad, di Osama … non davanti alle telecamere, almeno. KID

  16. Al solito…

    Una valanga di propaganda, faziosa e spesso ridicola…

    Questo e’ quanto si vede in questi giorni, da entrambe le parti in guerra oltre che da parte dei vari ed eventuali….

    Riuscira’ Bush a cacciare Saddam?

    L’america (e io non sono antiamericano, anzi, credo che quel popolo possa insegnare molto ai vetusti europei) o meglio la sua amministrazione Bush riuscira’ a fare quello che da un bel po’ di anni non riesce? Cacciare un governo sgradito?

    C’e’ da dire che i precedenti non permettono molta fiducia…

    1) Vietnam (meglio non ricordare),

    2) Iraq 1991 (guerra persa dato che Saddam e’ rimasto li’ intatto e per di piu’ capace di nuocere parecchio),

    3) Afghanistan (dopo tanto tempo la maggior parte del paese e’ fuori dal controllo, i burka si vedono tanto quanto prima, solo alcune zone sono sotto controllo e il famigerato Bin Laden e’ uccel di bosco)

    Possiamo notare come qualche giorno fa’ le notizie ufficiali davano Bassora conquistata, poi ieri ancora Bassora e’ stata conquistata… probabilmente fra qualche giorno Bassora verra’ conquistata….

    Gli iracheni certo non sono meglio, anzi, sono assolutamente nefandi…. comunque sia sono ancora li’ a difendere Saddam. Che lo facciano per patriottismo o perche’ hanno il fucile puntato un dato di fatto e’ certo: sara’ da vedere se la coalizione li liberera’ stavolta…

    Quindi parleranno i fatti, alla fine. Il resto sono inezie.

    Io sono pacifista. Saddam e’ un grande disgraziato che ha messo il suo paese alla fame, che ha massacrato una quantita’ di persone pazzesca. Non merita nulla. Bush vedremo cosa fara’. Al momento ha sicuramente massacrato l’ONU, ha dato un calcio alla diplomazia, alla ricerca di consensi, all’europa unita…

    Non mi sembra comunque un modello da imitare. Vedremo se almeno fara’ qualcosa di concreto o se si limitera’ a far massacrare gratuitamente un po’ di gente (anche i poveri ma gloriosi e bravissimi soldati americani) nelle mille azioni di guerriglia che gli iracheni inventeranno per loro…

    Vedremo, vedremo…

  17. Quante strade deve percorrere un uomo

    prima di poterlo chiamare uomo

    e quanti mari deve navigare una bianca colomba

    prima di dormire sulla sabbia

    e quante volte debbono volare le palle di cannone

    prima di essere pribite per sempre?

    Bob Dylan (Blowin’ in the wind)

  18. Le guerre hanno tutte pretesti vari, ma hanno sempre la stessa causa:

    L’esistenza delle forze armate.

    Togliete di mezzo le forze armate, e toglierete di mezzo la guerra.

    Victor Hugo

  19. Sono sicuro che c’è anche una canzone sui morti…INNOCENTI negli autobus, quelle vittime dei kamikaze, bambini che vanno a scuola, operai, casalinghe che vanno a fare la spesa; sono sicuro che esiste, e sono certo che non l’hai messa solo perchè non ti ricordi dove l’hai salvata, non certo per faziosità, non certo per ipocrisia, ti prego, dammi ragione.

    Nico

  20. SI VIS PACEM, PARA BELLUM

    publio cornelio scipione

    marco porcio catone censore

    giulio cesare

    ottaviano augusto

    ecc. ecc.

  21. Il mio pensiero va ai soldati di entrambe le parti convinti di massacrarsi per un ideale giusto e valoroso. Va agli americani ed agli inglesi che sono convinti di combattere per la libertà degli iraqeni, va agli iraqueni che sono convinti di combattere per la loro libertà. MA va anche a Bush e a Saddam che per difendere i propri interessi sono riusciti a mandare al macello tanti uomini valorosi. In questo Iraq e America non sono poi così distanti. Un augurio ai pacifisti perchè il loro impegno concreto possa farci aprire gli occhi e imparare a cambiare.

    Claudio

  22. Già..anche il mio.”Convinti di massacrarsi per un ideale giusto e valoroso”…poveretti,e poveri i civili.

    La guerra è sempre la stessa minestra da che mondo è mondo:i burattinai che muovono i fili per fare ciò che vogliono dei burattini,fomentando gli scontri fra di essi e facendo apparire le guerre “giuste”…finchè ci riusciranno,finchè un giorno o un altro l’ESSERE UMANO riaquisterà il suo potere…e allora non ci sarà più un trono(nè di destra nè di sinistra nè di centro) e dei sudditi,ma un’unica pianura…

    Ma la radio va

    e non si fermerà

    ti prenderà per mano

    ti insegnerà a volare

    visti dall’alto i draghi del potere

    ti accorgi che son draghi di cartone!…

    Ma non lo vedi sono di cartone

    se resti a terra che vuoi capire

    con la scusa di schiarirtele

    ti confonderanno sempre più le idee

    ti manderanno allo sbaraglio in questa

    farsa,nel ruolo di comparsa!…

    Ma basta che voli in alto

    ma basta che ti alzi un poco

    e scopri che quello che ti faceva

    paura era soltanto un gioco!

    e adesso,hai l’occasione per poter

    volare,allora,non la sprecare,prova a volare!…

    Edoardo Bennato

  23. Sicuro Nico, ti do ragione, vedi, non sono mai stato schierato politicamente come forse hai creduto, dato il taglio deciso a sinistra della canzone e del suo autore, il fatto che la canzone si riferisca ad un palestinese non è il motivo per cui l’ho inviata. Io gestisco una ludoteca e sto tutti i giorni con i bambini… è questo il motivo… Una bomba ha ucciso un innocente… poco m’importa di chi sia o i motivi di chi ha sganciato la bomba… la canzone esprime con forza questo e basta. Sono contro tutte le guerre perchè sono fermamente convinto che ci siano altre soluzioni che VOLUTAMENTE non sono perseguite. Non si colpisce a fondo la mafia, non si colpisce a fondo la droga, e, guarda caso, vi sono sempre sotto fiumi di denaro che addomesticano qualcuno o pagano qualche altro per uccidere (Moro, Falcone, Borsellino). E via via le questioni si ingigantiscono fino a divenire statali e mondiali. Cherchez la femme dicono i non meno ipocriti francesi… io direi cherchez l’argent… se stani chi fa i soldi hai fatto bingo… ma dovrebbero esistere politici onesti e… vivi! Scusami per le semplificazioni e il discorso è sicuramente più complesso e difficile ma forse la strada è quella giusta. Tutti sanno, per esempio, che i dollari del petrolio non arrivano alle tasche degli irakeni, ma foraggiano solo Saddam e, ovviamente il suo regime ed il suo esercito (dollari americani come i ragazzi che stanno morendo ora in irak) e allora? Si fa un embargo per tutti i prodotti che riguardano la popolazione civile (le armi entrano lo stesso perchè non usano certo canali ufficiali) e non si affama il regime non acquistando il suo petrolio? Correggimi se sbaglio ma, come minimo, si è scelta la strada più lunga!

  24. SI VIS PACEM PARA PACEM

    La guerra è la continuazione della guerra con altri mezzi

  25. Grazie per quello che state facendo al Posto dell’incapace ONU,

    Grazie di liberare il popolo Iracheno dal ricco Dittatore Saddam

    Grazie soprattutto dalla futura “bonifica” delle armi di distruzione di Massa possedute dai militari iracheni e che potrebbero un giorno arrivare in Europa “a bordo” di un efficiente Missile Coreano (loro alleati) partito dall’iraq

  26. Grazie per quello che state facendo al Posto dell’incapace ONU,

    Grazie di liberare il popolo Iracheno dal ricco Dittatore Saddam

    Grazie soprattutto dalla futura “bonifica” delle armi di distruzione di Massa possedute dai militari iracheni e che potrebbero un giorno arrivare in Europa “a bordo” di un efficiente Missile Coreano (loro alleati) partito dall’iraq

  27. Hai centrato il “problema”…

    I veri motivi di questa guerra (di liberazione) sono proprio questi

    Speriamo che “dopo” l’ONU si riveli all’altezza (stavolta) della Situazione

    Sandra

  28. La Jihad, come si insegna nelle scuole teologiche sia sannite, sia sciite, è altra cosa. E’ una guerra interiore, un percorso spirituale che il fedele combatte con se stesso, al proprio interno, per giungere alla verità. Questa è l’autentica interpretazione esoterica della Jihad. Parlare di effettiva guerra religiosa è fuorviante, genera equivoci radicali”. Cacciari ultimamente ha frequentato “le scuole teologiche islamiche” e perfino i circoli esoterici? Chi l’avrebbe detto. E chissà perché dice “la Jihad”. Bruno Etienne, nel suo “L’islamismo radicale” (edito da Rizzoli) ironizza – pagina 182 – sul dilettante che “declina Jihad al femminile”. Si dice “il Jihad”. Cacciari – che pure detesta gli ignoranti – sembra non sospettarlo. Va ancora peggio per il contenuto, perché Etienne capovolge la teoria da lui pomposamente esposta. Infatti Jihad significa sì “combattimento contro se stessi”, ma come mezzo della “lotta per l’espansione dell’Islam e dunque combattimento contro gli infedeli e contro i cattivi musulmani”. Proprio ciò che Cacciari escludeva.Lo “sforzo su di sé – spiega Etienne – non distoglie tuttavia il musulmano dalla tensione della fede nella sua lotta contro il male, giacchè scopo del Jihad è la fondazione di una ‘logocrazia musulmana’ su tutti i gruppi sociali. Il Jihad deve portare alla sottomissione dell’intera umanità a Dio e in vista di ciò i musulmani devono anzitutto trasformare se stessi… In questo senso il Jihad organizza l’uso della violenza”.

    Non solo. Etienne fa capire pure che il Jihad, lungi dall’essere un deviazione dei fondamentalisti, è il contenuto etico dell’Islam in quanto tale. “Gli islamici si attengono alla dottrina classica, al Corano e alla Sunna, sui quali si è formato il senso originario di Jihad: la lotta non solo contro gli infedeli, ma anche contro gli stessi musulmani, per annunciare al modo il Sigillo della profezia e realizzare lo Stato islamico mondiale, La Umma ha la missione storica di convertire tutta quanta l’umanità alla vera religione”. Etienne cita le sure del Corano che obbligano alla guerra santa. L’autore più citato dagli islamici, Ibn Taymiyya “mette la diffusione dell’Islam ad opera della guerra al di sopra dei cinque pilastri e il Jihad può avere termine solo con la Umma generale cioè quando il mondo intero sarà convertito all’Islam”. Certo, “sono ammesse tregue e deroghe, ma necessariamente provvisorie e di breve durata”, perché “l’Islam deve stendersi l’universo, se necessario con la forza”. Questo non significa che si debba criminalizzare ogni islamico. Sarebbe idiota e odioso. Si tratta di capire e loro dovrebbero aiutarci.

    Il 14 settembre 1998, Repubblica titolava: “‘L’Italia sarà islamizzata’. Così si prepara la guerra santa”. Riportava le parole dello sceicco Omar Bakri che citando Maometto affermava che dopo Costantinopoli “toccherà a Roma”. Non è un problema di terrorismo. Si tratta di sapere se gli islamici che sono tra noi approvano o condannano la concezione della libertà dei paesi a maggioranza islamica. Perché l’immigrazione musulmana in Occidente si è fatta massiccia. Bernard Lewis parla di “terzo tentativo di invasione musulmana dell’Europa, portato con maggior successo dei precedenti”.

    Un alto esponente islamico ebbe a dire:” Grazie alle vostre leggi democratiche vi invaderemo, grazie alle nostre leggi religiose vi domineremo”. Forse non sarà vero, ma perché i musulmani dell’Occidente non chiedono ai regimi arabi e islamici di riconoscere a tutti eguali diritti? In genere a questo si controbatte che cristiani ed ebrei non sono obbligati alla conversione. Lo ripete anche Sadik J. Al-Azm, nel suo “L’illuminismo islamico”, ma riconosce che il Jihad cessa verso di loro “non appena si sottomettono all’autorità politica dell’Islam”. Significa sottomettersi alla legge islamica, dover pagare un’imposta (jiziya) “che permetta loro di essere ‘protetti’ in virtù di un patto di sottomissione. Protetti ma non cittadini”osserva Alexandre Del Valle. I cristiani dunque non possono professare pubblicamente la loro fede, né fare proseliti. Significa la sparizione. Come del resto si verifica già oggi in tutti i paesi islamici, compresi quelli cosiddetti “moderati” (mentre in altri, come il Sudan, i cristiani hanno subito il genocidio.

    Del Valle, islamologo dell’università di Parigi, osserva che “lo studio comparativo della statuto legale dei non-musulmani com’è concepito nelle quattro scuole giuridiche dei sanniti e nella tradizione sciita – mostra che il rigetto del potere politico-giuridico degli ‘infedeli’ da parte dei musulmani, si inscrive in una continuità storica (dalla sottomissione degli ebrei d’Arabia nel 638 fino ad oggi). E’ nato dalla più pura tradizione islamica ortodossa, tutte le tendenze dell’Islam essendo unanimi su questo punto”.

    Del Valle critica il fatto che i nostri intellettuali “accecati dalla loro concezione occidentale della fede” e anche dall’ignoranza, “si rifiutino in generale di analizzare l’Islam e l’islamismo in termini di minaccia”. Del resto anche in ambito cattolico – il caso più eclatante è quello del senatore Angreotti – si preferisce difendere i regimi arabi. Lo si farà per evitare giri di vite sulle minoranze cristiane di quei paesi. Ma con quale risultato? Come ha scritto Limes, “il cristianesimo è oggi la religione più perseguitata al mondo. I numeri sono scioccanti: 250 milioni perseguitati cristiani nel 1997 , 160mila vittime ogni anno per morte violenta in almeno 70 paesi”.

  29. Che cosa attende l’Occidente? Il nuovo secolo si è aperto tragicamente, con la distruzione delle Twin Towers. Ne siamo stati sbigottiti non solo per l’inatteso e imprevedibile attacco, ma anche perché abbiamo capito che la più civile e ricca civiltà del mondo è vulnerabile. Un proletariato esterno straccione spinge dalle frontiere e un proletariato interno sazio e insoddisfatto collabora alla disgregazione della civiltà occidentale.

    Chi volesse capire quali sono le sfide che attendono l’Occidente all’inizio del nuovo millennio, non ha che da leggere una ricca e avvincente raccolta di saggi: “Dalla società chiusa alla società aperta”, appena edita da Rubbettino. Ne è autore un professore di sociologia della LUISS, Luciano Pellicani, fertile scrittore di storia politica. Già negli anni Settanta, con i primi saggi dedicati al marxismo, Pellicani demitizzò il “bestione trionfante”. Erano gli anni del catto-comunismo e non era facile prendere posizione contro. Il filo di Arianna che lega i saggi ora raccolti è la superiorità dell’Occidente su ogni altra civiltà. Esso è una civiltà “aperta”, dove il massimo di libertà è possibile sulla base del primato della persona sulla società, del pluralismo sociale, politico, religioso e culturale. Non bastano la scienza e la tecnologia per produrre ricchezza, è necessario anche un costume di libertà, che l’Occidente ha avuto in maniera eminente. Pellicani rifiuta quel relativismo culturale, di cui si nutrono i giottini solo per sputare sul piatto occidentale dove mangiano.

    Fuori dell’Occidente c’è collettivismo e tirannia, intercalati da anarchia e rivolte. Anche il marxismo, che pure era una ideologia occidentale, figlia dell’illuminismo, di Hegel e dell’utopia socialista, finì per produrre il collettivismo asiatico, cioè sottosviluppo e sterminio (circa cento milioni). Ma il pericolo non si chiama più comunismo. Si chiama fondamentalismo islamico. Col quale l’Occidente dovrà combattere a lungo. Pellicani sa bene che non tutti gli islamici sono fondamentalisti, che anche in Islam esistono gruppi che vogliono aprirsi alla democrazia, anche se possono esprimere le loro idee solo con internet, che non mancano gruppi islamici assai avanti sulla via dell’integrazione, che la Turchia da quasi un secolo ha realizzato una difficile sintesi di islamismo e laicità. Ma sa anche che il conflitto tra Islam e occidente è più forte dei singoli musulmani, in quanto deriva da una antropologia religiosa incompatibile con quella cristiana.

    Non di rado il bersaglio polemico di Pellicani è Franco Cardini, le cui posizioni neutraliste e terzo-mondiste si sono accentuate negli ultimi anni. Pellicani sa che gli islamici non combattono le perversioni dell’occidente, ma i suoi principi di libertà e tolleranza. Per questo non rifiutano solo la religione cristiana, ma anche quella laicità che il cristianesimo aveva nel suo DNA e che negli ultimi secoli della storia di occidente si è accentuata al punto da tradursi in tolleranza religiosa. Ecco perché i fondamentalisti islamici combattono ancora più dei cristiani quegli islamici non fondamentalisti che sono aperti alla modernizzazione. Come fece l’ayatollah Khomeyni nel 1979, quando cacciò in esilio lo scià “modernista” Reza Pahlevi, che aveva “venduto l’anima” al Grande Satana d’Occidente.

    Ecco perché la spiegazione dell’antioccidentalismo islamico in chiave economica non quadra e quei cattolici che vedono nella povertà delle popolazioni musulmane la prima causa del conflitto ragionano da marxisti. Non è così. L’odio dell’islamico coinvolge la ricchezza degli occidentali non già in nome di una giustizia sociale, che non c’è in nessun paese del Dar al-Islam, ma proprio perché essa è fonte di corruzione e di ateismo. Come si è espresso il fondamentalista algerino Abbasi Madani, leader del Fronte Islamico di Salvezza, “l’Occidente, cieco e zoppo, ha rotto l’unità di rivelazione e ragione, ha adorato la materia”. La guerra non è fatta dai poveri contro i ricchi, ma dai credenti contro gli infedeli: è una guerra santa, voluta da Dio che “ha rimesso la terra ai musulmani”. Pellicani ritiene un errore quello di Cardini, che nel suo saggio “Noi e l’Islam” nega che sia la “jihad” degli islamici, sia le crociate dei cristiani siano state guerre sante.

    Che, poi, anche la globalizzazione possa avere accentuato il fondamentalismo, Pellicani lo sa bene. Il mercato mondiale non si limita a produrre e vendere beni su scala planetaria, ma produce dei forti mutamenti antropologici nel senso dell’unica civiltà-di-mercato della storia, appunto l’occidentale. Diffusione della globalizzazione ed esplosione del fondamentalismo islamico vanno di pari passo. Tanto che non è difficile prevedere che i decenni futuri saranno caratterizzati da scontri violenti tra la civiltà cristiana e quella islamica. Due civiltà che difficilmente potranno convivere, dato che per l’Islam l’Occidente è ateismo e perversione morale, mentre per l’occidente l’Islam è un dinosauro fossile.

    Che fare? Pellicani non si esime dal proporlo. Anzitutto va rafforzata la coscienza europea, diciamo pure l’orgoglio europeo. L Occidente, nonostante difetti e colpe, ha realizzato la forma più ampia di società “aperta”, nella quale il benessere è stato figlio della libertà e del pluralismo. Società aperta non significa “società perfetta”, ma “società meno imperfetta delle altre”. Tale tradizione europea va difesa e fatta conoscere. Senza imposizioni e, se possibile, senza guerra. Il pacifismo è un abito che non costa niente e tutti possono indossarlo. Il vero problema è invece la pace. Che oggi è in pericolo soprattutto a causa delle violente reazioni dei fondamentalisti islamici contro i valori e le istituzioni dell’Occidente (separazione tra stato e chiesa, primato della coscienza, laicità, emancipazione femminile, democrazia), che si sono spesso tradotte in una guerra ideologica contro quella civiltà liberaldemocratica, che esiste solo nelle aree culturali cristiane.

    Nessun razzismo, nessun imperialismo. Anzi, la ricerca della convivenza delle culture, sul fondamento della difesa della propria. Ma senza illusioni pacifiste o interetniche. La guerra dell’Islam contro l’Occidente non è scoppiata l’11 settembre 2001, era già in atto e in crescita da più di due decenni. Scrive Pellicani: “Con la Rivoluzione iraniana è iniziata l’ “era islamica”, caratterizzata da un impressionante proliferazione di movimenti fondamentalisti e di sette terroristiche che invocano la Guerra Santa contro l’America e ciò che essa simbolizza. Certamente, gli attivisti del “Jihad” non sono che una minoranza; ma, altrettanto certamente, essi esprimono il diffuso risentimento che anima i musulmani nei confronti dell’occidente”. Dobbiamo cercare la pace, ma con realismo, consapevolezza e responsabilità.

  30. Fuori dell’Occidente c’è collettivismo e tirannia, intercalati da anarchia e rivolte

    Ok, ma grazie a chi, a cosa? Si profila un nuovo tipo di discorso storico strumentale, che si sostituisce a quello in vigore nel salotto televisivo di Vespa. Mentre finora l’interlocutore di turno (tipo Clarissa Burt) faceva semplicemente iniziare la Storia dove gli fa più comodo (ad esempio: la seconda guerra mondiale ultimamente inizia dallo sbarco degli alleati …), da oggi si comincia il discorso nel puro non-essere, nel presente in divenire: la situazione è questa, il nemico è questo, noi siamo qui, loro sono là, noi siamo così loro colà … non un dubbio, non un perchè, una via di riflessione lontana dallo scontro. E’ la nuova mentalità di guerra permanente (anzi, dovrei chiamarla come l’hanno chiamata gli esperti di comunicazione del pentagono: libertà duratura). Grazie Bush, anche questo è merito tuo.

  31. Cara Sandra speriamo che prima o poi riescano a bonificare anche le vostre teste

  32. Libertà significa, avere anche delle idee diverse dalle tue…

    Pacifisca del cazzo…

    Io voglio vivere senza burka, senza armi chimiche sopra la mia testa, senza vedere tanti sfigati sporchi e con i polmoni pieni di Maria, incatenarsi alle novi e/o treni !!!

    A Voi NON vi tira proprio…

    FORZA AMERICA

  33. GRANDE SANDRA !!!

    Iole

    P.S. per fare vedere che non gli tira usano i pantalini con il cavallo basso…

  34. Un grazie lo deve anche Bush a Bin Laden (forse).

    Senza di lui come avrebbe potuto fare quel che fa?

  35. Caro Marco Pannella, come le acque carsiche apparite e poi sparite. Sempre con proposte “originali” come questa. Saddam in esilio? E quando mai! La pianificazione di questa guerra era già stata presentata a Clinton dall’attuale segretario alla difesa USA e tutto era pronto prima del tragico 11/9. Saddam, sai bene, che 10 anni fa fu lasciato al potere, da Busch padre, perché non si sapeva con chi sostituirlo, mantenendo unito l’Iraq in quel momento e in quella situazione politica. Lo schieramento ONU, comprensivo degli stati arabi, al comando del generale Schwarzkopf, era a poche decine di km da Bagdad e con la “guardia gepubblicana” allo sbando e circondata, fu FERMATA.

    Saddam è responsabile per aver sterminato 500.000 sciiti, ma qualcun altro non ne è il mandante? (compreso il primo ministro John Major al quale il comandante delle forze britanniche si era inutilmente rivolto per andare in soccorso di quelle popolazioni).

    Per quanto riguarda il numero di firme raccolte… Beh! Anch’io quando mi imbatto in un questuante particolarmente insistente e petulante per togliermelo di torno gli mollo uno spicciolo.

    Emma, dopo il grande successo alle europee di tre legislature fa (che però hanno salassato le casse del partito per la mole di spot) ho visto che è in Egitto, spero che si trovi bene tanto bene da stabilirvici (una cosa…dille, sarà colpa dei cameraman, del satellite, ma la TV egiziana non le rende giustizia.

    Una domanda: ”E’ ora (come fanno le case automobilistiche che cambiano nome ed estetica alle auto, quando in concreto rimangono le stesse, se no nessuno più le comprerebbe) di cambiare, scusa, fondare un nuovo partito?

    Ma quanti partiti hai fondato? Il Partito Radicale no! Ma tutti gli altri si. Quanti sono stati?

    Ciao Marco

    Cost it

  36. Il 29 Marzo si è svolta la manifestazione dei “disobbedienti” ( ma a chi disobbediscono??? ) capeggiati dal signor casarini ( ma questo è sempre in giro? chi glieli paga i viaggi in giro per l’italia e per il mondo per andare a rompere i maroni ??). Dalle foto si può vedere benissimo con quali intenzioni sono giunti fino a Vicenza questi teppisti : ma alle manifestazioni pacifiche si va con il casco in testa??? O forse sono venuti tutti in motorino o forse si tratta di una campagna pubblicitaria per l’uso del casco???

    Vedendo le immagini mi viene un dubbio: ma è permesso imbrattare i muri con le scritte? E come mai a questa gente è permesso fare di tutto ?

    N.B: c’è da dire che in mezzo a questa gentaglia era presente anche molta gente in buona fede che crede davvero nella pace. Purtroppo tutto viene sempre da questi teppisti da centro (a)sociale

  37. Hai un futuro come scudo umano, usato da quall’assassino di Saddam !!!

    Elisa

  38. Patetico.Perchè non hai scritto grazie Russia per la Cecenia,o grazie Cina per il Tibet o grazie ex governo per l’approvazione della guerra in Yugoslavia.Allora nessuno ha messo lo striscone con scritto PACE.Neanche quando la Cina ha soffocato con il sangue la protesta studentesca.Non abbiamo sentito il pacifista di Bertinotti,strano!Questo non è pacifismo è strumentalizzare i buoni sentimenti di tutti noi!!!

  39. ringrazio commosso,anke gli americani hanno un cuore,grazie mr busc……

  40. Solo per la cronaca, Rifondazione Comunista e’ stata fondata nel 1991 e la repressione di Tien An Men fu nel 1989

  41. Oggi il Parlamento italiano litiga. Le opposizioni rimproverano alla maggioranza di aver messo a disposizione dell’America le basi. Tutta la giornata se ne andrà in un dibattito senza fine e senza costrutto. Anzi, senza senso. Ulivo e simpatizzanti diranno: se non c’è l’autorizzazione dell’Onu, nessuna nostra struttura può essere utilizzata a fini bellici. È scritto nella Costituzione. Peccato che varie convenzioni siano state firmate bilateralmente e tutte di segno opposto. Chi ha ragione? Il nostro è il Paese dei cavilli giuridici. Siamo bravissimi nello spaccare il capello in quattro, e intanto perdiamo di vista la realtà. Più che la sostanza ci preme la forma. O meglio, il formalismo.

    È noto che la Russia dopo aver osteggiato gli Usa nei loro propositi guerreschi ora, per dirla con Sergio Romano, ha voltato pagina. In altre parole, Bush faccia come gli pare. D’altronde Putin in Cecenia ne ha sterminati più della bomba atomica sul Giappone.l

    La Germania. Fino a ieri si è battuta perché a Saddam non venisse torto un capello. Poi, all’improvviso, non appena gli States hanno mostrato i muscoli dicendo, con o senza di voi europei ingrati spezzeremo le reni all’Iraq, ha mutato atteggiamento. Tanto è vero che ha offerto agli alleati con bandiera a stelle e strisce la propria collaborazione: se volete le basi, usatele.l

    La Francia. Stessa storia. Chirac non si è risparmiato nel fare la caricatura di De Gaulle, respingendo l’idea di attaccare quel bravo ragazzo di Saddam. Bene. È fresca la notizia che anch’egli ha chiuso un occhio e promette di chiuderne due dando licenza agli odiati statunitensi di bazzicare in territorio francese a scopi militari. Quindi, Russia Germania e Francia benché contrarie all’intervento armato aiutano il presidente americano; l’Italia, che dal primo giorno della crisi ha confermato fedeltà agli Usa, niente; pretende di buttarli fuori dalla penisola. Nessuna concessione. Chi ci capisce è bravo.l

    Forse Berlusconi ha paura. Paura dei pacifisti, rivelatisi più combattivi dei marines. Paura dei sondaggi ridicoli che infestano l’aria: sei per la guerra o sei contro? Quale idiozia. Il premier legge che i compatrioti ripudiano la guerra e teme che rimanendo a fianco di Bush possa perdere voti, consensi, popolarità. Ingenuità. Tutti odiamo le bombe. Meglio una chiacchierata diplomatica, meglio un compromesso. Ma lo avete guardato in faccia Saddam? Si può trattare con lui; lui che ha ucciso due milioni di curdi e ogni suo oppositore? Prima ha giurato: non posseggo armi di distruzione di massa. In un secondo tempo, teatralmente, ha cominciato a smantellare gli arsenali. Significa che ha mentito. Nonostante ciò qualcuno sostiene: gli ispettori seguitino a cercare, finché ogni ordigno non sia stato scovato. Errore. Ogni minuto concesso a Hussein è un minuto perso.l

    La guerra non si inizia domani o dopodomani. L’avvio risale all’11 settembre. Fu allora che il terrorismo islamita mostrò il suo volto abbattendo le Torri gemelle. Non un attentato, bensì un autentico episodio bellico. Al quale gli Stati Uniti sono stati obbligati a replicare. Con una minaccia ai talebani: o ci consegnate Bin Laden o vi rivoltiamo come un guanto. L’Afghanistan rispose con una risata: venite a prendervelo, se ne siete capaci. Bush ha atteso. Scaduto il termine dell’ultimatum è partito e ha sistemato il regime del burka.l

    Pratica conclusa? No. Rimane l’Iraq. Estimatore di Bin Laden, forse suo finanziatore, sicuramente complice. Avete fatto caso che Saddam ora si avvale dei kamikaze? Gli stessi “eroi” di Bin Laden. Gli stessi “eroi” di Arafat, quelli che entrano in Israele, salgono su un autobus, entrano in una discoteca, in un locale pubblico qualsiasi e si fanno esplodere uccidendo civili, bambini, donne, innocenti. C’è o non c’è un denominatore comune? Accertato questo, Bush ha l’obbligo morale di agire. Agisce contro Saddam perché Saddam è un pericolo per Israele, per l’Occidente, per l’America. Se lo elimina, Israele tira un sospiro di sollievo, perché i palestinesi omicidi perdono con lui un appoggio determinante. Sharon, se sollevato dall’incubo kamikaze, accetterà di ridiscutere la restituzione dei territori occupati e l’istituzione (se Arafat, o il suo successore, sarà d’accordo), di uno stato Palestinese osteggiato prima dalla Lega araba (1947) e poi rifiutato da Arafat stesso (1999) dopo i negoziati di Camp David curati da Barak. La guerra non è una passeggiata. Ovvio. Non conviene a nessuno. Ma serve ad azzerare la velleità degli islamiti di costituire la grande nazione islamica, a intimorirli, a far comprendere loro che Israele c’è e deve esistere. All’infuori di questa strategia, non esiste possibilità di rimettere in ordine il Medioriente. Il terrorismo? O lo sconfiggi o ne sei sconfitto. Bush ha ragione. Battuto Saddam, anche gli altri Stati si daranno una regolata. Altrimenti non cesseranno mai di tenere sulla corda la regione intera.l

    E veniamo all’Onu. Molti hanno detto: senza l’approvazione delle Nazioni Unite la guerra è illegittima. L’Onu rispondeva alla logica (postbellica) del bipolarismo internazionale: da una parte il blocco sovietico (e cinese), dall’altra quello Occidentale. Caduto l’impero rosso, è rimasta l’America, unica potenza. L’equilibrio (instabile) è saltato. L’Onu è diventata una scatola vuota in cui perfino l’Angola ha diritto di alzare la testa. L’Angola e Paesi simili guidati da dittatorelli al servizio del miglior offerente. Il mondo non può dipendere dal voto interessato di satrapi immorali e indegni. Fa orrore che l’Italia e l’Europa e tutti adesso dicano: no, senza la benedizione dell’Onu non ci muoviamo. Si vergognino. O le Nazioni Unite vengono riformate sulla base delle esigenze dettate dai nuovi assetti internazionali oppure non contano niente, sono destinate a morire asfissiate dalla propria burocrazia.l

    Anche Berlusconi, per motivi di sopravvivenza e di conformismo, si è attaccato al Palazzo di Vetro. È una ipocrisia. Sia fiero di aver scelto, tra il raìs assassino e il presidente eletto dagli americani, chi più gli assomiglia, e cioè il rappresentante della più pulita democrazia. Attenzione. Non che gli Usa siano il Paradiso terrestre. Semplicemente sono quanto di meno peggio offra l’umanità.l

    L’Italia non ha alternative. Deve stare con chi più le assomiglia. Il resto è speculazione politica, elettoralistica. E la sinistra stia zitta. Intervenne in Kosovo senza l’autorizzazione dell’Onu e quando la pulizia etnica di Milosevic si era già compiuta. Stia zitta per decenza. Al primo scoppio di bomba la Cgil fermerà il Paese? Lasciamoli fare i compagni, sono specialisti nel danneggiare se stessi e i lavoratori. Fra sette o otto giorni, quando gli Usa liquideranno Saddam, il loro carro, il carro del vincitore, sarà affollato di ex pacifisti poco pacifici.

  42. Trasmetto Dichiarazione del Presidente del Consiglio Massimo D’Alema del 9 Giugno 1999: (meditate Gente !)

    E’ la pace. E’ la pace che abbiamo fortemente voluto, la pace per la quale abbiamo incessantemente lavorato, con determinazione e coerenza.

    Se oggi, finalmente, la pace s’affaccia sui Balcani è anche merito del nostro paese. E credo che questo sentimento di soddisfazione e di sollievo, prima ancora che di orgoglio, sia il sentimento che accomuna tutti gli italiani.

    In questo momento sento il dovere di ringraziare innanzitutto i militari italiani che hanno assolto al loro compito con serietà, capacità e spirito di sacrificio, e che ancora saranno impegnati nella difficile missione del mantenimento della pace.

    Voglio ringraziare i cittadini italiani per la straordinaria prova di generosità con cui hanno sostenuto lo sforzo umanitario e, in particolare, le migliaia di volontari ancora in questo momento fortemente impegnati nell’assistenza ai profughi.

    Sono grato al Parlamento – le forze della maggioranza e delle opposizioni – per la maturità, il senso di responsabilità e di coesione nazionale che, in questo difficile passaggio, hanno dimostrato sostenendo l’azione del governo.

    Ora si apre una fase nuova, in cui l’Europa dovrà impegnarsi per la ricostruzione materiale, morale e politica di quella tormentata regione. E’ una grande responsabilità. L’Italia saprà ancora fare la sua parte. Come l’abbiamo fatta fino ad oggi, dimostrando di essere un grande paese: un paese maturo, serio e consapevole delle sue responsabilità.

  43. In questi giorni, come non bastasse l’incubo della guerra all’Irak, ci tocca rivivere la vergogna della guerra del Kossovo, prevedibilmente e non infondatamente rievocata dal centro-destra. Succede così di vedere, nelle tante maratone televisive, Melandri e Letta sostenere goffamente che allora non fu violata la Costituzione, perché si agiva nell’ambito Nato (cosa detta nello stesso giorno in cui Andreotti, al Senato, dimostrava come persino il trattato della Nato fosse stato violato nella guerra alla Jugoslavia). O di assistere al balbettio di Pecoraro Scanio, il quale non trova di meglio che inventarsi che “allora era d’accordo anche il Papa”. Ed ecco, da Costanzo, l’esibizione di Massimo D’Alema, che difende la sua guerra in un modo talmente supponente e pretestuoso, da spingere il pubblico del Teatro Parioli, sempre così benevolo verso l’Ulivo, ad indirizzare applausi liberatorii alle facili confutazioni di un pensatore come Belpietro. E oggi riecco il Nostro sulla Stampa, saldo come una roccia: “D’Alema non cambia idea”. E’ noto che una memoria lunga è spesso d’ostacolo all’azione politica, nella quale è utile a volte saper dimenticare: ma la ferita del Kossovo è troppo recente e troppo profonda per essere archiviata o peggio, rimossa. Anzi, è proprio in queste giornate drammatiche, dentro la grande onda pacifista che ha sollevato il Paese, è proprio ora che occorre ricordare, discutere, contestare quelle scelte, come garanzia che non abbiano a ripetersi. E allora ripetiamolo fino alla noia: l’Italia fu portata in una guerra di aggressione a uno Stato sovrano, in violazione della Carta dell’Onu, del Trattato del Nord Atlantico, della Costituzione repubblicana. Al Parlamento fu consentito votare solo ad attacco già iniziato. Nei settantotto giorni di bombardamenti devastanti i governi alleati si macchiarono di numerosi crimini di guerra (uno per tutti: la strage proditoria di giornalisti, tecnici, civili, compiuta con la scelta di bombardare la Torre sede della televisione jugoslava a Belgrado). Bohumil Hrabal usava citare un cartello esposto in una tintoria di Praga. C’era scritto: “Si avvisa la Spettabile Clientela che alcune macchie non possono essere cancellate senza intaccare le fibre del tessuto”.La guerra del Kossovo è una di queste macchie. E il tessuto va intaccato, con una riflessione autocritica di fondo, o almeno con un rinnovamento della futura leadership ristretta del centro sinistra che metta da parte i principali responsabili di quel misfatto. Per ora il solo Cofferati, che pure porta una responsabilità infinitamente minore, ha avviato un ripensamento serio. Altri segnali non se ne vedono. Se su questo terreno nulla dovesse cambiare di qui alle politiche, penso che non saremmo in pochi ad incontrare qualche difficoltà a votare Ulivo, indipendentemente dalle scelte che Rc deciderà di operare. Non tanto per una condanna morale inappellabile riferita al passato, quanto per una preoccupazione politica che riguarda il futuro: perché i D’Alema, i Rutelli, i Fassino, ci stanno dicendo che, si ripresentassero circostanze analoghe a quelle di allora, sarebbero pronti ad una nuova guerra.

  44. Il leader serbo deve essere sconfitto

    ROMA – Walter Veltroni guarda i ritratti di Enrico Berlinguer e di Robert Kennedy. Sono i suoi numi tutelari, i due grandi punti di riferimento che cerca di tener ben saldi mentre i venti di guerra scuotono la coscienza dell’ex Partito comunista. Il segretario, in nome di quella che definisce la “sinistra etica”, una sinistra che ammette l’uso della forza in difesa dei deboli e dei diritti umani, giustifica i bombardamenti ma cerca una via d’uscita diplomatica. E per trovarla, mercoledì, al vertice da lui stesso sollecitato, chiederà l’appoggio di tutti i partiti socialisti europei.

    Ma c’è davvero il rischio tremendo di un’estensione del conflitto? Il mondo danza di nuovo sull’orlo dell’abisso?

    “Siamo nella crisi più pericolosa dell’Europa del dopoguerra. Sono convinto che l’intervento fosse giusto e necessario perché la comunità internazionale non può limitarsi a mandare telegrammi di cordoglio di fronte a catastrofi umane. Ma ora rischia di esserci una crisi senza uscita, come scrivono in questi giorni i giornali americani. Da un lato, bombardamenti ripetuti ai quali non corrisponde l’atteso cedimento. Dall’altro, il fatto che Milosevic sta continuando la pulizia etnica e scarica la bomba dei profughi su tutta l’area dei Balcani”.

    E allora che fare?

    “Milosevic è il responsabile della più grande catastrofe umanitaria di questi ultimi cinquant’anni. È chiaro che deve essere sconfitto e, quindi, deve venire da lui un autentico segnale di cambiamento di rotta. Ciò che ha detto finora è del tutto insufficiente”.

    Allora, i bombardamenti vanno avanti?

    “L’intervento militare andrà avanti finchè non arriverà una risposta su due temi: la sospensione dell’attività repressiva con la garanzia del ritiro delle truppe dal Kosovo e la disponibilità ad accettare una forza di interposizione che sia multinazionale ma non necessariamente Nato e della quale facciano parte anche i russi. Se si realizzassero queste condizioni, si potrebbe aprire una nuova fase negoziale. E, in questo senso, Kofi Annan ha rivolto un appello che condivido. Se Milosevic dice no anche all’Onu non avrebbe più alibi”.

    A proposito di Rambouillet, il ministro degli Esteri sostiene che il fallimento dei negoziati non è da ascrivere in toto ai serbi e ripete che l’interlocutore resta Milosevic. È una linea diversa da quella ufficiale del governo?

    “No, nella posizione italiana non ci sono differenze”.

    Eppure, Armando Cossutta, segretario di un partito della maggioranza, è andato a Belgrado ed è stato ricevuto da Milosevic. Come giudica tale iniziativa? Diamo l’impressione, scrive Sergio Romano, di un Paese con un piede in due staffe, del quale è difficile fidarsi.

    “Non dobbiamo dare questa impressione. È una crisi molto difficile e l’ultima cosa che possiamo consentire a Milosevic è di giocarci in casa, di giocare dentro l’Alleanza atlantica per dividerla. La crisi richiede una grandissima compattezza. Ma c’è bisogno anche di una guida unitaria della crisi che non sia solo militare ma politica”.

    Ma la guida è essenzialmente militare ed essenzialmente americana. L’Europa è la grande assente o, meglio, la grande sconfitta di questa guerra. Assente politicamente e militarmente. L’euro potrà forse contrastare il dollaro ma la politica estera e la potenza bellica restano tutte in mano Usa.

    “Certo, in questa vicenda c’è una crisi che riguarda l’Europa, che non riesce a darsi una politica comune di sicurezza. Ma c’è qualcosa di più. Si sta consumando la difficoltà dell’Onu. Ci vogliono nuove regole, con una riforma del Consiglio di sicurezza, che oggi il sistema dei veti rende un gigante imbrigliato”.

    È dal ’14 che la sinistra si frantuma sul problema della guerra. Il secolo finisce con gli stessi tormenti tra interventisti e pacifisti?

    “La sinistra italiana che sosteneva il principio della non ingerenza e della sovranità nazionale sta facendo un grande sal to di maturità. Una sinistra nuova che capisce che ci sono valori, princip-i e diritti che non possono essere cancellati. Tra i giovani, tra gli studenti c’è la consapevolezza che quando ci sono centinaia di migliaia di persone che scappano può essere necessario usare la forza per aiutare i deboli. Si parla della guerra giusta ma io vorrei introdurre il concetto della pace giusta. Finché ci sono la diaspora, la pulizia etnica, gli stupri, le decapitazioni, non c’è pace, anche se i bombardieri tacciono”.

    Ma il pacifismo è ben presente in Italia. Proprio oggi, a Roma, ci sarà un’altra manifestazione.

    “Io distinguo. C’è un fronte pacifista che non nega il concetto di ingerenza umanitaria. È il pacifismo del volontariato, del quale ho un grande rispetto. Poi c’è un altro pacifismo, ideologico, antiamericano, con il quale combatto a viso aperto. Nella polemica con Rifondazione aspetto che qualcuno mi dica che si doveva fare di fronte alla pulizia etnica. Duemila morti e 460 mila profughi c’erano prima dell’intervento militare. Dovevamo limitarci ad aspettare un ripensamento di Milosevic? Per trattare bisogna essere in due. E se mentre tratti l’altro continua ad ammazzare?”.

    In caso di un intervento di terra, è probabile che i comunisti di Cossutta e i Verdi escano dalla maggioranza e che si vada a un governo di unità nazionale. In quello che un tempo era il più grande partito comunista dell’Occidente, e del quale lei è il segretario, ci sono già tanti dubbi. Sarà accettata un’alleanza con Fini in nome della Nato?

    “Fermiamoci un passo prima. I problemi di politica interna vengono molto dopo la gestione di questa crisi. L’idea di mandare 200 mila uomini a combattere è uno scenario molto pericoloso. Ho l’impressione che Milosevic stia cercando di attirarci. Prima di immaginare che governo possa nascere, dico: attenzione a imboccare questa strada. E nessuna forza politica di centrosinistra che voglia ricercare una soluzione di pace può avere interesse a spostare a destra l’equilibrio politico del Paese”.

    Ma anche lo schema bipolare, dai lei tanto auspicato, rischia di essere travolto. Sul referendum di domenica prossima, in questo clima, aleggia la prospettiva dell’astensionismo.

    “La guerra copre, giustamente, qualsiasi altra cosa; però il referendum è una grande occasione e non va sprecata. L’Italia ha bisogno di concludere la sua transizione, di avere una democrazia dell’alternanza, un bipolarismo vero e un governo scelto dai cittadini. Berlusconi si sta comportando come Craxi. Ha fatto fallire la Bicamerale e ora vuole far fallire il referendum”.

    Ma se non si raggiungerà il quorum?

    “Vincerebbero Bossi, Berlusconi, Bertinotti, tutto quello schieramento che difende il vecchio sistema proporzionale. Se perdiamo questo treno, l’Italia farà tanti passi indietro”.

    Teme che, all’ombra dei bombardieri, nel clima politico si rifaccia avanti la tentazione dell’inciucio?

    “La temevo anche prima. Temo la vischiosità, la marmellata, questo ritorno indietro”.

    Ciampi resta il suo candidato alla presidenza della Repubblica?

    “Ciampi corrisponde perfettamente all’identikit di un presidente che crede nel bipolarismo e nell’innovazione istituzionale. Ma ci sono anche altri uomini e donne, che fanno o non fanno parte dei partiti. Importante è che la discussione non avvenga in un clima spartitorio”.

    D’Alema sostiene che è meglio assistere i profughi nelle loro terre mentre Clinton ci invita ad accoglierli in Italia. Lei ha deciso di adottare a distanza il piccolo Dren, 10 anni, che ha visto uccidere la madre e tre sorelle dai soldati serbi. Ma bastano questi atti di generosità?

    “Ho reso pubblica la mia scelta perché vorrei fosse un volano di comportamenti solidali che, comunque, non sono sostitutivi della responsabilità politica. Altra questione è quella dell’accoglienza dei profughi. Dobbiamo evitare la diaspora nel mondo del popolo kosovaro. L’obiettivo è farli rientrare nelle loro case. L’Italia, anche da questo punto di vista, sta dando prova di efficienza, di solidarietà e di generosità. Non è certo l’italietta egoista e pasticciona”.

  45. Che ipocriti…

    Che sinistra che abbiamo !!!

    Per forza NON siamo stati riconfermati al Governo

    Nel 1999 eravamo al fianco degli Americani ed a favore dell’invasione del Kossovo x liberarlo dal Dittatore, ora contrari e contro gli americani !!!

    Io NON mi identifico più in questa sinistra di Voltagabbane, perciò NOn vi voterò mai più !

    SONO contra l aguerra in generale, ma a Favore di questa in Iraq come ero a favore ( e D’alema mi aveva convinto) di quella in Kossovo

    Angela

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