Un grande piccolo uomo

“Ancora una volta, prima di una partenza, mi sono sdraiato sotto le stelle, nella Romagna dei miei nonni e della mia infanzia…”
Di riccardo Orioles

Non c’era pacifista più pacifista di Enzo Baldoni, con la sua bandiera della croce rossa sventolata fisicamente fra i due fuochi. Non c’era giornalista più giornalista, col suo “dilettantismo” sofisticatissimo, figlio di internet, una generazione piu in là della carta stampata. Non c’era sessantottino più coerente, a cinquantasette anni, morto così. Qualcuno ha pensato che il primo video fosse fasullo perchè il viso “non rivela contrazioni inevitabili per chi si trovi sull’orlo dell’abisso”. Infatti. Cosa doveva fare, tremare, supplicare, gridare viva l’Italia? No. Un mezzo sorriso autoironico, tranquillo, quello dei personaggi di Doonesbury, senza nemmeno bisogno di fumetto.

E’ morto un grande, un grande piccolo uomo, uno di noi tutti. Del resto ne parleremo dopo, quando ci sarà la mente più tranquilla.

* * *

“A che serve vivere, se non c’è il coraggio di lottare?”

E’ tornato. E’ tornato il momento di partire. Da un po’ di tempo la solita vocina insistente tra la panza e la coratella mi ripeteva: “Baghdad! Baghdad! Baghdad!”. Ho dovuto cedere.
Come sempre, quando si prepara un viaggio importante, cominciano a grandinare le coincidenze. E chissà quanto sono segni e quanto le provochiamo noi.

Ancora una volta, prima di una partenza, mi sono sdraiato sotto le stelle, nella Romagna dei miei nonni e della mia infanzia, in cima a Monte Bora, sulla terra notturna ancora calda del sole di luglio.
La terra, sotto, mi riscaldava il corpo. La brezza, sopra, lo rinfrescava.
Lucciole, profumo di fieno tagliato, il canto di milioni di grilli.
E’ qui che da piccolo studiavo spagnolo su un libro trovato in soffitta. E’ qui, davanti a un piatto di tagliatelle, che tre anni fa si è fatta sentire la solita vocina che ripeteva: “Colombia, Colombia, Colombia!”

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(Tra parentesi. La “guerriglia” irachena, i “partigiani”? Ma io di comandanti partigiani ne ho conosciuti almeno uno vero, e quello i partigiani che commettevano atrocità li fucilava. Enzo è stato catturato mentre cercava di mettere in salvo degli iracheni feriti dagli americani. Adesso, dai capi della “resistenza” irachena ci aspettiamo che consegnino gli assassini di Enzo, oppure che li fucilino loro. Non che sia una soddisfazione. Ma tanto per sapere se in futuro alle manifestazioni per l’Iraq ci andremo ancora. – r.o. )P.S. di antonella: Appena ci riesco vi segnalerò i post di tutte quelle persone, colleghi e fanatici, che in vita hanno dubitato e gettato fango sulla professionalità di baldoni. Saranno gli stessi che ora lo piangono. Ci scommetto. E successo quando morì Antonio, quando morì la Cutuli.
Hasta Siempre
Antonella Serafini

per il momento eccovi un abstract abilmente curato da riccardo orioles

Io temo che anche la categoria [dei giornalisti, n.d.r.] nel suo complesso abbia capito poco di quel che è successo con Baldoni.
Il sito non ufficiale più autorevole del giornalismo italiano è, secondo me, il Barbiere della Sera. E’ nato come “giornale” spontaneo dei giornalisti, col preciso intento di mettere in piazza ciò che succedeva dietro le quinte dell’informazione. Povero, scattante, appassionato, ha avuto un suo ruolo preciso in quegli anni. Poi, come a tanti succede, s’è ingrassato e s’è ingrandito, e ora è un bel portale di quelli che appena li clicchi ti sparano subito i flash di pubblicità. Non lo leggevo da qualche tempo, l’ho fatto adesso per vedere il dibattito su Baldoni. Ho trovato quanto segue:
“Poi però al fine settimana, il nostro si mette la tutina da Superman e va a giocare all’inviato di guerra”.
“Lo spirito da avventuriero con cui affronta le sue imprese”.
“E non è un caso che anche ai dirigenti della nostra categoria non sia piaciuto questo finto inviato di guerra”.
“Deaglio, snob della sinistra, vergognati!”.
“Non conosco personalmente Enzo Baldoni, ma che sia un personaggio un po’ egocentrico, e forse anche leggero ma non per questo buono…”.
“Baldoni è simpatico, ma, ripeto, NON lo considero un giornalista”.
“Una persona così è un danno per la categoria”.
Questa, naturalmente, non era l’opinione di tutti. La maggior parte degli interventi erano complessivamente civili. Ma c’erano anche questi – una consistente minoranza – e facevano opinione.

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50 commenti

  1. Posso dire che, magari imprevedibilmente, il tuo ultimo intervento mi risulta molto più vicino ideologicamente di quanto tu probabilmente non pensi. Voglio solo precisare un paio di punti. Sull ereti televisve hai ragione, ma ti ricordo che i programmi di valore esistono. Se la gente li scegliesse di più, sarebbero certamente più diffusi e in orari più ragionevoli.

    Anche tu non fraintendere! Io mi sono forse espresso male, ma volevo intendere, con il mio “non dare appigli”, non un mezzuccio per infinocchiare l’avversario (non lo avrei ammesso con tale faciloneria, ti pare?), ma la mia ricerca di almeno un episodio limpido e cristallino in cui fosse estremamente chiaro quello che tentavo di comunicare. Cioè, ripeto, che spesso i secondi fini che muovono la politica statunitense sono più di ordine geopolitico, e tecnico-tattico, quindi in concreto di stabilizzazione delle aree a rischio. E questo per me è positivo. Lo so anch’io che i motivi che li spingono non sono puramente umanitari, ma credo che anche quella sia una componente e che i risultati raggiunti in quel senso siano apprezzabili. Secondo me il motivo principale, già che ci siamo, della guerra in Irak è questo: l’obiettivo di creare una testa di ponte nell’area mediorientale a prevalente influsso americano, come già fatto con l’Afghanistan (prego controllare l’ubicazione delle due regioni), con lo scopo di favorire un’opera di prevenzione e intelligence contro gli Stati nemici, propugnando e facendo conoscere nel frattanto un modello di istituzioni democratiche a regioni che non le conoscono. Debellare il terrorismo e nuovi partner commerciali in un colpo solo. Wow!! Con questo, che non ritengo appartenga alla categoria “favole dei bambini”, sono consapevole dell’agire degli Stati Uniti per interesse proprio, ma al contempo li appoggio perchè ritengo il fine perseguito un bene di tutti. Un bene che fra l’altro ha come effetti che magari per gli altri sono secondari e per me primari il liberare popolazioni oppresse e far conoscere loro la democrazia.

    Per quanto riguarda la maturità del sistema democratico eccetera posso essere d’accordo. Nel senso che una nazione giovane ha ancora molto da imparare. Però a mio parere imparano in fratta. Quanti presidenti sono stati uccisi negli ultimi sessant’anni? Quanto a JFK, che io sappia la verità nuda e pura non è mai venuta a galla, ma, se non vuoi che usi il termine “squilibrati”, userò quello “criminali”. I criminali ci sono d’appertutto e gli esempi che ti ho portato della mafia e delle BR sono sufficienti. Non hanno nulla a che vedere con la democrazia, che invece quantomeno in America, li persegue e li arresta (anche in Italia la democrazia arresta i criminali, salvo poi scarcerarli per scadenza dei termini di custodia cautelare e non rivederli più).

    Ancora, sono d’accordo sul fatto che avvenimenti di cinquant’anni fa non possano essere considerati come giustificatori del presente. Quello che volevo evidenziare è che, a mio parere, i motivi e le idee che spingono la politica americana di ora sono gli stessi che la spinsero allora. Estendere la propria influenza stabilizzando le aree a rischio anche nella prospettiva di futuri partner commerciali. Con effetti magari per loro secondari, ma per me primari come liberare popolazioni oppresse (nazismo fascismo comunismo/saddam talebani) da sanguinarie dittature e ripristinare dove c’era, instaurare dove mancava, il più grande bene dell’uomo, la libertà, che non può non scaturire dalla democrazia.

    Se ti può consolare, se vedi l’ONU solo come specchietto per le allodole, io sono contrario all’ONU. La vorrei eliminare. La vedo come un’inutile montagna di dispendiosa burocrazia che si mantiene fine a se stessa, stagnante e putrescente nella sua inettitudine. Un morto che ancora si regge in piedi per opera di abili burattinai cui ancora fa comodo (e mi riferisco a certe nazioni AUTENTICAMENTE nazionaliste e reazionarie come la Francia di Chirac). In questo la paragono al Parlamento Europeo. Sono piuttosto a favore di un nuovo ordine di alleanze che rispecchi maggiormente i criteri di efficienza e di risoluzione delle problematiche attuali, che sono molto cambiate negli ultimi tempi.

    Il punto che dovrebbe affermare il mio EGO lo tralascio quasi completamente, cercando di dimostrarti quanto poco mi stia a cuore, se non per un dettaglio. Tu mi avevi scritto “A parte il fatto che la mamme dei desapericidos cileni ed argentini ti ringraziano per la tua ignoranza”, dici che rientra nella categoria delle affermazioni ignobili? Ah, i Kurdi prima li conoscevo per Ochalan che mi stava anche un po’ sulle balle. Poi se ne faceva cenno nel libro di Gino Strada “Pappagalli Verdi”, da dove ho attinto l’informazione sulle mine, ben prima della guerra in Irak.

    Io sono solo convinto, come la maggior parte delle persone che hanno idee radicate e convinte, di avere ragione. Ciò non vuol dire che non voglia ascoltare anche le opinioni degli altri, altrimenti non perderei (meglio: investirei) tempo in questo forum.

    Non prendiamoci in giro, vuoi? Tu hai fatto un riferimento a gente che “sventola la bandiera” e sputa sulle razze inferiori”… Siccome un riferimento generico, mentre tutte le tue altre affermazioni erano rivolte indubitabilmente a me, mi era sembrato improbabile, ne ho dedotto che anch’esso era rivolto a me. E ti ho fatto presente che io non sputo su nessuna razza e se tu pensi il contrario solo perchè non ti piacciono le mie idee, devo dedurne che sei fazioso (così rispondo anche alla tua altra domanda). Quanto al neologismo “razza islamica” era ironico… Voglio dire che le rimostranze della Fallaci indirizzano i propri strali verso una religione (la RELIGIONE islamica appunto), che ella considera autoritaria e reazionaria per natura. Nessuno sputa sopra alle altre razze, quindi il tuo commento era fuori luogo. Al massimo qualcuno sputa sopra alcune RELIGIONI (il che è ben diverso), ma più precisamentee contro le sue frange più estremiste, che però sono sempre più diffuse anche nella popolazione comune.

    Sulla questione ambientale, semplicemente, gli USA hanno avuto un cambio di politica col passaggio di consegne dall’amministrazione Clinton a quella Bush. Con motivazioni che possono essere riassunte in questo modo: la Cina già ora deve la sua competitività sul mercato globale all’assoluta mancanza di rispetto verso le normative e convenzioni internazionali. Non rispettano i brevetti, non si curano minimamente di perseguire il cosiddetto “sviluppo sostenibile”, tengono occultati i propri dati di bilancio e producono un volume di inquinamento impressionante dovuto all’assoluta mancanza di regolamentazioni in merito. Questo colosso si è infine rifiutato di sottoscrivere il protocollo di Kyoto. Per quale motivo ora dovremmo fornirle, gratutitamente, un altro vantaggio, tassando le nostre imprese e facendo pertanto perdere loro in competitività? Che anch’essi si adeguino alle normative internazionali, noi non siamo qui a fare i fessi di turno. Queste motivazioni ti possono trovare d’accordo o meno (trovano me d’accordo solo in parte), ma se non altro forniscono un quadro un poco più completo, ti pare?

    Ultimo punto: siamo umani. L’essere umano è per sua natura imperfetto, in continua evoluzione, ma imperfetto. Altrettanto non può che essere la società che l’uomo si crea, in quanto conforme alla propria natura. Però, il sistema capitalistico, pur con i suoi innegabili squilibri, è quello che, fino ad oggi, ha dato i risultati più sorprendenti nel campo del benessere. E’ un sistema che va migliorato, senza dubbio, ma è il sistema che nella Storia ha dimostrato di potere arrivare, se opportunamente corretto, il più vicino possibile alla perfezione (dando per scontato che alla perfezione non ci arriveremo mai, siamo umani, quindi ci sarà sempre spazio per i benpensanti per criticare).

    Con la convinzione che il confronto delle idee sia la massima espressività dello spirito umano, saluti.

  2. Ai punti che non ho trattato, per evitare di fare confusioni tra i post, rinuncio per ora. Cercherò però di affrontarli quanto prima. Per Antonella: sono sicuro che il film di Moore sia degno di essere visto e ho persino tentato di scaricarlo in inglese, anche se non vi sono riuscito. Non ho ancora avuto il piacere di vederlo, ma spero di potere rimediare in tempi brevi. Poi, se ti interessa, ti farò sapere cosa ne penso, ma se non l’ho visto sinora non è perchè ho paura, ti assicuro che sono più aperto ad ascoltare le opinioni altrui di quanto le mie idee possano fare credere… E infine, ora vi sciocco tutti, MOLTI DEI MIEI AMICI AMANO DEFINIRSI DI SINISTRA. Ciao.

  3. Cari amici replicanti (nel senso di “coloro che replicano”) e non.
    LE CHIACCHIERE STANNO A ZERO!!!

    Avete tutte le vostre ragioni, chi più chi meno: la GLOBALIZZAZIONE, la SOTTOMISSIONE ECONOMICA del terzo mondo, la “subcultura della violenza americana” coi film in TV (ma a voi fa DAVVERO più effetto vedere uno SGOZZATO FINTO da film, che uno VERO su ALGIAZZIRA?), eccetera eccetera e bla e bla…

    Sono anche PIENAMENTE d’accordo MA A META’ (come disse quel tale…) sulle colpe dell’attuale situazione mondiale.
    Insomma, AVETE RAGIONE VOI.

    Ma adesso c’é un nemico che stacca teste, fa saltare aerei e palazzi, ammazza gente per il solo fatto di avere una certa nazionalità, e tenta di imporre il suo intergalismo anche a chi si illude di vivere in democrazia.

    Se sopravviveremo, POI penseremo all’errore che abbiamo fatto ad aver vinto la guerra mondiale, ad aver fatto fallire 70 anni di PARADISO SOVIETICO, ad avere avuto un bush alla guida del mondo, ed una DC alla guida di 50 anni italiani, ad aver scelto di vivere in un imperfetto mondo democratico CON I FILM VIOLENTI piuttosto che in un perfetto GULAG del popolo, e magari ci convinceremo anche che se li avessero lasciati fare, STALIN, POLPOT, KIMILSUNG e FIDELCASTRO avrebbero garantito un mondo libero da ingisutizie e massacratori.
    Ma tutto questo verrà dopo: PRIMA DOBBIAMO SOPRAVVIVERE.

    Per tutti quelli che “…io conosco le donne arabe… io ho amiche musulmane… sono tutte felici… sono tutte emancipate…”: NON RACCONTATEMI STRONZATE!!!
    O meglio, raccontatele pure a me, ma abbiate il coraggio di andarle a raccontare a quelle pochissime INFIBULATE, BRUCIATE CON L’ACIDO, SCHIAVIZZATE, LAPIDATE che hanno potuto raccontare il loro inferno.

    SVEGLIATEVI, CUCCIOLI DI BUONISTI: SONO POCHE PERCHE’ LE ALTRE LE AMMAZZANO O NON SONO IN CONDIZIONE DI FUGGIRE E PARLARE, e non perché i loro mariti, padri e fratelli sono buoni!

  4. se qualche musulmana occidentalizzata che conosci è veramente esemplificativo della realtà musulmana nel mondo e della infelice condizione della donna ivi presente
    ma so già che non te lo chiederai, per te è più semplice vivere con i tuoi stereotipi, con le tue false rappresentazioni della realtà
    facile discettare della donna musulmana su un server web locato in Italia
    forse, anzi senza il forse, sarebbe meno facile discettare su questo argomento dalla casba di Algeri o da un sobborgo de Il Cairo
    un esperienza del genere addirittura rischiosa, ti farebbe crescere, in mancanza continuerai a scrivere stupidaggini in questo sito
    per aprirti un po’, ma solo un po’ gli occhi leggiti quest’articolo di ANDRE’ GLUCKSMANN pubblicato l’altro giorno sul corriere della sera:
    http://www.corriere.it/Primo_Piano/Esteri/2004/08_Agosto/30/glucksmann.shtml

    ESTERI
    L’Occidente in ostaggio

    di ANDRE’ GLUCKSMANN

    Christian Chesnot e Georges Malbrunot, due giornalisti francesi, sono a loro volta minacciati di morte. Questa volta, nessuno può continuare a sbraitare assurdamente «è colpa di Bush». Questa volta la Francia governata da Chirac, l’anti-Bush mondiale, è a sua volta sottoposta al ricatto infetto degli assassini islamici. Un fascista non ha il senso delle sfumature: Parigi è contro l’intervento della coalizione in Iraq, e allora? Credete che i pendolari massacrati nella stazione di Atocha a Madrid fossero a favore? Pensate che a Enzo Baldoni sia stato chiesto un parere? Nessun rifugio per i giornalisti, nessun rifugio per le democrazie, nessun rifugio per i civili, camionisti turchi, lavoratori kuwaitiani, kenioti, americani, studentesse e studenti iracheni, nottambuli di Parigi o di Casablanca. La Francia si credeva al riparo, e il suo governo è stato piuttosto avaro di messaggi di sostegno e di compassione per gli italiani sottoposti da mesi agli atroci ultimatum dei ricattatori. L’Europa scopre che non serve a niente fare gli struzzi, con la testa nella sabbia, e deve ricordarsi che la guerra condotta dall’islamismo radicale non è cominciata con George Bush ma con Khomeini, e che questa sovversione terrorista pretende di essere senza frontiere. Ha luogo nelle scuole francesi come nel mausoleo di Alì contro tutti quelli che non ubbidiscono, credenti o non, musulmani o infedeli.
    Teheran, 1979. Portato al potere da manifestazioni gigantesche dove liberali, rivoluzionari e religiosi si confondono, l’ayatollah Khomeini ordina immediatamente che le donne portino il chador. Tutte le iraniane devono nascondere il loro corpo sotto veli neri. Tutte, giovani, anziane, credenti e non credenti, dalla testa ai piedi, sotto pena di prigione, flagellazione, lapidazione e altre inezie, morte compresa. La guida suprema, ansioso di istituzionalizzare la sua rivoluzione islamica, vuole dare al nuovo regime fondamenta di roccia. E questa roccia è lo statuto di inferiorità concesso alle donne. Il velo dovrà rendere eterno il suo potere.
    Alcune donne di Teheran non si lasciarono ingannare. Lungi dal considerare l’editto sul velo come un aspetto secondario, scesero in strada, ruppero con l’unanimismo che fino ad allora circondava il regime di Khomeini e lanciarono la prima manifestazione anti-islamista della storia. Furono abbandonate dagli uomini. Tutti, liberali, rivoluzionari, religiosi, credenti e non credenti. Alcuni versavano lacrime di coccodrillo e le richiamavano alla ragione. Il destino «spiacevole» promesso alle figlie dell’Iran non era che il danno collaterale di una liberazione, quanto al resto, generale.
    La strategia khomeinista si rivelò fruttuosa e contagiosa. Il pezzo di tessuto che le brigate dell’ordine morale imponevano a Teheran diventò uno stendardo politico universale, uno strumento di conquista, un’uniforme degna delle SA naziste, dice la mia amica Khalida Messaoudi, femminista algerina. Gli integralisti, tanto sunniti che sciiti, si erano ormai impossessati del messaggio: perseguitare, amputare, lapidare, sgozzare le donne che si ostinavano a rifiutare il velo.
    L’ayatollah ha fatto scuola ad Algeri, e il tentativo di velare le liceali, coltello alla gola, porterà a una serie di massacri senza precedenti, dove chi si oppone, bambini compresi, ha il collo tagliato come i montoni della Eid el-Adha, la festa del sacrificio. La sorte riservata alle donne prefigura la punizione di tutta una società.
    In Afghanistan, gli uomini rincararono la dose nel vietare l’esposizione di ogni più piccola parte di pelle. Il burqa , il velo integrale nella quale la donna soffoca e vede con difficoltà, si propagò e divenne l’emblema della dittatura dei talebani. Nelle scuole europee, nelle periferie delle metropoli, nel cuore delle zone alla deriva, ma anche nei quartieri alti, ragazze giovanissime, con le buone o con le cattive, si fecero strumenti visibili di un Islam aggressivo e conquistatore. Dei ragazzi, padri, soprattutto fratelli, si misero a dividere le donne in «puttane» (senza velo) o «sottomesse» (con il velo). Il trattamento delle «puttane» passa per gli insulti, i pugni, gli stupri e le tournantes , le violenze di gruppo. A Ivry, Francia, Souad viene bruciata viva.
    L’odio anti-occidentale è evidente. La nudità, la sessualità, l’uguaglianza degli uomini e delle donne sono regali avvelenati dei quali l’Occidente, nella sua grande perversione, si serve per sconvolgere le anime e i corpi. Khomeini ha visto giusto. Risvegliare un antagonismo che da millenni divide l’umanità non è un atavismo oscurantista destinato, a più o meno lungo termine, alla spazzatura della storia. Rischia, al contrario, di incendiare il XXI secolo per bruciare tutto il Pianeta.
    Ricordiamo che la legge francese proibisce di portare il velo solo nelle scuole primarie e secondarie (elementari e liceo, ndr ), e non certo per strada. Niente di più totalitario della pretesa di decidere il regolamento interno di licei e collegi delle banlieues francesi attraverso una cattura di ostaggi in Iraq! E perché non intervenire, allora, anche sul menu delle mense scolastiche? E la promiscuità nelle piscine? Il terrorismo senza frontiere, né scrupoli, né tabù, è una spada di Damocle sospesa su tutte le democrazie d’Europa. Spetta a chi assassina i giornalisti, a chi lapida le donne, alle bombe umane, di decretare come deve vivere, insegnare e divertirsi chi abita a Roma, Londra, Parigi? Non Bush, ma i terroristi islamici hanno cominciato le ostilità.
    Presto o tardi gli europei scopriranno la necessità di resistere e di resistere insieme. La mancanza di solidarietà delle autorità europee che ha accompagnato le uccisioni di Quattrocchi e di Baldoni è una vergogna.

  5. ti riporto questo tuo passaggio:
    testimonianze e documenti, e filmati e foto, foto della famiglia bin laden in riunione con la famiglia bush dopo due giorni dall’attentato…..
    non so che film hai visto, ma quello di moore non dice esattamente questo, dice che esponenti dellla famiglia Bin Laden furono lasciati liberi di uscire dagli USA a voli e frontiere ancora chiuse, ma questo è proprio uno dei punti che si è rivelato più falsi:
    http://www.corriere.it/Primo_Piano/Spettacoli/2004/06_Giugno/27/gaggi.shtml
    ………….
    E qui va detto che la tesi centrale del film, il tentativo di dimostrare che il presidente non aveva combattuto con vigore Al Qaeda perché la famiglia Bush aveva una lunga storia di rapporti d’affari con l’Arabia Saudita e anche con alcuni membri della famiglia di Bin Laden, poggia su una ricostruzione che l’indagine del Congresso americano sull’attacco dell’ 11 settembre ha ora dimostrato essere falsa o quantomeno fuorviante. Moore nel film afferma che all’indomani degli attentati, con i cieli americani totalmente chiusi, la Casa Bianca autorizzò il decollo di sei voli privati con i quali 142 cittadini sauditi, tra i quali diversi membri della famiglia di Bin Laden, lasciarono gli Stati Uniti senza subire alcun controllo di polizia.
    L’indagine parlamentare ha invece dimostrato che quei voli privati partirono tre o quattro giorni dopo l’attentato, quando i cieli erano ormai stati riaperti al traffico commerciale e che quasi tutti i sauditi furono interrogati dall’Fbi prima di lasciare l’America. Gli avvocati della Miramax – e in parte lo stesso cineasta – hanno ammesso l’errore.
    Del resto Moore non pretende di aver confezionato un documentario giornalisticamente oggettivo: « Il mio – spiega alle reti televisive che lo hanno intervistato a ripetizione – è un op- ed , un editoriale nel quale racconto con le immagini il mio punto di vista su questo presidente » .
    E’ anche per questo che l’impatto sull’orientamento degli elettori sarà probabilmente limitato: il lungometraggio ha grande forza espressiva, le critiche alla Casa Bianca sono efficaci, ma lo scenario in cui viene inserita la decisione di attaccare Saddam – un Iraq pacifico e benestante, pieno di bimbi spensierati – è inaccettabile per gran parte degli americani.
    Massimo Gaggi

    in ogni caso non si capisce cosa dovevano fare gli americani con alcuni esponenti della famiglia bin laden (famiglia che ricordo conta centinaia di esponenti) presenti sul suo territorio, doveva forse metterli in galera, magari a guantanamo perchè colpevoli del reato non ancora codificato consistente nella parentela più o meno lontana con osama?
    fra le altre cose anche altri esponenti della famiglia laden dovettero letteralmente scappare dalla svizzera per via dell’insostenibile pesantezza di quel cognome e rifugiarsi in arabia saudita, patria natia
    continua a scrivere falsità Antonella, tanto il tuo motto per gli odiati yankees è il classico: calunniate, calunniate, qualcosa resterà………

  6. OLLALLA’….
    leggendo qua e là, mi pare di iniziare a capire che ‘sto FARENHEIT 9/11 altro non é che la solita MEZZA BUFALA, tipico minestrone con cui i soliti FINTOBUONI FINTOCULTURAL buttano l’esca per far abboccare i SOLITI fessacchiotti ASSATANATI MILITANTI che pur di poter sputacchiare un pò sui propri nemici politici venderebbero la madre, con il SOLITO impasto informe di INSULTI, CONCETTI SUPERFICIALI, MEZZE VERITA’, e FALSITA’.

    E così MOORE fa i miliardi, i KASARINI e le ANTONELLE di tutto il mondo passano una simpatica serata tra amici, facendo un ridicolo tifo da CENTRO SOCIALE OKKUPATO nelle sale dei cinema, convinti di aver dato il loro CONTRIBUTO PER UN MONDO MIGLIORE, mentre la verità viene ancora una volta MANIPOLATA, INSULTATA, PIEGATA ALE NECESSITA’ DI PARTITO.

    Negli scorsi giorni FARENHEIT 9/11 era stato URLATO e sbattuto in faccia a tutti noi come la nuova bibbia, la VERITA’ ASSOLUTA.

    Sapete cosa ha dovuto rispondere il TORQUEMADA COMUNISTA MOORE quando qualcuno gli ha a sua volta sbattuto in faccia le imprecisioni e le inesattezze del suo “DETTAGLIATISSIMO ” film?

    Ecco qui:

    “…il mio film NON E’ un documentario giornalisticamente OGGETTIVO, ma un editoriale nel quale racconto con le immagini il mio punto di vista su questo presidente…”.

    Insomma, né più e né meno il solito slogan, con tante grazie agli amici MILITANTI da parte del conto in banca di MOORE.

    MEDITATE GENTE!!!

  7. Scherzo…. (a metà).
    Sai, il metodo di reclutamento dei terroristi poggia su argomentazioni del tipo “lo so che il Corano dice che non devi uccidere, ma qui siamo di fronte a gente che ci invade, ci sfrutta, che hanno ucciso i tuoi genitori, bombardato e distrutto la tua casa e quella dei tuoi cari” ecc. ecc….

    Se questo non fosse vero la presa sulla gente sarebbe inferiore.

    Lasciami spiegare….

    Cazzo, si, sono d’accordo con te, va bene, merda, bisogna reagire, dobbiamo difenderci, guarda, ho portato il mitra per tutti e due, voglio lottare anch’IO !!!
    Voglio difendere i VALORI in cui credo, la libertà, la democrazia, l’emancipazione femminile, l’emancipazione maschile (eh si, perchè se le donne si liberano da un ruolo coercitivo, necessariamente ciò dovrebbe accadere anche per gli uomini), e tante cose belle.
    Ma, c’è un ma.
    Dov’eri TU ieri?
    Quando coloro i quali hanno ABUSATO della democrazia sono andati in giro per il mondo a violare le leggi che c’erano in casa propria?

    Sai, c’è un luogo comune (a volte veritiero, a volte no) che dice che gli svizzeri in Italia si divertano a gettare le cartacce per terra, per sfogarsi del fatto che non lo possano fare a casa loro o, in alternativa, perchè vedono che gli italiani gettano le cartacce per terra e allora…..

    In alcuni paesi la presenza occidentale è sempre stata percepita con una connotazione ben definita ed assolutamente negativa.

    Altro esempio (un po’ surreale, ma basato su dati oggettivi, cerca di comprendermi): se domani qualche paese del sudest asiatico partorisse un gruppo terrorista che violenta i bimbi occidentali, pur essendo una cosa aberrante (per usare un eufemismo), sarebbe stata prevedibile, dal momento che il 60% del turismo occidentale, da quelle parti, è uno squallido turismo sessuale con alcuni macabri risvolti.
    Però, ovviamente, di fronte ai “nostri” (schifosissimo uso dell’aggettivo possessivo) bimbi la nostra coscienza avrebbe un sussulto ben maggiore…

    Ripeto, cerca di capirmi, non voglio assolutamente giustificare nessuno, voglio solo dirti che, se tu vedi dei replicanti attorno a te (dei quali, mi sembra di capire, io sono l’ultima copia) io potri vedere dei CLONI della Fallace (tra l’altro sei venuto male, in senso ironico, visto che hai una certa sensibilità dimostrata all’inizio di quest’ultimo intervento, verso alcuni grandi temi che compongono il “mosaico” della odierna situazione internazionale), con argomentazioni in bilico tra il rifiuto della storia (e quindi la mancanza di onestà nel giudicare il presente) e paure ataviche.

    Credimi, non si tratta di buonismo, o di qualche altro atteggiamento esprimibile attraverso uno dei tanti neologismi che vado di moda oggi per spiegare con parole nuove una politica vecchia (che infatti affanna di fronte a problematiche che vecchie non sono).

    Esempi scellerati di violenza ce ne sono anche nella nostra civiltà, ma se pensiamo che loro siano “arretrati” sotto certi punti di vista ( credo che per quanto possano avere molte cose da imparare, per quanto siano imperfetti ed arretrati, se guardassimo bene ci accorgeremmo di avere anche noi delle cose da imparare, non da quelli che staccano le teste, ovviamente. Sono fatto così.) allora dovrebbe stare a NOI, che ci autoproclamiamo migliori, adoperarci per rompere la spirale di violenza fin dalle fondamenta, fin dalle cause.

    Il discorso qui si intreccerebbe con la risposta che voglio dare a Marco, ma devo lavorare e non ho tempo, per ora. Magari più tardi….

    Ciao Clone (scherzo, eh, non offenderti).

    P.s. una cosa non l’ho capita, cosa volevi dire (sottindendere) con quel paragrafo

    “Se sopravviveremo, POI penseremo all’errore che abbiamo fatto ad aver vinto la guerra mondiale, ad aver fatto fallire 70 anni di PARADISO SOVIETICO, ad avere avuto un bush alla guida del mondo, ed una DC alla guida di 50 anni italiani, ad aver scelto di vivere in un imperfetto mondo democratico CON I FILM VIOLENTI piuttosto che in un perfetto GULAG del popolo, e magari ci convinceremo anche che se li avessero lasciati fare, STALIN, POLPOT, KIMILSUNG e FIDELCASTRO avrebbero garantito un mondo libero da ingisutizie e massacratori.
    Ma tutto questo verrà dopo: PRIMA DOBBIAMO SOPRAVVIVERE”

    Ho paura che ti abbia contagiato il famigerato “morbo di Bondi e S.B.”, paura ancestrale dei cavalli cosacchi che si abbeverano in piazza san Pietro, adesso con la pelle olivastra e vestiti arabeggianti…. guarda che, alla lunga, questo atteggiamento rischia di diventare un pochino patetico.
    Inoltre con me sbagli totalmente target, non sono MAI stato comunista, anzi, non sono mai stato —ista !!!!
    Io sono solo un rubinetto che perde, gocciola ininterrottamente e rompe i coglioni a chi vorrebbe dormire….

    P.p.s. non ho mai parlato di donne musulmane felici, come non ho mai parlato del contrario. E’ un discorso molto più complesso ed articolato, per il semplice motivo che non si parla di una persona o di un popolo o di una nazione, ma di un’insieme di persone moolto diverse tra loro, sparse nei quattro angoli del globo, con usi e costumi diversi, che vanno da quelli che tu contesti fino a quelli che vuoi confutare. Qui le “chiacchere” stanno a zero se vengono condotte e fatte solo per portare acqua al mulino di tesi fallaci (nel senso di fallate). Guarda caso l’ipocrisia di gente come la Bonino o altri alfieri della politica odierna statunitense non sfiora quasi mai ( e se lo fa lo fa in maniera innocua) paesi come l’Arabia Saudita. Chissa come mai? Lo dico io, perchè sono alleati e ci si fanno i soldi, con loro, come con Saddam prima dell’invasione del Kuwait, al quale, ripeto, Rumsfield vendeva le armi ed i componenti per fabbricare i gas a lui e sapeva, ripeto, sapeva benissimo cosa ci volesse fare….
    Certo che le chiacchere stanno a zero.
    Quali?

    Saluti

  8. Leggi che intervento pieno di bile e povero di argomenti che hai fatto……

    Perchè, chi è un giornalista che, secondo te, gestisce diversamente i suoi interventi?

    Sono curioso di saperlo, pendo dalle tue dita…..

    Il film di Moore non l’ho visto, quindi, a differenza di te che a quanto pare ti trovi a tuo agio a parlare di cose che non conosci, non ne voglio parlare.

    Saluti e …… ricordati l’alkaseltzer!!!!!!!!!!!!!!!

  9. Ti rispondo dopo con un post all’inizio, ora ho troppo lavoro.

    Ciao!!!!!!

  10. fa i miliardi?
    mi sa che sei uno di quelli che attacca moore solo per partito preso, perchè non hai di certo visto il film. Non mi lusinga affatto il paragone con casarini, io con quello lì non c’entro proprio, mi sta pure un po’ sulle palle, a dirla tutta.
    Ripeto: io il film l’ho visto e lo consiglio, ovviamente solo a chi ha il coraggio di sentire e vedere cose di cui non saprebbe mai neanche l’esistenza.
    Tu non hai il coraggio, però. I miliardi ho paura che non li faccia affatto, visto che moore spinge le persone a vederlo in divx, a divulgarlo ecc ecc.
    prima di parlare, bello mio, vai al cinema e medita per bene.
    Ma non credo che un marito dubbioso voglia controllare se ha le corna. E’ preferibile mettere la testa dentro la sabbia perchè la verità fa male. Molto male.
    stammi bene

  11. Lo aspettavo, ma mi ha decisamente deluso.

    Un altro ultrà della politica, uno che strilla le sue convinzioni con rabbia, sensa il minimo dubbio, parla con disinvoltura di film che non ha visto, giudica persone che dimostra di non conoscere, quasi ci descrive il loro 740, salvo poi tacciare “la sinistra” (che per me è solo la mano con cui non scrivo) di sciacallaggio quando compie la stessa operazione con i suoi paladini.

    Sarà mica Bondi travestito?

    P.s. vediamo se questa provocazione riesce la dove ha fallito l’alkaseltzer

  12. Sono andato ieri sera a vedere Farhenait 9/11… Bellissimo film, senza dubbio. Realizzato in maniera magistrale, sa colpire pienamente nel centro, riesce a prendere Bush e a SMONTARLO, smantellarlo sotto ogni punto di vista. Certamente nessuno si aspettava un film obiettivo, posso solo commentare, per inciso, che alcuni (solo alcuni) attacchi al Presidente, per quanto divertenti, sono assolutamente gratuiti e ispirati al sarcasmo più caustico immaginabile. D’altronde per il resto, confesso francamente di non avere un bagaglio di cultura e informazioni tale da essere in grado di rispondere punto per punto a quel film. Posso solo osservare che a me è parso che egli usasse una MOLE imponente di dati, per cercare di rendere verosimili sue ipotesi, ma senza mai provarle fino in fondo (altrimenti tutta l’amministrazione Bush sarebbe già in galera). Voglio dire, il suo scopo era quello di dimostrare che Bush è una MEZZA CALZETTA, un politico da BURLETTA che è finito dove è grazie al padre e che, apparentemente affetto da uno straordinario tocco di Re Mida all’inverso, tutto ciò su cui a messo le mani negli ultimi anni si è trasformato in MERDA? Be’, mi ha convinto. Non stento ad ammetterlo, d’altronde che lui non fosse proprio una cima era già stato reso evidente da numerose sue dichiarazioni alla stampa nel corso degli anni del suo mandato. Ma da lì ad accettare tutta la serie di illazioni su cui Moore si è lanciato ve ne passa… Lui si è sperticato per dimostrare i legami tra la famiglia Bush, la famiglia reale SAUDITA, e la famiglia Bin Laden. Bene, senza dubbio due tra le famigli più ricche del mondo, è normale che decidano di investire i propri soldi in America… Ma poi? Cosa c’entra questo con il terrorismo? Solo perché la famiglia Bin Laden è stata socia in affari con Bush, significa automaticamente che un membro di questa famiglia che: ha da tempo TRONCATO ogni rapporto con tutti i suoi parenti, che ha GIURATO di volere uccidere il Presidente e quanti più americani possibile, che è in GUERRA DICHIARATA con la stessa famiglia reale saudita (che secondo quanto insinua Moore farebbe parte del gioco di complotti perché possiederebbe ”il 6/7% del totale dell’economia americana”) sia connivente con lo stesso Bush? Non regge… Moore non è riuscito a dimostrare nessun legame tra la famiglia Bin Laden e Osama stesso. Quindi non ho ben capito cosa vi fosse di male nel fatto che una famiglia di petrolieri americani intrattenesse rapporti d’affari con una famiglia di petrolieri sauditi. Da ultimo, che Bush non sia una cima è vero, ma insomma, Ronald Reagan era un attore e Shwarzenneger potrebbe realmente fare il Governator solo nella repubblica delle banane. Nixon ha continuato a fare il Presidente e negli ultimi 3 anni era completamente schizzato. Insomma, vogliamo metterci in testa che chi comanda è l’ENTOURAGE del Presidente e che quindi il fatto che Bush sia un idiota non mi dice niente, perché lui detta solo le LINEE GUIDA del suo partito, ispirate a principi che condivido, e che poi vengono messe in pratica da gente CAPACE, da esperti coi coglioni, che provvedono all’effettiva realizzazione delle grandi manovre nel Paese?

  13. Il film non l’ho visto, e lo vedrò a breve.
    Ma leggendo da coloro che lo hanno visto, e che militano meno, o meno ciecamente, di quanto sembri fare tu, risulterebbe che le GRANDI VERITA’ e le LEZIONI DI VITA di cui ti sei riempita la bocca anche nei più recenti post non siano poi così ASSOLUTE, FONDATE, COMPROVATE, INNEGABILI.
    Incongruenze di cui é piena la rete, ma che tu ti sei ben guardata dal commentare, anche perché poco avresti avuto da dire, preferendo convincerti che CHI NON CREDE CIECAMENTE E’ CORNUTO.
    Quanto al POVERO MOORE che diventa povero pur di far conoscere a noi mariti cornuti la tremenda verità… beh, raccontala ad altri che sono più ben disposti a crederti pur di sentire la campana che gli piace.

    La metafora del marito cornuto é quanto di meglio si attaglia al TUO caso, ed a quello di altre persone che non riescono a fare di meglio che attaccarsi disperatamente ad ogni BUFALA o MEZZA VERITA’ purché suoni le rassicuranti note dei vostri INNI.

    Ora scrivo a moore e gli dico di regalarmi il film. Appena me lo manda te lo commento, e te ne regalo pure na copia: col consenso dell’avente diritto non violerò neanche i copyright.

    Con simpatia.

  14. Leggo sempre molto volentieri i post di Marco-86,perchè li trovo equlibrati e documentati nel modo giusto.Legge a mio avviso i fatti senza enfasi e faziosità.L’intreccio affari e poitica,pare sia prerogativa solo degli Americani.Qualcuno ricorda che le mine antiuomo,fatte poi diventare “fuorilegge” dalla comunità internazionale ,erano prodotte in Italia dalla Borletti azienda del gruppo Fiat?Non ho mai letto voci scandalizzate in proposito e non ho mai visto cortei pacifisti in piazza.
    Però,chiunque faccia un film,che “dimostri” queste magane o queste pecche della politica Americana,diventa un documento.Non ho visto il film e me ne guardo bene dall’andarlo a vedere,ma quel che mi chiedo è che cosa cambierebbe,nei confronti della realtà attuale il sapere che Bush,non sia una volpe,visto che come bene dice Marco-86,dietro di lui,c’è un entourage che comunque gestisce la situazione intera.
    Io consiglierei tra l’altro ad Antonella,che ha avuto il “coraggio” di vedere il film di andarsi avedere il filmato della decapitazione e della fucilazione degli ostaggi Nepalesi in mano a quei maiali dei terroristi islamici,sul sito di Dagospia.Quelle non sono ricostruzioni cinematografiche. Luciano

  15. HAI ANCORA E SEMPRE RAGIONE: io sono un bilioso ultrà della politica, e sguarnito di argomenti.

    Ciò dovrebbe renderti più facile commentare al cospetto di siffatto MEZZUOMO come mai l’argomento principale del film (i familiari di bin laden che fuggono a cieli chiusi*), quello su cui poggia tutto il resto dei sospetti e delle altre MEZZE VERITA’, é risultato AI FATTI essere SENSIBILMENTE DIFFORME da come lo rappresentava il FILANTROPO MOORE, tanto difforme da perdere, agli occhi di chi abbia vouto vederlo con distacco ed obiettività, la grandissima parte del proprio appeal perverso.
    E come mai lo stesso MOORE ha dovuto ammettere che il suo lavoro aveva poco e niente a che con quela quisquilia chiamata OBIETTIVITA’.1
    E come mai sono dovuti intervenire gli avvocati della MIRAMAX per chiedere scusa di questa ricostruzione ERRATA?

    Come mai nessuno ha visto il tuo commento in tal senso? Attaccare un KDK qualsiasi solo perché va controcorrente é più facile? Un KDK che peraltro aveva chiaramente detto che il suo giudizio era temporaneo, e basato su commenti altrui?
    Dai, che puoi certamente fare di meglio, soprattutto avendo a che fare con uno come me.

    Un bacione sul kolbacco.

    * sembra (SEMBRA, capito rubinetto? SEMBRA: questo é un parere interinale, in attesa di conferme!!!) che non sia affatto vero che i familiari del PORCONE abbiano lasciato il territorio quando i cieli erano chiusi, bensì quando i voli commerciali stavano già riprendendo; SEMBRA che non sia affatto vero che li abbiano lasciati scappare in tutta fretta, bensì che siano stati tutti individuati ed interrogati, prima che fossero rimessi sugli aerei in mancanza di elementi sufficienti ad un arresto; SEMBRA che altri parenti del PORCONE abbiano lasciato con eguali modalità altri paesi europei, temendo ritorsioni e vendette trasversali. SEMBRA che tutto questo riduca le certezze di MOORE e di antonella ad un mucchio di parole, per nulla differenti da quelle che sentiamo BERCIARE (grazie fallaci) nelle piazze dai PACIFISLAMIKOMUNISTI.

    Per informarti un pò meglio di come hai fatto in quest’occasione (due su un centinaio):

    http://www.bowlingfortruth.com/index.htm
    http://www.davekopel.com/Terror/Fiftysix-Deceits-in-Fahrenheit-911.htm

    ovviamente, essendo queste osservazioni che si permettono di smentire uno che attacca il nemico DEVONO essere false, come le torri gemelle, l’uomo sulla luna, ecc. ecc. perché tutto ciò che afferma che “NON E’ VERO CHE VOI SIETE I BUONI, e che LORO SONO I CATTIVI” DEVE ESSERE FALSA.

    P.S. poiché comprendo che non é facile trarlo da queste mie righe, lo dico io: a me piace lo scrittore MOORE. A me non piace BUSH. Ora possiamo proseguire. Ma facciamolo con gli occhi ed il cervello aperto, PLEASE.

  16. Vedi, tu hai saltato a pié pari due anni di miei post.
    Cerco di sintetizzarteli in due righe:

    CERTO CHE CI SONO GLI AMERIKANI CATTIVI
    CERTO CHE ABBIAMO INVASO ANCHE NOI
    CERTO CHE ABBIAMO AVUTO BRUTTURE ED ANIMALI TRA DI NOI

    ma che oggigiorno tutto questo lo vogliano denunciare proprio quelli che inneggiano ad un’ideologia che ha GENERATO regimi colpevoli di TRECENTOMILIONI di morti in 70 anni, oltre a decine di anni di FAME, CARESTIE, GUERRE, e soprattutto che lo vogliano fare NEGANDO LA STORIA e cercando di far passare il KOMUNISMO per il BENGODI, mascherandosi da paladini di LIBERTA’ E GIUSTIZIA mentre inneggiano ad ASSASSINI e DITTATORI, beh, questo fattelo andare giù tu se vuoi.

    Ora puoi ricominciare a giudicare senza capire.

  17. Probabilmente le divergenze tra le nostre opinioni si basano su due fattori di partenza che discriminano le conclusioni delle analisi della realtà che ti colta in volta effettuiamo.

    “che spesso i secondi fini che muovono la politica statunitense sono più di ordine geopolitico, e tecnico-tattico, quindi in concreto di stabilizzazione delle aree a rischio. E questo per me è positivo.”

    “sono consapevole dell’agire degli Stati Uniti per interesse proprio, ma al contempo li appoggio perchè ritengo il fine perseguito un bene di tutti.”

    Prendo ad esempio queste due tue affermazioni, ma potrei prendere l’impianto dell’intero discorso, per estrapolare il “concetto preconcetto” (scusa, ma igiochi di parole mi piacciono, se possono avere un senso) che ritengo animi le tue riflessioni e che diverge totalmente dal mio punto di vista.

    Secondo me una certa poitica statunitenze fa solo gli interessi di potentati economici, i quali si guardano bene da rendere palesi le loro strategie.

    PARENTESI

    Sai cosa successe all’inizio del secolo in america? Tra le tante cose, intendo, ci fu il proibizionismo, all’iniziodegli anni 20.
    Ci sono alcuni libri che spiegano come, in un paese libertario ed edonista come gli stati uniti, potesse avere avuto la meglio una politica del genere…..
    Beh, non ci crederai, le multinazionali (dalla DUPONT a quella che nonmiricordoilnome sarebbe diventata la GM, passando per gli embrioni già ben sviluppati delle grandi industrie farmaceutiche) ebbero una parte non secondaria in tutta l’operazione.
    Cercati qualche libercolo o manuale blasonato sull’argomento. Ti avviso che non sarà facile, perchè quella è storia che parla al presente pur essendo negli elementi fattuali e nei protagonisti circoscritta nel passato.

    CHIUSA PARENTESI

    Se tu credi di identificare i tuoi interessi con quelli delle grandi corporation, se credi che non ci siano alternative tra quel comunismo e questo capitalismo (per semplificare le forme di governo che hanno dominato il secolo scorso), beh, libero di farlo, anche se non ho ben capito il come ed il perchè.
    Io mi limito a dire che in questo non mi trovi affatto d’accordo.

    E visto che spesso si fa difficoltà a discernere tra chi è contro la politica di questa amministrazione statunitenze e chi è antiamericano a prescindere, ti dirò che si è visto in questi giorni a New York quanti americani non ritengano che questa politica non vada a favorire i loro interessi. Così, tanto per dire.

    Per quanto riguarda la magnificenza del giustizialismo americano, non sono affatto d’accordo. A parte la forte sperequazione tra la giustizia per i W.A.S.P. (white anglo-saxon protestant) e per le etnie tipo i neri, gli ispanici, ecc. A parte gli innocenti finiti arrostiti come capri espiatori sulle sedie elettriche.

    A parte l’asilo dato a criminali di guerra (la lista è lunga, mio caro, purtroppo è molto lunga). Criminali di guerre sporche in sudamerica, che hanno visto donne e bambini oltre che poveri innocenti massacrati in nome di quella che tu potressti definire “testa di ponte sotto l’influsso americano”, che nulla hanno da invidiare a Saddam per efferatezza e megalomania.

    Scusami tanto, ma continua a vedere del tifo acritico da parte tua verso gli USA, ovviamente posso sbagliarmi, ma questa è la mia impressione.

    Quando è convenuto “liberare” le popolazione oppresse (a condizione che poi pagassero il conto con le loro risorse, subordinando il loro sviluppo alle esigenze dei “liberatori”.

    Quando invece dei popoli liberi, con presidenti democraticamente eletti, hanno deciso di avvalersi dei loro mezzi, legali e leciti, per affrancarsi dal giogo soffocante degli USA, allora vigliaccamente e sottobanco, al riparo delle critiche dei democratici “distratti” e partigiani (tra i quali, mi dispiace, secondo me ci sei anche tu), si sono occupati di sovvenzionare anche dittatoriu sangiunari, infischiandosene delle motivazioni “umanitarie”, salvo poi risventolarle alla prima occasione con l’aiuto dei loro alfieri…..
    Quindi tutta la retorica pelosa sulla libertà mi sembra fuori luogo, per lo meno se si conosce la storia…..

    Anche conoscere la storia dell’ONU potrebbe essere illuminante, come è stata istituita con nobili intenti e mano a mano trasformata, in quell “‘inutile montagna di dispendiosa burocrazia che si mantiene fine a se stessa, stagnante e putrescente nella sua inettitudine”. Solo che penso che sottovaluti il fatto che le legittimazioni dell’ONU facciano molto comodo (quando ci sono) o abbiano fatto molto comodo agli USA.

    Io penso che tu non riesca a non vedere le cose a senso unico. Dici che la Francia, quella si, è un paese realmente nazionalista e reazionario, sembrerebbe che tu sottointenda, al contrario degli USA. Vedi, non mi sento affatto di poter condividere questo punto di vista. Mi piacerebbe sapere su quali valutazioni fai poggiare questi tuoi giudizi, perchè a me sembrano assurdi (chissà che tu non riesca a farmi cambiare idea).

    Sulla questione ambientale, mi sembra masochista e puerile un ragionamento basato sulla competizione.

    “Dai, facciamo a chi si da le martellate sulle palle più forti!!”

    Infatti, seguendo l’attualità oltre il bombardamento dei media, è risaltata la notizia che la Cina sta facendo i conti con la questione ambientale già da ora.

    Purtroppo l’europa che potrebbe (perchè ne ha i mezzi e la possibilità) avere un ruolo guida, dal punto di vista della ricerca e della applicazione delle tecnologie relative alle energie pulite e rinnovabili, e divisa tra il vassallaggio agli stati uniti (posizione simile alla tua) e la competizione sullo stesso campo (posizione francese). Io preferisco farlo alla tedesca, nel senso che in questo loro sono all’avanguardia in Europa, che è all’avanguardia nel mondo.
    Purtroppo impera questo senso di inferiorità e di vassallaggio nei confronti degli USA…..

    In fine, se con tanto ardore mi era scagliato, nella mia prima risposta, contro le categorie di pensiero obsolete del secolo scorso (ed intendevo “destra” “sinistra” “comunismo” “capitalismo”) è perchè ritengo che la realtà sia formata da ibridi che contengono un po’ di questo ed un po’ di quello, quindi ritengo fuorviante ed improduttivo fare riflessioni del tipo “il sistema capitalistico, pur con i suoi innegabili squilibri, è quello che, fino ad oggi, ha dato i risultati più sorprendenti nel campo del benessere”.
    Perchè se è vero da un punto di vista, dall’altro credo di poter imputare la maggior parte delle cause della situazione odierna ai meccanismi perversi che stanno dietro al capitalismo stesso. Per lo meno a questo capitalismo.

    Salutoni e buon weekend

  18. Cosa vuoi dire con il tuo discorso?

    Moore ha ragione, ma solo un po’?

    Cos’è ? La storia della signora chedice al marito
    “sono in cinta, ma solo un po’?”

    Conosci Wolkowitz e Cheney? Hai letto qualcosa di quello che hanno scritto e detto negli ultimi quindici anni?

    Cazzo Marco, fammi capire, quali sono i criteri che adoperi per definirli gente “coi coglioni”? Visto che sono dei maschietti dai la cosa per scontata?

    Oppure vuoi dire che le grandi masse vanno pazze per gli imbecilli, allora la gente capace si trincea dietro il più coglione che trova per poter guidare un paese?

    Non ho visto ancora il film, ma ci andrò (purtoppo sono povero, non ho una casa mia e non ho il collegamento domestico ad internet, navigo attraverso un proxy dall’ufficio e non posso usare i peer2peer) e magari ne parleremo.

    Tuttavia il tuo intervento mi pare confuso…. Prima dai ragione a Moore, dici che ti ha convinto, per poi, mi sembra, arrampicarti sugli specchi per potergli dare torto.

    Ok, se vuoi avere un certo tipo di rigore nel giudicare le affermazioni delle persone e le loro teorie ed il modo in cui le dimostrano, fai più che bene, ma scendi dalla curva sud e fallo con tutte le squadre in campo.

    Potresti avere delle sorprese, o rafforzare le tue opinioni.

    Sicuramente saresti meno confuso……

    Cordialmente

  19. Si lege molto volentieri cose che li rafforzano.

    Mentre si tende ad oprare un’operazione di rimozione verso tutto ciò che cerca di insinuarci dei dubbi.

    Auguri!

  20. Io non ho attaccato nessuno.

    io non ho visto il film.

    Rino cantava “mio fratello è figlio unico perchè non ha mai criticato un film senza prima vederlo” ed aveva ragione. E’ poco serio, poi puoi usare tutte le maiuscole ed i neologismi che vuoi, ma con ‘sta palla degli islamikopacificomunisti assomigli solo a Bondi….

    Se baci un colbacco non baci certo il mio copricapo.

    Io lascio respirare la cute, non ne porto di cappelli…

    E dimostri poca serietà e pochi argomenti se ti ritrovi ad emulare la tattica, in uso in questi tempi, della delegittimazione dell’interlocutore.
    Sei agitato e borioso, mio caro. Oltre che presuntuoso ed antipatico.

    Ma che senso ha discutere con chi ci è simpatico (a parte che a me stanno tutti antipatici, quasi)?

    Comunque io non ho parlato del film, ma del tuo intervento.

    Puoi rispondermi quanto ti pare parlando del film (che non hai visto), non ti replicherò finchè non lo avrò visto.

    Puoi anche scambiarmi con tutti gli altri interlocutori che hai avuto o con gli altri frequentatori del sito, ma sembri uno che agita una scimitarra ad occhi chiusi contro il vento….

    Io sono qui, dietro di te……

    Togli la benda amico, che ti porgo un alkaselter…

    ;-D

  21. Io non ho letto due anni di tuoi posts, tu non conosci 30 anni della mia vita.

    Però tu puoi addebbitarmi delle posizioni ideologiche che peraltro non ho MAI avuto, mentre io non posso parlare (e conseguentemente criticare) di quello che scrivi….

    Giudicare senza capire? E tu? Cosa fai? Non giudichi? Ah, però tu c’hai la sfera di cristallo ed il dono dell’onniscenza !!!

    Scusa, Sua Eccellenza, ma sei parente del grande maestro che dà lezioni sul sito?

    Sei strano, sai?

    Non capisci che stai sbagliando tutto? Non sono in armi di fronte a te, sono alle tue spalle che ti urlo: “hei! togli la benda!! Stai andando contro il precipizio!!!”

    Bha, forse poi vorrai metterti a cantare anche tu “precipito! Precipito! Guarda come sono telegenico mentre mi schiantooooooooooooo”

  22. Già che hai parlato di confronti e discussioni, noto con profondo dispiacere che non hai seguito uno che uno dei fili della discussione….

    Per uno che parla di confronto…… e finisce con gli insulti alla Ferrara o alla Bondi……..

  23. o mio dio, come ci siamo ridotti….
    p.s. io ho il film di moore, e lo sto facendo vedere gratis a tutti i miei amici

  24. Anche se non sono annoverato tra i tuoi amici ho qualche possibilità di vederlo gratis?

  25. se leggi un po’ più su, te l’ho proposto proprio io 🙂
    comprato oggi, fresco fresco

  26. Dear Marco

    Probabilmente le divergenze tra le nostre opinioni si basano su due fattori di partenza che discriminano le conclusioni delle analisi della realtà che ti volta in volta effettuiamo.

    “che spesso i secondi fini che muovono la politica statunitense sono più di ordine geopolitico, e tecnico-tattico, quindi in concreto di stabilizzazione delle aree a rischio. E questo per me è positivo.”

    “sono consapevole dell’agire degli Stati Uniti per interesse proprio, ma al contempo li appoggio perchè ritengo il fine perseguito un bene di tutti.”

    Prendo ad esempio queste due tue affermazioni, ma potrei prendere l’impianto dell’intero discorso, per estrapolare il “concetto preconcetto” (scusa, ma igiochi di parole mi piacciono, se possono avere un senso) che ritengo animi le tue riflessioni e che diverge totalmente dal mio punto di vista.

    Secondo me una certa poitica statunitenze fa solo gli interessi di potentati economici, i quali si guardano bene da rendere palesi le loro strategie.

    PARENTESI

    Sai cosa successe all’inizio del secolo in america? Tra le tante cose, intendo, ci fu il proibizionismo, all’iniziodegli anni 20.
    Ci sono alcuni libri che spiegano come, in un paese libertario ed edonista come gli stati uniti, potesse avere avuto la meglio una politica del genere…..
    Beh, non ci crederai, le multinazionali (dalla DUPONT a quella che nonmiricordoilnome sarebbe diventata la GM, passando per gli embrioni già ben sviluppati delle grandi industrie farmaceutiche) ebbero una parte non secondaria in tutta l’operazione.
    Cercati qualche libercolo o manuale blasonato sull’argomento. Ti avviso che non sarà facile, perchè quella è storia che parla al presente pur essendo negli elementi fattuali e nei protagonisti circoscritta nel passato.

    CHIUSA PARENTESI

    Se tu credi di identificare i tuoi interessi con quelli delle grandi corporation, se credi che non ci siano alternative tra quel comunismo e questo capitalismo (per semplificare le forme di governo che hanno dominato il secolo scorso), beh, libero di farlo, anche se non ho ben capito il come ed il perchè.
    Io mi limito a dire che in questo non mi trovi affatto d’accordo.

    E visto che spesso si fa difficoltà a discernere tra chi è contro la politica di questa amministrazione statunitenze e chi è antiamericano a prescindere, ti dirò che si è visto in questi giorni a New York quanti americani non ritengano che questa politica non vada a favorire i loro interessi. Così, tanto per dire.

    Per quanto riguarda la magnificenza del giustizialismo americano, non sono affatto d’accordo. A parte la forte sperequazione tra la giustizia per i W.A.S.P. (white anglo-saxon protestant) e per le etnie tipo i neri, gli ispanici, ecc. A parte gli innocenti finiti arrostiti come capri espiatori sulle sedie elettriche.

    A parte l’asilo dato a criminali di guerra (la lista è lunga, mio caro, purtroppo è molto lunga). Criminali di guerre sporche in sudamerica o in altre “province”, che hanno visto donne e bambini oltre che poveri innocenti massacrati in nome di quella che tu potressti definire “testa di ponte sotto l’influsso americano”, che nulla hanno da invidiare a Saddam per efferatezza e megalomania.

    Scusami tanto, ma continua a vedere del tifo acritico da parte tua verso gli USA, ovviamente posso sbagliarmi, ma questa è la mia impressione.

    Quando è convenuto “liberare” le popolazione oppresse, a condizione che poi pagassero il conto con le loro risorse, subordinando il loro sviluppo alle esigenze dei “liberatori”, ciò è stato fatto, con fanfare e rulli di tamburi.

    Quando invece dei popoli liberi, con presidenti democraticamente eletti, hanno deciso di avvalersi dei loro mezzi, legali e leciti, per affrancarsi dal giogo soffocante degli USA, allora vigliaccamente e sottobanco, al riparo delle critiche dei democratici “distratti” e partigiani (tra i quali, mi dispiace, secondo me ci sei anche tu), si sono occupati di sovvenzionare anche dittatori sangiunari, infischiandosene delle motivazioni “umanitarie”, salvo poi risventolarle alla prima occasione con l’aiuto dei loro alfieri…..
    Quindi tutta la retorica pelosa sulla libertà mi sembra fuori luogo, per lo meno se si conosce la storia…..

    Anche conoscere la storia dell’ONU potrebbe essere illuminante, come è stata istituita con nobili intenti e mano a mano trasformata, in quell “‘inutile montagna di dispendiosa burocrazia che si mantiene fine a se stessa, stagnante e putrescente nella sua inettitudine”. Solo che penso che sottovaluti il fatto che le legittimazioni dell’ONU facciano molto comodo (quando ci sono) o abbiano fatto molto comodo agli USA.

    Io penso che tu non riesca a non vedere le cose a senso unico. Dici che la Francia, quella si, è un paese realmente nazionalista e reazionario, sembrerebbe che tu sottointenda, al contrario degli USA. Vedi, non mi sento affatto di poter condividere questo punto di vista. Mi piacerebbe sapere su quali valutazioni fai poggiare questi tuoi giudizi, perchè a me sembrano assurdi (chissà che tu non riesca a farmi cambiare idea).

    Sulla questione ambientale, mi sembra masochista e puerile un ragionamento basato sulla competizione.

    “Dai, facciamo a chi si da le martellate sulle palle più forti!!”

    Infatti, seguendo l’attualità oltre il bombardamento dei media, è risaltata la notizia che la Cina sta facendo i conti con la questione ambientale già da ora.

    Purtroppo l’europa che potrebbe (perchè ne ha i mezzi e la possibilità) avere un ruolo guida, dal punto di vista della ricerca e della applicazione delle tecnologie relative alle energie pulite e rinnovabili, è divisa tra il vassallaggio agli stati uniti (posizione che ritengo simile alla tua, se non identica) e la competizione sullo stesso campo (posizione francese). Io preferisco farlo alla tedesca, nel senso che in questo loro sono all’avanguardia in Europa, che è all’avanguardia nel mondo.
    Purtroppo impera questo senso di inferiorità e di vassallaggio nei confronti degli USA…..

    In fine, se con tanto ardore mi era scagliato, nella mia prima risposta, contro le categorie di pensiero obsolete del secolo scorso (ed intendevo “destra” “sinistra” “comunismo” “capitalismo”) è perchè ritengo che la realtà sia formata da ibridi che contengono un po’ di questo ed un po’ di quello, quindi ritengo fuorviante ed improduttivo fare riflessioni del tipo “il sistema capitalistico, pur con i suoi innegabili squilibri, è quello che, fino ad oggi, ha dato i risultati più sorprendenti nel campo del benessere”.
    Perchè se è vero da un punto di vista, dall’altro credo di poter imputare la maggior parte delle cause della situazione odierna ai meccanismi perversi che stanno dietro al capitalismo stesso. Per lo meno a questo capitalismo.

    Spero di non averti offeso, ti ho detto solo quello che credo di vedere……

    Salutoni e buon weekend

  27. Ma che davvero vi clonano?
    Quando non avete più niente da dire vi attaccate alle MAIUSCOLE ed ai NEOLOGISMI?
    Sei almeno il decimo che si riduce a questo, da quando frequento questo sito.
    Fai come vuoi, ma finiscila di filosofeggiare sul “commento quando vedo”.
    Non sta scritto in nessuna bibbia che non si possa COMMENTARE UN COMMENTO.
    Ed é ciò che ho fatto io e facciamo tutti migliaia di volte al giorno (forse tranne te che evidentemente o riesci ad aprofondire tutto ciò che senti dalle tue orecchie, o non parli di niente).

    Ti ripeto il concetto semplificato, e poi ti lascio perdere, almeno fino a quando non avrai voglia di abbandonare le minchiate e parlare del merito:

    MOLTE PERSONE NON MILITANTI NEL MONDO, CREDIBILI FINO A PROVA DI FALSO, HANNO VISTO IL FILM ED HANNO TROVATO UN SACCO DI FALSITA’ ED INCONGRUENZE.
    La circostanza che molto probabilmente vedrò il film coi miei occhi non farà cambiare queste considerazioni.
    Potrò magari farmi un’idea sulle capacita tecniche di MOORE. Potrò rimanere impressionato da come MOORE avrà presentato le cose.
    Ma rimarrà il fatto che gran parte del suo impianto da MILITANTE é stato regolarmente smentito.
    Tutto questo mi fa credere che, ANCORA UNA VOLTA, i nostri nipotini di stalin abbiano fallito nel tentare di PRODURRE UNA VERITA’ VERA, e siano ricaduti nel solito vecchio vizio di CREARSELA una verità che gli piace, e poi di andarla ad urlare in piazza, magari col contorno di cassonetti FLAMBE’.
    Quando anche tu avrai visto il film, cosa cambierà? Potrai negare che gli episodi narrati da MOORE sono difformi dalla realtà?

    E’ più facile per te così? Non credo, ma, tutto sommato, me ne frega pochino.

    Il colbacco era una battuta. Se reagisci in questo modo rischi di accorgerti di un nervo scoperto che magari non conoscevi neanche tu.
    Non ti assegno alcuna posizione ideologica, mentre ne assegno una ben certa a molti altri soggetti che navigano il mare italiano dei nostri giorni.
    Ho esposto dei fatti: dimostrami che sei in grado di superare la forma, e discuti del merito.

    Se credi, poi, che io abbia tentato di delegittimarti, non hai davvero visto ancora nulla. Non l’ho fatto. Né ho intenzione di farlo. Ho solo usato un pò di ironia, più o meno simile a quella che ho visto usata da te qualche volta. Capisco che quando qualcuno la usa contro di te possa apparire un pò meno simpatica, ma devi credermi che era innocua….

    E, infine, attenzione a parlare delle bende sugli occhi altrui, che si perde cognizione delle proprie.

    Comunque io sarò di nuovo qui a breve, e se avrai voglia di parlare di fatti, sono pronto ad ammainare anche quel pò di fastidiosa ironia.

    P.S. controcorrente rispetto a chi? Non vorrei umiliarti con suggerimenti non dovuti, ma prova a contare quanti sono i commenti che abbiano sollevato un dubbio sulla SANTITA’ di MOORE, e poi torna qui.

    P.S: ma perché citi sempre BONDI? Lo hai fatto un fottio di volte…. Forse FREUD avrebbe qualcosa da spiegarti… Non sarà che sei proprio tu a tacciare di LINGUA SERVA chiunque dica qualcosa che non coincide col tuo pensiero?

  28. Ma perché continui a divagare?
    Nessun addebito di posizioni; te l’ho scritto in un altro post.
    Fino a prova contraria ti considero una mente libera. Perché tu non stai facendo altrettanto con me? E quando e dove ti avrei giudicato?
    E come mai l’unico agitato tra me e te sembri tu?
    Tranquillo, ragazzo. Che se qualcuno eviterà lo schianto, sarà qualcuno come me che non teme di andare contro chi VA CONTRO PER MESTIERE, e che ha il maledetto vizio di trovare le magagne OVUNQUE, e non solo dove gli dicono di farlo.

    Calmati e vatti a leggere le smentite alle tesi di MOORE che ti ho fornito, e poi ne riparliamo.

  29. Qua non ci siamo… Li leggete i miei post o fate finta?? Io non sono in nessuna curva Sud, posso avere delle opinioni che esprimo confusamente, ma le ho bene chiare nella mia testa. Mi continuate (continui, Sergio) a dire “ultrà della politica” “scendi dalla Sud” “ignorante” “prendi in mano il vocabolario” “le mamme dei desaparecidos ti ringraziano per la tua ignoranza” “studia qualcosa”, per infine definirmi “unapersona che invece di confrontarsi crede di giocare al fantacalcio con le figurine della politica” (prego notare tutti insulti tratti dai tuoi post)
    Provate a vedere per un istante i miei interventi per quello che sono, non per una “Apologia dell’America”. Io porto delle motivazioni, esprimo delle opinioni, e quello che mi si risponde è che sono confuso e non so quello che dico… Con che pretesti poi… Perchè, spiegami, non potrei dire che Moore ha ragione, ma solo un po’??!! Adesso sei tu che cadi nella trappola degli “assolutamente buoni o assolutamente cattivi?”. Rileggi il mio post. Io ho dato, all’inizio, un parere tecnico (bellissimo film). Poi ho detto che riesce a prendere Bush e smontarlo di ogni credibilità, farlo apparire un idiota, e che in QUESTO, ma solo in questo, mi ha convinto. Ok, Bush non è una cima. E in QUESTO, Moore ha ragione. Non per questo ha ragione su TUTTO. Passiamo poi alla seconda parte. Su quest’altra PARTE, che è una PARTE, Moore ha torto. Non ha torto su TUTTO. Ha torto su questa parte. Che riguarda i rapporti tra la famiglia Bin Laden e quella Bush. Che ci sono stati, ma che non vogliono dire niente. A MIO PARERE (naturalmente). Per il resto ho semplicemente detto di non avere un bagaglio sufficiente di informazioni per commentare (nè a favore nè contro). Quanto all’ultimo punto, io non nego di essere favorevole alla politica di Bush. Pur riconoscendo che non è propriamente una volpe. Agli occhi dei più attenti questo sarebbe apparso come un evidente controsenso. Per ciò ho preferito specificare che io sono favorevole ad un certo tipo di CONDOTTA POLITICA, di cui il Presidente detta sostanzialmente le linee, ma che poi negli aspetti pratici, siccome non sarebbe gestibile in tutti i suoi aspetti dal Presidente stesso, viene affidata a capi dipartimento e sottosegretari, che non sono necessariamente Cheney o Rumsfeld. Avviene anche in Italia. Come è possibile secondo voi che un POLITICO di professione, di un qualunque governo, che probabilmente non ha mai fatto altro nella vita, si ritrovi tutt’a un tratto ministro dell’economia o delle finanze e il giorno dopo, in seguito a un rimpasto, ministro della pubblica istruzione o della sanità?? Crediamo davvero che sia un tale Pico della Mirandola da poter essere precisamente a conoscenza dei particolari tecnici dei vari settori? No, vi sono i cosiddetti TECNICI e CONSULENTI esterni, altrimenti detti ENTOURAGE, che gestiscono la messa in pratica delle riforme. Lo stesso avviene in America. Che Bush non sappia leggere, non vuol dire che non sarà mai in grado di comporre una legge decente perché tanto, materialmente, quella legge la idea un tecnico e la batte una segretaria. E Bush può anche non sapere scrivere, che la legge è pronta lo stesso (questo era un paradosso portato a esempio, ovviamente). Ora, io non ho la pretesa di avere in tasca la verità assoluta, ma mi piacerebbe che foste obiettivi ed invece di dirmi “Il tuo intervento mi pare confuso…. Prima dai ragione a Moore.. Poi ti arrampichi sugli specchi per potergli dare torto”, mi ribatteste punto per punto in quello che trovate sbagliato. Ribadisco poi che non mi è andato giù questa parte: “Cosa vuoi dire con il tuo discorso?

    Moore ha ragione, ma solo un po’?

    Cos’è ? La storia della signora chedice al marito
    “sono in cinta, ma solo un po’?””
    Sì, perchè, uno non può avere ragione solo in parte?
    Quest’ultimo intervento non mi è proprio piaciuto (non che probabilmente gliene freghi qualcosa a qualcuno, ma sapete com’è, uno lo dice..).
    Saluti.

  30. “Secondo me una certa politica statunitenze fa solo gli interessi di potentati economici, i quali si guardano bene da rendere palesi le loro strategie”. Tu hai grosso modo riassunto così la nostra divergenza di opinioni. Bene, ora ti dico: anche se a pensar male spesso ci si azzecca, perchè non proviamo per un istante a sgombrarci la mente dai pregiudizi? E’ inutile, hai ragione tu: la favola dei buoni e cattivi non esiste. Quindi cerchiamo di analizzare di volta in volta i singoli casi. Cosa possiamo dire dei “desaparecidos”, ma ingenerale di tutte le atrocità commesse dagli Stati Uniti nella loro storia? Nulla in questa sede… Perchè presi nel loro complesso non vogliono dire nulla, andrebbero analizzati caso per caso per capire le reali motivazioni che si sono determinate nelle specifiche situazioni… Se ci fosse una discussione in proposito probabilmente tu porteresti delle prove più o meno confutabili, e probabilmente ti dovremmo dare tutti ragione (anche se pochi sono gli avvenimenti nella Storia che non si prestano ad una doppia interpretazione..) Diciamo che ti do atto, in maniera generica, che gli Stati Uniti abbiano commesso atti efferati per loro propria convenienza… Però quelli appartengono, quali più quali meno, al passato.. Quindi abbandoniamoli per un istante, vuoi? Ora, nella situazione attuale, le due guerre che sono al centro della politica americana attuale, le guerre dell’Afghanistan e dell’Irak, possono essere dettate da interessi come quelli che suggerisco io (l’obiettivo di creare una testa di ponte nell’area mediorientale a prevalente influsso americano, come già fatto con l’Afghanistan [prego controllare l’ubicazione delle due regioni], con lo scopo di favorire un’opera di prevenzione e intelligence contro gli Stati nemici, propugnando e facendo conoscere nel frattanto un modello di istituzioni democratiche a regioni che non le conoscono. Debellare il terrorismo e nuovi partner commerciali in un colpo solo), o da interessi come quelli che suggerisci tu (Secondo me una certa politica statunitenze fa solo gli interessi di potentati economici, i quali si guardano bene da rendere palesi le loro strategie). Me lo sono posto anch’io il problema, ci ho riflettuto, e sai cosa ho concluso? Che non ci sarà mai modo saperlo con certezza, perchè, come ho precedentemente detto in un mio post, non siamo nè saremo mai in grado di leggere nella mente dei potenti delle terra per interpretare gli alti o bassi fini che muovono le loro azioni. Allora, di volta in volta, preferisco domandarmi: quali sono le conseguenze concrete di questo intervento? Quando (Afghanistan) le conseguenze erano la liberazione di una popolazione oppressa e massacrata all’inverosimile (ragazzi, la vita com’era prima in Afghanistan è inimmaginabile… Almeno per me… Era vietato anche ridere!!! E poi io dico, ben vengano le bombe americane che ci liberano da Mussolini… Altro che! Mussolini era un agnellino al confronto coi Talebani!!!), il debellamento di uno Stato Canaglia che EVIDENTEMENTE e DICHIARATAMENTE offriva protezione, rifugio e sovvenzionamenti a gruppi che hanno come unica loro ragione di esistere il completo annientamento della nostra cultura, della nostra civiltà e di noi come persone fisiche, ho avuto ben pochi dubbi e mi son detto: Avanti! Lì non ho pensato se nel ’57 gli Americani avevano sovvenzionato qualche rivolta nel Sud America, mi sono detto: ci penseremo dopo, ora c’è una minaccia concreta che mette in discussione l’esistenza stessa della nostra civiltà, affrontiamola, lo dobbiamo a noi stessi, a quelli che verranno, ai nostri principii e alle nostre idee per le quali, che diamine, ci siamo fatti uccidere, torturare, bruciare dalla Chiesa e schiavizzare dagli stranieri. Le armi a Bin Laden chi gliele ha fornite? L’America… Ma è questo un motivo per rinunciare ora, dopo che gliele hanno date tempo fa, ad appoggiarli a togliergliele?? Pazienza se hanno sbagliato, ora stanno facendo la cosa giusta: se poi questa sia dettata dagli alti ideali dei capi di Stato, o dagli interessi delle multinazionali, non posso saperlo. Ma non potendolo sapere, decido semplicemente di analizzare i fatti attuali e i dati in mio possesso per decidere che posizione prendere. Ora, visto che io non ho trovato NESSUNA controindicazione alla guerra in Afghanistan e molti fattori positivi (li ho già illustrati a sufficienza credo) semplicemente ho deciso che ero favorevole. Punto. Guerra in Irak, discorso simile: popolazione oppressa che viene liberata da un dittatore che commette massacri su massacri, genocidi su genocidi (fra parentesi, lo stesso discorso vale anche per Milosevich), che si proclama laico ma che sovvenziona sottobanco il terrorismo Palestinese per tenersi buoni i vicini, che anche se ora come ora non ha armi di distruzione di massa, casomai riuscisse a procurarsele sarebbe una minaccia per il mondo intero, un uomo che ha già scatenato la Prima Guerra del Golfo e che ha invaso il Quait solo per bramosia di potere, insomma un CANCRO nel mondo, estirpato il quale tutto il mondo è più sicuro, e questi non sono elementi sufficienti per essere favorevole ad una invasione dell’IraK? Perchè dovrei essere contrario? Perchè sennò le multinazionali americane si arricchiscono con il petrolio irakeno? Ma almeno quei soldi andranno in parte a ricostituire un’economia devastata, nel contesto di una democrazia che, credo, non faccia schifo a nessuno. Questo analizzando al di là del fatto che il gas a Saddam gliel’abbiano dato loro. Poi, su QUELLO, si può fare un dibattito, per carità, certamente interconnesso, ma che esula dalle ragioni vere e proprie della guerra. A questo proposito aggiungo per inciso, che le armi ad Osama Bin servivano per arrestare l’avanzata sovietica in Afghanistan (obiettivo che, mi pare, fosse pittosto condivisibile); che poi Osama Bin le usasse vent’anni dopo contro di loro non era certo prevedibile, altrimenti non gliele avrebbero certo fornite. Saddam è stato armato per creare un presidio laico e laicista in una regione fortemente islamizzata, per arrestare l’espansione dell’Iran (anche questo scopo condivisibile). Poi se io ti do un coltello per difenderti da un criminale e tu con sto coltello diventi imprevedibilmente criminale a tua volta, avrò il diritto di disarmarti nuovamente o no? Sono le 4 e 10 e sono distrutto, quindi non grarantisco che il mio intervento sia pienamente lucido nella parte finale. In tal caso me ne scuso e rimedierò domani, ora vado a letto che voglio dormire…. ‘Notte….

  31. Sergio (e voi tutti, che non l’avete ancora fatto), ti consiglio vivamente di leggere la Fallaci. So che non mi ascolterai probabilmente, ma non puoi avere idea della frustrazione che prende quando si ha la sensazione che qualcosa di valore sia lì, a portata di mano, e la gente non abbia nemmeno voglia di girarsi a coglierlo. Io vorrei che tutti leggessero la Fallaci, ma vorrei anche che tutti leggessero “Pappagalli Verdi” di Gino Strada (bellissimo, bellissimo libro) e guardassero Farenhait 9/11. Così come tutti, nel mio paradiso ideale (che io per primo non riesco a realizzare) dovrebbero leggere tutti i giornali possibili. Perchè, io credo, maggiore è il volume di informazioni e di conoscenze di cui disponiamo, maggiore è la nostra capacità di capire e interpretare il mondo, e di conseguenza la nostra capacità per il futuro di creare un mondo migliore. Leggerò Terzani, se me lo consigli: anzi, dammi un titolo, una casa editrice e tenterò di procurarmelo quanto prima (ma devi garantirmi che è un prodotto di valore e che ne vale la pena). Ultimo punto, ti devo chiedere un favore (nemmeno ci conosciamo e già ti chiedo i favori, bella roba eh?). Leggeresti (se non l’hai già fatto) l’articolo che io ho postato qualche giorno fa della Fallaci? Voglio sapere cosa ne pensi. Non sfiora minimamente l’argomento in questione, voglio solo un tuo parere tecnico. Ah, per il maestro di vita, ti ho postato una risposta da qualche altra parte. Se vuoi risp qui che facciamo prima.

  32. E’ per il maestro.. Noi saremo dei coglioni, ma tu come maestro non sei davvero granchè… A parte il fatto che non si è capito neanche quali sono le tue posizioni specifiche… Comunque posso provare a indovinare (ragazzi, se ho inquadrato il tipo dovete darmi un Nobel… Dietro quella montagna di insulti senza senso non era facile). Tu credi davvero che il giorno della rivoluzione tecnologica, il giorno in cui le I.A. supereranno gli umani, tu sarai già in grado di sfruttarle, di implementare le tue prestazioni interfacciandoti magari con un hardware delle dimensioni di pochi micron inserito nel tuo cervello, ed fare parte di quella ristretta cerchia che potremmo definire di post-umani che a quel punto, forti di un’ intelligenza milioni di volte superiore a quella dei normali mortali, potrai regnare incontrastato sulla terra insieme ai pochi lungimiranti che, come te, hanno visto la luce prima degli altri? Ma perchè, ti interessa davvero ridurti ad un Robocop? I computer possono aumentare la velocità dell’intelletto umano, ma non potranno mai emularne l’estro, la fantasia e più in generale tutto ciò che esula da schemi e logaritmi predefiniti. Il giorno che individueranno un logaritmo per codificare le funzioni del cervello, le paure, le ansie, gli amori e gli odi, forse sarai un passo più vicino alla tua meta. Ma io credo che quel giorno (posto che arrivi) sarà mooolto più lontano del 2030, 40 o 50, e se anche non lo fosse, sei un illuso se credi che tu potrai essere il primo a beneficiarne. I casi sono due: o le macchine, se riuscissimo a crearne di più intelligenti di noi, prenderanno il sopravvento, e allora, magari senza schiavizzarci, certamente non si metteranno al nostro servizio (hai presente Terminator?), oppure tutto fallirà miseramente e questo inutile gioco della fantacienza asimoviana sarà definitivamente abbandonato. A parte che io non vedo nessuna attrattiva nel diventare un saiborg che controlla quelli che un tempo erano i suoi simili, rivestito di tessuti sintetici al posto della pelle. L’umanità ne ha passate tante, ed è sempre stata in grado di cavarsela.. Ce la farà anche questa volta, anche se i tipi come te dovessero avere ragione. Ma poi: il fatto che la tecnologia abbia velocità superiori alla selezione naturale, significa forse che sia altrattanto accurata? Come puoi pensare (se ho interpretato correttamente il tuo pensiero) che una tecnologia sfrenata, anzi una NANO-tecnologia, che agisca magari modificando radicalmente i nostri geni e la nostra stessa composizione fisica, possa essere scevra di controindicazioni ed effetti collaterali per noi magari inimmaginabili? Il delirio di onnipotenza che ha preso l’uomo di questi tempi (e da cui tu e quelli come te sembrate essere stati particolarmente contagiati) rischia di portarlo veramente alla sua estinzione… Bisognerebbe stare sempre attenti nel volere scatenare forze che poi non si sa se si è in grado di controllare…

  33. Che fosse una strage prevedibile, neanche bisogno di dirlo.. Posto questa lettera di qualche mese fa apparsa sul New York Times. L’ho tradotta io, quindi perdonata le imprecisioni che potreste riscontrare qualora in possesso dell’originale, ma non ho voglia di postare anche la versione in inglese.
    Specifico che queste idee non sono necessariamente le mie, le porto solo come elementi utili al dibattito:

    “Io sono forse uno dei pochi che non è rimasto particolarmente impresso dalle fotografie dalla prigione di Abu Ghraib. Perché io vengo da una parte del mondo in cui umiliazione, tortura, stupro e omicidio nel nome della guerra al terrorismo è routine giornaliera, mentre l’esposizione al pubblico, le scuse e il punimento dei perpetratori è un sogno irrealizzabile.
    La guerra russa in Cecenia ha lasciato 180.000 morti tra i civili, il 17 percento della popolazione, ed un numero doppio di senza tetto. Migliaia di persone innocenti rapite dai soldati russi sono scomparse senza lasciare traccia. Alcuni sono stati riscattati dalle famiglie, vivi e morti. Alcuni sono stati trovati in fosse comuni, sfigurati da orribili torture. Un gruppo per la difesa dei diritti umani ha recentemente pubblicato la confessione di un ufficiale russo che ha preso parte a più di 50 esecuzioni segrete.
    Prima dell’11 Settembre, l’Occidente vedeva il caso Ceceno come una gigantesca violazione dei diritti umani e condannava la Russia per la soppressione della libertà di parola e della democrazia. Allora, i Ceceni con inclinazioni democratiche – ed i Russi – percepivano il supporto morale dell’Occidente e ricambiavano con rispetto e gratitudine. Il problema Ceceno veniva preso per quello che era: un risultato della disintegrazione dell’impero sovietico che avrebbe potuto essere risolto attraverso i negoziati.
    Ma in occasione dell’11 Settembre, il Presidente Vladimir Putin si è impegnato a fornire il supporto della Russia al Presidente Gorge W. Bush; in cambio, la Cecenia venne dichiarate parte della guerra globale al terrorismo. Così, mentre le statistiche di atrocità hanno battuto tutti i record della Bosnia e del Kosovo, Slobodan Milosevic siede al banco degli imputati all’Aia mentre Putin partecipa alle riunioni del G-8.
    Che cosa, quindi, possiamo noi, l’ultimo governo Ceceno eletto democraticamente, dire alla nostra gente? Che gli Stati Uniti ci giudicano non degni di diritto alla vita e alla libertà? Che siamo stati sacrificati per il bene dell’alleanza strategica con la Russia? Che i Russi hanno licenza di ucciderci sin tanto che Osama Bin Laden rimane latitante?
    Come può quindi qualcuno rimanere sorpreso che la nostra gioventù – un fratello la cui sorella è stata stuprata, un figlio il cui padre è stato torturato a morte – non presti ascolto ai nostri appelli alla moderazione e si unisca ai ranghi dei vendicatori disperati e suicidi?
    Dopo l’11 Settembre la Cecenia ha cessato di essere un fenomeno post-sovietico ed è diventata una questione tra il mondo occidentale e quello islamico. Non abbiamo cercato questo ruolo, ci è stato affidato dai politici occidentali.
    Oggi una preghiera per l’Iraq, la Palestina e la Cecenia viene pronunciata in un unico momento in ogni moschea del mondo. Bush ha chiesto scusa per Abu Ghraib e ha dichiarato che opererà per ridar vita alla “road map” mediorientale. Forse che questo significa che si sia dato pensiero di quello che sta accadendo nei cuori e nelle menti di centinaia di milioni di Mussulmani? Se è così, mi piacerebbe molto sentirlo chiedere scusa per un alleato che sta “compiendo del Male” nascondendosi dietro la causa americana.
    Mi piacerebbe che il Presidente dicesse ai Mussulmani: il massacro della vostra stirpe in Cecenia non è quello che noi intendiamo per democrazia. Le uccisioni, le torture e l’umiliazione non sono parte della guerra al terrorismo. Il desiderio di un piccolo popolo di vivere in libertà e dignità non è punibile con la morte.
    Allora, se possibile, il mondo compirà un primo piccolo passo indietro dal scontro totale di civiltà verso cui i doppi metri di giudizio e la vuota retorica di Bush stanno spingendo la razza umana.

    Akhmed Zakayev, un vice-primo ministro della Repubblica Cecena di Ichkeria, che ha ricevuto asilo politico in Gran Bretagna.”

    Se volete meggiori info sul caso ceceno, vi invito a dare un’occhiata al sito di Human Rights Watch.

  34. Valter vecellio su il giornale di sicilia del primo settembre.

    “””E’ una polemica al calor bianco quella scoppiata nella redazione del Manifesto, il quotidiano portavoce e megafono di quella che viene definita sinistra antagonista e “radicale” (anche se l’uso del termine è quanto mai improprio, non avendo nulla a che vedere, il partito di Pannella e di Bonino con le posizioni che questa sinistra esprime). La polemica, nonostante il fair play esibito, cova. Pomo della discordia l’Irak. Il Manifesto, senza esitazione fin dal primo giorno ha valutato negativamente l’intervento per rovesciare Saddam; Bush, Blair, Berlusconi, Aznar vengono percepiti come la quintessenza di ogni sciagura. Ha abbracciato senza esitazione la causa di quanti chiedono il ritiro immediato dei militari occidentali dall’Irak, e dà voce a tutte le voci, dai Giulietto Chiesa ai Gino Strada, del variegato “partito” della pace senza “se” e senza “ma”.
    Proprio in un intervento sul Manifesto Ingrao si è augurato che gli americani venissero sconfitti e ne avessero una solenne lezione. Poi sono venute le manifestazioni “a fianco della resistenza irachena”, mentre qualche giorno prima i terroristi avevano ucciso i militari italiani a Nassyria. Il criminale slogan che si augurava ce ne fossero “dieci, cento, mille”, di quelle stragi. Infine, è storia dei nostri giorni, il rapimento e l’uccisione di Enzo Baldoni: preceduto da una lunga serie di altri delitti e sgozzamenti: giornalisti americani, autisti e manovali pachistani e turchi, il povero Fabrizio Quattrocchi; e in Arabia Saudita, il cuoco Antonio Amato…
    E’ stato però con il delitto di Baldoni che una parte della sinistra italiana è stata costretta a prendere atto che quel che accade non coincide con quel che si desidera: Baldoni, infatti, non aveva particolare simpatia per gli Stati Uniti e certamente nessuna per Bush; temeva – e l’ha scritto – che il colpo gli potesse venire più da un marine che da un iracheno. Invece è andata come sappiamo, e molti ora a chiedersi: come mai anche a lui, che era un amico? Increduli del fatto che in Irak i terroristi uccidono non per quello che si fa, ma per quello che si è.
    Un dubbio è venuto anche all’ex direttore del Manifesto, quel Riccardo Barenghi che sotto lo pseudonimo di “Jena” firma telegrafici e perfidi corsivetti in prima pagina. Si è chiesto, sabato scorso, Barenghi: “Tra un Irak liberato a colpi di teste tagliate e un Irak occupato dagli americani, cosa scegliere? Io scelgo la seconda ipotesi”.
    Parrebbe perfino naturale, scontato. Le pur odiose violenze e sevizie consumate nella prigione di Abu Grahib, o le detenzioni a Guantanamo, non sono minimamente paragonabili agli orrori che si sono consumati nei sotterranei della moschea dove si era asserragliata la soldataglia di Moqtada Al Sadr. Per le prime si sono levate una quantità di fiere voci di protesta. Per quel che è accaduto nella moschea di Majaf non uno dei fieri e scandalizzati censori, ha fiatato. Storia vecchia del resto.
    Ora il caso Barenghi. Alla redazione del Manifesto sono arrivate una quantità di lettere di proteste da parte di lettori “traditi”. “L’ho messa giù dura, lo so, ma ci voleva”, dice Barenghi, che traccia un primo bilancio: “Parecchie lettere di insulti, molte di discussione, finora una soltanto di approvazione, che però non è granché”.
    Si parlava di polemica che cova sotto la cenere. Al Manifesto infatti si è tenuta una apposita riunione, per discutere della cosa. Chi vi ha partecipato la descrive come “vivace”; poi la decisione di ufficializzare la “linea” del giornale, che non è quella espressa da Barenghi. Un editoriale spiega che si tratta di “un’opinione a titolo strettamente personale”; e anche ieri la polemica è proseguita. Il direttore Gabriele Polo, in prima pagina, sostiene non essere vero che si sia obbligati a scegliere tra un Irak sotto occupazione USA e un paese “liberato” dai tagliatori di teste”. “Non ci stiamo”, scrive Polo. “Di fronte alla barbarie di mondi impauriti che per sopravvivere o per perpetuare privilegi si chiudono nelle appartenenze, scegliamo la diserzione”. In cosa consista questa diserzione non è ben chiaro, chiarissimo invece che si mettono americani e terroristi sullo stesso piano.
    A Bareghi è concessa la “risposta” nelle pagine interne. Dice di essere anche lui contrario alla guerra, ma conferma i suoi dubbi: “E’ facile rispondere negando il problema oppure ripetendo che la causa primaria è la guerra, anzi il dominio dell’occidente sul mondo, i danni mostruosi che abbiamo fatto nei secoli. E che dunque tutto, tagliatori compresi, ne è una conseguenza. Facile, anche vero. Ma non sufficiente”.
    Un pensatore della sinistra, Massimo Cacciari, archivia in fretta la vicenda: “Barenghi ha scoperto monsieur Lapalisse, perché è evidente che è meglio una democrazia americana di Saddam”. E’ evidente, sì, solo ad aver voglia di veder le cose come sono. Ma il miglior cieco, come si sa, è quello che non vuole vedere. Nella sinistra italiana i ciechi per volontà e scelta sono ancora tanti, come il dibattito provocato dall’ex direttore del Manifesto evidenzia.”””

  35. Hamas/1: “Questa (l’attentato a Beersheba,
    ndr) è solo una delle risposte al martirio
    dei nostri capi: lo sceicco Yassin e Rantissi.
    La nostra religione ci obbliga a rispondere
    alle aggressioni. Il popolo israeliano
    ha scelto i suoi governanti e ha scelto
    di esserne lo scudo. Per questo lo scudo dovrà
    subire altri colpi. Considerate quello di
    oggi un regalo ai nuovi arrivati nella nostra
    terra: questo è il destino che vi attende”.
    Hamas/2: “Liberare i due ostaggi francesi
    accrescerebbe l’isolamento dell’atteggiamento
    ostile di americani e israeliani rispetto
    alle nazioni arabe e musulmane e farebbe
    aumentare l’appoggio della Francia a
    favore delle nostre aspirazioni”.
    Jihad islamico: “Chiediamo all’Esercito
    islamico in Iraq di liberare George Malbrunot
    e Christian Chesnot… Il rapimento
    non è il modo giusto per affrontare la legge
    che vieta l’uso del velo islamico… La Francia
    ha mantenuto sempre una posizione
    equilibrata nei confronti dell’Iraq e contro
    la guerra, motivo per cui non esiste alcuna
    ragione che possa giustificare il sequestro”.
    Comitato degli Ulema (Baghdad): “Inviamo
    un appello all’Esercito islamico in Iraq.
    Capiamo la rabbia che ha provocato in voi
    la legge sulla laicità in Francia, ma vogliamo
    dirvi che noi del comitato non crediamo
    che l’uccisione dei due ostaggi francesi sia
    la soluzione giusta per risolvere
    il problema. Ora ci sono problemi
    più grandi, come quello dell’occupazione
    dell’Iraq. L’uccisione
    dei due ostaggi darà una grande
    forza all’occupazione del paese”.
    Portavoce di Moqtada al Sadr:
    “Questo (il rilascio dei due giornalisti
    francesi, ndr) aiuterà a rafforzare
    i rapporti con la Francia, che sostiene
    il popolo iracheno”.
    Gruppo del Tawhid islamico-Brigate
    Omar al Mukhtar: “Inviamo questo appello
    ai nostri fratelli mujsheddin dell’Esercito
    islamico in Iraq ai quali chiediamo
    di liberare i due ostaggi francesi e il siriano
    che sono nelle vostre mani. Vi chiediamo
    nel nome dell’Islam di liberare gli
    ostaggi considerando la posizione della
    Francia sulla guerra e non quella del suo
    governo, così come per esaudire la richiesta
    di milioni di musulmani sia in Francia
    sia nei paesi islamici. Noi apprezziamo le
    vostre richieste, ma la mancata liberazione
    degli ostaggi francesi farà rivoltare il mondo
    contro l’islam e i musulmani ovunque,
    compreso in Francia, e questo peggiorerà
    la situazione dei musulmani. Allo stesso
    modo chiediamo al popolo francese di fare
    delle manifestazioni per fermare la legge
    francese che vieta il velo”.
    Hezbollah: “Il rapimento non porterà alcun
    risultato positivo e farà soltanto gravi
    danni”. La liberazione “nel più breve tempo
    possibile” è essenziale per fare in modo
    “che l’attenzione possa concentrarsi sull’occupazione
    dell’Iraq”.
    Yasser Arafat/1: “A nome dell’Autorità
    palestinese e dell’Olp mi rivolgo al popolo
    fratello iracheno, a tutte le organizzazioni
    irachene e, in particolare, ai nostri fratelli
    che tengono prigionieri i giornalisti francesi,
    perché facciano tutto il possibile per ottenere
    il loro rilascio, senza indugio”.
    Yasser Arafat/2: “Questo lavoro (la liberazione,
    ndr) sarà un tributo per la causa
    palestinese e la garanzia delle buone relazioni
    esistenti con i nostri amici che appoggiano
    il popolo francese e il presidente Jacques
    Chirac”.
    Fronte d’azione islamico (Giordania): “A
    causa della posizione del governo francese,
    che rifiuta l’occupazione anglo-americana
    dell’Iraq ci appelliamo alle persone che
    hanno rapito i due giornalisti affinché risparmino
    la loro vita”.
    Ansar al Sunna così rivendica la decapitazione
    dei dodici lavoratori nepalesi rapiti
    e uccisi in Iraq: “Ci rivolgiamo alla Nazione
    islamica da oriente a occidente, non
    c’è dubbio che i torti subiti dai nemici di Allah
    costringono i musulmani a usare la lingua
    del Jihad. Allah fa rivivere la nazione
    islamica attraverso il Jihad, così come lui
    stesso dice: ‘Oh voi che credete, rispondete
    ad Allah e al Suo messaggero quando vi
    chiama a ciò che vi fa rivivere e sappiate
    che Allah si insinua tra l’uomo e il suo cuore
    e che sarete tutti radunati davanti a lui’.
    L’America si è presa gioco di noi e ha chiesto
    l’aiuto agli altri per combattere l’islam e
    la sua gente sotto la cosiddetta ‘guerra contro
    il terrorismo’ che è soltanto una guerra
    crociata contro i musulmani affinché non ritornino
    alla loro religione e non siano governati
    dalla sharia. A causa di questi torti
    abbiamo agito secondo il favore di Allah
    eseguendo la pena di morte nei confronti
    dei dodici nepalesi che sono sono venuti dal
    loro paese per aiutare chi combatte l’islam
    e i musulmani. Il loro paese è servo dei cristiani
    e degli ebrei. In conclusione lanciamo
    un appello al governo nepalese: ciò che
    avete visto con i vostri occhi è il destino che
    hanno tutti gli agenti, i traditori e le spie”.

  36. Speravo di non verti offeso, ma a quanto pare ti sei risentito lo stesso.

    Me ne dolgo (credimi).

    Non volevo assolutamente insultarti, ma vedi, ho detto ciò che pensavo, semplicemente, di chi affronta determinati argomenti con un approccio simile al tuo.

    Puoi fidarti cecamente dell’informazione e non fidarti di atti ufficiali, puoi interpretare come vuoi la realtà. Ognuno ha il suo punto di vista.

    Guarda KDK: lui continua a sputare su chiunque lo contraddica. Odia essere giudicato per ciò che dice, ma lui giudica gli altri per ciò che presume di dedurre dagli interventi altrui.
    Usando le stesse categorie di pensiero dei nazistelli di meridiano zero…

    E’ un dato di fatto, basta leggere il nostro breve “scambio di opinioni”.

    Pensa un po’: aspettavo lui, illudendomi di potermi trovare di fronte una persona con la quale confrontarmi, ma invece ho trovato te, che mi sembri molto più onesto intellettualmente (anche se non siamo d’accordo, ma che significa? Come faccio a confrontarmi con una persona che la pensa esattamente come me?).

    Il film di Moore è diviso in due fasi che si alternano durante lo svolgimento: riferisce dati oggettivi e poi tira le sue conclusioni.

    A me, la prima parte, in tutti i passaggi del film, fa semplicemente rabbrividire.

    Certo, se al posto di Bush ci fosse stato Baffone D’Alema (p.s. non lo sopporto, è una di quelle persone capace di farmi spegnere la TV un attimo dopo averla accesa), magari il modo di interpretare gli stessi dati, da parte di molta gente (per esempio KDK), sarebbe stato radicalmente opposto.

    Questo è ciò che intendo per “politica da curva sud”.

    E’ una mia opinione. Ovviamente posso sbagliarmi, ma fino a prova contraria la penserò così….

    Mi è sembrato strano, nel tuo intervento, il credito che hai dato all’amministrazione Bush. Il film mi pare che non sia incentrato sui rapporti della famiglia Bush con la famiglia BinLADEN, anzi, mi pare che tocchi una marea di aspetti di quest “enduring freedom”.

    E mi pare che coinvolga, anche se non in maniera sempre palese, tutta l’amministrazione.

    Quindi secondo te John Ashcroft, per fare un esempio, sarebbe una persona competente e capace, uno “coi coglioni”?

    Ti darò adesso una chicca che, incomprensibilmente, nel film manca.

    C’era un dirigente del FBI, che nel film è citato, che aveva predetto tutto quanto è poi avvenuto l’11/9: aveva detto ad Ashcroft che elementi di Alqaida si stavano istruendo nelle scuole di volo USA, ecc. ecc.
    Lo sai l’uomo abile e capace cosa ha fatto?
    Non solo non gli aha dato ascolto (fino a qui il film riporta tutto), ma lo ha rimosso.

    E gli ha “donato” un bellissimo ufficio, con le poltrone in pelle, all’ultimo piano, di una, delle, torri, gemelle……

    “uno coi coglioni”

    Paul Wolkofitz, altra persona capace e competente, scriveva già nel 1988 (!), che sarebbe servito creare uno stato vassallo in Iraq, con autonomia fortemente limitata, totalmente disponibile alle richieste USA, con OGNI MEZZO NECESSARIO.

    Vedi, anche qui c’è una discriminante di partenza tra il mio pensiero ed il tuo.

    Crediamo entrambi che gli uomini dell’amministrazione sappiano quello che fanno e che lo facciano bene.

    Solo che tu credi che lo facciano “anche” per il tuo bene (o per quello degli americani).

    Io no.

    Gli elementi a mia disposizione mi fanno pensare che abbiano un loro tornaconto personale ed uno ideologico.

    Ed entrambi mi sono alieni.

    Per concludere, caro Marco, mi dispiace che tu sia favorevole a questo tipo di CONDOTTA POLITICA.

    Perchè è QUESTA CONDOTTA POLITICA LA CAUSA DEL TERRORISMO, O COMUNQUE IL IL VENTO FORTE CHE ALIMENTA L’INCENDIO.

    Sei sei favorevole, se ritieni eticamente giusto l’intrallazzo politico volto allo sfruttamento delle risorse, in barba a qualsiasi libertà di sviluppo ed in barba a qualsiasi, UTOPICO, “LIBERO MERCATO”, allora non sarò al tuo fianco quando partirai per le crociate.
    Non sono d’accordo, ma ti auguro, sinceramente, buon viaggio.
    L’odio chiama odio, ed è un gioco che aqualcuno fa comodo.

    Non offenderti, ma a me sembrate tante marionette.

    Nella storia, quando l’impero (qualsiasi impero) non rispettava più le sue province, sfruttandole e imbrigliandone l’indipendenza culturale, e si rendeva a sua volta impermeabile alle altre culture, era prossimo all’implosione.
    Era arrivato alla frutta.

    Mi dispiace se non posso dedicare altro tempo a questa discussione, ma devo lavorare e poi devo studiare (vita grama).

    Buona giornata!!!!

    Sergio R.c.P.

  37. Speravo di non verti offeso, ma a quanto pare ti sei risentito lo stesso.

    Me ne dolgo (credimi).

    Non volevo assolutamente insultarti, ma vedi, ho detto ciò che pensavo, semplicemente, di chi affronta determinati argomenti con un approccio simile al tuo.

    Puoi fidarti cecamente dell’informazione e non fidarti di atti ufficiali, puoi interpretare come vuoi la realtà. Ognuno ha il suo punto di vista.

    Guarda KDK: lui continua a sputare su chiunque lo contraddica. Odia essere giudicato per ciò che dice, ma lui giudica gli altri per ciò che presume di dedurre dagli interventi altrui.
    Usando le stesse categorie di pensiero dei nazistelli di meridiano zero…

    E’ un dato di fatto, basta leggere il nostro breve “scambio di opinioni”.

    Pensa un po’: aspettavo lui, illudendomi di potermi trovare di fronte una persona con la quale confrontarmi, ma invece ho trovato te, che mi sembri molto più onesto intellettualmente (anche se non siamo d’accordo, ma che significa? Come faccio a confrontarmi con una persona che la pensa esattamente come me?).

    Il film di Moore è diviso in due fasi che si alternano durante lo svolgimento: riferisce dati oggettivi e poi tira le sue conclusioni.

    A me, la prima parte, in tutti i passaggi del film, fa semplicemente rabbrividire.

    Certo, se al posto di Bush ci fosse stato Baffone D’Alema (p.s. non lo sopporto, è una di quelle persone capace di farmi spegnere la TV un attimo dopo averla accesa), magari il modo di interpretare gli stessi dati, da parte di molta gente (per esempio KDK), sarebbe stato radicalmente opposto.

    Questo è ciò che intendo per “politica da curva sud”.

    E’ una mia opinione. Ovviamente posso sbagliarmi, ma fino a prova contraria la penserò così….

    Mi è sembrato strano, nel tuo intervento, il credito che hai dato all’amministrazione Bush. Il film mi pare che non sia incentrato sui rapporti della famiglia Bush con la famiglia BinLADEN, anzi, mi pare che tocchi una marea di aspetti di quest “enduring freedom”.

    E mi pare che coinvolga, anche se non in maniera sempre palese, tutta l’amministrazione.

    Quindi secondo te John Ashcroft, per fare un esempio, sarebbe una persona competente e capace, uno “coi coglioni”?

    Ti darò adesso una chicca che, incomprensibilmente, nel film manca.

    C’era un dirigente del FBI, che nel film è citato, che aveva predetto tutto quanto è poi avvenuto l’11/9: aveva detto ad Ashcroft che elementi di Alqaida si stavano istruendo nelle scuole di volo USA, ecc. ecc.
    Lo sai l’uomo abile e capace cosa ha fatto?
    Non solo non gli aha dato ascolto (fino a qui il film riporta tutto), ma lo ha rimosso.

    E gli ha “donato” un bellissimo ufficio, con le poltrone in pelle, all’ultimo piano, di una, delle, torri, gemelle……

    “uno coi coglioni”

    Paul Wolkofitz, altra persona capace e competente, scriveva già nel 1988 (!), che sarebbe servito creare uno stato vassallo in Iraq, con autonomia fortemente limitata, totalmente disponibile alle richieste USA, con OGNI MEZZO NECESSARIO.

    Vedi, anche qui c’è una discriminante di partenza tra il mio pensiero ed il tuo.

    Crediamo entrambi che gli uomini dell’amministrazione sappiano quello che fanno e che lo facciano bene.

    Solo che tu credi che lo facciano “anche” per il tuo bene (o per quello degli americani).

    Io no.

    Gli elementi a mia disposizione mi fanno pensare che abbiano un loro tornaconto personale ed uno ideologico.

    Ed entrambi mi sono alieni.

    Per concludere, caro Marco, mi dispiace che tu sia favorevole a questo tipo di CONDOTTA POLITICA.

    Perchè è QUESTA CONDOTTA POLITICA LA CAUSA DEL TERRORISMO, O COMUNQUE IL IL VENTO FORTE CHE ALIMENTA L’INCENDIO.

    Sei sei favorevole, se ritieni eticamente giusto l’intrallazzo politico volto allo sfruttamento delle risorse, in barba a qualsiasi libertà di sviluppo ed in barba a qualsiasi, UTOPICO, “LIBERO MERCATO”, allora non sarò al tuo fianco quando partirai per le crociate.
    Non sono d’accordo, ma ti auguro, sinceramente, buon viaggio.
    L’odio chiama odio, ed è un gioco che aqualcuno fa comodo.

    Non offenderti, ma a me sembrate tante marionette.

    Nella storia, quando l’impero (qualsiasi impero) non rispettava più le sue province, sfruttandole e imbrigliandone l’indipendenza culturale, e si rendeva a sua volta impermeabile alle altre culture, era prossimo all’implosione.
    Era arrivato alla frutta.

    Mi dispiace se non posso dedicare altro tempo a questa discussione, ma devo lavorare e poi devo studiare (vita grama).

    Buona giornata!!!!

    Sergio R.c.P.

  38. “MOLTE PERSONE NON MILITANTI NEL MONDO, CREDIBILI FINO A PROVA DI FALSO, HANNO VISTO IL FILM ED HANNO TROVATO UN SACCO DI FALSITA’ ED INCONGRUENZE.”

    I nomi delle tue fonti. I nomi.

    Nulla mi impediscre di dire il contrario.

    Anzi, lo dico con cognizione di causa.

    Sei il classico urlatore.

    Riesci, con classe retorica e con l’aggressione aggiunta alla faccia di bronzo colossale, a difendere una posizione indifendibile.

    STAI CRITICANDO UN FILM CHE NON HAI VISTO, IN BASE ALL’OPINIONE DI PERSONE NON MEGLIO IDENTIFICATE CHE TU, E SOLO TU, DEFINISCI NON MILITANTI.

    Lasciamo perdere il tuo linguaggio tratto dal frasario di Bondi (te lo ricito proprio perchè sei la sua fotocopia!!). Non sei capace di argomentare le tue opinioni oltre un certo limite e, se il tuo interlocutore ti mette in imbarazzo, lo “attacchi”, sensa realmente confutare le sue affermazioni (come fai a confutare che stai criticando un film che non hai visto? Non si può!!! Allora vai con la delegittimazione dell’inerlocutore!! Saresti capace di dare del comunista a Montanelli!!).

    Nel tuo ultimo (nei tuoi ultimi) intervento, non c’è UNO STRACCIO di argomento.

    non dici nulla!!!!!!!

    E parli di nipotini di stalin?

    Vedi, come il bue che dice cornuto all’asino, non sai che Stalin e i suoi nipotini, così come Bondi, usavano questa dialettica per contradstare gli avversari politici.

    Quindi qua il vero Komunista Bolscevico sei TU.

    Perchè dovrei perdere tempo con te?

    Ti aspettavo, perchè avevo capito benissimo chi sei.

    Un poveraccio.

    Sergio R.c.P.

  39. Che hai precedentemente affermato di essere tu quello che va controcorrente (non ritengo certo che andare controcorrente sia un valore assoluto), a parte il fatto che essere agitato non mi sembra un difetto o un valore assoluto, a parte il fatto che ci vuoole un bel coraggio da parte tua a definirti “quello dei due che non è agitato”.

    A parte questo, Moore, nel film che ovviamente TU NON HAI VISTO, parte da dei dati OGGETTIVI (ovvero INCONFUTABILI), per esprimere delle opinioni (quindi delle posizioni OPINABILI e conseguentemente, SOGGETTIVAMENTE CONFUTABILI) e prendere posizione.

    Ieri sera ho visto il film.

    Come non mi piace il suo modo di scrivere, non mi è piaciuto il film.

    Questo, però, è un discorso stilistico. Le argomentazioni possono essere di certo dibattute, MA I DATI DI FATTO RESTANO.

    I DATI DI FATTO, i tuoi SITI MILITANTI (per dirla con parole tue), non li smentiscono, perchè non li possono smentire…..

    Guarda, ho perso già troppo tempo con uno che è convinto di essere il profeta della verità, che mi aggredisce solo perchè metto in dubbio i suoi assiomi.

    Fatti un alkaselzer camomillato e poi vai a nanna.

    Sogni d’oro.

    Sergio R.c.P.

  40. In ufficio un collega ha posto alla mia attenzione questo articolo.

    Io lo pongo alla vostra attenzione.

    «Ho visto i nostri bruciare le case»
    Le testimonianze dei bersaglieri Tornati dall’Iraq, gli uomini della Brigata Garibaldi raccontano di violenze, abusi e furti compiuti da loro commilitoni contro la popolazione civile. «L’abbiamo riferito ai nostri superiori, ma non potevamo
    fare denunce formali. Se lo avessimo fatto, la nostra carriera sarebbe finita»
    ROBERTO SAVIANO
    CASERTA
    «In Iraq i nostri commilitoni si divertivano a circoscrivere le abitazioni di alcuni sospetti con la benzina, accendevano e guardavano il fuoco avvolgere la casa di quei poveri cristi che urlavano. Poi spegnevano e arrestavano questa gente. Ma nella maggior parte dei casi risultavano del tutto innocenti». Questi i racconti dei soldati appena tornati dopo oltre sei mesi passati in Iraq alla caserma Garibaldi nel cuore di Caserta. Gli uomini della Brigata Garibaldi hanno battuto ogni terreno di guerra: Somalia, Kosovo, Mozambico ed adesso l’Iraq. Incontriamo un gruppo di «reduci» in un bar dove quasi sempre si raccolgono i bersaglieri in libera uscita. Hanno finito il loro primo ciclo in Iraq. Torneranno li giù molto presto. Il caporale G.M. è il primo che vuole raccontare della sua esperienza. Parla con un espressione a metà tra la stanchezza e il disgusto: «Non dimenticheremo mai cosa abbiamo visto. Miseria totale, ragazzini che ti si attaccavano agli anfibi per una bottiglietta d’acqua, donne anziane che dormivano per terra con piaghe dappertutto». I militari sono stanchi ma anche sconvolti. Chiedono di non citare il loro nome ed aggiungono che «non è la prima volta che un bersagliere viene punito e messo sotto inchiesta perché parla con i giornali». Tutti hanno un ricordo terribile, ognuno ha assistito a scene di fame e malattia. Lo raccontano come se qui le persone non ne sapessero nulla. «Ai tg noi vediamo un altro Iraq. Quando racconto cosa ho visto mia madre mi dice, ma sei sicuro che sei stato in Iraq? Non capisco perché la televisione non dice niente, non fa vedere niente». «E’ vero – aggiunge P.L. è l’unico in abiti borghesi – ai telegiornali non ho mai visto immagini di uomini che si muoiono di fame e di bambini che scavano per cercare di rompere qualche tubatura dell’acqua e bere. In Iraq ogni volta che ero di pattuglia ne vedevo centinaia di scene così».

    Chiediamo se gli aiuti del volontariato internazionale riescono ad arrivare, se c’è una capillarità di distribuzione se gli Usa permettono che i pacchi umanitari arrivino ovunque. «Altro che aiuti – interviene F.L. – ho visto i marines entrare in case di sole donne. Mettevano i mitra in faccia alle donne e stringevano le manette ai polsi di ragazzini che non avevano più di 5 o 6 anni. Io ho foto di bambini messi faccia al muro come criminali, fatti inginocchiare, schiaffeggiati». Sulla combriccola cala silenzio. Non ha tutti evidentemente piace ricordare questi episodi, soprattutto davanti a un giornalista. F.L. è un maresciallo appena uscito dall’accademia di Modena. Vota a sinistra «forse sono l’unico bersagliere che vota a sinistra della caserma» dice sorridendo mentre i commilitoni lo prendono in giro. «E gli italiani?» «Degli italiani preferirei lasciar perdere…».

    I bersaglieri invece vogliono parlare, basta poco per tirare il tappo e far uscire ciò che ingorga le loro coscienze da tempo. Gli altri ragazzi tacciono. F.L. e C.L. caporale maggiore iniziano a raccontare un episodio visto con i loro occhi. «Alcuni nostri commilitoni si divertivano a circondare le case di alcuni sospetti, dargli fuoco e guardare bruciare la casa. Poi spegnevano e arrestavano questa gente che risultava la maggior parte delle volte del tutto innocente». Gli domandiamo se hanno denunciato quanto hanno visto «In modo informale» risponde F.L. Che significa? «Che non risulta una mia denuncia formale – continua- ne ho parlato con i superiori e basta. Se avessi denunciato formalmente, la mia carriera sarebbe finita lì. Preferisco cambiare le cose da dentro e senza clamore. Ci tengo all’Esercito, io sono un bersagliere». P.E. dice che lui non ha visto mai violenze degli italiani e racconta: «Gli americani appena entrano in una casa pensano ad accanirsi su chi ci abita, gli italiani invece al massimo prendono tutto ciò che c’è da prendere. Un amico è riuscito a fregarsi due orologi e quattro spille d’oro». Eppure si vedono solo immagini di arresti in case di fango, in stamberghe, arresti di individui che non hanno altro che il proprio rinsecchito corpo. «Io dice C.L. ho fatto perquisizioni in case di ex dirigenti di polizia e di due imprenditori vicini a Saddam. Avevano in casa di tutto, orologi d’oro, dvd, televisori, lampadari di cristallo, un parco macchine da paura. Durante la caduta di Saddam avevano le guardie private che non facevano entrare i disperati e gli Usa non li arrestarono, i dirigenti non li arrestarono sperando che passassero dalla loro parte. Qualcuno l’ha fatto ma a suon di calci in pancia e sberle…». Anche gli italiani hanno pestato? «Io – risponde P.E.- non ho mai visto picchiare come ho visto fare ai marines nessun italiano. Mai». E aggiunge scherzando: «Neanche in Italia».

    Sergio R.c.P.

  41. L’unica cosa del film di Moore che mi è IMMENSAMENTE piaciuta è stata la citazione dal libro 1984 di George Orwell.

    Ecco, per Marco e chi volesse approfondire, una lettura che vi consiglio.

    E pensare che è stato scritto nel 1948, in un momento storico che proiettava tutto il mondo verso un ottimismo generico….

    Mitakuye Oyaisin

    Sergio R.c.P.

  42. E risponderti, perdonami, ma oggi non ce la faccio (lavoro e studio insieme, a volte sono poco conciliabili con internet).

    Però promettimi che mi aiuterai a riprendere il discorso (mi piace dialogare con te). Magari domani riposta gli interventi all’inizio….

    Ciao, buona giornata !!
    Sergio R.c.P.

  43. Già letto, e apprezzato… Specialmente l’idea per la quale il Grande Fratello controlla tutto e tutti attrverso i “teleschermi” che non si possono spegnere e la psicopolizia. Il riferimento nel film mi sembrava però poco pertinente.. Infatti nel libro si parla di una situazione in cui le masse vengono coscientemente mantenute nella povertà distruggendo ed eliminando i beni e le risorse che l’industria produce attraverso uno stato di guerra perenne, perchè, si dice, “una società organizzata gerarchicamente non può che mantenersi sulla povertà delle masse”. Non credo la definizione si adatti alla società moderrna…

  44. si vede chiaramante quali metodi seguisse l’arruolamento, quale fosse il target privilegiato.

    Povertà si può intendere anche dal punto di vista della consapevolezza, dell’informazione e della cultura.

    Uno dei miei migliori amici è italoamericano, viene dal Texas, pensa te, ed è una delle persone più “ignoranti” (non immagini quanto tenga a lui ed alla sua amicizia, ma è ciò che penso) che conosca, nonostante sia laureato (!)

    Per farti un esempio: è convinto (non sono riuscito a fargli cambiare idea, perchè di ogni libro di storia che gli portavo mi diceva “in Italia i libri li scrivono quasi tutti i COMUNìISTI”) che dopo la rivoluzione Fidel Castro abbia chiesto all’america di diventare uno degli stati dell’unione.

    Continua a sostenere che così gli hanno fatto studiare….

    Ti giuro che è vero!!!!!

    Guarda che casi, la vita è strana a volte, si chiama anche lui Marco….

    Sergio R.c.P.

    P.s. Ti ricordi in 1984 quando c’erano i cinque minutio di odio?
    Facevano radunare tutti in una sala dove era proiettata l’immagine del NEMICO, con tutte le efferatezze da lui commesse e si invitavano tutti ad odiarlo….

  45. Un mio incazzatissimo collega mi ha mostrato questo:

    «Senza legge a Nassiriya»
    «Arrestavamo tutti, vecchi, donne, bambini per fare numero, per dimostrare che combattevamo i terroristi. Ma poi dovevamo star fermi, anche davanti al traffico di armi, per non provocare la guerriglia. Come quando venne Berlusconi». Il racconto dei militari della Garibaldi tornati dall’Iraq
    ROBERTO SAVIANO
    CASERTA
    «Mi hanno addestrato a rispettare le persone. Io sono andato in Iraq per fare il mio dovere e il mio dovere non è arrestare ragazzini e mettere le manette ai polsi a vecchi signori che somigliano a mio nonno». E’ arrabbiato il caporale della brigata Garibaldi che vuole rimanere anonimo per paura di ritorsioni, quasi gli salgono le lacrime agli occhi. «Ogni mattina ci dicevano di andare a sud e pattugliare. Col tempo e con i rimproveri e le punizioni abbiamo capito che se non tornavamo con un sostanzioso gruppo di fermati per noi non sarebbe stata vita facile in Iraq». Come venivano scelte le persone da arrestare?. «Entravamo in case dove non bisogna neanche sfondare la porta, basta spingerla con un dito per farla cadere. Non esisteva un criterio. Prendi quelli che ti capitano, se giovani uomini meglio, ma anche donne sole». Perché donne sole? «Se mogli, sorelle, madri di guerriglieri possono dare qualche informazione». «Io capisco l’arresto – dice N.F. bersagliere pugliese – perché i terroristi sicuramente sono gente normale, anche anziani magari, ma quello che non capisco sono i modi con cui li dobbiamo ammanettare, mettere il cappuccio contro i morsi, perquisire anche le donne che non nascondono nulla ed appena ti avvicini iniziano a piangere». Il bersagliere si ferma e si allontana, non vuol raccontare di più. Continua il caporale: «Quando li portiamo al comando questi non dicono nulla. l’interprete inventa tutto lui e questo lo posso assicurare perché sia uomini che donne che ragazzini davanti all’autorità militare rimangono pietrificati, zitti. Terrorizzati non dicono niente di niente, a stento il loro nome». Torture, violenze? «Mai. Né schiaffi, né pugni, niente. Non ho mai visto niente di tutto questo. Nessuna tortura, del resto si vede in faccia che questi non sanno niente. Li si arresta, li si fa stare inginocchiati per tutta la mattina con le mani legate dietro la schiena. Senza motivo. Gli ufficiali dicono che è la prassi. Io alla Garibaldi non ho avuto questo insegnamento».

    «Bisogna capire – ricorda il caporale – che non è di nostra competenza arrestare e fermare gente. Ma serve. Serve agli alti ufficiali, serve a mostrare che teniamo sotto controllo il territorio, serve ai nostri superiori, ai tenenti che se ne stanno dietro il computer, serve per dimostrare che conosciamo i terroristi dell’intera provincia di Dhi Qar. Non è vero nulla. Qui il 90% della gente non ha neanche la forza di fare il terrorista, da qui passano i guerriglieri e le armi ma appena c’è un po’ di movimento noi veniamo tolti di mezzo».

    I ragazzi descrivono una situazione in cui appena c’è la possibilità di interrompere una reale operazione di guerriglia i superiori decidono di battere in ritirata. Un atteggiamento che piuttosto esser definito come sana scelta di prudenza sembra frutto di una precisa strategia politica decisa ad annullare il rischio perdite. «Io personalmente – dice C.L. caporal maggiore – avevo segnalato tempo fa sulla strada che porta a nord di Nassiryia dei camion sospetti, perché non avevano né il segno della mezzaluna né della croce rossa, e in più erano piccoli rispetto ai camion usati per gli aiuti. Ma ci fu impedito di intervenire». «Preferiscono farci stare tranquilli, però così ci esponiamo di più al terrorismo. Se stiamo fermi, se lasciamo agire prima o poi ci colpiranno, come hanno già fatto. Ma se non abbiamo la forza di contrastare la guerriglia non ci dovevano proprio far venire». Interviene l’anonimo caporale: «Io sparo per primo. Se vedo uno con un fucile non urlo di buttarlo a terra, io sparo. Noi diciamo sempre `meglio un cattivo processo che un buon funerale’. Ma qui ho imparato a stare attento, quelli che il comando dice essere terroristi e che quindi vai ad arrestare con il fuoco in pancia risultano essere dei poveracci, magari ex poliziotti o ex militari. Gente innocua».

    «Quando è venuto Berlusconi a Nassiriya – continua l’anonimo caporale – ogni soldato aveva l’ordine di pattugliare, ma di non intervenire mai. Non arrestare, non rompere le palle a nessuno. Se tu non tocchi la guerriglia la guerriglia non tocca te. In quei giorni avemmo notizia anche di un passaggio di armi verso Tallil, rischiosissimo perché strategicamente è un nostro punto di forza, ma non intervenimmo, non bisognava infastidirli. I terroristi non avrebbero dato fastidio all’arrivo di Berlusconi se noi non davamo fastidio alle loro operazioni. E così è stato». I ragazzi sono rimasti sconvolti dall’attentato di Nassiriya. «Non dimenticherò mai», dice C.L. «Ho la foto di tutti i morti nel portafoglio», aggiunge il caporale. «Ma è ovvio – dice C.L. – che se continuiamo a stare fermi diventeremo bersaglio sempre più facile».

  46. che non posso fare a meno di postare qui….

    In principio fu la Madrasa
    di Marco-86

    Un viaggio nel mondo dei “figli di Allah”, nemici giurati dell’Occidente. Ma sappiamo poi davvero da dove arrivano?

    Un angolo di cielo, ritagliato e gettato lì, come per caso…. L’azzurro intenso, quasi abbacinante nella calura estiva, contrasta bruscamente con il colore scuro delle montagne brulle all’orizzonte.

    Qua e là chiazze sporadiche di verde lasciano intuire la presenza, da qualche parte, molto in profondità, di quell’acqua che qui tanto scarseggia e tanto è agognata. Tutt’intorno, poco in lontananza, si possono scorgere case, più o meno integre, frammiste a macerie grigie e polverose e detriti che nessuno si è preoccupato di levare dalla strada.

    Mi avvicino a passi lenti: uno sbuffo di vento occasionale, lungi dallo stemperare il clima torrido, solleva nuvole gialle di polvere, lasciandole adagiare lentamente sulla strada dopo aver fatto loro percorrere pochi metri turbinando.

    Ora le case sono più vicine. Un bambino corre, gioca, mi scorge, sembra impaurito; si gira e corre tra le braccia della madre che lo accoglie, gli sussurra qualche parola all’orecchio attraverso il burka, e lo porta via.

    Io mi guardo attorno incredulo… Sembra che non vi siano segni di vita qui, anche la madre con il suo bambino è scomparsa; le case, quando non sono ridotte ad un cumulo di pietre ed assi di legno pericolanti, sono sprangate da porte ormai scrostate della vernice.

    Mi avvicino ad un edificio che ho adocchiato in precedenza. Non è nuovo, ma sembra conservato meglio degli altri. Busso, e mi apre la porta un vecchio avvolto in un turbante ed una folta barba scura: “Il suo amico la sta aspettando” mi dice, in un Inglese stentato.

    Percorriamo uno stretto corridoio in pietra e giungiamo ad un’ampia stanza le cui pareti sono ricoperte di scaffali. Durante il breve tragitto il vecchio mi spiega che quella è una scuola islamica, o madrasa, che in questo momento è chiusa ma che le lezioni riprenderanno a breve. Contano di ricevere più di 1500 studenti: è l’unica scuola presente nell’arco di moltissimi chilometri.

    Giungiamo infine in una stanza coperta di scaffali, su cui svettano libri di ogni forma e colore. Al centro, ad uno dei numerosi tavoli, siede chino sui libri il mio vecchio compagno di studi al college, il professor XXXXXXXXXXX.

    Dopo esserci salutati affettuosamente, arriviamo al punto del nostro in contro: “Come le avevo accennato,” gli spiego, “avrei bisogno del suo aiuto per una ricerca che sto facendo sulle origini del fondamentalismo islamico.”

    Annuisce con fare pensieroso poi dice: “Lo so. E c’è un motivo se ho voluto che ci incontrassimo qua. Dia un’occhiata là. Che cos’è secondo lei?” indicando una scritta incisa in alto a destra su di una parete.

    Consulto il dizionarietto tascabile, mettendo a frutto le mie scarse conoscenze della lingua araba (il corso accelerato di 20 ore che ho seguito prima di partire si sta rivelando incredibilmente utile) ed a fatica riesco a rintracciarne il senso: “La jihad della spada, come la preghiera, è un dovere di ogni mussulmano”.

    “Sa di detto antico,” mi spiega, “e scommetterei che chi lo ha scritto lo riteneva certamente tale. Ma la verità è che questo slogan è stato creato non più di 25 anni fa.”

    Rifletto su come quella frase possa essere assunta a sintesi ultima del “conflitto di civiltà” o “di culture” di cui si fa tanto parlare in Europa e negli Stati Uniti, e ancor di più qui, nei Paesi Arabi e Mussulmani, e su cui il nostro Presidente del Consiglio aveva commesso una memorabile gaffe qualche tempo fa.

    Ma la realtà è, quello slogan è stato creato non più di 25 anni fa. “E’ Storia recente, che non affonda le sue radici in atavici conflitti religiosi che si trascinano dai tempi delle crociate.

    Affonda le sue radici, piuttosto, nella crisi del post-colonialismo, nella dipendenza morale, culturale ed economica dei paesi conquistati dall’impero britannico, nei conflitti tra le masse dei poveri diseredati e le elite locali incompetenti e corrotte, acuitisi dopo un’indipendenza che in molti casi ha lasciato più traumi che vantaggi.

    La storia ha inizio nei primi anni dell’Ottocento. Allora le madrasa erano, semplicemente, i luoghi del “dras”, dell’insegnamento e dell’apprendimento, senza implicazioni religiose estremiste.

    Col tempo, mano a mano che l’impero britannico aumentava il suo potere, iniziarono a venire aperte scuole coloniali più all’avanguardia, riconosciute ufficialmente dall’impero britannico.

    Il loro scopo era di educare i figli dei coloni e delle elite locali secondo i canoni europei e di creare, come si espresse Lord Macaulay nel 1835 ‘una classe di persone indiane nel sangue e nel colore, ma inglesi nei gusti, nelle opinioni, nella morale e nell’intelletto’.

    Così le madrasa divennero, poco a poco, sempre di più le scuole dei poveri, dei negletti, delle masse popolari rurali emarginate dalle scuole coloniali. In alcuni casi esse vennero discriminate dall’impero e molti dei suoi studiosi e docenti, o ulema, perseguitati.

    A Dheli numerose madrasa furono oggetto di saccheggi e razzie. Sempre di più i fondi diminuirono e il programma di insegnamento iniziò a collassate. Le madrasa degenerarono precipitosamente, e già da metà del ventesimo secolo nella maggior parte di esse venivano insegnati solo la memorizzazione delle scritture ed una versione dogmatica dell’Islam.

    Col tempo queste madrasa divennero sempre più dipendenti da questa o quella setta religiosa, da questo o quel gruppo di studiosi.

    Il loro solo mezzo di sostentamento erano le donazioni private, il che le rese da subito fortemente soggette a condizionamenti esterni. Presto si stabilirono due predominanti “scuole di pensiero” in cui si riconoscevano o meno le varie madrasa, la scuola Deobandi e la scuola Barelvi.

    Ancora oggi queste scuole esistono, e le varie madrasa adottano libri di testo e metodi di insegnamento differenti a seconda che siano affiliati all’una o all’altra corrente di pensiero.

    Mi è capitato, recentemente, di potere visitare una madrasa in India e di parlare con studenti e professori. Come si può facilmente scoprire, le divergenze tra le due scuole non sono determinanti, e anche nei libri di testo che mi sono stati sottoposti, le differenze apparivano assolutamente impercettibili agli occhi di un profano.

    Comunque, all’epoca, questi movimenti apolitici approfittavano dell’identificazione in un ‘nome’ comune per estendere la propria influenza il più possibile sulle masse contadine e rurali, diventando col passare del tempo rappresentanti de facto di fazioni religiose auto-dichiarate.

    Queste, durante tutto il ventesimo secolo, hanno tentato più volte di entrare nella corrente politica come movimenti di massa, e nel 1947, quando l’India venne divisa, per la prima volta alcuni di questi movimenti iniziarono ad invocare a gran voce il termine “islamizzazione”.

    Nessun movimento religioso riuscì però mai ad concretizzarsi in una leadership politica concreta e nell’immediato periodo post-coloniale essi cercavano di volta in volta di guadagnare consensi, saltando sul carro del vincitore tra le varie fazioni in lotta fra loro senza portare avanti un’ideologia peculiare propria.

    La svolta si ebbe nel 1979, con l’invasione sovietica dell’Afghanistan. Allora i leader politici occidentali ritennero più utile alla loro causa (l’arresto dell’avanzata comunista) presentare la guerra contro Mosca come una lotta di religione.

    I capi dei movimenti religiosi pakistani, pur avendo scarso potere politico, avevano, come detto, grande influenza sulle madrasa sparse nelle regioni nord-occidentali del Pakistan e nell’Afghanistan. Essi non mancarono di cogliere la grandiosa opportunità che si parava loro davanti per acquisire peso politico e potere.

    In pochissimo tempo le madrasa furono convertite in centri di reclutamento e addestramento per mujaheddin.

    I fondi provenienti dai governi occidentali permisero di creare in breve tempo strutture moderne e di coordinare organizzazioni sempre più vaste e complesse, il cui sostrato fondamentale era costituito da quelle masse di studenti impoveriti che trovavano ormai nelle madrasa il loro unico punto di riferimento.

    In seguito, con il ritiro delle truppe sovietiche e la conseguente perdita dei fondi occidentali, i mujaheddin, che avevano sino a quel momento cavalcato la cresta dell’onda ritrovandosi tra le mani un potere immenso promanato da chissà dove, si scopersero nell’impellente necessità di reperire una nuova causa per cui combattere, che aggregasse una volta ancora le masse sotto la loro egida. E questa volta doveva trattarsi di una causa meno effimera, che garantisse un potere stabile e duraturo.

    Gli eventi internazionali, quali la Guerra del Golfo e l’intifada palestinese, ne procurarono loro uno: l’odio verso l’Occidente. Un’importante milizia Pashtun, che si trasformò nei Talebani, divenne un punto di incontro per tutti i mujaheddin rimasti senza una causa per cui combattere.

    Così siamo arrivati ai giorni nostri. La situazione non è migliorata, anzi. I conflitti che caratterizzano questo nuovo millennio sono quasi tutti segnati da uno sfondo di integralismo e mancata integrazione religiosa portati alle loro estreme conseguenze.

    Le guerre dell’Irak e dell’Afghanistan, la guerra globale al terrorismo, sono il risultato di questa situazione che si protrae in una spirale di violenza e terrore da cui appare difficile uscire.

    Alcuni passi in avanti sono stati fatti, intendiamoci, ma sono sempre passi incerti e soggetti spesso a legami di tipo egoistico e provinciale, più che al fine ultimo del bene comune.”

    “Ma al giorno d’oggi”, domando io, “quali sarebbero le soluzioni da lei prospettate per muovere, se possibile, dalla situazione attuale, e quali invece le difficoltà incontrate?”

    “L’unica vera arma di cui disponiamo, a lungo termine, contro il terrorismo e il fondamentalismo islamico, è una radicale trasformazione, alla base, del sistema sociale formatosi nei paesi del Medio Oriente e dell’Asia meridionale in seguito a decenni di guerre e di povertà.

    Le madrasa dovrebbero essere integrate in un sistema scolastico nazionale, sotto il controllo di una commissione specificamente designata, con l’incarico di redigere programmi e di sanzionare le infrazioni. Non è così semplice, però.

    Numerosi Paesi interessati, sotto pressioni da parte dei governi occidentali, hanno promesso azioni decise in questa direzione. Il capo del governo pakistano Musharraff ha preso posizioni ferme contro l’estremismo e l’intolleranza religiosa, come ha dimostrato nelle azioni compiute verso i Talebani e nell’appoggio fornito agli Stati Uniti d’America. Ma le misure prese sono senz’altro insufficienti e frenate dallo scontro che impongono con l’opinione pubblica.

    Per esemplificare, in Pakistan, circa un terzo degli studenti frequenta le madrasa e il potere del clero locale è esteso su quasi la totalità della popolazione. Una vera e propria riforma, radicale, che non incontri il favore dei capi religiosi locali, è impensabile in questo ambiente.

    Come dimostra l’ordinanza Deeni Madaris del 2002, che, pur seguendo le linee guida di un’integrazione delle madrasa nel sistema scolastico nazionale e dell’adozione di un programma unitario, specifica però che le madrasa si devono sottoporre volontariamente alla riforma e che nessuna sanzione è applicabile ai non-adempienti.

    Questo anche perché, giova ricordarlo, i leader religiosi delle madrasa non sono affatto ostili ad un governo autoritario e militare come quello di Musharraf, e quindi forniscono all’esercito una legittimazione politica e morale di fronte alle masse per il proprio potere.

    Inoltre azioni come quelle delle guerre e delle campagne contro il terrorismo finora condotte, giustificate o meno, non possono che accrescere l’odio e l’intolleranza nella stragrande maggioranza delle masse popolari, spesso non fondamentaliste per natura o educazione, ma semplicemente per disperazione ed allettamento di fronte alla promessa di una salvezza istantanea.

    Ne abbiamo un chiaro esempio nelle vicende del Caucaso. La Cecenia non è mai stato un Paese fondamentalista. E’ sempre stato il frutto, semplicemente, degli squilibri nati dalla disgregazione dell’impero sovietico, che avrebbe potuto probabilmente essere risolto attraverso le negoziazioni. Si è deciso di risolverlo seguendo la ‘linea dura’.

    Come ha giustamente dichiarato Akhmed Zakayev, vice primo ministro della Repubblica Cecena di Ichkeria, attualmente sotto asilo politico in Gran Bretagna: ‘come può quindi qualcuno rimanere sorpreso che la nostra gioventù – un fratello la cui sorella è stata stuprata, un figlio il cui padre è stato torturato a morte – non presti ascolto ai nostri appelli alla moderazione e si unisca ai ranghi dei vendicatori disperati e suicidi?’

    Dopo l’11 Settembre la Cecenia ha cessato di essere un fenomeno post-sovietico ed è diventata una questione tra il mondo occidentale e quello islamico.

    Bisogna evitare che questo accada ancora, lì e in altre parti del mondo. Bisogna che noi ci presentiamo, non come i conquistatori che vogliono imporre la “libertà” con gli eserciti, ma come coloro che aiutano, con le loro risorse e liberi da secondi fini, questi Paesi a seguire un loro percorso di sviluppo.

    Sarebbe importante esercitare pressioni ed investire anche ingenti quantità di denaro per creare efficienti sistemi scolastici alternativi alle madrasa, soprattutto in Pakistan e Afghanistan, accessibili a tutti.

    Alimentare lo sviluppo con investimenti, con lo scopo di creare una rete economica locale congiunta ma indipendente dall’industria del petrolio, in mano a pochi, e che favorisse una distribuzione della ricchezza.

    Allontanare le madrasa dalla guerra santa, rendendole moderne e fornendo agli Stati volenterosi pieno appoggio per effettuare le riforme.”

    “Quindi le azioni militari non costituiscono in nessun caso, a suo parere, una risposta al fondamentalismo?”

    “Possono essere una risposta immediata, con lo scopo di eliminare fisicamente le infrastrutture e le basi che proteggono e danno alimento ai terroristi. Ma sono solo soluzioni a breve termine.

    E’ con la diffusione di un’educazione di massa, spesso tanto (ingiustificatamente) vituperata e con la creazione di posti di lavoro, non (solo) con campagne militari che si possono estirpare le radici del nazionalismo e fondamentalismo islamico.

    Ci vorrà del tempo, ci vorranno dei soldi, ma è la sola possibile soluzione a lungo termine. Se lo capiremo, e ci impegneremo a fondo per realizzarla, il mondo avrà fatto un concreto e questa volta permanente passo avanti nella lotta contro il terrorismo, l’odio e la violenza globali.”

    P.S. La situazione di questo articolo è immaginaria, ma le informazioni e le riflessioni riportate sono reali.

    Marco xxxxxx

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    Sei tu, Marco? Sei lo stesso Marco che scrive qui?

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