Quella retta che ha un inizio…

Due rette vanno verso l’infinito: costi della politica e presa per il culo. Lo scandalo sanità in Abruzzo è noto a tutti, così com’è nota a tutti la solidarietà ricevuta da Ottaviano Del Turco dal Presidente del Consiglio all’ex ministro alla cultura Rutelli… e via discorrendo, la lista è davvero lunga fra lettere e appelli in tv. La fratellanza politica bipartisan mostrata in situazioni di problemi con la giustizia, fa sembrare tutti un po’ comunisti! Però, dei cittadini abruzzesi non se ne occupa nessuno, anzi no! La tesoreria della regione abruzzese sta facendo gli ultimi calcoli… per le buone uscite dei consiglieri. Fino a qualche settimana fa la spesa media per ogni consigliere era di circa 8 mila euro, per i capigruppo quasi 10 mila euro, più una diaria (gettone di presenza) cadauno di 3.000 per essersi recati ai lavori del consiglio (l’Abruzzo è l’unica regione dove i consiglieri vengono premiati per essersi recati a “lavoro”). Mentre ora il calcolo è dedicato alla liquidazione per la gran fatica: circa 36 mila euro ciascuno, i consiglieri complessivamente sono 40. Nessuno escluso, dai forzisti ai comunisti. Questi ultimi sono coloro che si ergono paladini delle classi sociali più disagiate. Sarebbe un gesto cavalleresco, rinunciare a 36 mila euro per destinarli ad esempio alla sanità per aiutare le famiglie più povere. Invece si cercano tutte le clausolette a favore di coloro che essendo alla prima consigliatura, non maturerebbero i requisiti dei cinque anni per la buonuscita. Cavolo, che problemone. Ma niente paura, la soluzione c’è sempre! Il diritto può essere acquisito versando un’integrazione, e ben presto si raggiungono i cinque anni. Però, quando si tratta di ritirare i 22 euro mensili (addizionale regionale) dalla pensione di 700 euro della Sig.ra Maria, nessuno cerca clausolette per agevolare la pensionata. Mentre la Sig.ra Maria fa i conti delle rinunce da fare per poter arrivare alla fine del prossimo mese. Ma questo problema è cosa della Sig.ra Maria, che tutt’al più andrà a lamentarsi con la vicina di casa.

Tornando ai conti, a novembre ci saranno nuove elezioni, costeranno solo 16 milioni di euro al popolo abruzzese. Che casualità, simile alla cifra delle presunte mazzette spartite fra presidente della regione e alcuni collaboratori. Però fino alla fine della vicenda è tutto in forse, anzi quasi sicuramente il giudice sarà uno di quelli con le manie di protagonismo… eppure dovrebbe ricordarsi che fine fanno quelli che “abusano” del proprio potere, vedi De Magistris e Forleo. Ora si assiste alla guerriglia pre-elettorale. “Primarie sì, primarie no.” “Dimettiti tu, mi candido io” e “legge antisindaci sì, legge antisindaci no” (una legge che permetterebbe ai sindaci di poter essere eletti in consiglio regionale senza rinunciare alla carica di primo cittadino), alla fine della fiera saranno i soliti (non) ignoti. Impensabile spazio a volti nuovi. Del resto se Del Turco verrà condannato, che colpa può avere la sua giunta? Il consigliere Antonio Macera dei Comunisti Italiani ha dichiarato che il suo partito si costituirà parte civile contro l’ex Presidente Del Turco. Il giorno in cui si firmavano i finanziamenti per la sanità privata, l’assessore Fabbiani (Pdci) non c’era (così come quello di Rifondazione), ma tutti gli altri giorni? Loro erano pagati per fare il loro dovere. Il problema è capire qual è il loro dovere. Sicuramente in questa vicenda c’è una responsabilità morale collettiva. Perché non ci si può parere dietro: “Ma io non sapevo!”. Mica mandiamo a rappresentarci scimmie che non vedono, non sentono, e non parlano? Perchè altrimenti, quest’ultime costerebbero senz’altro meno. Intanto Del Turco è agli arresti domiciliari!

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3 commenti

  1. Ansa regioni: Abruzzo»
    2008-08-12 13:25
    Detenuto iracheno muore per sciopero della fame
    In cella all’Aquila, protestava contro pena tribunale Milano
    (ANSA) – L’AQUILA, 12 AGO – Un iracheno detenuto all’Aquila e’ morto per lo sciopero della fame intrapreso contro la pena di un anno emessa dal tribunale di Milano. L’uomo, di 40 anni, riteneva ingiusta la condanna comminatagli per tentata rapina e cosi’ aveva avviato uno sciopero della fame che in poco tempo ha debilitato il suo fisico minuto, rendendo impossibile il recupero anche quando, aiutato da personale e psicologi, e’ tornato sulla sua decisione di lasciarsi morire.

    alba

  2. Grazie Alba per lo spunto che mi offri… senza andare lontano, rimanendo nella stessa regione. Due uomini, uno un politico, l’altro uno qualunque, per di più con la sventura di essere un immigrato. Il primo, non si aspetta neanche la fine dell’estate, ottiene gli arresti domiciliari. Il secondo può solo scegliere la morte per tornare libero.

  3. -Il secondo può solo scegliere la morte per tornare libero.-
    Attenzione che questi sono messaggi da talebani.Esaltare chi si lascia morire è una cazzata,indipendentemente dalla causa o dalla ragione che lo spinge o lo motiva.

    luciano
    L’e’ tutto sbagliato…l’e’ tutto da rifare!!

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