Nessuna immagine

Lavorare e fare da madre spesso non si può: un caso italiano

30/01/2007 admin 0

licenziata perchè andata a riprendere il figlio a scuola.
fonte: http://senzamedia.blogspot.com/

Nessuna immagine

Piazza Tien an Men

22/01/2007 admin 0

Per non dimenticare. Chi ha pazienza di vedere tutto il video (che è breve) troverà anche lo studente con le buste della spesa davanti ai carri armati.

Nessuna immagine

Aggiornamento: Articolo “Finanza Creativa e bossing”

18/01/2007 Lisa biasci 0

a cura di Lisa biasci

Un’ultima notizia sulla vicenda processuale del sig Giovanni D’Agata:

Il 21 dicembre scorso,Il Giudice del Lavoro,il Dott. Francesco Buffa (ndr.grande esperto di diritto del lavoro e in specie delle vicende processuali legate al mobbing,di cui abbiamo pubblicato pareri e sentenze ) ha depositato il dispositivo della sentenza con la quale ha accolto il ricorso di Giovanni D’Agata dichiarando illegittimo il suo licenziamento, con la conseguente restituzione delle retribuzioni non percepite e la condanna alle spese della compagnia di assicurazione.

Finalmente è sta

Nessuna immagine

Gomorra

12/01/2007 admin 0

Di Roberto Saviano

(da www.beppegrillo.it)

Roberto ha scritto un libro da rendere obbligatorio nelle scuole. Un libro che rappresenta l’Italia di oggi e che andrebbe letto in classe al posto di ‘Cuore’ di Edmondo De Amicis. I ragazzi napoletani lavorano a progetto per la Camorra. Sono cocopro in nero. Generazioni perdute. E’ da loro che bisogna partire per salvare Napoli.

“Li arruolano appena diventano capaci di essere fedeli al clan. Hanno dai dodici ai diciassette anni, molti sono figli o fratelli di affiliati, molti altri provengono da famiglie di precari. Sono il nuovo esercito dei clan della camorra napoletana.

Nessuna immagine

29 dicembre 2006 n. 349

01/01/2007 admin 0

La cinquantunesima stella. L’Italia comincia a somigliare all’Alabama anche nel linciaggio. Quel che è avvenuto ad Opera nel 2006 – data
storica, da segnare – è infatti assolutamente identico a quel che succedeva in quel Paese intorno al 1906: i paesani che si riuniscono con le torce, le urla, le grida, i pochi uomini dello sceriffo messi in fuga e la folla che si dirige vociando verso l’accampamento dei negri e lo mette a fuoco. Certo, da noi è una novità e fa ancora impressione: ma in capo a qualche anno, com’è successo in America, ci saremo abituati.

Se si brucia una bandiera israeliana intervengono le massime autorità a ricordare Auschwitz e a (giustamente) condannare l’antisemitismo. Se si brucia un’intera tendopoli di zingari, al massimo è un episodio di cronaca: nè Prodi nè Napolitano ritengono di dover andare sul posto a

Nessuna immagine

22 dicembre 2006 n. 348

01/01/2007 admin 0

Il partito dell’antimafia, in Sicilia e al sud, conta circa il quindici-venti per cento dei voti. Non e’ un partito politico, e non lo sara’ tanto presto: e’ semplicemente l’insieme delle persone i cui voti sono relazionati anzitutto alla volonta’ di contrastare il principale problema che vivono, lo strapotere mafioso. Questi voti sono in massima parte di centrosinistra ma non coincidono organizzativamente con esso. Ci sono anzi diverse zone del sud in cui la forza organizzativa, e i voti, della societa’ civile organizzata superano quelli della sinistra ufficiale. A Catania e a Messina, per esempio, la sinistra ufficiale e’ ormai sotto il quindici per cento; e sopravvive elettoralmente quasi esclusivamente grazie agli antimafiosi di base. I cui voti pero’ non sa gestire, e continua a riceverli solo per la paura incombente di una destra mafiosa.